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Il segreto di Afrodite
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E-book116 pagine1 ora

Il segreto di Afrodite

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Chi è veramente Afrodite, la Dea della bellezza e dell’amore venerata nell’antichità in tutto il Mediterraneo e immortalata da Sandro Botticelli nel suo più celebre dipinto? Chi è veramente quella Dea che Esiodo, nella sua Teogonia, ci dice nata dalla spuma marina, frutto del seme del membro di Uranós gettato da Kronos, dopo l’evirazione del Padre, nelle acque del mare?
In realtà, al pari di Afrodite, poche altre Divinità sono state, nella letteratura e nella tradizione religiosa e mitologica dell’antichità, soggetto e al contempo oggetto di pesanti snaturamenti e stravolgimenti di immagine, natura e significato, tanto da alterarne ed occultarne in maniera così incisiva l’autentica essenza e le autentiche origini. Secondo l’autore di questo saggio, un segreto inconfessabile, noto solo a ristrette cerchie di Iniziati, si celerebbe dietro la nascita di Afrodite e la costruzione del suo mito.
LinguaItaliano
Data di uscita24 apr 2022
ISBN9791255040538
Il segreto di Afrodite

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    Il segreto di Afrodite - Nicola Bizzi

    ¹, vivisezionando letteralmente con gli occhi e con gli strumenti dell’inizia-zione eleusina quello che è considerato il principale poema cosmogonico, teogonico e teologico della Tradizione ellenica, ho posto in luce molti dei suoi enigmi irrisolti, molte delle sue apparenti contraddizioni e numerosi dei misteri e dei segreti iniziatici che si celano, abilmente nascosti agli occhi dei profani, fra i suoi versi talvolta oscuri e sibillini. E, facendo questo, ho affrontato in maniera meticolosa molti dei temi trattati da Esiodo nel suo testo. Fra questi ve n’è uno assai poco oggi affrontato dai mitologi, dai filologi e dagli storici delle religioni, che probabilmente (e superficialmente) lo ritengono forse non meritevole di adeguati approfondimenti, oppure già adeguatamente trattato e approfondito. Un tema che ho invece dimostrato essere denso di incognite e di interrogativi mai risolti, al punto da celare un indicibile segreto, un segreto mai fino ad oggi rivelato e da sempre tenuto nascosto da determinati ordini iniziatici. Mi sto riferendo alla nascita di Afrodite.

    Nei versi dal 188 al 206 così Esiodo nella Teogonia ci descrive la nascita della Dea Afrodite (Ἀφροδίτη) dalla spuma marina, frutto del seme del membro di Uranós gettato da Kronos, dopo l’evirazione del Padre, nelle acque del mare:

    «Come [Kronos] ebbe tagliato i genitali con l’adamante, 

    dalla terra li gettò nel mare agitato.

    Così per lungo tempo furono portati al largo;

    ed intorno all’immortale membro sorse una bianca schiuma

    e da essa nacque una fanciulla: dapprima giunse a Kýthera divina,

    poi arrivò a Kýpros lambita dai flutti:

    lì approdò la Dea veneranda e bella

    e l’erba nasceva sotto i suoi morbidi piedi; gli uomini

    e gli Dei la chiamano Aphrodíte, Kýthereia dalla bella corona 

    e Aphrogenéa, perché nacque nella schiuma;

    la chiamano Kýthereia, perché approdò a Kýthera;

    oppure Kyprogenéa, perché nacque a Kýpros;

    ovvero Philommedéa perché nacque dai genitali.

    Eros l’accompagna e Hímeros il bello la segue,

    da quando appena nata andò dalla stirpe degli Dei.

    Sin dal principio Ella ebbe tale sorte e tale onore,

    come destino tra gli uomini e gli Dei immortali:

    le chiacchiere delle fanciulle, i sorrisi e gli inganni,

    il dolce piacere, l’affetto soave»

    ².

    Poche Divinità come Afrodite sono state, nella letteratura e nella Tradizione religiosa e mitologica della antica Grecia, soggetto e al contempo oggetto di pesanti snaturamenti e stravolgimenti di immagine, natura e significato, tanto da alterarne ed occultarne in maniera così incisiva l’autentica natura, e potrà sorprendere molti il fatto che, nella Tradizione Misterica e nella Teogonia dell’Eleusinità Madre, non è Afrodite ad essere nata dalla spuma marina generatasi per il contatto fra il seme di Uranós e le acque del mare, bensì sua madre Dione (Διώνη). Occorre quindi, prima di affrontare la figura di Afrodite, focalizzare l’attenzione su questa importante Divinità, anch’Ella oggetto di pesanti snaturamenti e stravolgimenti da parte di una certa letteratura – ellenica e non solo – permeata dalla religiosità Olimpica.

    Antichissima Dea Titana venerata dalle popolazioni pelasgiche pre-greche della Grecia continentale e dell’area dell’Egeo fin dai tempi più remoti, Dione ebbe un suo Santuario nella fredda città di Dodona (Δωδώνη), in Epiro, ai piedi del Monte Mitsikèli, il più antico Santuario d’Europa, in cui aveva sede un Oracolo, il più antico di tutta la Grecia, i cui vaticini, scritti su laminette di piombo, venivano interpretati dai Sacerdoti della Dea attraverso il suono prodotto dallo stormire al vento di una quercia sacra alla stessa Dione, considerata per questo parlante. Ritenuta dai Pelasgi la massima Dea Madre, Signora del Cielo, della Terra e del Mare, nei Testi dell’Eleusinità viene spesso chiamata Dione-Akakal. Era infatti venerata nella Creta Minoica con il nome di Akakal, il cui significato etimologico è Alta Bellezza.

    Nella mitologia greca più arcaica, Dione era infatti comunemente nota e venerata come una delle Dee Titane Primarie, ovvero della Prima Generazione Divina, e così infatti ce la presenta Apollodoro nella sua Biblioteca

    ³, ribadendo che Ella è una Titanide, figlia di Uranós e Gea, e quindi sorella di Temi, Rea, Teti, Mnemosyne e Teia. Esiodo, invece, nella sua Teogonia, cade in apparente contraddizione, poiché nel Proemio, al verso 17, menziona «la bella Dione» fra le massime Divinità, mentre, più avanti nel testo, non la menziona fra i Titani di Prima Generazione e finisce per includerla, al verso 353, fra le figlie di Okeanós e Tetys, retrocedendola così ad una delle tremila Oceanine. Questo ha fatto pensare, più che ad una

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