Pianeta extrasolare: differenze tra le versioni

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[[File:Triple-star sunset.jpg|thumb|upright=1.4|Rappresentazione artistica di un'[[Satellite extrasolare|esoluna]] di [[HD 188753 Ab]], primo pianeta extrasolare scoperto all'interno di un [[Stella multipla#Sistemi stellari multipli|sistema multiplo]] a tre stelle ([[stella tripla]])]]
[[File:Confirmed exoplanets by methods EPE.svg|thumb|upright=2|Numero di scoperte di pianeti extrasolari per anno (al 23 febbraio 2021). I colori indicano il metodo di individuazione:<br />
{{legend|#d62728|[[Metodo delle velocità radiali|Velocità radiali]]}}
{{legend|#2ca02c|[[Metodo del transito|Transito]]}}
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Un '''pianeta extrasolare''' o '''esopianeta''' è un [[pianeta]] non appartenente al [[sistema solare]], [[orbita]]nte cioè attorno a una [[stella]] diversa dal [[Sole]].
 
All'06Al febbraio08 2022settembre 2024<ref name=":0">{{Cita web|url=http://exoplanet.eu/catalog/|titolo=The Extrasolar Planet Encyclopaedia — Catalog Listing|sito=exoplanet.eu|accesso=0608 febbraiosettembre 20222024}}</ref> risultano conosciuti 49667327 pianeti extrasolari in 36595023 sistemi planetari diversi (di cui 8111018 multipli); inoltre 26252306 è il numero di pianeti candidati e altri 70149 possibili pianeti sono in attesa di conferma o controversi<ref name=":0" />. L'elenco

Un completoelenco dei pianeti extrasolari conosciuti può essere trovato nella lista dei [[pianeti extrasolari confermati]] e in quella dei [[pianeti extrasolari non confermati o controversi]]. Il traguardo simbolico del 1000º pianeta conosciuto è stato raggiunto il 22 ottobre 2013, con l'annuncio di undici pianeti [[gioviano caldo|gioviani caldi]] da parte del progetto [[SuperWASP]]<ref>{{Cita web|url = https://www.newscientist.com/article/dn24305-hot-jupiters-push-exoplanet-count-over-1000-milestone.html#.Umb5NRC9JSQ|titolo = Hot Jupiters push exoplanet count over 1000 milestone|autore = Jacob Aron|sito= New Scientist|data = 22 ottobre 2013|lingua = inglese|accesso = 22 ottobre 2013}}</ref>. Il 2000º pianeta confermato è [[Kepler-406 b]]: è stato scoperto nel 2014 e confermato il 25 novembre 2015 nell'ambito della [[missione Kepler]] con il [[metodo del transito]].
 
La scoperta degli esopianeti è resa possibile da [[Metodi di individuazione di pianeti extrasolari|metodi di osservazione indiretta]] o da osservazioni al [[telescopio]]. A causa dei limiti delle tecniche di osservazione attuali, la maggior parte dei pianeti individuati sono [[gigante gassoso|giganti gassosi]] come [[Giove (astronomia)|Giove]] e, solo in misura minore, [[pianeta terrestre|pianeti rocciosi]] massicci del tipo [[Super Terra]]. La frazione di pianeti più piccoli in costante crescita, soprattutto grazie alla [[missione Kepler]], consente già di definire un abbozzo di classificazione esoplanetaria in base alle loro dimensioni.<ref>{{Cita web|url=https://phys.org/news/2018-09-classification-scheme-exoplanet-sizes.html|titolo=A new classification scheme for exoplanet sizes|sito=phys.org|lingua=en}}</ref>
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Inizialmente il ritmo delle scoperte è stato molto lento, ma a partire dagli anni 2000 ha conosciuto una vera e propria impennata, passando dai 20 pianeti scoperti nel 2000, ai 189 del 2011, ai quasi 2000 del 2015.
 
La possibilità di presenza di sistemi planetari attorno a stelle simili al Sole è valutata in modo molto diverso: molti astronomi ritengono che questa sia la norma, mentre altri stimano che solo il 10% delle stelle di tipo solare posseggano un sistema planetario<ref name="marcyprogth05">{{cita pubblicazione | cognome = Marcy | nome = Geoffrey | etal = s | linkautore = Geoffrey Marcy | data = | anno = 2005 | titolo = Observed Properties of Exoplanets: Masses, Orbits, and Metallicities | rivista = Progress of Theoretical Physics | numero = 158 | pp = 24-42 | doi = 10.1143/PTPS.158.24 | url = http://ptp.ipap.jp/link?PTPS/158/24/ | lingua = inglese | accesso = 2 settembre 2009 | dataarchivio = 9 maggio 2010 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20100509214311/http://ptp.ipap.jp/link?PTPS/158/24/ | urlmorto = sì }}</ref>.
 
Spesso la ricerca di esopianeti coincide con la ricerca di mondi in grado di ospitare una forma di [[vita extraterrestre]]. [[Kepler-22 b]] - ruotante attorno a una [[nana gialla]], [[Kepler-22]], distante approssimativamente 600 [[anno luce|anni luce]] dal [[sistema solare]] - è stato il primo [[Super Terra|esopianeta di tipo terrestre]] (classificato tra le Super Terre) scoperto orbitare nella [[zona abitabile]] del proprio sistema nel 2011; esso avrebbe infatti una temperatura superficiale media di circa 22&nbsp;°C, il che consente la presenza di acqua allo stato liquido, presupposto per la presenza di vita. Un altro pianeta scoperto da Kepler nel 2015, [[Kepler-442 b]], è stato ritenuto essere il pianeta più simile alla Terra mai individuato.<ref name=phl>{{cita web|autore=Planetary Habitability Laboratory|url=http://phl.upr.edu/projects/habitable-exoplanets-catalog|titolo=The Habitable Exoplanet Catalogue|accesso=15 maggio 2013|lingua=en|editore=University of Puerto Rico}}</ref>
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Annunci di presunte scoperte si susseguirono per tutto il [[XIX secolo]], ma le tecniche di osservazione dell'epoca non erano sufficientemente accurate e tecnologicamente sviluppate per confermarle con sicurezza. Un caso significativo, in tal senso, fu la controversia che riguardò la [[stella binaria]] [[70 Ophiuchi]]. Nel [[1855]], il capitano W. S. Jacob, dall'[[osservatorio di Madras]] della [[Compagnia britannica delle Indie orientali|Compagnia delle Indie]], misurò anomalie tali, nell'orbita della stella, da fargli ritenere "''altamente probabile''" che queste fossero dovute alla presenza di un pianeta.<ref>Jacob, W.S. (1855). "On Certain Anomalies presented by the Binary Star 70 Ophiuchi". Monthly Notices of the Royal Astronomical Society 15: 228.</ref> Tra il [[1896]] e il [[1899]], [[Thomas Jefferson Jackson See|Thomas J. J. See]], astronomo dell'[[University of Chicago|Università di Chicago]], e l'[[United States Naval Observatory|Osservatorio Navale degli Stati Uniti]] sostennero che le anomalie erano dovute alla presenza di un ''compagno oscuro'' con un [[periodo orbitale]] di 36 anni connesso a una delle due stelle del [[Sistema binario (astronomia)|sistema binario]].<ref>See, Thomas Jefferson Jackson (1896). "Researches on the Orbit of F.70 Ophiuchi, and on a Periodic Perturbation in the Motion of the System Arising from the Action of an Unseen Body". The Astronomical Journal 16: 17.</ref><ref name="jha">{{Cita pubblicazione |url=http://www.shpltd.co.uk/jha.pdf |rivista=Journal for the history of astronomy |titolo=A Career of controversy: the anomaly OF T. J. J. See |cognome=Sherrill |nome=Thomas J. |data=1999 |volume=30 |accesso=27 agosto 2007}}</ref> A questa tesi si oppose [[Forest Ray Moulton]] che, nel 1899, pubblicò proprie analisi secondo le quali un sistema di tre corpi con i parametri orbitali descritti da See sarebbe risultato altamente instabile.<ref name="jha" />
 
Il primo annuncio in grande stile della scoperta di un pianeta extrasolare risale al [[1963]]: [[Peter van de Kamp]] sostenne di aver scoperto - tramite misurazioni astrometriche protratte per venti anni - un compagno invisibile orbitante attorno alla [[stella di Barnard]] e con ununa massa pari a 1,6 volte quella di Giove.<ref>{{Cita pubblicazione |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1969AJ.....74..757V |rivista=The Astronomical Journal |titolo=Alternate dynamical analysis of Barnard's star |cognome=van de Kamp |nome=Peter |linkautore=Peter van de Kamp |anno=1969 |mese=agosto|volume=74 |pp=757-759 |accesso=27 agosto 2007}}</ref> Tuttavia, dieci anni più tardi, nel [[1973]], [[John Hershey]] dimostrò l'inesistenza del pianeta: l'anomalia misurata da van de Kamp era il prodotto di un errore sistematico nella meccanica del telescopio da lui utilizzato.
 
[[File:Sistema_55_Cancri.png|thumb|Il nostro [[sistema solare]] confrontato con quello di [[55 Cancri]]]]
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compagno substellare attorno alla stella [[HD 114762]].<ref>{{Cita pubblicazione | autore=Latham, David W. et al | titolo=The unseen companion of HD114762 - A probable brown dwarf | rivista=[[Nature]] | anno=1989 | volume=339 | pp=38-40 | url=https://www.nature.com/nature/journal/v339/n6219/abs/339038a0.html}}</ref> Il presunto pianeta ([[HD 114762 b]]) ha una massa non inferiore a undici volte quella di Giove, condizioni molto vicine al limite di [[bruciamento]] del [[deuterio]]. Alla data del [[2006]] non è ancora chiara la sua natura: potrebbe essere un [[gigante gassoso]] supermassivo, ma anche - considerato un ipotetico limite superiore di 145 [[massa gioviana|masse gioviane]] - una [[nana bruna]] o una [[nana rossa]].<ref>{{Cita pubblicazione | autore=[[Alan Hale (astronomo)|Alan Hale]] | titolo=On the nature of the companion to HD 114762 | rivista=[[Astronomical Society of the Pacific]] | anno=1995 | volume=107 | pp=22-26 | url=http://adsabs.harvard.edu/cgi-bin/nph-bib_query?bibcode=1995PASP..107...22H}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione | autore=Marcy et al | linkautore=Geoffrey Marcy | titolo=Two New Candidate Planets in Eccentric Orbits | rivista=[[Astrophysical Journal]] | anno=1999 | volume=520 | pp=239-247 | url=http://www.journals.uchicago.edu/ApJ/journal/issues/ApJ/v520n1/39695/39695.html | urlmorto=sì }}</ref>
 
Nel [[1992]], gli astronomi [[Alexander Wolszczan]] e [[Dale Frail]] annunciano la scoperta di due [[Pianeti delle pulsar|pianeti]] ''molto esotici'' di massa non inferiore a 3,4 e 2,8 volte quella terrestre<ref>Misure successive più precise condurrano a valori di {{m|4,3+/-|0,2}} e {{m|3,9+/-|0,2}} [[massa terrestre|masse terrestri]]. [http:<//adsabs.harvard.edu/abs/2003ApJ...591L.147Kref><ref> {{Cita pubblicazione|nome=Maciej|cognome=Konacki, M. and |nome2=Alex|cognome2=Wolszczan, A. ''|data=2003-07-01|titolo=Masses and Orbital Inclinations of Planets in the PSR B1257+12 System''|rivista=The Astrophysical Journal, Volume |volume=591, Issue 2, |pp. L147=L147–L150|accesso=2022-03-L150, 200308|doi=10.]1086/377093|url=https://ui.adsabs.harvard.edu/abs/2003ApJ...591L.147K}}</ref> e orbitanti rispettivamente a 0,36 e 0,47 [[unità astronomica|UA]] attorno alla [[pulsar]] [[PSR B1257+12]] nella [[Vergine (costellazione)|costellazione della Vergine]].<ref>[https://www.nature.com/nature/journal/v355/n6356/abs/355145a0.html Wolszczan,{{Cita pubblicazione|nome=A., and |cognome=Wolszczan|nome2=D. A. |cognome2=Frail. ''|data=1992-01|titolo=A planetary system around the millisecond pulsar PSRPSR1257 1257+12.'' 12|rivista=Nature |volume=355(|numero=6356):145|pp=145–147|lingua=en|accesso=2022-7, January 9, 199203-08|doi=10.]1038/355145a0|url=https://www.nature.com/articles/355145a0}}</ref> La scoperta dei due pianeti proviene dall'analisi dei dati - pubblicata tra il [[1992]] e il [[1994]] - di una campagna di osservazioni realizzata nel [[1990]] dall'[[osservatorio di Arecibo]] che aveva già condotto i due astronomi a identificare la pulsar sopracitata. Nel [[1994]] viene individuato anche un terzo pianeta, di massa pari a due volte la [[Luna]] e orbitante a 0,19&nbsp;UA. Si tratta della prima scoperta di un sistema planetario extrasolare.
 
L'anno successivo, nel [[1993]], Gordon Walker sostiene l'ipotesi che le oscillazioni della [[velocità radiale]] della stella [[Alrai]] (''γ Cephei'') potrebbero derivare dalla presenza di un pianeta di massa pari a due volte quella di Giove come effettivamente confermato da osservazioni più accurate condotte nel [[2002]].
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Negli anni successivi le scoperte riguardavano per lo più [[giganti gassosi]] che orbitano attorno alle loro stelle a breve distanza.<ref>{{cita web |url=http://space.mit.edu/learning-hot-jupiters |titolo=Learning from hot Jupiters |autore=Morgan Bettex |data=15 dicembre 2010 |editore=MIT Kavli Institute |lingua=en |accesso=11 luglio 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150709220622/http://space.mit.edu/learning-hot-jupiters |dataarchivio=9 luglio 2015 |urlmorto=sì }}</ref> Questo tipo di pianeti, chiamati [[Pianeta gioviano caldo|gioviani caldi]], influiscono notevolmente sulla [[velocità radiale]] delle loro stelle e [[Transito (astronomia)|transitano]] di frequente davanti a esse, facilitando la loro individuazione, e questo pareva indicare una chiara supremazia quantitativa di tali pianeti rispetto agli altri, a causa dell'[[effetto di selezione]].<ref>{{cita web |url=http://www.elmundo.es/blogs/elmundo/cosmos/2010/03/17/otro-planeta-extrasolar-un-jupiter.html |titolo=Otro planeta extrasolar: un Júpiter "templado" |cognome =Armentia |nome=Javier |data=17 marzo 2010 |editore=El Mundo|lingua=es}}</ref> gli strumenti di ricerca migliorarono, invertendo la tendenza; divenne quindi evidente che la prevalenza di [[Pianeta terrestre|corpi tellurici]] simili alla Terra era superiore a quella dei [[Gigante gassoso|pianeti giganti]].<ref>{{cita web |url=http://www.space.com/7916-strange-zoo-worlds.html |titolo=Out There: A Strange Zoo of Other Worlds |accesso=26 gennaio 2015 |autore= Charles Q. Choi |data=14 febbraio 2010 |lingua=en}}</ref><ref>{{cita web |url=http://www.space.com/23805-alien-super-earth-planets-discovery.html |titolo=Alien Super-Earth Planets Plentiful in Exoplanet Search|autore = Elizabeth Howell |data= 3 dicembre 2013 |editore=''Astrobiology'' |lingua=en}}</ref>
[[File:Chart of exoplanet because 5000th discovery.png|thumb|right|Mappa degli esopianeti conosciuti a marzo 2022]]
 
Nel 1999 fu scoperto il primo sistema planetario multiplo attorno a una stella di [[sequenza principale]], [[Upsilon Andromedae]], e nello stesso anno per la prima volta fu osservato un pianeta transitare davanti alla propria stella madre, [[HD 209458 b]] (Osiride). Il [[metodo del transito]] era una nuova via già proposta da alcuni anni per scoprire pianeti, ma fu con il lancio di [[telescopi spaziali]] dedicati che il numero delle scoperte aumentò considerevolmente, come l'europeo [[COROT]] e lo statunitense [[Missione Kepler|Kepler]], che lanciato nel 2011 ha analizzato oltre {{formatnum:530000}} stelle, scoprendo 2 662 pianeti, con altri candidati in attesa di conferma,<ref>{{cita web|url=https://www.nytimes.com/2018/10/30/science/nasa-kepler-exoplanet.html|titolo=Kepler, the Little NASA Spacecraft That Could, No Longer Can|editore=New York Times}}</ref> tra i quali [[Kepler-16]], il primo [[pianeta circumbinario]] scoperto, che orbita attorno a una coppia di stelle di [[sequenza principale]].
 
A marzo 2022 è stato scoperto il 5000° esopianeta. <ref>{{cita web |url=https://www.jpl.nasa.gov/news/cosmic-milestone-nasa-confirms-5000-exoplanets |titolo=Cosmic Milestone: NASA Confirms 5,000 Exoplanets|autore1=[[NASA]]|autore2=[[Jet Propulsion Laboratory|JPL]]-[[California Institute of Technology|CalTech]]|autore3= M. Russo |autore4=A. Santaguida|data= 21 marcia 2022|lingua=en}}</ref>
 
== Metodi di individuazione ==
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La caccia al gemello della Terra ha fornito candidati sempre più simili, fino a [[Ross 128 b]], [[Kepler-438 b]], [[Gliese 3323 b]] e [[TRAPPIST-1 d]], che, con un indice di somiglianza alla Terra (ESI, ''[[Earth Similarity Index]]'') rispettivamente dell'86%, 88%, 89% e 90%, a luglio 2018 erano considerati i pianeti più simili al nostro mai scoperti, anche se Kepler-438b, a causa della presenza periodica di forti tempeste stellari e dell'alta dose di radiazione luminosa ricevuta (che potrebbe aver fatto evaporare ogni eventuale oceano), potrebbe non essere abitabile nonostante l'alto ESI.<ref name=phl/>
 
Il 22 febbraio [[2017]] un gruppo di astronomi guidati da Michaël Gillon dello STAR Institute dell’[[Università di Liegi]], [[Belgio]], annuncia attraverso un comunicato dell'agenzia spaziale Americanastatunitense ([[NASA]]), la scoperta che nell'orbita della stella nana rossa ultra fredda [[TRAPPIST-1]] c'è un sistema planetario che comprende sette esopianeti rocciosi, con caratteristiche molto simili al nostro. La scoperta è stata pubblicata sulla rivista scientifica ''[[Nature]]''.<ref>{{Cita web|url=http://www.ilpost.it/2017/02/23/scoperta-esopianeti/|titolo=La scoperta dei 7 esopianeti}}</ref>
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* Alan Boss. ''L'universo affollato. Alla ricerca di pianeti abitati''. Le Scienze, 2010.
* Umberto de Angelis. Gli esopianeti, Albatros 2022
 
== Voci correlate ==
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* [[Pianeta gioviano caldo]]
* [[Pianeta nettuniano caldo]]
* [[Pianeta oceanooceanico]]
* [[Pianeta di carbonio]]
* [[Pianeta circumbinario]]
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* {{cita web|http://exoplanet.eu/catalog.php|Exoplanet.eu Lista di pianeti extrasolari}}
* {{cita web|https://planetquest.jpl.nasa.gov/index.cfm|Contatore Nasa dei pianeti extrasolari scoperti}}
* {{cita web|url=https://exoplanets.nasa.gov/ |lingua=en |titolo=Exoplanet Exploration |editore=Exoplanet Exploration Program e Jet Propulsion Laboratoy, NASA}} - sito interattivo per l'esplorazione dei pianeti extrasolari conosciuti
* {{cita web|http://www.solstation.com/habitable.htm|Stars and Habitable Systems}}
 
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=== Approfondimenti ===
* {{en}} The Extrasolar Planets Encyclopaedia di [[Jean Schneider (astronomo)|Jean Schneider]] [https://web.archive.org/web/20060216215101/http://vo.obspm.fr/exoplanetes/encyclo/catalog.php ]
* {{en}} Transiting planets di Frederic Pont [http://obswww.unige.ch/~pont/TRANSITS.htm ] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060622161406/http://obswww.unige.ch/~pont/TRANSITS.htm |date=22 giugno 2006 }}
* {{en}} IAU Working Group on Extrasolar Planets (WGESP) [http://www.dtm.ciw.edu/boss/iauindex.html] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060517204859/http://www.dtm.ciw.edu/boss/iauindex.html |data=17 maggio 2006 }}
* {{en}} Lista di pianeti confermati dalla IAU [https://web.archive.org/web/20080619062439/http://www.dtm.ciw.edu/boss/planets.html]
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* {{en}} L'annuncio della prima osservazione visuale di un pianeta extrasolare, ESO (2004) [https://web.archive.org/web/20080706172856/http://www.eso.org/outreach/press-rel/pr-2004/pr-23-04.html]
* {{en}} Andrew Collier Cameron, ''Extrasolar planets'', Physics World (January 2001). (See the [http://physicsweb.org/article/world/14/1/7/2 online version].)
*{{YouTube|autore=[[Osservatorio Europeoeuropeo Australeaustrale|ESO]]|8jwhEQCqWqE|ESO Cosmic Duologues 2020: The atmospheres of Exoplanets|accesso=20 gennaio 2021|lingua=en|data=20 luglio 2020}}
 
=== Notizie ===