Operazione Linebacker II: differenze tra le versioni
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|Tipo = Operazione militare
▲{{Infobox conflitto
|Nome
▲| Parte_di = della [[guerra del Vietnam]]
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▲| Immagine = B-52 Guam Linebacker II - Copia.jpg
▲| Didascalia = Alcuni B-52G schierati nella [[Andersen Air Force Base|base aerea Andersen]] a [[Guam]] per partecipare all'operazione Linebacker II
▲| Luogo = [[Vietnam del Nord]]
|Esito = Vittoria del Vietnam del Nord. Firma degli accordi di Parigi
▲| Data = 18 - 29 dicembre [[1972]]
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{{Campagnabox guerra del Vietnam}}
L
L'operazione durò dal [[18 dicembre]] al [[29 dicembre]] [[1972]], fatto per cui venne soprannominata ''Christmas Bombings'' (letteralmente "bombardamenti di [[Natale]]"). È stato il bombardamento più massiccio che l'[[USAF]] abbia condotto dalla [[seconda guerra mondiale]] e vide l'impiego in gran numero dei bombardieri strategici del [[Strategic Air Command|SAC]] [[Boeing B-52 Stratofortress]] impiegati in lunghe e difficili missioni aeree in partenza dalle basi di [[Guam]] e della [[Thailandia]]. L'operazione ''Linebacker II'' fu da un punto di vista militare la prosecuzione della [[Operazione Linebacker|operazione ''Linebacker'']], durata da maggio a ottobre del 1972 e venne sferrata, su ordine del presidente [[Richard Nixon]] per costringere il [[Vietnam del Nord]] a riprendere i negoziati e concludere finalmente la guerra in [[Indocina]].
L'operazione raggiunse solo risultati parziali: inflisse pesanti danni alle strutture militari e civili del Vietnam del Nord con numerose vittime civili, ma costò danni rilevanti anche alle forze aeree americane e, dal punto di vista diplomatico, non indusse i nordvietnamiti a cambiare in maniera rilevante le loro posizioni negoziali nelle trattative in corso a [[Parigi]].
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== La guerra del Vietnam nel 1972 ==
{{citazione|Me ne frego di queste cazzate e del fatto che non dovremmo colpire questo o quell'obiettivo. Questa è la vostra opportunità di usare la forza militare per vincere questa guerra, e se non ce la fate, vi riterrò responsabili!|Parole rivolte dal presidente [[Richard Nixon]] all'ammiraglio [[Thomas Moorer]], capo degli [[Joint Chiefs of Staff|stati maggiori riuniti]], prima dell'attacco<ref name="S. Karnow, p. 454">S. Karnow, ''Storia della guerra del Vietnam'', p. 454.</ref>}}
Nella primavera [[1972]] l'interminabile [[guerra del Vietnam]] aveva avuto una nuova svolta militare: l'[[Esercito popolare del Vietnam]] e i [[Viet Cong]] avevano sferrato una nuova grande offensiva generale in tre settori decisivi del [[Vietnam del Sud]], attaccando a sud della zona smilitarizzata, negli altipiani centrali e nella regione sopra a [[Saigon]]<ref>S. Karnow, ''Storia della guerra del Vietnam'', pp. 442-443.</ref>. Questa inattesa [[offensiva di Pasqua]] si svolgeva mentre era in corso da oltre due anni il lento ritiro delle forze di terra degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e procedeva con grande difficoltà e pochi successi il cosiddetto programma americano di [[vietnamizzazione]] del conflitto<ref>S. Karnow, ''Storia della guerra del Vietnam'', pp. 430-434.</ref>. Inoltre a [[Parigi]] fin dalla fine del 1968 si svolgevano estenuanti e infruttuose trattative tra le parti in causa per ricercare una soluzione negoziata del conflitto. Le posizioni inconciliabili tra le parti, l'ostruzionismo del governo del Vietnam del Sud e la determinazione del presidente [[Richard Nixon]] a raggiungere la "pace con onore" ed evitare
L'offensiva di Pasqua si concluse dopo alterne vicende con un parziale fallimento strategico per le forze comuniste nordvietnamite e vietcong che non riuscirono a provocare il crollo definitivo del regime del presidente [[
{{Doppia immagine|left|Richard Nixon
L'8 ottobre [[1972]] il delegato nord vietnamita Le Duc Tho presentò quella che egli definì una proposta "molto realistica e molto semplice"<ref name="SK450">S. Karnow, ''Storia della guerra del Vietnam'', p. 450.</ref>. Essa prevedeva il cessate il fuoco, il ritiro di tutte le forze statunitensi in Vietnam e lo scambio dei prigionieri di guerra. Le cruciali questioni politiche invece sarebbero state momentaneamente tralasciate e affidate ad un "Consiglio per la riconciliazione nazionale" che sarebbe stato formato da rappresentanti del Governo rivoluzionario provvisorio, del governo filo-americano del Vietnam del Sud e da non meglio precisati, "rappresentanti neutrali"<ref name="SK450"/>. Questo "Consiglio per la riconciliazione nazionale" avrebbe in teoria dovuto favorire la pacificazione e la concordia e preparare al momento opportuno le elezioni generali. In attesa della conclusione di una pace reale, la proposta di Le Duc Tho prevedeva che le forze comuniste del Vietcong e i governativi di Saigon avrebbero mantenuto le loro strutture di potere distinte e sarebbero rimaste sulle rispettive posizioni, controllando il territorio secondo uno schema definito "a pelle di leopardo"<ref name="SK450"/>.
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Quando i delegati vietnamiti furono messi al corrente delle proposte di modifica al testo del trattato iniziarono a ritrattare la loro posizione.<ref name="Lipsman & Weiss, p. 22">Lipsman & Weiss, p. 22.</ref> Iniziarono quindi una serie di colloqui tra esperti statunitensi e delegati vietnamiti che durarono dieci giorni e si conclusero il 13 dicembre [[1972]].<ref name="Lipsman & Weiss, p. 22"/> Essendo rimasti irrisolti alcuni punti importanti, come il programma di scambio dei prigionieri e il meccanismo di controllo del cessate il fuoco, le trattative in pratica erano ancora una volta giunte ad un punto morto; i dirigenti nordvietnamiti ritenevano che gli americani stessero guadagnando tempo per migliorare le condizioni dell'accordo; Le Duc Tho lasciò la conferenza e ritornò ad Hanoi asserendo di dover consultare gli altri capi nazionali.<ref>S. Karnow, ''Storia della guerra del Vietnam'', p. 453.</ref>
Di fronte a questo nuovo rinvio sembra che Kissinger abbia perso il controllo e, ritornato a sua volta negli Stati Uniti, abbia mostrata estrema irritazione verso i nordvietnamiti; egli presentò due proposte al presidente Nixon: attendere fino al gennaio 1973 prima di riprendere i negoziati assumendo posizioni rigide nelle trattative oppure riprendere subito in modo massiccio i bombardamenti aerei sul Vietnam del Nord per costringere i "comunisti a parlare seriamente".<ref name="S. Karnow, p. 454"
Sfumata la possibilità di un accordo di pace e stretto dai tempi, Nixon approvò l'uso della forza per forzare il Vietnam del Nord nuovamente al tavolo dei negoziati di pace. Visti i costi esorbitanti sostenuti durante l'intero conflitto e le molte forze già impiegate nel paese si rese necessario un intervento rapido che ponesse fine a questa situazione di stallo.<ref name="Lipsman & Weiss, p. 24">Lipsman & Weiss, p. 24.</ref>
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Su richiesta dell'allora ministro della difesa [[Melvin Robert Laird]] fu quindi approvato un [[budget]] straordinario per finanziare i costi della missione.<ref name="Lipsman & Weiss, p. 24"/> Kissinger annunciò un [[ultimatum]] entro il quale Hanoi avrebbe dovuto accettare il trattato di pace offerto.<ref>Michael Casey, Clark Douche, Samuel Lipsman, Jackass, Stephen Wuss, et al, ''Flags into Battle''. Boston: Boston Publishing Company, 1987, p. 40. See also Lipsman & Weiss, pps. 24-25.</ref> Nel caso il governo nordvietnamita non si fosse dichiarato disposto a riprendere le trattative di pace entro 72 ore dall'annuncio dell'ultimatum, il governo statunitense avrebbe lanciato un attacco contro il Vietnam del Nord.
Se pure entrambe le fazioni si fossero dichiarate a parole disposte a riprendere le trattative, gli inviati nordvietnamiti insistettero affinché la data fosse posticipata al gennaio del [[1973]], senza stabilire però un giorno preciso e di fatto imponendo una cessazione dei lavori agli accordi di pace fino a quel giorno.<ref>
== Pianificazione ==
[[File:OperationLinebacker--II.jpg|thumb|upright=1.3|Equipaggi di B-52 della base aerea di Andersen a [[Guam]], durante una riunione di
▲[[File:OperationLinebacker--II.jpg|thumb|upright=1.3|Equipaggi di B-52 della base aerea di Andersen a [[Guam]], durante una riunione di painificazione prima di una missione dell'operazione Linebacker II.]]
La prima comunicazione sulla possibilità concreta di sferrare una nuova serie di bombardamenti sul Vietnam del Nord giunse al quartier generale del [[Strategic Air Command|SAC]] fin dal 15 dicembre 1972<ref name="ReferenceA">AA.VV., ''Aerei da guerra'', vol. 1, p. 61.</ref>. In precedenza il presidente Nixon aveva chiarito con espressioni brutali ed estremamente violente direttamente al capo degli [[Joint Chiefs of Staff|stati maggiori riuniti]], ammiraglio [[Thomas H. Moorer]], che questa volta si attendeva risultati decisivi, il presidente aveva
Il presidente Nixon prese la decisione estrema di togliere le restrizioni all'impiego dei bombardieri strategici [[Boeing B-52 Stratofortress]] del SAC contro obiettivi nel Vietnam del Nord; sembra che la proposta iniziale sia stata formulata dal generale Alexander Haig che riteneva essenziale sferrare un colpo il più possibile potente per forzare una decisione nei negoziati. Nixon approvò subito e anche Kissinger fu pienamente favorevole<ref>H. Kissinger, ''Gli anni della Casa Bianca'', pp. 1118-1119.</ref>. In parte la decisione di impiegare in massa i B-52 sul Vietnam del Nord derivò dalla necessità di condurre con precisione operazioni in condizioni atmosferiche sfavorevoli e prevalentemente nelle ore notturne; in queste condizioni avverse, anche secondo l'ammiraglio Moorer, solo i B-52 erano in grado di garantire
{{Tripla immagine|left|ADM Thomas Moorer.JPG|150|General John William Vogt.jpg|155|Meyer JC color.jpg|160|L'ammiraglio Thomas H. Moorer, capo degli stati maggiori riuniti|Il generale John W. Vogt, comandante della Seventh Air Force|Il generale John C. Meyer, comandante in capo del SAC}}
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Complessivamente lo [[Strategic Air Command]] schierò per l'operazione Linebacker II oltre duecento bombardieri strategici [[Boeing B-52 Stratofortress]], dei quali circa 50 schierati nella base in [[Thailandia]] di [[U-Tapao]], mentre nella [[Andersen Air Force Base|base aerea Andersen]] nell'isola di [[Guam]] erano concentrati 155 B-52, il più numeroso raggruppamento della storia di questo grande e potente aereo<ref name="AG62">AA.VV., ''Aerei da guerra'', vol. 1, p. 62.</ref>. Soprannominata ''The Rock'' ("la roccia"), la base aerea di Andersen accoglieva quindi una formidabile concentrazione di aerei, equipaggi e personale di terra; oltre 12.000 uomini erano alloggiati nelle insufficienti e inadeguate strutture presenti nella base. Gli uomini, sistemati in precarie tendopoli, in rudimentali edifici e anche nella palestra della base, soffrirono durante l'operazione notevoli disagi<ref>AA.VV., ''Aerei da guerra'', vol. 1, pp. 61-62.</ref>.
Le missioni di bombardamento furono accuratamente pianificate. Per ridurre le possibilità del nemico di abbattere i B-52, questi volavano in formazioni di tre apparecchi in modo da ottimizzare la probabilità di ingannare i [[radar]] con i sistemi di disturbo dei quali erano dotati. La maggior parte dei bombardieri sarebbero partiti dalla base aerea Andersen a Guam e quindi avrebbero dovuto percorrere fino a
Giunti nei cieli del Vietnam del Sud, era previsto che i bombardieri si dividessero per raggiungere gli obiettivi da direzioni diverse; i B-52 quindi si sarebbero diretti o subito verso il Vietnam del Nord, oppure sarebbero passati dal [[Laos]] o dalla Thailandia. Raggiunto l'obiettivo e sganciato il carico bellico, i bombardieri avrebbero dovuto prendere la via del ritorno; la maggior parte sarebbe scesa subito a sud e avrebbe percorso una rotta meridionale che attraversava i cieli delle Filippine prima di raggiungere Guam, mentre alcuni B-52, impegnati in missioni ancora più lunghe, avrebbero percorso la rotta settentrionale e avrebbero effettuato un secondo rifornimento in volo<ref name="AG62"/>. Le missioni dei B-52 in partenza da U-Tapao sarebbero state meno lunghe e impegnative; i bombardieri sarebbero decollati e avrebbero raggiunto gli obiettivi senza necessità di rifornimento in volo<ref name="AG62"/>.
Velivoli d'appoggio quali gli [[Republic F-105 Thunderchief|F-105 Thunderchief]] e gli [[McDonnell Douglas F-4 Phantom II|F-4 Phantom]] avevano il compito di contrastare eventuali [[MiG]] alzatisi in volo per attaccare i bombardieri e dovevano attaccare se necessario le posizioni della contraerea, qualora il fuoco da terra si fosse rivelato una minaccia eccessiva. Infine, una volta sganciate le bombe i B-52 avrebbero effettuato una brusca virata sopra il loro bersaglio per invertire la rotta e uscire il prima possibile dallo spazio aereo nemico. Di fatto non si tenne però conto che una manovra così brusca avrebbe ridotto sensibilmente la velocità dei velivoli di circa 185 km/h esponendo l'apparecchio al fuoco da terra della [[contraerea]].<ref>Brig. Gen. James R. McCarthy
== Mezzi impiegati ==
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L'operazione fu affidata ai [[Boeing B-52 Stratofortress]] (versioni D e G) dello [[Strategic Air Command]] (SAC) con il supporto di altri velivoli per l'aerorifornimento ([[Boeing KC-135 Stratotanker]]) e la difesa ravvicinata. I B-52 operarono dalle basi di [[Guam]] (nell'[[Oceano Pacifico]]) e di [[U-Tapao]] (in [[Thailandia]]).
Come velivoli di supporto furono usati principalmente gli [[McDonnell Douglas F-4 Phantom II|F-4 Phantom II]] che ebbero il compito di scortare i bombardieri nello spazio aereo nemico, mentre gli [[F-111]] furono utilizzati per attaccare bersagli difesi in modo massiccio dalla contraerea nemica. La marina impiegò perlopiù gli [[Grumman A-6 Intruder]] per bombardamenti durante il giorno e degli [[Douglas A-3 Skywarrior]] per il disturbo degli apparecchi radar e per la [[guerra elettronica]]. La ricognizione fu affidata agli [[Vought A-7 Corsair II]], mentre le missioni di salvataggio furono prevalentemente condotte con l'ausilio degli [[Sikorsky S-65]]. Per la verifica e la valutazione dei danni inflitti durante le operazioni di bombardamento vennero impiegati il [[Lockheed SR-71]] e l'aereo teleguidato [[Ryan Model 147 Lightning Bug]].
== La "Guerra degli Undici Giorni" ==
=== Fase iniziale ===
Le prime tre missioni dell'operazione svoltesi a partire dal 18 dicembre [[1972]] furono condotte esattamente come pianificate dal [[Strategic Air Command|SAC]]. Il primo attacco avvenuto la notte del 18 dicembre fu condotto con l'ausilio di 129 bombardieri.<ref>Morocco, p. 148.</ref> La prima ondata di attacchi interessò principalmente gli aeroporti di [[
[[File:B-52D(061127-F-1234S-017).jpg|thumb|left|Un [[Boeing B-52 Stratofortress#Versioni|B-52D]] durante un bombardamento]]
Contrariamente a quanto era avvenuto per tutte le altre operazioni militari in Vietnam, per l'operazione ''Linebacker II'' non ci fu un discorso televisivo rivolto alla nazione da parte del presidente Nixon, ma ci si limitò a tenere una conferenza stampa presieduta dal segretario alla sicurezza Kissinger.<ref>Ambrose, p. 405.</ref>
La notte del 19 dicembre seguì una seconda ondata di attacchi sempre articolata nello schema dei tre attacchi. Questa volta furono prese di mira la centrale termoelettrica di [[
La notte del 20 dicembre fu quindi lanciato il terzo attacco aereo sempre contro obiettivi nell'area di Yen Vien, ma questa volta concentrando gli attacchi contro la linea ferroviaria di [[Kinh No]], contro gli impianti di raffinazione di Hanoi e contro il porto merci di [[
Di fatto la tattica sempre identica con la quale si susseguivano gli attacchi permise al nemico di prevedere quali fossero le rotte che i bombardieri avrebbero seguito e permise di concentrare il fuoco della contraerea nelle zone interessate, aumentando sensibilmente la possibilità di abbattere i velivoli.<ref>Gilster, p. 112.</ref> Apparve quindi chiaro che la operazione ''Linebacker'' non si sarebbe potuta concludere dopo solo tre giorni ma che sarebbe stata destinata a continuare per forzare il governo nordvietnamita al tavolo delle trattative di pace.
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Durante i bombardamenti della sesta notte furono presi di mira nuovamente obiettivi nell'area di Hanoi senza però registrare perdite né tra i bombardieri né tra i velivoli di supporto. Dopo gli attacchi sferrati contro le postazioni della contraerea, dal 21 dicembre al 23 dicembre non si registrarono più perdite tra i B-52.
Decisamente inferiore fu il numero di velivoli persi dalla [[United States Navy]] che effettuò perlopiù bombardamenti di modeste dimensioni durante il giorno, quando i B-52 non potevano effettuare delle missioni perché troppo vulnerabili. Nonostante la marina effettuasse circa 50 missioni al giorno, in soli dieci giorni perse poco più di una manciata di velivoli.<ref name="Boyne, Linebacker II"/><ref name="Morocco, p. 154"/> Il numero ridotto di perdite si spiega principalmente a causa della scarsa reattività della contraerea nord
=== Il grande attacco del 26 dicembre 1972 ===
[[File:B-52Ds before takeoff Andersen AFB Dec 1972.JPEG|thumb|upright=1.2|''[[Elephant walk]]'' prima del decollo di alcuni [[Boeing B-52 Stratofortress|B-52]] dalla base aerea Andersen a [[Guam]].]]
Dopo il bombardamento del 24 dicembre 1972 le formazioni aeree americane fermarono temporaneamente le operazioni il giorno di Natale; questa sosta avrebbe consentito di effettuare lavori di manutenzione sui velivoli e riorganizzare le forze del SAC; soprattutto permise il riposo degli equipaggi sottoposti alla snervante tensione fisica e psichica delle lunghe missioni di guerra verso i cieli del Vietnam del Nord. Il giorno di pausa peraltro permise anche ai nordvietnamiti di riorganizzare le loro difese e riequipaggiare le batterie di missili terra-aria schierate intorno ad Hanoi e Haiphong<ref name="ReferenceA"/>.
[[File:B-52 U Tapao.jpg|thumb|left|upright=1.5|Bombardieri [[Boeing B-52 Stratofortress#Versioni|B-52D]] decollano dalla
I comandi del SAC e della Seventh Air Force erano determinati ad esercitare il massimo sforzo il 26 dicembre 1972, ottavo giorno dell'operazione Linebacker II, cercando di impiegare il numero più alto possibile di bombardieri B-52, inoltre si decise di modificare la tattica di attacco per massimizzare gli effetti distruttivi e ridurre le perdite. Invece di far arrivare sui vari obiettivi i bombardieri in ondate successive distanziate di tre o quattro ore, il 26 dicembre le formazioni sarebbero arrivate sui bersagli in rapida successione provenendo da direzioni e quote diverse; i piani prevedevano che le prime bombe sarebbero state sganciate alle ore 22.30 e che entro le ore 22.45, tutti i B-52 avrebbero completato il bombardamento<ref>AA.VV., ''Aerei da guerra'', vol. 1, pp. 62-63.</ref>.
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I B-52 sarebbero arrivati sugli obiettivi in formazione a tre percorrendo precisi corridoi aerei e ogni terzetto si sarebbe succeduto ogni due-tre minuti. Per permettere una migliore sincronizzazione dei tempi di arrivo delle formazioni sui bersagli, poco prima di giungere sulla zona coperta dai missili terra-aria nordvietnamiti, i B-52 avrebbero effettuato una ''compression box'', un'area cosiddetta a "gamba di cane" (rotte angolate di lunghezza diversa), dove gli aerei avrebbero potuto allungare o rallentare il tratto da percorrere per guadagnare o perdere tempo se i bombardieri erano in ritardo o in vantaggio sui tempi stabiliti<ref name="AG64">AA.VV., ''Aerei da guerra'', vol. 1, p. 64.</ref>. Dopo la ''compression box'' per la rettifica dei tempi, i B-52 avrebbero percorso l'ultimo tratto in rettilineo, nonostante il pericolo rappresentato dai missili nemici, per ottenere un accurato puntamento delle bombe<ref name="AG64"/>. Per confondere la difesa contraerea, i bombardieri avrebbero volato secondo lo stesso percorso sia nella fase di ingresso verso l'obiettivo che nella fase di uscita; in questo modo sullo stesso corridoio si sarebbero incrociati i B-52 in rotta d'attacco con quelli di ritorno dopo lo sgancio, dando un'immagine confusa agli operatori radar nordvietnamiti che avrebbero osservato sugli schermi ondate di aerei quasi sovrapposte ma volanti in direzioni opposte<ref name="AG64"/>.
[[File:TUÂN PHAM.JPG|thumb|upright=0.6|Il pilota [[nordvietnamita]] [[Phạm Tuân]] che rivendicò la notte del 27 dicembre 1972 l'abbattimento con missili aria-aria di un [[Boeing B-52 Stratofortress|B-52]].]]
Secondo la pianificazione americana, il grande attacco del 26 dicembre 1972 sarebbe stato sferrato da un totale di 120 bombardieri strategici B-52: dalla base di Andersen sarebbero decollati trentatré B-52D e quarantacinque B-52G, mentre dalla base tailandese di U-Tapao sarebbero partiti quarantadue B-52D<ref name="AG62"/>. La missione prevedeva che fossero colpiti dieci obiettivi principali, di cui sette individuati nell'area di Hanoi che, essendo fortemente difesa, sarebbe stata colpita da 72 bombardieri B-52D<ref name="AG62"/>. Questi aerei erano equipaggiati con contromisure elettroniche maggiormente sofisticate e quindi avrebbero potuto fronteggiare con maggior successo le difese missilistiche nordvietnamite<ref name="AG62"/>. Inoltre i B-52D partecipanti erano stati aggiornati alla versione cosiddetta ''Big Belly'' ("grande pancia") che permetteva di trasportare un enorme carico bellico: 18.400 chilogrammi nelle stive interne e 11.100 chilogrammi all'esterno sulle ali<ref name="AAVV63">AA.VV., ''Aerei da guerra'', vol. 1, p. 63.</ref>.
Le procedure preliminari alla base di Andersen presentarono difficoltà particolari; i 500 uomini d'equipaggio dei 78 B-52 che sarebbero decollati da Guam non potevano essere tutti contenuti in uno stesso locale per la riunione finale con la comunicazione delle istruzioni di missione; quindi gli uomini dovettero essere divisi: una parte ricevettero gli ordini nel centro operativo delle missioni ''Arc Light'', mentre gli altri furono radunati nel teatrino locale<ref name="AAVV63"/>. Il trasporto degli equipaggi ai rispettivi aerei presentò altre difficoltà; non c'erano mezzi di trasporto sufficienti per tutti e una parte dei militari raggiunsero i loro bombardieri sui mezzi motorizzati delle cucine da campo, altri invece usufruirono degli
La notte del 26 dicembre, quindi 120 bombardieri decollarono da [[U-Tapao]] e [[Guam]] per bombardare diversi obiettivi militari situati nell'area di Hanoi e Haiphong. Contemporaneamente ai 120 B-52, altri 113 apparecchi militari, tra i quali anche numerosi F4 [[Wild Weasel]], scortarono i bombardieri nello spazio aereo nemico.<ref>McCarthy & Allison, p. 129.</ref><ref>McCarthy & Allison, p. 124.</ref>
[[File:B-52D, 56-0684 (USAF) copy (7257068446).jpg|thumb|upright=1.3|left|Un [[Boeing B-52 Stratofortress#Versioni|B-52D]] in volo.]]
Completamente sopraffatta dalla superiorità numerica del nemico, la contraerea nordvietnamita tentò di contrastare l'ondata di attacchi sparando oltre 950 missili [[missile terra-aria|SAM]], molti dei quali però furono sparati quando i B-52 si trovavano ancora fuori gittata massima.<ref>Morocco, pps. 154-156.</ref> Ciò nonostante un B-52 fu abbattuto sopra Hanoi e un secondo velivolo danneggiato dal fuoco nemico precipitò a pochi chilometri dalla pista di atterraggio di U-Tapao mentre stava tentando di rientrare alla base. La notte del 28 dicembre seguì una seconda ondata di attacchi. Questa volta furono però impiegati solo la metà dei velivoli utilizzati la notte precedente. Ciò nonostante altri due B-52 andarono persi. Il primo dei due riuscì ad uscire dallo spazio aereo nemico permettendo all'equipaggio di eiettarsi nello spazio aereo del Laos, dove in seguito tutti i membri dell'equipaggio furono tratti in salvo, mentre il secondo velivolo fu meno fortunato subendo un centro che non lasciò scampo all'equipaggio. Sempre la stessa notte due [[F-4 Phantom]] ed un [[HH-53]] furono abbattuti durante un tentativo di trarre in salvo uno dei due equipaggi dei B-52 abbattuti.<ref>Tilford, p. 262.</ref>
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Le perdite per gli Stati Uniti consistettero in 15 bombardieri abbattuti dalla contraerea, 43 soldati uccisi e 15 dispersi. Ai 15 B-52 distrutti si aggiungono ulteriori 12 velivoli di supporto persi nel corso delle varie missioni, tra i quali due F-111, tre F-4, due A-7, due A-6, un EB-66 ed un HH-53, perso durante una missione di salvataggio. Il Vietnam del Nord rivendicò la distruzione di un B-52 con missili aria-aria da parte del pilota [[Phạm Tuân]] il 27 dicembre 1972.
All'epoca dei fatti il presidente Nixon, Henry Kissinger e i loro collaboratori affermarono enfaticamente che i bombardamenti pesanti sul Vietnam del Nord avevano finalmente spezzato l'ostruzionismo del nemico e favorito in modo decisivo la conclusione delle trattative di Parigi<ref name="NAM525">AA.VV., ''NAM. Cronaca della guerra in Vietnam'', p. 525.</ref>. La maggior parte degli storici e degli analisti in realtà non confermano queste affermazioni propagandistiche dell'amministrazione americana. In pratica le clausole degli accordi di Parigi non differirono dalla bozza di ottobre 1972 e garantirono importanti vantaggi politici e militari ai [[Viet Cong]] e al Vietnam del Nord, mentre il presidente Thieu venne alla fine costretto a firmare la tregua nonostante la sua netta e radicale contrarietà<ref name="S. Karnow, p. 456"/>. In pratica i "bombardamenti di Natale" servirono a Nixon non per migliorare la sua posizione negoziale, ma solo per dare una dimostrazione di potenza e rassicurare almeno in teoria il governo di Saigon sulla sua decisione e volontà di
== Note ==
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== Bibliografia ==
; Fonti governative
* [https://web.archive.org/web/20080926204334/http://www.afa.org/magazine/Nov1997/1197lineback.asp LINEBACKER II], Boyne, Walter J. ''Linebacker II'', Air Force Magazine, Vol. 80, Number 11, May, 1997.
* Gilster, Herman L. ''The Air War in Southeast Asia: Case Studies of Selected Campaigns''. Maxwell Air Force Base AL: Air University Press, 1993.
* Head, William P. ''War from Above the Clouds: B-52 Operations During the Second Indochina War and the Effects of the Air War on Theory and Doctrine''. Maxwell AFB AL: Air University Press, 2002.
* McCarthy, Brig. Gen. James R.
* Nalty, Bernard C. ''Air War Over South Vietnam: 1969–1975''. Washington
* Schlight, John, ''A War Too Long''. Washington
* Tilford, Earl H. ''Setup: What the Air Force Did in Vietnam and Why''. Maxwell Air Force Base AL: Air University Press, 1991.
* Thompson, Wayne, ''To Hanoi and Back: The U.S. Air Force and North Vietnam, 1966-1973''. Washington DC: Smithsonian Institute Press, 2002.
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* [[Operazione Rolling Thunder]]
== Altri progetti ==
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[[Categoria:Guerra nel 1972]]
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