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Hanno ammazzato il tempo
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E-book179 pagine49 minuti

Hanno ammazzato il tempo

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Info su questo ebook

"Hanno ammazzato il tempo" è una raccolta di poesie di Roberto Marzano. Impreziosita dalle foto del figlio Davide, la silloge racconta le occasioni della vita: dalla buona tavola all'amore, dalle speranze ai sogni infranti, in una collezione da non perdere, da regalarsi e da regalare. Una poesia concreta, come solo uno dei protagonisti della poesia contemporanea italiana sa scrivere.
LinguaItaliano
EditorePubMe
Data di uscita14 gen 2019
ISBN9788833662053
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    Hanno ammazzato il tempo - Roberto Marzano

    (foto)

    Roberto Marzano

    Hanno ammazzato il tempo

    Collana Il Piacere di Scrivere.it

    Copyright

    © 2019 Hanno ammazzato il tempo di Roberto Marzano. Pubblicazione a cura del sito Il Piacere di Scrivere.it con PubMe Gold (progetto collana Il Piacere di Scrivere).

    Foto interne e copertina: Davide Marzano. 

    Ogni riferimento a fatti realmente accaduti o a persone realmente esistenti o esistite è puramente casuale. 

    Prima edizione Gennaio 2019

    Prefazione

    A cura di Stefi Pastori Gloss

    Con l'ultima silloge poetica di Roberto Marzano, HANNO AMMAZZATO IL TEMPO, inauguro la mia carriera di prefatrice, che spero lunga e prolifica. Come ho già avuto modo di dire in una recensione relativa a M'ILLUMINO DI MENSOLE, il Marzano si conferma Poeta Maiuscolo. Un Poeta Maiuscolo deve partire dai Grandi, parafrasandoli. Un Poeta Maiuscolo e Ironico, anzi, Auto-Ironico deve creare poesia giocando e divertendo i suoi lettori. Giocate allora a riconoscere le ispirate parafrasi annidiate tra i versi della sua silloge poetica HANNO AMMAZZATO IL TEMPO. Come Marzano, divertitevi. L'azione del divertire va intesa secondo il suo stesso etimo: dal latino divertĕre ‘volgere altrove, deviare’, non solo con il corpo, nel senso dello spazio, da un'altra parte, in luoghi altri dal solito, ma anche con la mente, nel senso di allontanarsi dall'abitudine del quotidiano, dal già detto, dal già fatto. A tale scopo, se la tradizione poetica del romanticismo utilizzava un linguaggio aulico, o quella dei moderni cercava di scardinare l'aulico con accostamenti inusuali (l'ungarettiano immenso che illumina), quella dei contemporanei gioca con le parole grazie a ironia e auto-ironia. In questo atteggiamento, si inserisce il Marzano, già dal titolo della silloge, lo stesso del componimento d'apertura di cui riporto un estratto:

    Hanno ammazzato il tempo

    fatte a pezzi le ore

    in secondi infiniti

    tempestati e perduti

    maciullato i momenti

    infiniti di noia

    di una vita scandita

    da condizioni e frenate...

    E il tempo è morto davvero

    gli hanno sgozzato i minuti

    trapassati gli istanti

    spiaccicandoli tutti.

    Quasi a ribaltare il comune e condiviso credo che il Tempo sia imbattibile. Qua e là nella raccolta poetica, l'auto-ironia la fa da regina, come in I POETI "I poeti respirano dalle orecchie e dagli occhi/ assorbono la musica, la dipingono in parole". Leggetela con la gioiosa mestizia di chi ha compreso l'animo del Poeta. E tra: LE PAROLE NON DETTE che fremono d'arsura, di fremiti/vespai di cupa inquietudine, lezioni su come tirare poeticamente degli ACCIDENTI: Che un cataclisma nero ti colpisca/gli spigoli degli ossi ti frantumi/a schiaffi e ed improperi a scatafascio/e torcerti i menischi anziché il collo/che un rutto di rifiuti ti sommerga(...) proteso al sciocco vizio di star spento, alcune monovocaliche, quella in I dal titolo LITIGI INFINITI è gioiellino di senso, o monoconsonantiche come l'eccelsa in L intitolata LINGUE LAMPONE, esercizi cari al Marzano, un altro titolo fallace SALI & TABACCHI con giochi di parole per scapigliati giochi d'amore, oppure un divertimento di rimescolamenti ne LA SFILATA e LA SFILATA DI RITORNO dove modi di dire comuni si intersecano, rendendoli non comuni, come: una puttana d'assalto e un granatiere senza figli (...) un traduttore d'algebra e un professore simultaneo (...) una suora a prezzo modico e un coiffeur di clausura (...) un profanatore di poesia, un appassionato di tombe (...) un pollo in silicone, un seno alla cacciatora (...) un portiere platonico, un amore di riserva, se ne trova una, dal titolo NON DIRE GATTO che evidenzia il gioco dei concatenamenti illogici che il Marzano adora fare spesso. Fino a ADDIO A KADUNA sonetto imperfetto, dove l'autore si sperimenta col sonetto endecasillabico appunto, ma stravolgendo quello dantesco, in sorta di amaro epitaffio ad una prostituta, ancor più amaro perché feroce critica sociale. Mi accorgo che un'imprevista quantità di poesie termina con tre puntini di sospensione... come se non fossero finite, forse a significare l'estrema prolificità del Marzano.

    MATTINA è una composizione di Giuseppe Ungaretti composta di due soli versi: M'illumino d'immenso. Nella precedente silloge, Roberto Marzano si è divertito a trasformarla in M'ILLUMINO DI MENSOLE. Nella presente silloge, invece, pur continuando a divertirsi con le parole, il timbro è mutato, Marzano forse ha creato poesie più addolcite e malinconiche. Fino al punto da sembrare schiacciato sotto pesanti note di

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