Il Testimone
Di Pietro Ratto
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Un grave delitto si consuma, una notte, nel grande Parco di una tranquilla e sonnecchiante cittadina di provincia. Un crimine violento, odioso, di quelli destinati a turbar quel clima un po' falso e perbenista che caratterizzava, fino a quel momento, l'intorpidita cittadinanza locale. Un’aggressione brutale e dai contorni più che scabrosi, di cui l’unico testimone è un grande, vecchio Castagno che domina il Parco.
L’Albero sulle cui sofferte "testimonianze", quindi, dovranno giocoforza basarsi le intricate indagini di un commissario di polizia appena trasferito, coadiuvato in via ufficiosa dal più rivoluzionario di tutti i docenti: il professor Gelsi.
Un giallo "sui generis" che, pagina dopo pagina, si trasforma in una lancinante riflessione sui nostri tempi e sul genere umano.
Pietro Ratto
Pietro Ratto è filosofo, saggista, giornalista e scrittore. Laureato in Filosofia e Informatica, è professore di Filosofia, Storia e Psicologia. Pietro Ratto ha al suo attivo numerosi libri e ha vinto diversi premi letterari di Narrativa e Giornalismo ed ha partecipato a svariati Convegni filosofici. In ambito filosofico ha scritto La Passeggiata al tramonto. Vita e scritti di Immanuel Kant (2014-2019), la raccolta di suoi saggi BoscoCeduo. La Rivoluzione comincia dal Principio (2017) e il saggio Come mi cambiano la vita Socrate, Platone e Aristotele (2020). In ambito storico ha scritto: Cronache di una pandemia. I primi nove mesi di un incubo (2020), L'Industria della vaccinazione- Storia e contro-Storia (2020), Le Pagine strappate (2014-2020), I Rothschild e gli Altri (2015), L'Honda anomala. Il rapimento Moro, una lettera anonima e un ispettore con le mani legate (2017), La Storia dei vincitori e i suoi Miti (2018), Rockefeller - Warburg. I grandi alleati dei Rothschild (2019) e Il gioco dell’Oca. I retroscena segreti del processo al riformatore Jan Hus (2014-2020). Ha pubblicato anche i romanzi La Scuola nel Bosco di Gelsi (2017), Senet (2018), Il Treno (2019) e Il Testimone (2020), oltre alla raccolta di saggi polemici sulla degenerazione della scuola pubblica e le lobbies che la gestiscono, intitolata Programma dIstruzione (2020). Gestisce i siti BoscoCeduo.it e IN-CONTRO/STORIA, oltre a un affollatissimo canale YouTube e a una vivace pagina Facebook, chiamati entrambi BoscoCeduo. Dal 2019 amministra una piattaforma di contenuti di aggiornamento e approfondimento delle tematiche affrontate nei suoi libri, BoscoCeduoPro.
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Anteprima del libro
Il Testimone - Pietro Ratto
© Bibliotheka Edizioni
Piazza Antonio Mancini, 4 – 00196 Roma
tel: +39 06.4543 2424
www.bibliotheka.it
I edizione, luglio 2020
e-Isbn 9788869346699
È vietata la copia e la pubblicazione, totale o parziale,
del materiale se non a fronte di esplicita autorizzazione scritta
dell’editore e con citazione esplicita della fonte.
Progetto grafico: Riccardo Brozzolo
Foto di copertina: Chiara Ratto
Pietro Ratto
Filosofo, storico, giornalista e scrittore, Pietro Ratto ha al suo attivo numerosi libri.
In ambito filosofico ha scritto La Passeggiata al tramonto. Vita e scritti di Immanuel Kant (2014-2019), la raccolta di suoi saggi BoscoCeduo. La Rivoluzione comincia dal Principio (2017) e il saggio Come mi cambiano la vita… Socrate, Platone e Aristotele (2020).
Questi, invece, i suoi libri di Storia: Le Pagine strappate (2014-2020), I Rothschild e gli Altri (2015), L’Honda anomala. Il rapimento Moro, una lettera anonima e un ispettore con le mani legate (2017), La Storia dei vincitori e i suoi Miti (2018), Rockefeller–Warburg. I grandi alleati dei Rothschild (2019), Il gioco dell’Oca. I retroscena segreti del processo al riformatore Jan Hus (2014-2020) e L’industria della vaccinazione. Storia e contro-Storia (2020).
Nel 2020 è uscito anche il suo Programma dIstruzione, raccolta di amare considerazioni e scabrose inchieste sulla degenerazione della Scuola pubblica italiana.
Oltre a questo, ha pubblicato altri tre romanzi, fortemente incentrati sul tema Istruzione
: La Scuola nel Bosco di Gelsi (2017), Senet (2018), e Il Treno (2019).
Gestisce i siti BoscoCeduo.it e IN-CONTRO/STORIA, oltre a un affollatissimo canale YouTube e a una vivace pagina Facebook, chiamati entrambi BoscoCeduo..
Un giallo sui generis
che si trasforma, pagina dopo pagina, in una lancinante riflessione sul genere umano, sulla vita e sui nostri tempi.
Silvia
Ne sono accadute di cose, quest’oggi.
Un agguerrito manipolo di formiche, per esempio, ha improvvisamente attaccato una grossa cavalletta placidamente intenta a divorar le tenere e neonate foglie del gelso, qui a fianco. La vittima, lì per lì, vedendosi minacciata ha fatto di tutto per difendersi, tentando addirittura di mordere i suoi impietosi aggressori con le robuste mascelle; ma quei piccoli, implacabili insetti l’hanno circondata e poi punta innumerevoli volte, iniettando il loro micidiale veleno nei pochi spazi lasciati scoperti dalla verde e coriacea corazza. Uno spettacolo orrendo, non c’è che dire. Anche se, va detto: quei terribili insetti proteggono le piante; e questo non può che rendermeli simpatici, nonostante tutto. La preda poi, una volta paralizzata, è stata trascinata rapidamente nel vicino formicaio grazie all’intervento di decine di solerti rinforzi. Il tutto, in un clima caotico e festoso.
Non appena il sole ha raggiunto il punto più alto, lassù, si è alzato improvviso un vento caldo e profumato, che ha letteralmente travolto i miei sensi invitando i pensieri a danzare leggeri.
Subito dopo, almeno cinque cicale hanno definitivamente abbandonato il proprio esoscheletro sulla corteccia di una vecchia acacia. Pazzesco: due di loro si sono spogliate di quel loro sottilissimo involucro proprio mentre si stavano accoppiando! Resto sempre sbigottito di fronte a scene del genere. Ma come fanno, mi dico! Come diavolo fanno a sgusciar via così da quelle trasparenti corazze, lasciandole perfettamente integre... Tanto più mentre si trovano in posizioni del genere!
E non basta. In tutto ciò, un tenerissimo ma ostinato germoglio di gelsomino selvatico ha seguitato, imperterrito, ad allungarsi e a sbilanciarsi come un folle, puntando ondeggiante e sinuoso all’esile tronco di un giovane lauroceraso. Alla fine ce l’ha fatta: è riuscito ad arpionarlo. Saldamente agganciato al sospirato sostegno, adesso è lì che si gode soddisfatto il risultato delle sue estenuanti fatiche.
E poi Silvia, naturalmente. La mia dolcissima Silvia!
È arrivata qui quando il sole era ancora alto in cielo, così come sempre. Si è seduta sulla solita panchina arrugginita qui davanti e, ancora una volta, ha preso a parlarmi.
Fa sempre così, la mia tenera Silvia, con quella sua vocetta sottile sottile. Si siede qui e mi racconta; mi dice ogni cosa di sé, di ciò che le è appena accaduto, di cosa la preoccupa... Lo fa con la sua consueta genuinità, dilungandosi in particolari e dettagli infiniti, come se poi fossero davvero necessari... Come se io non sapessi legger già in quei suoi freschi pensieri; non fossi in grado di ascoltare ogni sentimento, ogni ricordo, ogni flebile battito d’ali del suo piccolo cuore.
Silvia è così. Lei viene e mi parla. E poi mi ascolta, però. Arresta di colpo l’irruente vortice dei suoi lunghi discorsi e si gira a guardarmi, stringendo piano quei grandi occhi verdi come un gattino nel pieno delle fusa.
Non so chi sappia più cose di me, sul conto di Silvia. O chi ne sappia più di lei, sul mio.
Io, per esempio, so che ha diciott’anni anni, anche se non mi è chiarissimo cosa significhi. So che freme dalla voglia di crescere, come quel germoglio ormai strettamente avvitato al suo sostegno. So che le piace l’azzurro, che non sopporta i ragni e i rumori troppo forti. Che adora i tramonti. E so che è sola. Tremendamente sola. Orfana, affidata a uno zio che non c’è mai. Uno zio che lavora molto lontano, torna a casa raramente e la tratta proprio come l’ultimo dei suoi pensieri.
Ma Silvia, in compenso, ha me. E ogni giorno, tornata da scuola, fa in fretta i suoi compiti e corre qui, ad abbracciarmi.
I suoi compagni la snobbano, la considerano strana. Lei con la sua mania delle piante e dei boschi. Lei che passa i pomeriggi danzando e cantando tra gli alberi, invece che uscire con le amiche a spettegolar di ragazzi. Ma a dirla tutta, Silvia,