Astico: differenze tra le versioni
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Torrente Assa
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}}
Il fiume '''Astico''' (À''
== Origine del nome ==
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Fin dai tempi della preistoria<ref>F. Molon, ''I nostri fiumi, Astico, Bacchiglione, Retrone, Brenta. Idrografia antica e moderna'', Vicenza 1882-83,</ref> il fiume Astico giungeva dove oggi sorge l'abitato di [[Sarcedo]]. Qui, in [[epoca romana]], fu costruito un imponente muro, lungo circa 800 m., che impediva al fiume di dilagare subito in pianura – devastando Vicenza con le sue piene, con il rischio di distruggere l'[[acquedotto romano]] della città e gli insediamenti sorti con la centuriazione di [[Thiene]] - e lo deviava fino alla collina di [[Montecchio Precalcino]]<ref>{{cita| Sottani, 2012| pp. 55-56}}.</ref>.
Verso il [[VI secolo]] d.C. però, probabilmente in seguito a una piena eccezionale, il fiume deviò verso sud est in direzione dell'attuale [[Dueville#Povolaro|Povolaro]], occupando quello che oggi è il letto del [[Astichello (fiume)|fiume Astichello]] e prima di allora era l'antico letto del torrente [[Brenta]]<ref>Nel [[589]] d.C. in tutta la [[Pianura veneto-friulana|pianura veneta]] vi fu uno sconvolgimento idrografico (detto [[Rotta della Cucca]]) che interessò anche i fiumi del territorio vicentino: si spostarono verso est sia l'Astico che il Brenta, il quale cominciò a scorrere a oriente di [[Padova]]. Alessandro Baldan, ''Storia della Riviera del Brenta'', 1978, Moro editore, Cassol.</ref>.
In questo alveo l'Astico si allargava, per una larghezza media di 700–800 m. ed una lunghezza di alcuni chilometri; questa striscia acquitrinosa era chiamata ''Lacus Pusterlae'' ed arrivava fino alla città dove trovava un dosso, formato dai detriti del fiume stesso, il Motton Pusterla che in epoca medievale sarebbe stato chiamato Castello o Santa Corona o San Pietro<ref>Che fino all'[[XI secolo]] il fiume fosse chiamato Astico è documentato da privilegi vescovili attorno all'anno 1000. {{cita| Sottani, 2012| pp. 22-23, 58-59}}</ref>. Dopo alcune centinaia di metri il fiume, passato sotto l'antico ponte romano, in seguito chiamato Ponte di San Pietro, confluiva nel [[Retrone]] alle Barche.
L'assetto idrografico restò immutato fino a tutto l'[[XI secolo]], quando probabilmente gli stessi vicentini, per ridurre il pericolo delle ricorrenti piene dell'Astico<ref>Secondo il {{cita| Sottani, 2012| pp. 142-143}} questo intervento fu reso necessario da eventi idrologici naturali verificatisi nella prima metà del secolo, quando i torrenti [[Leogra]], [[Timonchio]] e [[Orolo]] sarebbero usciti dai loro alvei ingrossando l'Astico, con effetti rovinosi per la città</ref> ne deviarono il corso a nord di [[Montecchio Precalcino]] e ne convogliarono il corso verso il Tesina, lasciando che a Vicenza giungessero solo una parte delle acque, cioè l'Astichello che continuò a scorrere nel vecchio alveo.
==Percorso==
Nasce tra il monte [[Sommo Alto]] e il monte Plaut nel territorio comunale di [[Folgaria]]. Nel tratto iniziale del suo corso scende impetuosamente fino
Si dirige verso [[Lastebasse]] e Casotto, ricevendo gli affluenti Rio Torto, Val Longa, Val Roa e Torra. Prosegue quindi verso Pedescala
Ha carattere torrentizio, con portata fortemente variabile nel corso delle stagioni
Soprattutto in passato, sono sorte lungo il suo corso numerose attività che sfruttavano la forza motrice dell'acqua.
== Note ==
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*[https://web.archive.org/web/20090625021100/http://www.arpa.veneto.it/acqua/htm/acque_superficiali_bacini.asp Bacini e sottobacini idrografici] sul sito dell'ARPA Veneto
*{{cita web|url=http://www.avmeteo.it/wxlevel.php?loc=astico|titolo=Livello Astico in tempo reale}}
* [http://bregonze.altervista.org bregonze.altervista.org] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20170630060909/http://bregonze.altervista.org/ |date=30 giugno 2017 }} Sito web dedicato alle colline delle bregonze
{{Controllo di autorità}}
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