Giunca: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Tsuburi (discussione | contributi)
 
(6 versioni intermedie di 5 utenti non mostrate)
Riga 5:
|dimImmagine =
|didascalia =
|varianti = [[Djong (nave)|Djong]]; [[Nave del tesoro]]
|altriNomi =
|lunghezza =
Riga 17:
|lungRemo =
|lungRemoPoppa =
|alberi = 3 o + (periodo storico)<br>2 (periodo contemporaneo)
|alberi =
|tipoVela = [[vela quadra|quadra]] [[Stecca (vela)|steccata]]
|numeroVele =
Riga 48:
 
==Etimologia==
[[File: Picture of a kai-sen at Tokyo National Museum Image Archives, ID C0070617 A-9899.jpg|miniatura|sinistra|Una giunca ''kai-sen'' di [[RyukyuRyūkyū]] - ill. del [[XIX secolo]].]]
Le opinioni divergono sul fatto che l'origine della parola provenga da un dialetto cinese o da una parola giavanese. Il termine potrebbe derivare dal cinese ''chuán'' ({{cinese|船|||barca/nave|}}) — La parola moderna in cinese mandarino per una nave da carico in legno d'alto mare è ''cáo'' ({{cinese|艚||||}}).<ref>{{cita web|lingua=zh |url=http://www.zdic.net/zd/zi/ZdicE8Zdic89Zdic9A.htm |titolo=字典中 艚 字的解释 汉典 zdic.net |urlmorto=si |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060910065502/http://www.zdic.net/zd/zi/ZdicE8Zdic89Zdic9A.htm }}</ref>
 
Riga 58:
{{...|marina}}
===Vela===
Resti iconografici mostrano che le navi cinesi prima del [[XII secolo]] utilizzavano [[vele quadre]]. Una nave scolpita in una stele buddista in pietra mostra una nave con vela quadrata della dinastia Liu Sung o della dinastia Liang (circa V o VI secolo). Nelle [[grotte di Mogao]], il tempio n. 45 (dell'VIII o IX secolo) raffigura grandi barche a vela e ''[[sampan]]'' con vele quadre gonfiate. Nello specchio di Xi'an (IX-XII secolo) è raffigurata una grande nave con una sola vela.<ref>{{cita|Needham 1986|pp. 456-457}}.</ref>
 
La giunca utilizza [[Stecca (vela)|vele steccate]] (en. ''junk-rig''): delle vele quadre attraversate per tutta la loro lunghezza da stecche/canne orizzontali parallele che la mantengono piatte in tutte le condizioni di vento. Di conseguenza, la loro capacità di navigare sottovento è inferiore rispetto a quella di una [[vela aurica]].<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Dix, President Dudley|anno=2013|titolo=Shaped by Wind & Wave: Musings of a Boat Designer|editore=Lulu Press, Inc.|ISBN=9781105651120}}</ref><ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Mudie, Rosemary|autore2=Mudie, Colin|anno=1975|titolo=The history of the sailing ship|url=https://archive.org/details/historyofsailing0000unse|editore=Arco Publishing Co.|p=[https://archive.org/details/historyofsailing0000unse/page/n155 152]|ISBN=9780668037808}}</ref>
 
===Scafo===
Le giunche classiche erano costruite con legni teneri (sebbene dopo il [[XVII secolo]] il [[teak]] fosse usato nel [[Guangdong]]) con la forma esterna costruita per prima. Quindi sono stati costruiti più compartimenti interni / paratie a cui si accede da boccaporti e scale separate, che ricordano la struttura interna di bambù. Tradizionalmente, lo scafo ha una poppa a forma di [[ferro di cavallo]] che sostiene un alto ponte di poppa. Il fondo è piatto in una giunca di fiume senza chiglia (simile a un ''sampan''), in modo che la barca si basi su una deriva,<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Platt, Brian|anno=2001|titolo=The Chinese Sail|capitolo=The masts, hull and standing rigging" section - paragrafo 2|}}</ref> sottovento o timone molto grande per evitare che la barca scivoli lateralmente nell'acqua.<ref>{{cita libro|lingua=en|titolo=Mainland China: Revival of the Junk|capitolo=Materials and dimensions - paragrafo 5}}</ref>
 
Un'altra caratteristica delle giunche erano specifici compartimenti interni e [[paratie]] che rafforzava la nave e rallentava l'allagamento nel caso di danneggiamento dello scafo. I natanti così costruiti sono stati descritti nel libro di [[Zhu Yu]] ''La tavola parlante Pingzhou'' del [[1119]], al tempo della [[dinastia Song]]. Ancora una volta, questo tipo di costruzione per gli scafi delle navi cinesi fu attestato dal viaggiatore musulmano berbero-marocchino [[Ibn Battuta]] (1304–1377) che lo descrisse in grande dettaglio.<ref>{{cita|Needham 1986|p. 469}}.</ref>
 
[[Benjamin Franklin]] ha scritto in una lettera del [[1787]] sul progetto dei pacchetti di posta tra gli [[Stati Uniti d'America]] e la [[Francia]]:
Riga 77:
{{main|Armata del tesoro dei Ming}}
 
{{...|marina}}
 
===XX-XXI secolo===
Riga 85:
Nel [[1955]], sei giovani navigarono su una giunca in stile dinastia Ming da Taiwan a San Francisco. Il viaggio di quattro mesi a bordo della Free China è stato filmato e il loro arrivo a San Francisco ha fatto notizia in prima pagina internazionale. I cinque amici nati in Cina hanno visto una pubblicità per una regata internazionale di yacht transatlantici e hanno colto al volo l'occasione per l'avventura. A loro si unì l'allora vice console degli Stati Uniti in Cina, che aveva il compito di filmare il viaggio. Durante i tifoni e le disavventure, l'equipaggio, non avendo mai navigato prima su una giunca secolare, ha imparato lungo la strada. L'equipaggio comprendeva Reno Chen, Paul Chow, Loo-chi Hu, Benny Hsu, Calvin Mehlert ed era guidato dallo skipper Marco Chung. Dopo un viaggio di 6.000 miglia (9.700 km), la Free China e il suo equipaggio arrivarono nella baia di San Francisco nella nebbia l'8 agosto 1955. Poco dopo il filmato fu presentato nel diario di viaggio Bold Journey della televisione della ABC . Presentato da John Stephenson e narrato dal navigatore della nave Paul Chow, il programma ha messo in evidenza le avventure e le sfide della navigazione della spazzatura attraverso il Pacifico, oltre ad alcuni momenti divertenti a bordo della nave.
[[File:La Rochelle - Jonque de plaisance.JPG|miniatura|Una giunca moderna a [[La Rochelle]] - fotografia ([[2009]])]]
Nel [[1959]], un gruppo di [[catalani]], guidati da Jose Maria Tey, salpò da Hong Kong alla volta di Barcellona su una giunca di nome ''Rubia''. Dopo il loro viaggio di successo, questa spazzaturagiunca è stata ancorata come attrazione turistica a un'estremità del porto di Barcellona, vicino al punto in cui La Rambla incontra il mare. Insieme ad essa era ormeggiata permanentemente una riproduzione della caravella Santa Maria di Colombo negli [[Anni '60]] e parte degli [[Anni '70]].
 
Nel [[1981]], Christoph Swoboda fece costruire un ''Bedar'' di 65 piedi (LoA) dal cantiere navale di Che Ali bin Ngah sull'isola di Duyong nell'estuario del fiume Terengganu, sulla costa orientale della Malesia. Il ''Bedar'' è uno dei due tipi di giunca/[[goletta]] malese tradizionale. Ha navigato con questo legno con la sua famiglia e un amico nel Mediterraneo e poi ha continuato cambiando equipaggio per finire finalmente una [[circumnavigazione]] nel [[1998]]. Ha venduto questa nave nel [[2000]] e nel [[2004]] ha iniziato a costruire una nuova giunca a Duyong con gli stessi artigiani: i Pinas (o Pinis) Naga Pelangi, per aiutare a mantenere viva questa antica tradizione di costruzione di barche. Questa barca è stata allestita nel [[2010]] e sta lavorando come barca ''charter'' nelle [[Andamane]] e nel [[Mar Cinese Meridionale]].
Riga 98:
* {{cita libro|lingua=en |titolo=Empire of the Winds: The Global Role of Asia's Great Archipelago|cognome=Bowring|nome=Philip|editore=I.B. Tauris & Co. Ltd|città=London, New York|data=2019|isbn=9781788314466}}
* {{cita libro|lingua=en |cognome=Church |nome=Sally K. |anno=2005 |titolo=Zheng He: An Investigation into the Plausibility of 450-ft Treasure Ships |giornale=Monumenta Serica Institute |volume=53 |pp=1–43 |doi=10.1179/mon.2005.53.1.001 |url=http://contacthistory.com/wp-content/uploads/2017/12/monumenta_serica.pdf}}
* {{cita libro|lingua=en |cognome=Dreyer |nome=Edward L. |anno = 2007 |titolo = Zheng He: China and the Oceans in the Early Ming, 1405–1433 |url=https://archive.org/details/zhenghechinaocea0000drey |serie=Library of World Biography |città=New York |editore=Pearson Longman |isbn=978-0-321-08443-9}}
* {{cita libro|lingua=en |cognome=Howard|nome=Frank|titolo=Sailing ships of war, 1400-1860|editore=Conway Maritime Press|anno=1979}}
* {{cita libro|lingua=en |cognome=Lewis |nome=Archibald |anno=1973 |titolo=Maritime Skills in the Indian Ocean 1368-1500 |giornale=Giornale of the Economic and Social History of the Orient |volume=16 |pp=238–264 |doi=10.2307/3596216 |jstor=3596216}}