Nicola Galante: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Aethelfirth (discussione | contributi)
 
(4 versioni intermedie di 4 utenti non mostrate)
Riga 12:
|Attività = pittore
|Attività2 = incisore
|Nazionalità = italiano
}}
 
==Biografia==
Figlio di Luigi, falegname, e di Rosa Raiani, studiò ebanisteria alla scuola di arti e mestieri di Chieti e nel 1907 si trasferì a Torino, dove aprì un'attività da artigiano.
 
Nel 1910, su ''L'Artista moderno'', foglio di arti decorative, pubblicò progetti di arredi. Conobbe il disegnatore tedesco K. Seidel, che lo introdusse all'ambiente de ''La Voce'' e gli presentò [[Ardengo Soffici|Soffici]]. Gli chiese di illustrare il suo libro ''Torino mia. Impressioni di uno straniero'' (Torino, 1912) con dodici xilografie: una proposta di rinnovamento artistico del libro. Seidel nel 1913 si suicidò.
Riga 28:
===La pittura e i ''Sei di Torino''===
Nel 1922 Galante scopre la pittura, dove cerca l'essenza di ciò che vede; nelle sue xilografie le masse perdono le sezioni cubiste e gli scuri sono più netti. In pittura si ispira ai macchiaioli toscani, a Cézanne, a [[Georges Braque]], in genere al paesaggio postimpressionista.
Alla Quadriennale della [[Società promotrice di belle arti (Torino)|Promotrice torinese]], nel 1923, nella sala ordinata da [[Felice Casorati]] Galante è insieme ai giovani torinesi G. Chessa, [[Francesco Menzio]] e [[Carlo Levi]]. Casorati inserì dunque Galante nella proposta di rinnovamento dell'arte torinese, accogliendolo nelle mostre 1926 e 1927 della Società degli amici dell'arte ''Antonio Fontanesi''. Nel 1927 fu inserito nelle due prime
esposizioni fiorentine del gruppo del ''Selvaggio''. Sul frontespizio del ''Gusto dei primitivi'' (1926), [[Lionello Venturi]] mise ''Il seminatore'', inciso come ''ex libris'' da Galante.
 
Riga 61:
|accesso = 18 agosto 2017
}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Controllo di autorità}}