Libertinismo: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
(43 versioni intermedie di 26 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
▲{{Nota disambigua|altri significati|Libertino (disambigua)|Libertino}}
Con il termine '''libertinismo''' si indicano comunemente tre fenomeni distinti:
# '''[[Libertinismo#Il libertinismo religioso|Libertinismo spirituale]]''': un movimento [[setta]]rio interno al [[cristianesimo]], con riferimenti a [[Gioacchino da Fiore]], presente alle origini e durante la [[Riforma protestante|Riforma]], che sosteneva che ai salvati è impossibile peccare e che dunque ogni comportamento è lecito. [[Giovanni Calvino|Calvino]] sferzò con questo epiteto ingiurioso gli [[anabattisti]].<ref>G. Calvino, ''Contro la setta fantastica dei libertini spirituali'' (1545) in G. Calvino, ''Opere scelte''. Vol. 2: ''Contro i nicodemiti, gli anabattisti e i libertini.'', a cura di L. Ronchi De Michelis, Editore Claudiana, 2006.</ref>
# '''Libertinismo filosofico''' o ''libertinage érudit'': un [[Movimento (sociologia)|movimento]] filosofico, caratterizzato dalla riscoperta del pensiero dello Scetticismo greco ([[scetticismo filosofico|pirronismo]]) e da una rivalutazione del pensiero di [[Epicuro]], che specula unicamente su basi razionali rifiutando qualsiasi tipo di [[Rivelazione]], e quindi rifiuta qualsiasi morale che anziché sulla Ragione e sulla "Legge di Natura" si basi su precetti rivelati di qualsiasi tipo.
# '''[[Libertino (sociologia)|Libertinismo sessuale]]''': la caratterizzazione polemica da parte degli avversari del Libertinismo, cioè in genere di tutte
Questa critica ebbe un buon successo, come dimostra il fatto che nel linguaggio corrente "libertino" oggi è usato prevalentemente con quest'ultimo significato. Questa "controffensiva" fu peraltro capace di dar vita a personaggi artistici di grande rilievo, come per esempio il [[Don Giovanni]]. Tipici esponenti furono [[Giacomo Casanova]] e il [[Marchese de Sade]]. Anche nell'uso comune la parola libertino è rimasta ad indicare un "donnaiolo" o una persona dai comportamenti trasgressivi.
== Evoluzione storica ==
Precursori del libertinismo possono essere considerate le correnti filosofiche di [[cirenaici]], [[epicurei]] e [[Gnosticismo|gnostici]] [[Carpocrate|carpocraziani]].
Il libertinismo filosofico ebbe tre fasi distinte:▼
▲Il libertinismo filosofico propriamente detto ebbe tre fasi distinte:
* una fase medievale (caratterizzata dalla critica ai "tre impostori": [[Mosè]], [[Gesù]], [[Maometto]])<ref>La leggenda attribuiva a questa fase la composizione d'un trattato ''[[De tribus impostoribus]]'' (''Trattato dei tre impostori''), risalente al [[XIII secolo]], di cui non ci è però giunta alcuna copia e la cui effettiva esistenza è pertanto dubbia. Il titolo sarebbe stato poi ripreso [[Trattato dei tre impostori|in un nuovo trattato]] attorno al [[1688]].</ref>; personaggi noti per essere considerati "libertini", o "[[eretici]] ed [[epicurei]]" (associati all'[[atomismo]] antico) furono l'imperatore [[Federico II di Svevia]], il poeta [[Guido Cavalcanti]] (che secondo i contemporanei era [[ateo]]) e molte celebri figure del movimento [[ghibellino]] (ricordate anche da [[Dante]]) come [[Farinata degli Uberti]] e [[Cavalcante dei Cavalcanti]];
* una fase [[Rinascimento|rinascimentale]] ([[XVI secolo|XVI]]-[[XVII secolo]]) segnata da quello che [[Giorgio Spini]] ha definito "[[Aristotelismo eretico]]" (il quale sosteneva, come in [[Cesare Cremonini (filosofo)|Cesare Cremonini]], che l'anima muore assieme al corpo<ref>Valeria Sorge (a cura di), ''Biagio Pelacani, Quaestiones de anima: alle origini del libertinismo'', Morano, Napoli 1995.</ref>, e che ebbe seguaci soprattutto in Italia, ad esempio umanisti come [[Lorenzo Valla]]);
* infine una fase successiva alla [[Controriforma]], che dopo l'annientamento per mano dell'[[Inquisizione]] dei nuclei di questa corrente di pensiero in [[Italia]], fiorì all'estero (soprattutto in [[Francia]] ed [[Inghilterra]]<ref>''Enciclopedia Treccani'' alla voce corrispondente ed ''Enciclopedia Garzanti di filosofia'' alla voce "libertini".</ref>) nel XVII e XVIII secolo. Questa fase fu particolarmente importante perché il Libertinismo costituì il collegamento fra la speculazione razionalistica del Rinascimento e l'[[Illuminismo]]<ref>{{Cita web |url = http://www.unior.it/index2.php?content_id=3196&content_id_start=1 |titolo = Libertinismo |editore = Università di Napoli "L'Orientale" |accesso = 30 gennaio 2017 |dataarchivio = 2 febbraio 2017 |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170202035313/http://www.unior.it/index2.php?content_id=3196&content_id_start=1 |urlmorto = sì }}</ref><ref>Questo legame è stato riconosciuto nel [[2009]] dalla critica di [[papa Benedetto XVI]] al pensiero contemporaneo, con la dichiarazione: «Illuminismo e ateismo portano al libertinismo», cfr. {{cita web |url = http://www.uaar.it/news/2009/02/21/benedetto-xvi-illuminismo-ateismo-portano-libertinismo/ |titolo = Citazione di Benedetto XVI |editore = Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti |data = 21 febbraio 2009 |accesso = 30 gennaio 2017}}</ref>, anche se l'ancoramento ostinato all'[[Aristotelismo]] escluse il Libertinismo dalla nascita del [[pensiero scientifico]] moderno (si pensi solo all'opposizione di un [[Antonio Rocco]] al pensiero di [[Galileo Galilei]]); pensatori associati a questo periodo furono [[Pierre Gassendi]] e [[Michel de Montaigne]].<ref>M. Onfray, ''L'età dei libertini - Controstoria della filosofia III''.</ref>
Il termine "libertinismo" fu usato principalmente dagli avversari: infatti i diretti interessati o non si riconobbero come "scuola di pensiero" a sé, o usarono termini più generici come "''esprits forts''" ("spiriti forti", contrapposti agli "spiriti deboli" di coloro a cui la superstizione era necessaria per vivere) o, nel XVIII secolo, "libero pensiero" e "libero pensatore". Tuttavia alla fine della parabola del libertinismo,<ref>Ma c'è chi avanza l'ipotesi che già i libertini spirituali combattuti da Calvino si auto-designassero 'libertini' (in Didier Foucault, ''Histoire du libertinage des goliards au marquis de Sade'', Perrin, Paris, pp. 209-217)</ref> in alcuni casi, specialmente in quello di [[Donatien Alphonse François de Sade|Sade]], il termine viene assunto orgogliosamente come blasone:
{{Citazione|Sì, sono un libertino, lo riconosco: ho concepito tutto ciò che si può concepire in questo ambito, ma non ho certamente fatto tutto ciò che ho concepito e non lo farò certamente mai. Sono un libertino, ma non sono un criminale né un assassino.<ref>Lettera alla moglie del 20 febbraio 1791.</ref>}}
Line 36 ⟶ 37:
* sul rifiuto del pensiero filosofico dominante nel periodo contemporaneo.
Gli storici Jérémie Barthas e Luca Addante<ref>Luca Addante, "Radicalismes politiques et religieux. Les libertins italiens au XVIe siècle", in: Thomas Berns & Anne Staquet & Monique Weis (curr.), ''Libertin! Usage d'une invective au XVIe et XVII siècles'', Garnier, Paris 2013, pp. 29-50.</ref> hanno dimostrato come l'origine del termine in questo senso appaia in Italia nel primo Cinquecento, indicando inizialmente il partito "ultra-democratico" di Siena, sensibile alla predicazione di [[Juan de Valdés]], che in alcuni individui (come Giulio Basalù) portò infine ad esiti pienamente "libertini", appunto.<br />
Il termine è poi attestato con certezza nel 1525 circa per denominare quella che è definita come una "setta", a [[Lilla (Francia)|Lilla]] e a Parigi, diffusasi con la protezione dalla stessa sorella del re [[Francesco I di Francia|Francesco I]]: [[Margherita d'Angoulême]].<ref>« [...] Era inoltre in contatto con la "setta dei libertini", con Quintin e Pocquet che risultano accolti e protetti dalla regina nel 1546.» In Luciano Chiappini,''L'Aquila bianca: studi di storia estense'', Corbo Editore, 2000 p.320</ref>
Anche nella cupa e severa [[Ginevra]] comparvero i libertini, fortemente combattuti da [[Giovanni Calvino|Calvino]] con gli scritti e con il [[morte sul rogo|rogo]].<ref>Fritz Mauthner, ''L'ateismo e la sua storia in Occidente'', Volume 1, ed. Nessun Dogma, 2012 p.636</ref>▼
Anche [[Martin Lutero]] fu accusato dai anti-[[Luteranesimo|luterani]] [[Cattolicesimo|cattolici]] di cripto-libertinismo, [[lassismo]] e [[antinomismo]] a causa di una frase che il riformatore utilizzò per rassicurare il timoroso e preoccupato [[Filippo Melantone]], ossia "pecca con vigore, e credi ancora più fortemente" (''pecca fortiter et crede fortius''), sullo stile del motto [[Agostino d'Ippona|agostiniano]] ''ama e fa' ciò che vuoi''.<ref name=molinari>{{cita web|url=http://www.ildialogo.org/NotizieEcumeniche/Documenti_1241790112.htm |autore= Franco Molinari|titolo=I peccati di Martin Lutero}}</ref> Il senso fu distorto spesso dai nemici della [[riforma protestante]] in "pecca più che puoi", portando ad esempio episodi della vita di Lutero stesso<ref name=molinari/>, ma si tratta in realtà di un'iperbole estrapolata: "pecca pur fortemente (perché essendo uomo non puoi non peccare) ma ogni volta credi sempre di più" è il senso che si inquadra bene nella teoria luterana di [[servo arbitrio]], [[Giustificazione (teologia)|giustificazione]] per [[Sola fide|sola fede]] e [[depravazione totale]].<ref>[http://gioiant.altervista.org/lutero-pecca-fortiter/ Lutero e il “pecca fortiter”]</ref><ref>H. Grisar, ''Lutero. La sua vita e le sue opere'', SEI, Torino, 1956.</ref> La frase si trova in una lettera del [[1521]].<ref>{{quote|Se sei un predicatore della grazia, predica una grazia non finta, ma vera; se è vera grazia sopporta un peccato vero, non finto. Dio non salva i peccatori per finta. Sii peccatore e pecca fortemente, ma ancora più fortemente credi e rallegrati [godi] in Cristo ["Esto peccator et pecca foriter, sed fortius fide et gaude in Christo"] che è vincitore del peccato, della morte e del mondo. Non si può che peccare, finché siamo qui; questa vita non è la dimora della giustizia, ma aspettiamo, dice [[Pietro apostolo|Pietro]], i nuovi cieli e la nuova terra in cui abiti la giustizia. È sufficiente che noi conosciamo per le ricchezze della gloria di Dio l'agnello che toglie il peccato del mondo; da questo non ci strappa il peccato, anche se fornicassimo o uccidessimo mille e mille volte in un solo giorno. Pensi che sia così piccolo il prezzo della redenzione per i nostri peccati offerto in un tale e tanto agnello? Prega fortemente, anche [essendo] un fortissimo peccatore.|Lutero, lettera a Melantone del 1º agosto 1521, n. 424; citato in Vittorio Subilia, La giustificazione per fede, Paideia, Brescia, 1976, pp. 165-166}}</ref>
▲Anche nella cupa e severa [[Ginevra]] comparvero i libertini, fortemente combattuti da [[Giovanni Calvino|Calvino]] con gli scritti e con il [[rogo]].<ref>Fritz Mauthner, ''L'ateismo e la sua storia in Occidente'', Volume 1, ed. Nessun Dogma, 2012 p.636</ref>
Nei libertini di questo periodo sono evidenti i riflessi culturali del [[Rinascimento italiano|Rinascimento]] esaltante la naturalità dell'uomo con in più un'interpretazione teologica della [[redenzione (religione)|redenzione]] di [[Cristo]] che ha portato secondo loro ad un rinnovamento non solo dello [[Spirito (filosofia)|Spirito]] ma anche del corpo dell'uomo. Con la redenzione del corpo di Cristo è stata restituita all'uomo anche la purezza della carne come ai tempi biblici dell'[[Giardino dell'Eden|Eden]] di [[Adamo]]. Per questo ogni desiderio naturale non va represso moralisticamente ma soddisfatto per volontà di Cristo redentore.<ref>G. De Ruggiero, ''Storia della filosofia, parte III: Rinascimento, Riforma e Controriforma'', Bari 1967</ref>
Line 49 ⟶ 52:
Non sempre il termine veniva interpretato negativamente ma poteva anche significare "''esprit fort''", uno ''spirito forte''<ref>Théophile de Viau (1590-1626)</ref>: una mente che tendeva all'estremizzazione ma convinta delle sue posizioni.
[[File:Albrecht Dürer - Adam.jpg|thumb|upright|Adamo, la purezza del corpo.Dettaglio da "[[Adamo ed Eva (Dürer)|Adamo ed Eva]]" (1507) di [[Albrecht Dürer]]]]
Il termine ''libertino'' stava quindi ad indicare tre significati sia nel linguaggio comune che tra i filosofi:
* il libertino era un depravato;
Line 55 ⟶ 58:
* un filosofo [[Scetticismo filosofico|scettico]].
Una di queste definizioni non escludeva l'altra, anzi autori cristiani sostenevano come un comportamento licenzioso spesso portasse all'abbandono della fede e viceversa come un atteggiamento di critica o incredulità nei confronti della [[Chiesa (
Questa caratterizzazione è stata creata per nascondere l'esistenza del ben più consistente fenomeno filosofico del "''libertinage erudit''" (libertinaggio erudito)<ref>''Enciclopedia Treccani'' alla voce "Libertino"</ref> proprio di personaggi intellettualmente di rilievo, che avrebbe avuto
[[Cattolicesimo|Cattolici]] e [[luteranesimo|protestanti]] sostenevano che la decadenza della morale e in particolare la sessualità senza regole era l'effetto della mancanza di fede.
La licenziosità morale veniva in genere riportata al [[naturalismo metafisico]] rinascimentale come già si è detto, ma in particolare i cattolici accusavano la teoria della [[predestinazione]] calvinista come causa del comportamento libertino. Infatti, essi dicevano, se la salvezza o la dannazione dell'uomo dipendono dalla predestinazione divina che già ha deciso del destino ultraterreno allora nulla servirà e varrà il comportamento dell'uomo per modificare quanto già fissato; tanto vale peccare fortemente ("''pecca fortiter''") come diceva [[Lutero]]<ref>«esto peccator, et pecca fortiter, sed fortius fide et gaude in Christo qui victor est peccati, mortis et mundi [...] ora fortiter; es enim fortissìmus peccator» (Lutero, Lettera a Melantone del 1º agosto 1521</ref>, perché solo chi cade nel fondo dell'abisso del peccato può far rinascere la sua fede per risalire alla salvezza.
Ma
Si è sempre voluto sostenere un nesso tra libertinismo filosofico e quello morale per cui si attribuiva al primo la causa del secondo<ref>Romano Ruggiero, ''Enciclopedia'', Volume 8, Einaudi 1979, p.248</ref> e talora gli avversari della dottrina in questione usavano questa pretesa conseguenza morale per discreditarla.<ref>Foucault Didier, ''Storia del libertinaggio e dei libertini'', Salerno editore, 2009</ref> In realtà questo nesso causale non era nelle intenzioni di chi in origine aveva formulato quella dottrina ma piuttosto la si prendeva a pretesto per giustificare certi disinvolti comportamenti indirizzati al godimento [[edonismo|edonistico]] dei piaceri carnali come quelli sessuali.
Line 87 ⟶ 90:
Naturalmente i libertini si opponevano ai tentativi d'ingerenza della Chiesa romana nel regno di Francia e questo può spiegare il fatto che essi vennero in genere tollerati e non subirono persecuzioni in uno Stato, sostanzialmente [[laicità|laico]], che applicava molto blandamente le leggi che punivano le offese alla religione come la [[bestemmia]] e l'[[ateismo]].
Si diffondono in questo periodo in Francia testi d'intellettuali e letterati libertini che affermano di non credere tanto alla filosofia o alla scienza quanto al [[buon senso]], che ci fa apprezzare le gioie della vita: essi si proclamano credenti ma lasciano ai [[teologia|teologi]] le questioni di [[fede]] che per loro
Al contrario vi sono quelli che con stringenti argomentazioni razionali tratte dallo [[scetticismo filosofico|scetticismo]] concludono che l'unica verità è nella [[Rivelazione]] ma essi non hanno nessun interesse per le verità religiose per cui le affermazioni di fede dei libertini sembrano essere più che altro strumenti per evitare persecuzioni e tribolazioni.
Line 93 ⟶ 96:
Il mondo dei libertini è molto variegato: tra di loro vi sono atei convinti come [[Savinien Cyrano de Bergerac|Cyrano de Bergerac]] che s'ispira alla filosofia di [[Tommaso Campanella]] da lui frequentato a Parigi, o quelli come [[Pierre Gassendi]] che credevano in Dio e nella vita eterna ma non si interessavano delle dispute teologiche.
Libertini furono nel 600 filosofi (tra questi l'italiano [[Giulio Cesare Vanini]] finito sul rogo a Tolosa), letterati, magistrati, uomini politici che agendo in segreto o in ristretti circoli aristocratici, con pubblicazioni anonime e clandestine cercarono d'influenzare il potere politico rimanendo nascosti alla pubblica opinione.<ref>Sergio Zoli, ''Dall'Europa libertina all'Europa illuminista: stato laico e "oriente" libertino nella politica e nella cultura dell'età dell'assolutismo e della Ragion di Stato da Richelieu al secolo dei lumi: alle origini del laicismo e dell'illuminismo'', ed. Nardini, 1997</ref>
== Il libertinismo filosofico ==
Line 105 ⟶ 108:
=== Pierre Bayle ===
[[File:Pierre Bayle 2.png|thumb|upright=0.6|[[Pierre Bayle]]]]
[[Pierre Bayle]] ([[1647]]-[[1706]]) sostiene un deciso [[scetticismo filosofico|scetticismo]] tanto che, sia coloro che lo contestavano, che i suoi discepoli, considerarono ipocrite le sue professioni di credente. In realtà egli di fronte al dilagante [[razionalismo]] [[Illuminismo|illuministico]] credette bene di rifugiarsi in quella che definiva la "''religione del cuore''".
Line 114 ⟶ 117:
=== Pierre Gassendi ===
{{vedi anche|Pierre Gassendi}}
[[File:PierreGassendi.jpg|thumb|upright=0.7|[[Pierre Gassendi]]]]
L'[[abate]] Pierre Gassend detto [[Pierre Gassendi|Gassendi]] (1592–1655) fu sempre considerato durante tutta la sua vita un buon sacerdote, rispettoso della ortodossia [[Cattolicesimo|cattolica]] e scrupoloso nei suoi doveri spirituali, tanto che venne apprezzato persino dalla [[Compagnia di Gesù]]; era nello stesso tempo buon amico dei filosofi libertini del suo tempo.<ref>''Sapere,it'' alla voce "Pierre Gassendi"</ref>
Nelle ''Exercitationes paradoxicae adversus Aristoteleos'' (1624) egli inizia a configurare il suo pensiero filosofico con una critica distruttiva alla filosofia [[Aristotele|aristotelica]] ma in effetti, dichiarava lui stesso, la sua era una contestazione diretta alla [[metafisica]] in quanto tale che pretende di attingere verità assolute quando la conoscenza dell'uomo è inevitabilmente relativa. Lo stesso scetticismo egli esprimeva anche per le verità scientifiche e, sebbene egli sia stato il più grande divulgatore delle scoperte [[Astronomia|
La fama di Gassendi nel Seicento si dovette soprattutto alla sua opera di autenticazione e di difesa del pensiero di [[Epicuro]], falsificato da incrostazioni cristiane. Da questa base materialista egli quindi elaborò la sua dottrina fondata sulla pura e semplice conoscenza sensoriale, che non potrà mai andare oltre i [[fenomeno (filosofia)|fenomeni]] per attingere la metafisica cosa in sé. Nessuna verità religiosa potrà essere sostenuta con argomentazioni razionali. I convincimenti metafisici e morali degli uomini variano a seconda delle [[Storia|situazioni storiche]], delle [[società (sociologia)|società]], delle [[Geografia|zone geografiche]].<ref>P. Innocenti, ''Epicureismo e "libertinage" in Pierre gassendi'', in AA.VV., ''Il libertinismo in Europa'', Milano-Napoli 1980, pp.209-227</ref>
Line 124 ⟶ 127:
== Il libertinismo radicale ==
Le tesi più estreme dei libertini le troviamo nella teoria medievale dei "tre impostori": l'imperatore [[Federico II di Svevia|Federico II]] al [[Concilio di Lione I|concilio di Lione]] era stato accusato di aver scritto con la collaborazione del suo ministro [[Pier della Vigna|Pier delle Vigne]] che: «Il mondo intero è stato ingannato da tre impostori, [[Gesù Cristo]], [[Mosè]] e [[Maometto]], due dei quali sono morti nell'onore, mentre Gesù è morto in croce»<ref>G. Minois, ''Storia dell'ateismo'', p.79)</ref>
Questa visione delle tre religioni verrà riproposta espressamente in opere come ''Theophrastus Redivivus'' (1659) e il ''[[De tribus impostoribus]]'' (Trattato dei tre impostori) che fu pubblicato all'Aia dall'editore Levier nel 1719.<ref>Silvia Berti, ''Trattato dei tre impostori'', Einaudi, 1994</ref>.
Nell'opera si afferma che Dio non esiste, gli uomini hanno creduto in Lui per il loro timore [[Superstizione|superstizioso]] e perché così fanno credere loro i potenti che si servono della religione come ''[[instrumentum regni]]''; l'uomo si differenzia dagli animali solo per l'uso della parola e la stessa anima si riduce a parola. Ogni comportamento dell'uomo mira al piacere e perciò l'unica regola dei rapporti sociali è quella che impone di [[Etica della reciprocità|non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te]].<ref>
Il ''De tribus impostoribus'' finalmente pubblicava quello che nessuno aveva avuto modo di leggere perché probabilmente mai scritto:
{{Citazione|[...] E fu con gli apporti dei libertini eruditi, di Hobbes e soprattutto di Spinoza che venne lievitando l’idea centrale di quel libro: che intanto, detestato e ricercato, dichiarato esistente senza essere visto, restava come avvolto nell’alone di quella che era la sua materia: l’impostura. Quando prese corpo in stampe e non in una ma in più versioni, una in latino e una in francese, fu per opera delle correnti dell’Illuminismo radicale, decise a voltar pagina rispetto a una cultura elitaria che non riteneva il popolo capace di tollerare la verità.<ref>Adriano Prosperi (la Repubblica, 30.01.2010)</ref><ref>Secondo Georges Minois (in ''Il libro maledetto. La storia straordinaria del Trattato dei tre profeti impostori'', Rizzoli, traduzione di Sara Arena) il trattato quando fu pubblicato aveva perso la sua forza dirompente in un clima culturale già profondamente convinto «che il popolo non è così incapace di fare uso della ragione come si cerca di fargli credere».</ref>}}
Oltre che da [[Pierre Bayle]], dall'[[empirismo]], dall'[[illuminismo]] e dalla riscoperta delle antiche filosofie dell'[[atomismo]] e dell'[[edonismo]] greco già presente nel [[Rinascimento]], è stato sottolineato che il punto di vista libertino più radicale, fautore di una versione "immorale" della ''doppia verità'', nonché il [[Libertino (sociologia)|libertinismo sessuale]] britannico che fiorirà poi nel Settecento con il [[romanzo libertino]] di personaggi come [[de Sade]] o filosofi come [[Diderot]], è stato fortemente influenzato dalla filosofia semi-materialista di [[Thomas Hobbes]]<ref>Harold Weber, ''The Restoration Rake-Hero'', pp. 52, 91–97. Warren Chernaik, ''Sexual Freedom in Restoration Literature'' (Cambridge, 1995), pp. 22–51.</ref>, che fiorì durante la [[Restaurazione inglese]], in una versione estremizzata. [[John Dryden]] ad esempio ha attinto molte idee hobbesiane nelle proprie tragedie<ref>Samuel I. Mintz, ''The Hunting of Leviathan: Seventeenth-Century Reactions to the Materialism and Moral Philosophy of Thomas Hobbes'' (Cambridge, 1962); Louis Teeter, "The Dramatic Uses of Hobbes' Political Ideas," ''ELH'', 3 (1936), pp. 140–69.</ref>, con personaggi che si ribellano contro la grettezza e l'ipocrisia in agguato dietro la facciata di onestà puritana e gli standard della morale borghese. Allo stesso modo discepolo ideale, ma [[Nichilismo|nichilista]], e più [[Pessimismo|pessimista]] del "maestro", fu [[John Wilmot|John Wilmot, conte di Rochester]].
== L'eredità del libertinismo ==
Line 140 ⟶ 144:
I libertini si rifacevano ai grandi pensatori del passato e del Rinascimento, pur ritenendosi svincolati dall'eredità della tradizione filosofica; il loro stesso antiaristotelismo era diretto non tanto alla filosofia aristotelica quanto a metterne in discussione la concezione della scienza che ancora dominava nel '600.
Al libertinismo va riportata la definitiva crisi della
[[File:William Hogarth 027.jpg|thumb|upright=1.3|''La taverna'', opera dalla serie pittorica ''La carriera del libertino'', di [[William Hogarth]] ([[1732]]-[[1735]])]]
Line 160 ⟶ 164:
=== Libertinismo spirituale ===
* [[Giovanni
* [[Fritz Mauthner]], ''L'ateismo e la sua storia in Occidente'', Volume 1, ed. Nessun Dogma, 2012 p. 636.
*
* Luca Addante, ''Radicalismes politiques et religieux. Les libertins italiens au XVIe siècle'', in: Thomas Berns & Anne Staquet & Monique Weis (curr.), ''Libertin! Usages d'une invective au XVIe et XVIIe siècles'', Garnier, Paris 2013, pp. 29–50.
Line 175 ⟶ 179:
* Alessandro Dini, ''La teoria predamitica e il libertinismo di La Peyrère (1594-1676)'', "Annali dell'Istituto di Filosofia", I 1979, pp. 165–235.
* [[Sergio Bertelli]] (a cura di), ''Il libertinismo in Europa'', Ricciardi, Milano-Napoli 1980.
* [[Tullio Gregory]] ed altri (a cura di), ''[http://www.ispf.cnr.it/Attivita/Pubblicazioni/ricerche-su-letteratura-libertina-e-letteratura-clandestina-nel-seicento-atti Ricerche su letteratura libertina e letteratura clandestina nel Seicento] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160304105438/http://www.ispf.cnr.it/Attivita/Pubblicazioni/ricerche-su-letteratura-libertina-e-letteratura-clandestina-nel-seicento-atti |date=4 marzo 2016 }}'', La nuova Italia, Firenze 1981.
* Davide Bigalli, ''Un convegno sul libertinismo nel Seicento'', "Rivista critica di storia della filosofia", I 1982, pp. 94–106.
* Lorenzo Bianchi, ''Il libertinismo in Italia nel XVII secolo: aspetti e problemi'', "Studi storici", III 1984, pp. 659–677.
Line 243 ⟶ 247:
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{Treccani|libertinismo_(Dizionario-di-filosofia)|Libertinismo}}
* [http://www.filosofico.net/libertinismo.htm Sintesi del libertinismo] A cura di D. Fusaro ed E. Polverelli
* {{cita web|http://www.sapere.it/sapere/strumenti/studiafacile/filosofia/La-filosofia-moderna/Il-problema-etico-nel--600-e-la-riflessione-di-Pascal/Il-libertinismo.html|Il libertinismo Sapere.it}}
* {{cita web|http://www.sapere.it/sapere/strumenti/studiafacile/letteratura-francese/il_settecento_/a3_il_romanzo_il_diritto_alla_felicita/Il-romanzo-libertino.html|Il romanzo libertino}}
* {{cita web|http://latradizionelibertaria.over-blog.it/article-libertinismo
* {{cita web | 1 = http://www.liceobanfi.brianzaest.it/docdocenti/baldin/Temi__del_pensiero_libertino.htm | 2 = Temi del pensiero libertino | accesso = 29 maggio 2013 | dataarchivio = 29 novembre 2013 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20131129025335/http://www.liceobanfi.brianzaest.it/docdocenti/baldin/Temi__del_pensiero_libertino.htm | urlmorto = sì }}
{{Sesso}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|cristianesimo|diritto|erotismo|filosofia|letteratura|teatro}}
|