Rito patriarchino: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Sabinettus (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
m WPCleaner v2.05 - fix maiuscola - Giovedì Santo
 
(12 versioni intermedie di 8 utenti non mostrate)
Riga 8:
* seguendo l'antica tradizione greca di [[Smirne]], conosciuta tramite [[Ireneo di Lione]], Cromazio modifica il simbolismo animale dei [[Vangeli]], identificando [[Giovanni evangelista|san Giovanni]] con il leone invece di [[Marco evangelista|san Marco Evangelista]], e quest'ultimo con l'aquila. [[San Girolamo|Girolamo]] in seguito ristabilirà il leone per Marco.
 
Un discorso a parte andrebbe svolto per quanto riguarda il [[simbolo di fede]] aquileiese così come riportato da [[Tirannio Rufino]] e ricordato pure da Cromazio, il quale conserva gli echi di intervenuti dibattiti teologici che ebbero come epicentro Aquileia e la sua immensa [[Provincia ecclesiastica|giurisdizione ecclesiastica]].
 
Questo particolare rito era dunque già da lungo tempo in uso nell'arcidiocesi di Aquileia e nelle sue numerose [[diocesi suffraganea|suffraganee]] quando, nel [[568]], questa chiesa si rese [[autocefalia|autocefala]] elevandosi a [[patriarcato (cristianesimo)|Patriarcato]]. Lo [[scisma dei Tre Capitoli]] che caratterizzò il [[VII secolo]], con le due sedi patriarcali contrapposte di [[Aquileia]] tricapitolina e [[Grado (Italia)|Grado]] cattolica (nel 606), e la definitiva scissione del nuovo [[Patriarcato di Grado]] (nel [[717]]), trasmisero semplicemente l'uso del patriarchino alle due chiese sorelle. Non solo, ma lo diffusero anche alle diocesi della [[Dalmazia]], sottomesse a Grado.
Riga 16:
In data imprecisata il rito patriarchino ebbe diffusione anche a [[Venezia]] e nei centri limitrofi.<ref name=GDh>{{cita libro |autore=Giovanni Diclich |titolo=Rito veneto antico detto patriarchino |città=Venezia |anno=1823 |editore=Rizzi |url=https://books.google.it/books?id=xzxXAAAAcAAJ }}</ref> Il rito patriarchino viene menzionato anche a [[Monza]]<ref>{{cita libro |autore=G.Rossetti Pepe |titolo=Società e istituzioni: nel contado lombardo durante il Medioevo: Cologno Monzese |volume=1 |anno=1968 |editore=A.Giuffrè |pp=58-59 |url=https://books.google.it/books?id=7WgJAQAAIAAJ&q=rito+patriarchino&dq=rito+patriarchino&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi2p_-1rLzSAhVLBMAKHQRZAlEQ6AEIQjAH }}</ref> e a [[Como]]<ref name=PLn>{{cita libro |autore=P.Lebrun |traduttore=A.M.Donado |titolo=Spiegazione della Messa |volume=2 |città=Verona |data=1752 |editore=Ramanzini |pp=97-98 |url=https://books.google.it/books?id=-d9IAAAAcAAJ&pg=PA97 }}</ref>.
 
Nel tardo [[Medioevo]] il rito patriarchino si andò avvicinando progressivamente a quello romano. DopoA ilVenezia [[Concilio(esclusa diSan Trento]] il rito patriachinoMarco) fu rapidamente abbandonato a favore di quello romano: a Venezia (esclusa San Marco) nel [[1456]],<ref name=GDh/>; poi, dopo il [[Concilio di Trento]], nella [[diocesi di Trieste]] nel [[1586]], e nel Patriarcato di Aquileia nel [[1596]]. La [[diocesi di Como]] rivendicò con insistenza il diritto di continuare ad usare il rito patriarchino, ma nel [[1597]] [[papa Clemente VIII]] impose di abbandonarlo. Nel [[1598]] infatti, il rito patriarchino fu abbandonato anche a Como. Solo nella [[basilica di San Marco]] di Venezia, costituendo essa unaessendo ''[[nullius diocesisdioecesis]]'' e retta da un proprio [[Primicerio della Basilica di San Marco|primicerio]], si continuò ad usarlo fino al 19 ottobre [[1807]] (quando venne incorporata nel Patriarcato di Venezia, divenendone [[cattedrale|chiesa cattedrale]]), sia pure con lievi varianti.<ref name=GMi>{{cita libro |curatore=G.Moroni |titolo=Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica |volume=XC |p=312 |città=Venezia |anno=1858 |url=https://books.google.it/books?id=vG8rBs1Nn_QC&pg=PA312 }}</ref>
 
Nel [[Lezionario|Lezionario romano]] in [[lingua friulana]], approvato nel [[2004]], sono state inserite delle sequenze aquileiesi.
Riga 25:
Nel suo complesso il rito patriarchino non si discostava particolarmente da quello gregoriano-romano, se non per una diversa distribuzione di alcune feste all'interno dell'[[anno liturgico]].<br />
Le principali differenze col calendario romano erano:
* un [[Avvento]] di cinque domeniche (anzichécontro le tradizionali quattro del rito romano);
* lo slittamento della festività di [[santo Stefano protomartire]], celebrata come nel [[Rito antiocheno|rito gerosolimitano-antiocheno]] il 27 dicembre (anziché il 26 dicembre);
* la preparazione della [[Quaresima]] ([[Tempo di Settuagesima]]) con due sole domeniche: la [[domenica di Sessagesima|Sessagesima]] e la [[domenica di Quinquagesima|Quinquagesima]] (quindi senza la [[domenica di Settuagesima|Settuagesima]]);
* la celebrazione di due [[messa|messe]] sia la domenica precedente la Pasqua, sia il [[Giovedì Santosanto]] (anziché nel solo giovedì Santo), come nel [[rito gallicano]];
* la celebrazione di una festa di Mezza-[[Pentecoste]], come in molti riti orientali.
Meno rilevanti le differenze liturgiche, limitandosi essenzialmente alla presenza di ''grecismi'', particolarmente diffusi nella zona di [[Venezia]].<br />
Riga 37:
Al rito patriarchino era connesso un particolare stile di [[canto]] [[Liturgia|liturgico]] e [[Devozione|devozionale]], detto [[canto aquileiese]] o patriarchino.
 
Alcuni di questi canti vengono ancora eseguiti, sebbene se ne stia perdendo la memoria, in alcune località di [[montagna]], in [[Veneto]], in [[Istria]], in [[Dalmazia]] ed in [[Friuli]] che, nei secoli scorsi, erano sotto la [[giurisdizione]] dei Patriarcati di Aquileia, Grado e Venezia.
 
== Note ==
Riga 73:
[[Categoria:Patriarcato di Aquileia]]
[[Categoria:Patriarcato di Venezia]]
[[Categoria:Riti e forme liturgiche|patriarchino]]