Laureato in architettura a Venezia, l’ha insegnata a Strasburgo, Pittsburgh, alla Domus Academy di Milano, a Hong Kong, a San Paolo, a New York. I suoi lavori fanno parte delle collezioni permanenti di una trentina fra i più celebri musei del mondo, dal MoMa al Metropolitan, dal V&A al Centre Pompidou al Vitra. Pesce ha iniziato a sperimentare con il poliuretano, la schiuma e la resina subito dopo la laurea, ritenendo assurdo lavorare con materiali non strettamente contemporanei. E sono questi materiali, coi loro colori bold, la particolare tattilità, la loro capacità di rispondere alla luce, il loro finish artigianale, a catalizzare l’attenzione e a identificarlo nell’immaginario collettivo, anche se nella sua lunghissima carriera (è nato a La Spezia nel 1939, e ha cominciato a esporre i suoi lavori a 18 anni) ha esplorato un’infinità di strade e medium diversi.
L’OFFICIEL: Le piacciono le retrospettive? Le capita di riscoprirein questo contesto caratteristiche del suo lavoro e opere che aveva “ dimenticato”?
GAETANO PESCE: Mi piacciono le retrospettive perché soddisfano il desiderio di far conoscere quello che faccio. Per quanto riguarda il mio passato e il lavoro che ho fatto, cerco di evitarlo. A Brooklyn dove abbiamo il workshop abbiamo anche una sala dedicata ai lavori finiti, che sono in ordine e ben esposti per i visitatori: in quella sala non ho mai messo piede, per evitare che il passato interferisca con il mio futuro.
LO: Perché nel 1980 ha scelto New York per