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Anteprima del libro
Covid 19 - 2093 - Marco Cibecchini
Capitolo Primo
Mayla percepì un fastidio nelle orecchie, irritata cercò di scacciarlo e ci riuscì. Ora non lo sentiva più, ma una voce maschile l’apostrofò: «Mayla coraggio devi alzarti, la sveglia l’ho già spenta io!»
«L’hai spenta tu? Ma chi sei tu?» disse ancora mezza addormentata.
«Mayla, sono Oscar la tua unità di ristoro
, mi hai dimenticato? Eppure sono già due anni che stiamo insieme, non ricordi? Dai svegliati o perderai il treno!»
Vide che era completamente nudo e anche ben dotato, si stropicciò gli occhi e lo riguardò in un certo modo, lui le rispose: «No Mayla, non ieri sera.»
Ormai completamente sveglia gettò le coperte a lato e si apprestò ad alzarsi, anche lei non aveva nulla addosso, una volta in piedi si guardò allo specchio che occupava buona parte della parete in fondo, poi guardò ancora lui e disse: «Oscar tu non me la racconti giusta!»
«Ma perché questo dubbio? Abbiamo scopato tante volte, perché dovrei negartelo, ieri sera eri stanca e ti sei addormentata quasi subito, stanotte ti sei rigirata molte volte, pareva fossi agitata, devi aver sognato.»
Ancora stordita si infilò sotto la doccia.
«Ti serve aiuto?» Era la voce di Oscar dall’altra stanza.
«No grazie, sono già abbastanza in ritardo, oggi faccio da sola!»
La voce di Mayla coperta dallo scroscio dell’acqua difficilmente sarebbe stata udibile da orecchio umano, ma Oscar non era umano.
Il Parlamento Mondiale degli Stati (The World Parliament of States) era stato costituito dopo ben tre pandemie che, dovute a uno sconosciuto virus mutante, si erano succedute, una dietro l’altra, e in meno di un decennio avevano quasi dimezzato la popolazione mondiale.
In un primo tempo le varie nazioni avevano tentato di gestire l’emergenza tramite i propri governi, ma già all’arrivo del secondo virus ci si rese conto che il controllo organizzato a livello nazionale era mera utopia.
Gli ospedali, causa l’eccessivo numero di contagiati, non riuscivano a dare assistenza a tutti. Si tentò con improvvisati ospedali tenda di tipo militare, si requisirono e attrezzarono capannoni e spazi in disuso per sopperire alle carenze, ma in breve morti e sepolture divennero quotidianità e si dovette ricorrere alla cremazione per contenere gli spazi nei cimiteri e riuscire a inumare o murare nei loculi, le piccole urne contenenti le ceneri al posto delle ingombranti bare.
L’economia mondiale, dapprima vacillante, verso la fine della seconda pandemia entrò in assoluta crisi e ai morti per il virus si aggiunsero i numerosi suicidi degli imprenditori sul lastrico e delle maestranze senza lavoro: uomini e donne privi dei mezzi per sfamare se stessi e le loro famiglie, preferivano la morte al tormento di vedere i propri figli affamati e contagiati spegnersi davanti ai loro occhi. Alcuni di loro li portavano con sé, certi che una morte rapida sarebbe stata meglio che una lunga agonia per fame o malattia, senza contare l’aumento della delinquenza dovuta a necessità.
Qualche anno prima dell’arrivo del 2030, si cominciò a capire che non esisteva alternativa se non tentare una gestione unica dell’emergenza.
Interminabili riunioni si svolsero tra i rappresentanti degli stati più grandi ed economicamente più ricchi, essi vedevano le loro risorse umane ed economiche andar distrutte in poco tempo, con l’aiuto degli scienziati e della logica, capirono che l’unico modo per tamponare questo disastro era farlo tutti insieme con un’unica strategia che coinvolgesse l’intero mondo.
A poco a poco si unirono a loro anche stati più piccoli contrari o dissidenti, che in nome della salvezza del loro paese rinunciarono ad assurde ideologie politiche e alle dottrine che le avevano fin qui sostenute e nacque il The World Parliament of State
.
A convincere un po’ tutto il mondo che quella era la giusta e unica possibile direzione, fu l’imprevista e rapida intesa tra gli Stai Uniti e la Federazione Russa a cui presto si unirono l’Unione Europea e molti stati orientali, infine obtorto collo
aderirono anche quei governi storicamente più scettici, come la Cina.
La gente aveva paura della morte e la soluzione di una difesa unita dava la speranza di poter uscire dalla pandemia, del resto qualunque governo nazionale che si fosse dichiarato negativamente avrebbe dovuto renderne conto ai propri abitanti e sicuramente ne avrebbe pagato le conseguenze.
La gente era allo stremo della resistenza, non esisteva famiglia nel mondo che non dovesse piangere i propri morti e non temesse per la sopravvivenza di quelli ancora in vita, i politici reticenti all’accordo avrebbero sicuramente rischiato il linciaggio.
Quando si riuscì a trovare un vaccino adeguato che fosse efficace anche sulle mutazioni, si poté finalmente tornare ad una vita normale, ma intanto la popolazione mondiale che all’inizio delle tre pandemie era poco al di sotto degli otto miliardi, nel 2030 si era attestata a circa quattro miliardi, la metà degli esseri umani viventi sulla terra non c’era più.
Le stragi più terribili si verificarono in quei paesi con il numero di abitanti più alto come la Cina, che nonostante la durezza delle misure adottate dal regime, ad un certo punto non fu più in grado di arginare le numerose insurrezioni popolari e le proteste in piazza. Benché una voce femminile dagli altoparlanti installati nelle strade, ricordasse ad intervalli regolari: Non provate a uscire di casa o vi spareranno a vista
, non si riuscì a sedarle e portarono all’inevitabile assembramento con conseguente maggior diffusione del virus e con l’aggiunta di ulteriori morti che, colpiti dai proiettili, per giorni venivano lasciati stesi nelle piazze delle maggiori città dove la ribellione era stata più intensa e indomabile, un po’ a monito e un po’ per la difficoltà che la polizia e gli addetti incontravano nel rimuoverli, rimanendo scoperti agli attacchi di gruppi organizzati e inferociti che, approfittando del delicato momento, li assaltavano.
Con la partecipazione agli incontri e la successiva adesione al The World Parliament of States
la popolazione della Cina si calmò nell’attesa dei nuovi eventi risolutivi promessi in cui tutti speravano, ma i sopravvissuti erano giunti a meno della metà e la grande crescita economica cinese era un mero ricordo.
Con l’economia mondiale stesa a terra, la povertà si era diffusa in ogni angolo del pianeta, le Borse erano in crollo perenne e nessuno poteva dirsi al riparo dagli eventi.
In India dove l’ascetismo contribuì non poco alla maggior diffusione del virus tra le caste più basse, la situazione, per quanto diversa nei modi, nella esecuzione e nella repressione della protesta nazionale, ebbe risultati addirittura peggiori che in Cina.
Ovviamente non si salvarono nemmeno i paesi geograficamente più piccoli, soprattutto quelli con densità abitativa importante come l’Italia e il Giappone.
Il virus, molto democraticamente, non riconosceva né ideologie, né religioni, né politiche: migliaia di morti si contarono sia tra chi ne sosteneva l’inesistenza, sia tra chi pregava il proprio Dio, sia tra chi protestava dando colpe e responsabilità al governo di turno.
In Africa e in altri paesi di scarsa cultura e di bassa ricchezza economica, furono la limitata comunicazione e l’ignoranza di una popolazione volutamente poco informata, a causarne la diffusione e le migliaia di morti.
Ma alla fine del terzo decennio del nuovo millennio, le sinergie messe in atto dal Parlamento Mondiale, ovvero, dall’unione e condivisione senza segretazioni di sorta tra i vari laboratori di ricerca mondiale, portarono alla creazione del vaccino e alla fine di cotanto umano dramma.
Il Parlamento Mondiale nei momenti più gravi, quando le soluzioni sembravano impossibili, si affidò agli scienziati della medicina e della biologia e ai filosofi, sia i primi che i secondi ora godevano di gran credito tra il popolo: gli uni per aver trovato il vaccino risolutore della pandemia, gli altri per le loro teorie su come far rinascere e mantenere l’equilibrio in questo nostro fragile pianeta. Filosofi e scienziati riuscirono a spiegare che la terra non correva alcun pericolo in quanto ogni cambiamento non avrebbe minato l’esistenza del pianeta di per se stesso, ma quella dell’uomo. La Terra sarebbe sopravvissuta alla specie umana, così come era sopravvissuta ai dinosauri. Il rischio di estinzione della razza umana era tutto nostro, la Terra avrebbe continuato a girare nel cosmo anche senza di noi. Cosciente di questo l’umanità iniziò a rinunciare a quel senso di onnipotenza e a quella presunzione che faceva credere all’uomo di essere il centro di ogni cosa.
Capitolo secondo
Mayla: «Oscar! Ma Darko è ancora a letto?»
«Sì, Lui e Ljuba sono ancora a letto, so che oggi non doveva andare all’università, aveva una lezione da svolgere direttamente dal computer di casa.»
Mayla entrò nella seconda camera e vide entrambi sdraiati a pancia in giù, scoperti fin oltre la vita mostravano i loro glutei rotondi e sodi, li guardò; la sua bocca accennò ad un sorriso e un pensiero le attraversò la mente: che immagine provocante! Non saprei quale scegliere, ma lasciamoli dormire, ora non ne ho il tempo...
***
Le conseguenze del virus non furono soltanto negative, il dimezzarsi della popolazione aveva fatto abbassare drasticamente i livelli di inquinamento, si erano riaffacciate alla vita specie vegetali e animali che parevano ormai estinte, ora le risorse erano sufficienti per garantire la nutrizione anche in quelle parti del mondo dove un tempo morivano migliaia di persone, soprattutto bambini per la mancanza di cibo e delle più banali cure mediche.
Le intense sperimentazioni per la ricerca dei vaccini avevano condotto la scienza medica ad una straordinaria evoluzione sull’utilizzo delle cellule staminali primitive, ovvero totipotenti. Trattate opportunamente e iniettate, potevano essere usate in modo indotto nella rigenerazione dei tessuti umani.
Un metodo già conosciuto ed applicato, ma ora usato con una rivoluzionaria tecnica biofisica.
Le grandi potenzialità di queste cellule erano già note prima della pandemia, molte sperimentazioni erano già state tentate utilizzando quelle prelevate dal cordone ombelicale e dalla placenta.
I gruppi di cellule iniettate dovevano raggiungere l’organo da rigenerare e questo non era così difficile, ma iniziare a riprodursi come cellule identiche a quelle dell’organo ospite o del tessuto raggiunto, era l’ostacolo da superare.
Intanto erano stati creati dei depositi per conservare le staminali, alla nascita venivano prelevate dal cordone ombelicale e dalla placenta per essere etichettate e conservate in modo criogenico.
I ricercatori nei vari tentativi di trovare sia il vaccino che una eventuale cura contro il virus, scoprirono quasi casualmente che le staminali opportunamente trattate in laboratorio e sottoposte ad una potente emissione fotonica, tendevano a duplicarsi, prima replicando se stesse e poi, copiando esattamente il DNA di cellule diverse, già specializzate, presenti nella stessa coltivazione in vitro, ne assumevano l’identità.
La sperimentazione su animali portò ad ottimi risultati e la geniale idea di utilizzare un bombardamento fotonico per stimolare la mutazione cellulare, frutto dell’intuizione di uno scienziato italiano, si rivelò l’uovo di Colombo.
Per ottenere lo stesso risultato su organi e tessuti umani senza rischi di contaminazioni dovute a patogeni, furono progettate e realizzate delle speciali capsule ovali a misura d’uomo, con coperchio ermetico in plexiglass, schermate in modo che né microonde o altri tipi di interferenze aliene potessero penetrarvi.
Soprattutto le emissioni di microonde, pur ininfluenti a procedimento concluso, si erano rivelate particolarmente pericolose durante la trasformazione cellulare, per questo motivo era necessario che la procedura avvenisse in ambiente protetto.
Il funzionamento era di per sé piuttosto semplice: il paziente veniva posto nella capsula dopo l’iniezione di staminali nel tessuto da rigenerare, che poteva essere un organo come il cuore, o il fegato, o il pancreas, ma anche la cartilagine di un ginocchio o di un disco intervertebrale o qualsiasi altro tessuto organico; le staminali iniziavano a trasformarsi copiando esattamente la struttura delle cellule in cui erano state iniettate.
La durata della rigenerazione era condizionata dal tipo di tessuto e dalla dimensione di questo, salvo casi particolari, solitamente di tipo oncologico, poteva durare da qualche ora fino ad oltre due giorni; quando si prevedevano tempi lunghi il paziente veniva sedato per alleviare lo stato di ansia dell’attesa.
Questa scoperta sul comportamento delle staminali, aveva sostituito quasi tutti gli altri tipi di cure con uno snellimento di tempi e di degenze sanitarie impensabili, ma la cosa veramente degna di nota era la nuova aspettativa di vita che ora si aggirava intorno ai centoquarant’anni in condizioni stupefacenti, una persona di oltre cento anni ne dimostrava, sia fisicamente che nell’aspetto, meno di sessanta se confrontati con l’invecchiamento antecedente tale metodo.
Come per tutte le cose belle esisteva un risvolto negativo, ma nemmeno troppo se si pensa ai centoquarant’anni di vita. Superato questo livello di età nel corpo e in tutti i suoi organi si verificava un invecchiamento estremamente rapido impossibile da interrompere anche con il metodo delle staminali e nel giro di qualche mese al massimo, subentrava la morte, nella maggior parte dei casi si trattava di poche settimane, ma anche questo processo biologico aveva qualche eccezione, alcuni, pochissimi, lo superavano e dopo qualche giorno si riprendevano tornando a star bene come prima del processo degenerativo. Quanto questa situazione potesse durare nessuno ancora lo sapeva, perché tra i sopravvissuti nessuno era ancora morto, infatti venivano definiti gli immortali
.
La nuova situazione verificatasi con il prolungamento dell’esistenza avrebbe comportato un nuovo rapido sovrappopolamento della terra e questo avrebbe ricondotto l’umanità agli antichi problemi: inquinamento, sovrappopolazione, povertà, fame, inoltre, ora che la vita era stata così pesantemente allungata, tali problemi si sarebbero ingigantiti in breve tempo. Per ovviare a tutto questo il Governo Mondiale, che ora composto perlopiù da eminenti medici, biologi e filosofi, studiò con attenzione una soluzione che non fosse il favorire una anticipata fine della vita,