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I versi cannibali
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E-book108 pagine29 minuti

I versi cannibali

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Info su questo ebook

La raccolta I versi cannibali nasce dal tentativo di comprendere il senso della vita: nulla di più difficile, per noi comuni mortali, immersi nella solitudine, persi nel buio e nel vuoto.
La poesia non basta: è come una bussola sulla nostra fronte, ma non abbiamo specchi per guardarla, ed è quindi una guida inutile.
Forse, potrebbe servire l’amore, se non fosse destinato a finire, lasciandoci lo scomodo fardello del ricordo, o se almeno il poeta conoscesse il vero significato di questa parola e ce lo potesse rivelare.
Così, alla fine, la vita si mostra per quello che è: una danza continua con i nostri scheletri, danse macabre di noi, migranti sperduti, con noi stessi.
Eppure, chissà? Un giorno, potremmo avere la fortuna di capire che tutto il senso del nostro vagare non è un “andare”, ma un “tornare”. Solo allora, forse, contempleremo il Mistero faccia a faccia.
LinguaItaliano
Data di uscita23 gen 2021
ISBN9788855390507
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    Anteprima del libro

    I versi cannibali - Alessandro Marconetti

    Marconetti

    La poesia cannibale salva se stessa

    di Maria Antonietta Macciocu

    Avevamo lasciato Marconetti nel 2014 forte delle sue centosessantastagioni, la silloge in cui onorava i suoi quarant’anni col bilancio del percorso di formazione maturato fino ad allora. Cinque sezioni di momenti di vita familiare, culturale, sentimentale, artistica capaci di delineare un’identità complessa ma riconducibile ad esperienze chiare e collegabili nel tempo e nello spazio.

    Inutile cercare la stessa progressione temporale e logica in quest’ultima raccolta, non a caso dal titolo I versi cannibali. Versi che addentano la realtà sull’onda di emozioni, e pensieri, e sensazioni non mediati da alcun ordine consequenziale, ma affidati a parole che sono per l’autore solamente parole, nonsense con cui tirare fuori l’aria viziata di se stesso e del mondo, aria viziata anch’essa. E non tragga in inganno la suddivisione delle poesie in sette sezioni, è solo l’espediente per dare fiato ad una materia corposa e incandescente che non trova altro riferimento che agli anni della sua creazione. Con uno scarto nell’ultima sezione (L’unica vera estate della mia vita) che consolida le poche tracce di speranza e di riscatto affiorate qua e là.

    In questa dimensione, i versi cannibali sono un irrompere di motivi ricorrenti declinati nelle loro diverse epifanie in modo atemporale, come spesso succede nei flussi di coscienza che affondano nella parte

    più profonda di sé, in sentimenti che seguono un arduo percorso.

    Giganteggia su tutto il senso della vita a cui è difficile dare un senso, incapaci come siamo di lasciarci trasportare, di uscire dalla nostra limitatezza, di dare sfogo al dolore, di lasciar perdere mulini a vento, di preservare l’innocenza, di fare salti che preludano a voli, di dare e ricevere pietà, di varcare altre soglie oltre la propria, di non ballare con i propri scheletri.

    Il mondo è nient’altro che finzione conformista e rappresentazione scadente, arena, circo, teatro tragico, maschera greca, treni verso la notte. Da sempre.

    Poco servono i ricordi, fardelli sbiaditi e distanti, poco serve la scrittura, anche quando profonde fiumi di parole. Servirebbe, se ci fosse, l’amore.

    Ed è l’amore, insieme con il suo contraltare che è la solitudine, l’altro grande tema che attraversa la raccolta in modo accorato e struggente. L’eterno sconosciuto sempre deludente e sempre troppo poco, sempre infedele a se stesso, sia che lo si rincorra sia che lo si lasci andare,

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