Vivere senza supermercato: Per guadagnarci in soldi, salute, relazioni e tempo
Di Elena Tioli
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Info su questo ebook
Entrare in relazione con i produttori, scoprire la provenienza e l’origine delle merci, informarsi sulle conseguenze, personali e globali, di ciò che si acquista e si consuma: vivere senza supermercato significa tutto questo e molto altro ancora. Significa fare una spesa ecologica, consapevole e responsabile, dando un nuovo valore ai propri gesti e un peso diverso ai propri soldi. Significa cambiare stile di vita e modo di pensare.
Vivere senza supermercato significa guadagnarci: in soldi, salute, relazioni e tempo. Una scelta alla portata di tutti.
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Anteprima del libro
Vivere senza supermercato - Elena Tioli
Indice
Prefazione
Prologo
La Mia Scelta
La metafora del fumo
Vivi come mangi
Vivere senza supermercato
I primi passi fuori
Ovvero: non si vive solo di buone intenzioni
Il Gruppo d’acquisto solidale
Come funziona nella pratica un Gruppo d’acquisto solidale?
Comprare sfuso
Mercati, botteghe e piccoli produttori
Orti urbani e sociali: la campagna in città
Virtuale: reale, solidale e sostenibile
Il prezzo nascosto
della plastica
Piatti, bicchieri e posate usa e getta: il trionfo della pigrizia
Tovaglioli, fazzoletti e strofinacci: perché no?
Lavarmi senza sporcarmi
Cose da donne
Ok… ma la carta igienica?
Come pulire casa senza sporcare il mondo
Mangio ergo sum
Apriamo gli occhi (e guardiamoci in faccia)
La filiera sporca della grande distribuzione
No agli allevamenti intensivi
Riprendiamoci la dieta mediterranea
Quindi? Che si mangia?!
Piccola parentesi sull’insalata in busta
Prima di tutto, le materie prime
L’autoproduzione in cucina
Non sprecare!
L’acqua del sindaco
Consumo critico
L’impronta ecologica
Ok, ma…
Ma… tu non hai figli!
Ma… quanto mi costa?
Ma tu vivi in città
Ma… i lavoratori?!
Ma gli esperti dicono che…
Ma… i piaceri della vita?
La mia vita senza
Grazie!
Post scriptum
10 consigli per una spesa più consapevole
Consigli di lettura
4 modi per conoscere meglio Terra Nuova
Richiedi una copia omaggio
Le nostre collane di ebook
Prefazione
"Piacere, mi chiamo Elena e sono venuta a questo incontro perché mi interessa molto il tema dell’autoproduzione e della decrescita felice. Se hai tempo, ti andrebbe di fare un’intervista da pubblicare sul mio blog vivicomemangi.it? Mi piace raccontare le storie legate al cambiamento personale all’insegna di una vita più in armonia con la natura…".
Così ho conosciuto Elena. Alla presentazione di un libro. Qualche giorno dopo ci siamo parlate al telefono. Poi è seguito l’articolo.
L’ho letto e mi si sono spalancati gli occhi e il cuore. Come faceva questa ragazza così riservata, conosciuta per pochi secondi, ad aver compreso così profondamente i miei pensieri? Parole scritte meravigliosamente in grado di spiegare il senso pieno e rivoluzionario dell’autoproduzione, nell’esatta accezione che ha per me.
Ci siamo scritte e chiamate per tanto tempo. Poi la fortuna ha voluto che potessimo collaborare a vari progetti e attivarci per la stessa associazione, il circolo di Roma del Movimento per la Decrescita Felice.
Ora, dopo solo due anni trascorsi dal primo incontro, dopo migliaia di email e messaggi, dopo centinaia di ore passate a immaginare infiniti progetti per poi realizzarne solo l’1%, dopo tante gustose cenette vegan, dopo nuotate in piscina, sperimentazioni di autoproduzione, corsi, viaggi, pacche sulla spalla, consigli sul lavoro, sul modo di vedere il mondo, sulle scelte alimentari, sui libri, sui documentari, sugli articoli da leggere e pure sul taglio di capelli, posso solennemente affermare che non solo abbiamo costruito una profonda amicizia, ma che nutro per lei un’immensa stima.
Quella riservata blogger che mi si presentò davanti, con taccuino e macchina fotografica, adesso è una delle colonne portanti della mia vita.
Mi sento privilegiata nel fare un percorso parallelo al suo, e nello stesso tempo così vicino. Se una inciampa, l’altra la ritira su. Condividiamo risorse e conoscenze in ogni possibile ambito dove si nascondano esperienze per arricchire la nostra vita. Semplicemente perché entrambe sentiamo che la collaborazione, e non la competizione, sia la strada giusta. Se ognuno apre il proprio orticello all’altro
, diventa più facile e soprattutto più divertente coltivarlo.
In queste pagine ci sono lo spirito di Elena, la sua umiltà, la sua allegria scanzonata. L’energia sovversiva di chi ha fatto un percorso mettendo in discussione quello che sembrava oramai una strada – quella consumistica – dritta e senza possibili deviazioni. Lo sdegno per un’economia che favorisce i grandi, umiliando i piccoli. L’impegno di chi da anni lavora per fare emergere l’altra faccia della medaglia. L’esempio, reale e raggiungibile, di chi certi percorsi li ha fatti davvero, a piccoli passi e con tante porte in faccia. La versatilità di chi ha sempre voglia di imparare e mai di dare lezioni.
Elena sul suo blog raccontava le storie degli altri con ammirazione e curiosità, pensando a quanto le sarebbe piaciuto riuscire a cambiare davvero vita. Ora è lei stessa una storia…
E in Vivere senza supermercato c’è tutto questo. Non solo il perché dovremmo cambiare, ma anche e soprattutto il come fare. Esempi pratici e consigli affinché dalla storia di Elena molte persone possano trarre ispirazione per diventare a loro volta una storia.
Lucia Cuffaro
Elena è una di quelle amiche con la A maiuscola, solare, sorridente e sempre positiva. L’incontro con lei è stato un riconoscimento di anime
: dopo mesi e mesi di contatti virtuali, quando è venuta a casa mia per farmi un’intervista sembrava ci conoscessimo da sempre. Seppur così diverse, la sintonia e l’empatia sono state immediate.
Curiosa, interessata, attenta: non mi ha fatto le solite domande banali, anzi. È riuscita a cogliere da subito il senso più autentico che sta dietro a certe scelte di vita e di alimentazione. E questa è stata la conferma che ciò che pensavo di lei era vero: persona concreta, profonda e di grande cuore. Da quel momento siamo sempre rimaste in contatto: condividendo, confrontandoci, ascoltandoci.
Entrambe siamo convinte che solo dall’incontro e dallo scambio ci si possa arricchire. E nel suo libro c’è proprio questo: incontro e scambio. Un crocevia di storie positive di persone reali che si mettono in gioco, persone come me, come Elena e come i tanti altri nomi che popolano queste pagine. Esempi concreti di gente comune, non di personaggi pubblici o famosi, non di guru o di profeti, ma persone normali che pensano che i grandi cambiamenti partano dal piccolo, dal quotidiano, da ciascuno di noi.
In una società dove la teoria è ben vista e accettata – perché diciamolo apertamente: pavoneggiarsi con concetti etici, ecologici, belli e buoni oggi è assai di moda e ormai ne sono capaci quasi tutti, molto più difficile, invece, è passare dalle parole ai fatti – questo libro è per chi vuole davvero fare la differenza. Prima di tutto per cambiare sé stesso e poi per essere di esempio agli altri e fattore di cambiamento nel mondo.
Semplice? Forse no, ma di certo non impossibile. Anzi! Leggendo il libro, è indubbio che abbracciare un vivere più sostenibile anche attraverso una spesa più consapevole sia una scelta alla portata di tutti: indistintamente dal ceto sociale, dal luogo di provenienza o di residenza, dalle ore di lavoro o di tempo libero di cui si dispone nell’arco della giornata.
Con questo libro ognuno di voi avrà tra le mani un inizio
che potrebbe essere davvero un punto di partenza. Iniziate da ciò che sentite più adatto a voi e, capitolo dopo capitolo, rivoluzionerete senza troppi traumi e con delicatezza non solo la vostra spesa ma anche la vostra vita. Ognuno con i propri valori morali, le proprie tempistiche, i propri dubbi: partite. Ora, non domani. Ora! Buona lettura!
Stefania Rossini
Prologo
Non ce la farai mai. Non durerai più di una settimana. Avrai la casa sporca, i panni sporchi. Manderai il tuo compagno a fare la spesa. Morirai di fame. Il tuo compagno ti lascerà.
Sono solo alcune delle accuse che mi sono sentita dire quando, a gennaio 2015, ho comunicato la mia intenzione di non entrare al supermercato per l’intero anno.
Sono passati due anni e sono ancora qui, con il mio compagno, la pancia piena, la casa e i panni puliti e una nuova – felice – consapevolezza: si può fare. Si può fare a 33 anni, con un lavoro full time, a Roma, senza macchina.
Ovvio, non sto dicendo che questa scelta vada bene per chiunque e che i supermercati debbano chiudere dall’oggi al domani. Sto dicendo, però, che con le nostre piccole scelte quotidiane si decide il mondo in cui vogliamo vivere. Sto dicendo che solo mettendo in discussione le nostre abitudini e i nostri pregiudizi si può davvero provare a fare qualcosa: per noi stessi, per il nostro pianeta e per le future generazioni.
La realtà è molto più semplice di come ce la dipingono e la mia esperienza ne è la prova. Due anni fa l’idea di non entrare mai più in un supermercato sembrava folle. Ora mi sembrerebbe folle vivere in maniera diversa.
Del resto passare da uno stile di vita da perfetta consumatrice a uno sostenibile e consapevole è stato facile e, udite udite, addirittura divertente: le soluzioni sono davvero alla portata di tutti e i risultati sono incredibili sia dal punto di vista economico che da quello ecologico, ma soprattutto per la qualità della vita.
E ve lo dice una che del supermercato aveva fatto una seconda casa.
La Mia Scelta
Consumiamo ogni giorno senza pensare,
senza accorgerci che il consumo sta consumando noi
e la sostanza del nostro desiderio.
È una guerra silenziosa e la stiamo perdendo.
– Zygmunt Bauman
Fin da piccola ho sempre avuto un’attrazione per il consumo.
A 16 anni ho regalato un forno a microonde a mia mamma, accompagnato da un libro contenente 50 ricette create ad hoc per questo elettrodomestico: cibi pronti in meno di 5 minuti (mi sembrava l’acquisto più bello del mondo!). Uno schiaffo alla buona cucina, quella della nonna per intenderci.
Ma io ero innamorata del già pronto: pasta pronta, sugo pronto, verdura pronta da condire. Che ne sapevo di quel che era racchiuso dietro quell’innocua e accattivante frasettina?
Ogni volta che sentivo in casa l’odore di aceto, che mia mamma usava per pulire, mi saltavano i nervi: che puzza!
E quante volte ho tentato di convertire i miei genitori alla macchina del caffè a cialde: un espresso in meno di 8 secondi e mezzo. Ma loro, fedeli alla vecchia e cara (lentissima) moka, non si sono mai lasciati convincere.
Appena sono andata a vivere da sola mi sono sbizzarrita nel comprare spruzzini profumati e colorati per pulire, sgrassare e igienizzare. Che paradiso la corsia del supermercato dedicata ai prodotti per l’igiene! Shampoo, bagnoschiuma, balsami… li ho provati tutti. A casa dei miei genitori, del resto, erano ancora di moda le vecchie saponette di Marsiglia (quanto le odiavo) e i medioevali rimedi della nonna.
Sono cresciuta in un paesino della campagna mantovana, un piccolo mondo di un mondo piccolo piantato in qualche parte dell’Italia del Nord
, per dirla alla Guareschi.
Ho passato l’infanzia all’aperto: tra i campi, il pollaio e l’orto di mio nonno. A casa tutto si poteva creare, rammendare, accorciare o aggiustare.
Fin da piccola mi sono destreggiata con passata di pomodoro fatta in casa, spaghetti tirati con il torchio e tortelli fatti a mano, uva pestata per fare il vino, macchina da cucire, cassette degli attrezzi in cui si trovava di tutto (cose che neanche Mary Poppins!).
Poi sono arrivati gli studi e i traslochi. Prima a Ferrara, poi a Roma. Gli amici, gli aperitivi, i colleghi, gli impegni, gli obiettivi e le aspettative, la casa, la carriera… la vita insomma. Bella, devo dire. Ricca di soddisfazioni.
Fino al giorno in cui, da trentenne supermotivata con laurea, buon curriculum e buone doti relazionali (come si usa scrivere nelle domande di lavoro), mi sono trovata disoccupata. Una tragedia per cui non smetterò mai di essere grata alla vita, che mi ha permesso di ridefinire totalmente le mie priorità,