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Per sempre: il mito del vampiro
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Per sempre: il mito del vampiro
E-book87 pagine1 ora

Per sempre: il mito del vampiro

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Info su questo ebook

Insieme. Per sempre.
È questo il concetto pervasivo, totalizzante, attorno al quale l’autrice intesse il fil rouge della sua appassionante trattazione che traccia un attento percorso critico alla scoperta della progressiva evoluzione e ridefinizione dell’odiosamata figura del vampiro.
A partire dalla mitologia e dalle antiche tradizioni di stampo popolare, il saggio analizza le più importanti produzioni letterarie e cinematografiche degli ultimi secoli, per approdare infine all’analisi di un prodotto contemporaneo che ha catalizzato un vero e proprio cambiamento epocale nella rappresentazione: la saga di Twilight.
LinguaItaliano
Data di uscita17 feb 2024
ISBN9791280273734
Per sempre: il mito del vampiro

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    Anteprima del libro

    Per sempre - Barbara Buttiglione

    I edizione luglio 2023

    ISBN: 979-12-80273-73-4

    Riferimenti dell’autrice:

    [email protected]

    TUTTI I DIRITTI RISERVATI

    © Argentodorato Editore

    Via Lucrezia Borgia 13/a

    44121 Ferrara

    [email protected]

    www.argentodorato.it

    Editing: ELISABETTA PAGLIUCA

    Progetto grafico: SILVIA UNGARO

    Versione digitale realizzata da Streetlib srl

    title

    INDICE

    Introduzione

    1. Indietro nel tempo

    2. Nascita del mito: il vampiro romantico

    3. Carmilla, la vampira di Karnstein

    4. L’avvento del conte Dracula

    5. Il vampiro postmoderno

    6. La rivoluzione glam di Twilight

    Miscellanea

    Conclusioni

    Bibliografia

    Sitografia

    INTRODUZIONE

    «Un suicida, in certe circostanze,

    diventa un vampiro.

    Il suo spettro visita i viventi nel sonno;

    essi muoiono e, quasi sempre,

    nella tomba

    si trasformano

    in vampiri.»¹

    Il mito del vampiro è indistruttibile, incrollabile. È una delle eredità letterarie più note, longeve, sfruttate, travisate, rinnovate, amate e odiate a seconda dei gusti personali di lettrici e lettori in tutto il mondo. Moltissimo, forse addirittura troppo e spesso di dubbio valore, si è scritto sul tema, tant’è che anche la sottoscritta, prima di affrontare questo lavoro, si è posta più di una domanda: è davvero necessario? Sarà un contributo utile in qualche misura? Al termine di lunghe riflessioni, ho concluso che, in fondo, sì, ne vale la pena, poiché i miei argomenti sono il frutto di letture e di approfondimenti, di connessioni intime con i testi e i loro personaggi, in quanto risultato unico e irripetibile del mio personale percorso conoscitivo, letterario, autoriale.

    Eccoci qui dunque, voi e io, che percorriamo insieme un tratto di strada verso il castello in cima a quel monte oscuro, diretti a incontrare il nobiluomo o l’affascinante fanciulla che scorgeremo nel buio, ad addentrarci in un ambiente sfarzoso in Inghilterra o nella desolata campagna di una sperduta regione nell’est Europa.

    Tutto ciò che desidero è che vi accostiate a questa lettura con la mente sgombra da qualsiasi preconcetto e che accogliate il mio invito a focalizzare tutta la vostra attenzione sull’idea cardine, sul motivo essenziale, imprescindibile, che secondo il mio parere, è alla base del gradimento imperituro di cui gode il vampiro: il per sempre.


    1    Pilo, Fusco (a c. di), Storie di vampiri, p. 209.

    INDIETRO NEL TEMPO

    «Tu sei mia, tu sarai mia, io e te

    saremo unite per sempre.»²

    Insieme, per sempre.

    È quanto di più intenso potremmo mai immaginare quando pensiamo a una relazione sentimentale, ed è così da sempre o, perlomeno, siamo certi che lo sia dall’inizio dell’Era Moderna e dalla diffusione dei primi romanzi: storie quasi sempre a lieto fine, dove, per ‘lieto fine’, si intende il coronamento dell’amore di un uomo e una donna destinati a stare insieme, appunto, per sempre. Le lettrici e i lettori più smaliziati, più fantasiosi, potrebbero non trovare spunti interessanti in un modello così ‘scontato’, e tuttavia si può ragionevolmente supporre che, ben più che un happy ending, la maggior parte di loro desideri comunque, nel profondo, trovare in una storia emozioni forti e relazioni indimenticabili.

    Il bookblog La mensola di Fabi, molto attivo su Instagram,³ ha di recente voluto indagare, in forma anonima, tra i suoi followers, quali elementi ritenessero più importanti in una storia. Da quanto mi è stato riferito, i personaggi e le loro relazioni sono per la quasi totalità elemento di fondamentale importanza: più sono intriganti, avvincenti, appassionanti, tanto più il libro viene apprezzato e la lettura procede speditamente. Questo, anche e soprattutto, per una semplice questione di immedesimazione. Se ci addentrassimo maggiormente nel tema, scopriremmo che molto spesso le lettrici di alcuni generi, il fantasy in particolare, sono meglio predisposte a immedesimarsi nell’archetipo del protagonista villoso piuttosto che in quello della celebre damsel in distress (la ‘fanciulla in pericolo’), forse perché l’idea di essere una ragazza in difficoltà che aspetta soltanto di essere salvata da uno sconosciuto è più irritante che romantico.

    Le storie di vampiri costituiscono un entusiasmante filone su cui indagare, considerando i generi e sottogeneri con i quali sono etichettate: soprannaturale e horror, figli della narrativa gotica, ma spesso anche paranormal romance.

    Prima di entrare nel cuore della questione, però, facciamo un passo indietro.

    La narrazione popolare, il folklore, ha, difatti, raccontato di questi esseri ben prima della letteratura, seppur con caratteristiche sensibilmente diverse da quelle oggi più conosciute. Numerose testimonianze, a partire dal mondo antico e diffusesi nei secoli in tutto il globo, descrivono nelle più svariate forme, l’angoscia per il temuto ritorno dei morti dall’Aldilà con tutte le relative esigenze che questi manifestavano, essenzialmente cibo e sesso. In stretta conseguenza a ciò, in molte culture (ad esempio, quelle delle comunità della Nuova Guinea e dell’Africa sud-occidentale, ma, prima ancora, Etruschi, Romani e Persiani) nacque il bisogno di verificare periodicamente il processo di decomposizione della salma. È noto che, fin dalla notte dei tempi, era in uso sacrificare animali sull’altare degli dèi al fine di placare la loro ira; similmente, periodiche offerte di latte o miele miravano a tenere a bada gli appetiti dei trapassati, dopo che nella tomba erano già stati provvisti di cibo e statuette femminili estremamente sensuali e rigorosamente senza piedi per evitare che fuggissero. In realtà, però, il ‘cibo degli dèi’ per eccellenza, l’alimento davvero in grado di saldare la frattura tra la vita e la morte, è sempre stata la carne umana. Quindi, con lo scorrere del tempo, la formula finale cui si era giunti narrava di defunti che ‘succhiavano la vita’ dal malcapitato o dalla malcapitata mediante un bacio sulla gola. Un atto erotico in piena regola, attraverso il quale la forza vitale del vivente veniva aspirata insieme al sangue,

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