Disturbi? Quali disturbi?: Manuale elementare di consigli pratici per genitori, insegnanti e non solo
Di PENSARE oltre e AA.VV.
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Anteprima del libro
Disturbi? Quali disturbi? - PENSARE oltre
via.
Prefazione
Qui dell’infanzia come premessa gloriosa e tradita dell’esistenza si parla, luogo ideale dove si cela l’Unità ed estasi da cui ogni sentimento promana. È nell’esperienza dell’infanzia che nasce la conoscenza senza dualità, la filosofia spinta al di là delle parole... Anche se in tutti è sepolto il gran tesoro dell’infanzia, esso si trova a irraggiungibili profondità
.
(E. Zolla, Lo stupore infantile)
L’affermazione di Elémire Zolla sembra fare giustizia dell’illusione di una rivalutazione sociale della cultura dell’infanzia di fronte a processi sociali ed esperienze culturali che, di fatto, ci rimandano l’immagine di un soggetto sempre più in crisi e sofferente per una identità che si accorda più tranquillamente con i processi di normalizzazione in atto e con le immagini conseguenti che i mezzi di comunicazione di massa ci rimandano, che non con le proprie radici e la propria
particolare storia.
In ambito sociale, di fatto, esiste quindi un modo di guardare e di rispondere al bambino di tipo adultocentrico. Se oggi si è ripreso a parlare molto dell’infanzia, perlopiù è perché da luogo felice e deproblematico quale si figurava, si è trasformata in luogo di violenze fisiche, psicologiche ed emotive gravi.
Ma, qui, si produce un totale e drammatico processo di mistificazione: le condizioni di disagio e di rischio di disagio del bambino vengono attribuite esclusivamente a fattori biologici (genetici, neurologici) e, di conseguenza, medicalizzati.
Il concetto che esprime questa nuova
realtà è quello di disturbo
(normalizzato e tradotto in leggi dello Stato).
Tutto questo si ripercuote a tutti i livelli e nelle diverse istituzioni. Così, nella scuola di oggi, l’attività didattica sembra perdere il suo significato fondante: la costruzione dell’identità del soggetto. La preoccupazione fondamentale è passare dal come si fa scuola al come si valuta il fare scuola (vedendo nei presunti disturbi
del bambino un limite difficilmente valicabile), da una valutazione della didattica, quindi, a una didattica per la valutazione, valutazione che ha come presupposto la convinzione (di fatto supposta) che le conoscenze possano essere normalizzate, oggettivate, quantificate.
Questa didattica, costruita ad arte rispetto ai criteri definiti/imposti per la sua valutazione (che non ammette nessuno scarto dai suoi fondamenti) ha, di fatto, rimosso ogni orientamento psico-pedagogico-culturale.
Allora, oggi, nell’epoca delle grandi e rapide trasformazioni, delle crisi ricorrenti che inducono processi di precarizzazione del soggetto umano aumentando le condizioni sociali di rischio di disagio, nell’epoca della standardizzazione dei linguaggi, delle tecnologie educative
presunte neutre, del dominio della realtà virtuale che allontana sempre più l’esperienza diretta della realtà per trasporla sul piano della sua rappresentazione mediatica, la scuola, ancor più di ieri e con grande impegno, si deve porre come compiti necessari e urgenti quelli di:
- seguire i tempi della natura e le metodologie capaci di produrre, attraverso corretti processi di apprendimento, un adeguato processo di sviluppo psichico del bambino;
- permettere a ognuno di riappropriarsi della propria natura di soggetti umani-universali ossia capaci di fare di tutta la realtà la base della propria esperienza
;
- di superare la frattura e la contraddizione drammatica tra tempi storici
e tempi biologici
.
Una scuola, quindi, della vita: non dell’alta velocità ma della slow education
al fine che ciò che ha permesso di umanizzare gli uomini nel passato possa continuare a umanizzare gli uomini del futuro.
Un Pensare oltre
, un Manuale
, quindi contro ogni mistificazione che riduce la vita ad amministrazione della vita.
Ivano Spano
Sociologo, Università di Padova
Commissario straordinario
Istituto Statale per Sordi - MIUR
Premessa
Viviamo in un periodo storico in cui dilaga la moda
dei DISTURBI.
Per ciascun atteggiamento, difficoltà, particolarità dell’individuo esiste una denominazione e una descrizione classificabile come uno specifico
DISTURBO.
Ma cosa sono i DISTURBI? Esistono realmente o sono creati
?
E, soprattutto, questa moda
a quale percorso tortuoso ci conduce e verso quale META?
Quale potrebbe essere il nostro futuro se proseguiamo su questo cammino?
Questo manuale si propone di fornire risposte a tali domande.
Fondamenti
(D30 - D52)
Il principio base su cui si fonda questo manuale è quello della RESPONSABILITÀ.
L’assunzione di responsabilità è il principio della libertà umana da non confondersi MAI con la COLPA. La responsabilità porta alla partecipazione attiva, alla cooperazione progettuale e ad avere fiducia in se stessi e negli altri.
In forma concreta e forse idealistica ciò significa che ciascuno è completamente responsabile di se stesso così come di tutto ciò che accade a lui e persino agli altri che lo circondano.
La responsabilità ci impone di aderire ai principi rigorosi della scienza e di non accettare il luogo comune.
NO AL LUOGO COMUNE E AL BUONISMO POLITICAMENTE CORRETTO. (D60)
Il luogo comune è il modo superficiale, dettato dall’opinione più diffusa, ma scientificamente non accettabile, di considerare le cose.
Il luogo comune è alla base di un compromesso che pretende di soddisfare tutte le lobby in gioco senza fornire vere risposte ai bisogni delle persone.
PRINCIPI RIGOROSI DELLA SCIENZA (D60)
I principi rigorosi della scienza non accettano mai il luogo comune.
Le opinioni non sono scienza, nemmeno quando provengono da autorità o Enti scientifici.
Questo manuale ti aiuta a orientarti e a distinguere tra opinioni e prove scientifiche.
Alcuni preferiscono ignorare quanto accade intorno a loro.
Pensano che se non guardano, non ascoltano e non si curano di quello che succede, proseguendo nella loro routine quotidiana, nessuna cosa li toccherà.
Altri assumono un atteggiamento di insensato ottimismo.
Non vi è nulla di sbagliato nell’essere ottimisti… anzi, di solito è un atteggiamento ammirevole.
Ma quando le bombe iniziano a cadere (e di solito anche prima) forse è meglio fare qualcosa di adeguato alla situazione.
Alcuni semplicemente fuggono, sognando di trovare un’isola di mondo ancora incontaminata, altri evitano, spesso per paura, di occuparsi di quanto accade.
Altri si siedono in un angolo e, forse, imprecano contro il cielo o il governo, rassegnati e sconfitti.
Se NON SEI TRA QUESTI, che tu sia un genitore, un insegnante, un educatore, un medico, una persona di scienza, un intellettuale, un politico o semplicemente una persona che si interessa a quanto intorno sta avvenendo, allora, questo manuale è per TE.
Puoi leggerlo semplicemente dall’inizio alla fine.
Ma è anche organizzato per consultazioni rapide.
Vi sono capitoli specifici per genitori, insegnanti/educatori, medici, persone di scienza, politici ecc.
Dopo aver letto il capitolo NOZIONI DI BASE, puoi andare direttamente al capitolo che ti interessa.
Infine se hai una domanda puoi cercarla nella sezione seguente: DOMANDE SPECIFICHE.
Da lì sarai indirizzato, pagina dopo pagina a tutte le informazioni e alle risposte che ti interessano.
Domande specifiche
In questa sezione troverai 70 domande tra le più frequenti. Da ciascuna sarai indirizzato alla lettura delle pagine o capitoli adatti per una consultazione veloce.
1 • Cosa significa la parola disturbo?
La risposta a questa pagina.
2 • Che cosa è un sintomo e che differenza c’è tra un sintomo, un disturbo e una malattia?
La risposta a partire da queste pagine: pag.; pag.
3 • Cosa sono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento?
La risposta a partire da questa pagina.
4 • Che cosa è una malattia e che differenza c’è tra un disturbo e una malattia?
La risposta a partire da queste pagine: pag.; pag.
5 • I sintomi e le malattie possono a volte essere la stessa cosa?
No. La risposta a questa pagina.
6 • Chi decide che un certo comportamento o difficoltà è un disturbo?
La risposta a questa pagina.
7 • Come fanno a decidere che un certo comportamento o difficoltà è un disturbo?
La risposta a questa pagina.
8 • Dove e quando decidono che un certo comportamento o difficoltà è un disturbo?
La risposta a questa pagina.
9 • Quanti disturbi esisterebbero secondo coloro che decidono?
La risposta a questa pagina.
10 • Esistono prove scientifiche valide dell’esistenza di un qualsiasi disturbo?
La risposta a partire da queste pagine: pag.; pag.
11 • Esistono test chimici o fisici che convalidano l’esistenza di un qualsiasi disturbo e che quindi sono in grado di dire chi ne soffre e chi no?
La risposta a partire da questa pagina.
12 • Cosa dovrebbe essere fatto per dimostrare che un disturbo esiste?
La risposta a partire da questa pagina.
13 • Tutti i bambini in prima elementare hanno imparato a leggere l’alfabeto senza problemi, mia figlia invece ha delle difficoltà ancora adesso in seconda. Questo prova che ha la dislessia?
In questo caso ci sono molte variabili: ha un vero problema fisico? Aveva imparato a leggere qualcosa prima di andare a scuola con qualche tipo di sistema visivo? Esiste qualche altro tipo di problema?
Leggi i capitoli Didattica e Medicina.
14 • Dato che ci sono bambini che hanno difficoltà a leggere, dovrebbe essere ovvio che la