Quarta coalizione: differenze tra le versioni
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|Tipo = Guerra
|Nome del conflitto = Guerra della quarta coalizione
|Parte_di = delle [[guerre napoleoniche]]
|Immagine = Charles Meynier - Napoleon in Berlin.png
|Didascalia = [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] entra a [[Berlino]] (27 ottobre [[1806]])
|Luogo = [[Germania]], [[Polonia]], [[Russia]]
|Data = 7 ottobre [[1806]] - 9 luglio [[1807]]
|Esito = Vittoria francese<br />firma dei [[Trattati di Tilsit]]
|Schieramento1 = {{FRA 1IMPERO}}<br /> {{Bandiera|NLD}} [[Regno d'Olanda]]<br />[[File:Flag of the Kingdom of Naples (1806).gif|20px|border]] [[Regno di Napoli (1806-1815)|Regno di Napoli]]<br />[[File:Flag of the Napoleonic Kingdom of Italy.svg
* [[File:Flag of Bavaria (striped).svg|20px|border]] [[Regno di Baviera|Baviera]]
* [[File:Flagge Königreich Württemberg.svg|border|20px]] [[Regno di Württemberg|Württemberg]]
* [[File:Flagge Großherzogtum Baden (1891-1918).svg|border|20px]] [[Granducato di Baden|Baden]]
* [[File:Flag of Electoral Saxony.svg|20px|border]] [[Principato Elettorale di Sassonia|Sassonia]] <small>(
|Schieramento2 = {{GBR}}<br />[[File:Flag of the Kingdom of Prussia (1803-1892).svg
|Comandante1 = {{Bandiera|FRA}} [[Napoleone I]]<br />{{Bandiera|FRA}} [[Guillaume Marie Anne Brune|Guillaume Brune]]<br />{{Bandiera|NLD}} [[Luigi Bonaparte]]<br />[[File:Flag of the Napoleonic Kingdom of Italy.svg|20px|border]] [[Eugenio di Beauharnais]]
|Comandante2 = [[File:Flag of the Kingdom of Prussia (1803-1892).svg|border|20px]] [[Federico Guglielmo III]] <br />[[File:Flag of the Kingdom of Prussia (1803-1892).svg|border|20px]] [[Carlo Guglielmo Ferdinando di Brunswick-Wolfenbüttel|Duca di Brunswick]] †<br />[[File:Flag of the Kingdom of Prussia (1803-1892).svg
|Effettivi1 = 200.000 soldati (ottobre 1806)<ref>
|Effettivi2 = 171.000 prussiani<ref>
|Perdite1 = dati non disponibili
|Perdite2 = prussiani: 25.000 morti e feriti; 140.000 prigionieri<ref>
}}
{{Campagnabox Guerre napoleoniche}}
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{{Campagnabox Guerra Polacco-Svedese}}
La '''quarta coalizione''' fu un'alleanza costituita nell'agosto del 1806 tra [[Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda|Regno Unito]], [[Prussia]], [[Impero russo]], [[Svezia]], [[Principato Elettorale di Sassonia|Sassonia]] e [[Regno di Sicilia]] per contrastare la [[Primo Impero francese|Francia imperiale]] di [[Napoleone Bonaparte]] e le sue nazioni satelliti; l'alleanza venne costituita principalmente per la decisione della Prussia di ostacolare il predominio della Francia in [[Confederazione del Reno|Germania]], conseguito dopo la sua vittoria nella [[Terza coalizione|guerra della terza coalizione]], trovando in questo subito l'appoggio della Gran Bretagna (ininterrottamente in guerra contro i francesi fin dalla rottura della [[Trattato di Amiens (1802)|pace di Amiens]] nel 1803) e dell'Impero
Dopo l'entrata delle forze prussiane in Sassonia, le ostilità tra la Francia e la coalizione iniziarono nell'ottobre del 1806: l'esercito prussiano, senza attendere l'arrivo dei russi, avanzò in modo confuso e disperso e Napoleone poté prendere l'offensiva con una brillante manovra strategica e vincere entro pochi giorni la [[battaglia di Jena]] il 14 ottobre 1806. La contemporanea vittoria nella [[
La coalizione si dissolse con la sottoscrizione della [[pace di Tilsit]] (7-9 luglio 1807): Napoleone e lo [[zar]] [[Alessandro I di Russia|Alessandro I]] riuscirono a raggiungere un accordo per la definizione delle rispettive sfere di influenza, stabilendo un'alleanza tra Francia e Russia che sarebbe durata ufficialmente fino al 1810; la Prussia invece subì le conseguenze della sconfitta,
== Costituzione della Quarta coalizione ==
=== Disgregazione della
{{Vedi anche|Terza coalizione}}
La [[
Il 2 dicembre si combatté ad Austerlitz e la Prussia quindi dovette affrettarsi a sua volta a trattare con il vincitore. Il 15 dicembre Napoleone trattò bruscamente l'inviato Haugwitz e impose la conclusione del [[trattato di Schönbrunn]] che assegnava l'[[Hannover]] alla Prussia in cambio di un'alleanza con la Francia. Napoleone poté quindi organizzare l'Europa centro-meridionale secondo i suoi progetti e creare la struttura del cosiddetto "Grande Impero"<ref>
L'Austria venne estromessa dalla Germania e il 6 agosto 1806 Francesco II abdicò dal suo titolo di [[imperatore del Sacro Romano Impero]] e mantenne solo il titolo di imperatore d'Austria. Nei [[Paesi Bassi]] Napoleone impose con facilità un trattato di alleanza e impose la trasformazione della [[Repubblica
Ma presto la situazione dei francesi divenne difficile: i russi occuparono [[Corfù]], mentre in [[Calabria]] si scatenò una violenta guerriglia popolare ispirata dal partito reazionario borbonico-clericale, i britannici dalla Sicilia sbarcarono un corpo di spedizione di 6.000 uomini al comando del generale [[John Stuart, Conte di Maida|John Stuart]] nel [[Golfo di Sant'Eufemia]] il 1º luglio 1806 e poterono stabilirsi solidamente a [[Reggio Calabria]] dopo aver respinto in francesi nella [[battaglia di Maida]]; oltre 40.000 soldati al comando del maresciallo
=== Entrata in guerra della Prussia ===
[[File:Alexander Pavlovich coloured drawing.png|thumb|upright=0.6|Lo zar [[Alessandro I di Russia
L'espansione napoleonica rendeva molto difficile arrivare
In realtà Napoleone cercava di approfittare di queste trattative per mettere in difficoltà la Gran Bretagna e creare un'alleanza continentale; le trattative con Lord Yarmouth furono interrotte e dopo l'arrivo in Francia il 6 luglio dell'inviato dello zar, d'Oubril venne ingannato con allettanti proposte di spartizione dell'Impero Ottomano; il 20 luglio egli firmò un accordo svantaggioso con Napoleone che prevedeva per la Russia l'abbandono di Cattaro a favore della Francia pur confermando il possesso delle [[isole Jonie]] e la libera navigazione negli stretti del [[Bosforo]]. La Russia avrebbe dovuto riconoscere il dominio francese in Germania e Italia, anche se la Grande Armée sarebbe stata ritirata dal territorio tedesco<ref>
Ma in Russia Alessandro cambiò rapidamente i suoi programmi; Czartoryski venne momentaneamente allontanato e sostituito dal tedesco baltico [[Andrej Jakovlevič von Budberg|Andrej von Budberg]], molto favorevole ad un'alleanza russo-prussiana in funzione antifrancese; l'aristocrazia russa rimaneva accesamente antirivoluzionaria e filo-inglese e lo zar non firmò il trattato concordato da d'Oubril. La Gran Bretagna, informata dei cambiamenti in corso in Russia e dei segni di irritazione della Prussia, modificò a sua volta le sue posizioni, le proposte di Yarmouth, considerate dal ministro degli esteri Fox troppo favorevoli alla Francia, vennero ritirate e venne inviato a Parigi [[James Maitland
[[File:FWIII.jpg|thumb|left|upright=0.6|Il [[re di Prussia]] [[Federico Guglielmo III di Prussia|Federico Guglielmo III]].]]
Le trattative con l'inviato Haugwitz tuttavia ebbero un andamento burrascoso; l'imperatore rifiutò nettamente le richieste prussiane di conservare, oltre all'Hannover, anche [[Neu-Anspach|Anspach]] e le [[Hansa|città anseatiche]]; Napoleone impose invece un trattato più sfavorevole alla Prussia. Il 15 febbraio 1806 l'accordo imposto a Haugwitz stabilì che la Prussia doveva occupare subito l'Hannover nonostante l'ostilità britannica, chiudere i porti baltici al commercio inglese e cedere Anspach, [[Neuchâtel]] e parte del [[Ducato di Kleve]]<ref>
Anche politici come [[Karl August von Hardenberg|Karl von Hardenberg]] e [[Heinrich Friedrich Karl von Stein|Heinrich von Stein]] premevano sull'esitante sovrano per favorire una svolta antifrancese e per entrare in un'alleanza offensiva con Russia e Gran Bretagna; anche gli ambienti economici e commerciali erano in agitazione a causa del blocco britannico dei porti baltici che riduceva i loro guadagni<ref>
Federico Guglielmo infine si decise e il 9 agosto mobilitò l'esercito; una violenta ondata di nazionalismo prussiano si stava diffondendo tra i militari, le truppe e la popolazione; il 6 settembre Alessandro venne informato della intenzione prussiana di entrare in guerra e quindi egli, rassicurato dalla scelta di Federico Guglielmo, rifiutò di ratificare l'accordo concluso da d'Oubril e iniziò a radunare, nonostante le difficoltà sorte con l'Impero Ottomano sul Danubio, truppe per entrare in [[Polonia]] in aiuto dei prussiani. Si stava organizzando una Quarta coalizione antifrancese; la Prussia preparava un ''ultimatum'' per richiedere il ritiro dei francesi a ovest del Reno; la Gran Bretagna, resa più sicura dalle decisioni di Russia e Prussia e dal successo di [[Buenos Aires]], presentò le sue richieste finali a Napoleone il 26 settembre, tra cui l'assegnazione della Dalmazia a Ferdinando di Borbone. Ma l'imperatore non intendeva continuare le trattative e Lord Lauderdale lasciò Parigi il 9 ottobre; a quella data Napoleone era già alla testa delle sue truppe in Germania, dove il 7 ottobre aveva ricevuto l{{'}}''ultimatum'' prussiano<ref name="G.Lefebvre, pp. 259-260">
== Le forze in campo ==
=== La Grande Armée ===
{{vedi anche|Grande Armata}}
La [[Grande Armée]] nel 1806 aveva raggiunto il suo apogeo; nonostante le carenze organizzative e materiali e la povertà di mezzi causate da un sistema di intendenza e di forniture molto inefficiente, questo esercito, sorto dalla fusione dei migliori elementi delle armate rivoluzionarie, era il più forte del mondo. I soldati, mediocremente riforniti, refrattari alla disciplina, spesso dediti al saccheggio, erano tuttavia esperti, agguerriti e convinti della propria superiorità di cittadini della "Grande nazione" di fronte agli eserciti "mercenari" delle monarchie. Gli ufficiali e i sottufficiali, provenienti dai ranghi inferiori, erano desiderosi del combattimento e molto coraggiosi, aspirando all'elevazione sociale e materiale consentita dalla promozione per merito<ref>
[[File:FusGren-FusChass.jpg|thumb|Uniformi della fanteria della [[Grande Armata]] nel periodo 1807-1815.]]
Napoleone aveva migliorato la capacità di impiego operativo dell'esercito attraverso l'organizzazione dei corpi d'armata, grandi formazioni costituite da 2-4 divisioni che permettevano la grande flessibilità della strategia napoleonica. Comandati dai suoi generali, quasi tutti elevati al rango di [[maresciallo di Francia]] dopo le precedenti vittorie, questi corpi d'armata consentivano all'imperatore di dominare grandi spazi con la sua tecnica di marcia separata ma coordinata, prima del concentramento generale, al momento e nel punto giusto, per sferrare l'attacco decisivo. La potenza della strategia napoleonica si fondava sulle grandi capacità intellettuali dell'imperatore che pianificava e organizzava personalmente in tutti i dettagli le operazioni; i suoi marescialli, giovani, aggressivi e pronti a portarsi sulla linea del fuoco, erano valenti esecutori ma dipendevano completamente dal loro capo per le scelte operative<ref>
Sul campo di battaglia la fanteria francese adottava in teoria l{{'}}''ordre mixte'' con un battaglione spiegato in linea ed altri due battaglioni sui lati schierati in colonne; in pratica in realtà i soldati di Napoleone impegnavano il combattimento, secondo la tradizione delle armate rivoluzionarie, con uno schieramento avanzato di fanteria leggera che, in ordine sparso, disgregava con il tiro le linee avversarie; quindi il resto del reggimento con la fanteria di linea passava all'attacco finale in colonne profonde. La cavalleria francese, riorganizzata dall'imperatore in grandi corpi di riserva e guidata da capi famosi, disponeva di notevole forza d'urto ed era in grado di condurre con successo l'inseguimento del nemico<ref>
=== L'esercito prussiano ===
L'[[esercito prussiano]] godeva ancora di grande fama in Europa; dopo essersi ritirato dalle [[guerre rivoluzionarie francesi|guerre rivoluzionarie]] nel [[1795]] non aveva più partecipato alla guerra sul continente e manteneva l'elevata reputazione di efficienza e disciplina ottenuta durante le guerre di [[Federico il Grande]]. Elementi fondamentali dell'esercito erano la casta degli ufficiali ''Junker'', il reclutamento dei contadini ed il sistema del ''drill'' che addestrava i soldati alla rigida disciplina, alla esecuzione passiva degli ordini ed al combattimento secondo le tattiche settecentesche in ordine lineare allo scoperto, seguendo procedure meccanicamente ripetute<ref>
[[File:Carl Wilhelm Ferdinand von Braunschweig.jpg|thumb|upright=0.5|Il [[Carlo Guglielmo Ferdinando di Brunswick-Wolfenbüttel|duca di Brunswick]], comandante nominale dell'esercito prussiano.]]
[[File:Knötel I, 14.jpg|thumb|left|upright=0.6|Soldati di fanteria prussiani nel 1807.]]
In realtà, secondo la celebre espressione di [[Karl von Clausewitz]]<ref>"Dietro la bella facciata c'era solo muffa", in
La cavalleria prussiana, dotata di ottime cavalcature, era ancora agguerrita, in particolare i reparti di [[ussari della morte|ussari]] e la prestigiosa ''Garde du Corps''; il parco d'artiglieria invece era scadente; i cannoni, assegnati a livello di reggimenti e brigate, e non erano in grado di fornire un fuoco massiccio e concentrato. Questo esercito quindi, nonostante l'impressione esterna di forza, era molto inferiore alla Grande Armata, mancando inoltre di esperienza di guerra. I soldati, trasformati dalla disciplina draconiana in automi, furono sconcertati dalla tattiche dei francesi, disprezzati come plebaglia atea e invece dimostratesi aggressivi e pericolosi<ref>
Un'altra grave carenza dell'esercito prussiano era costituita dalle strutture di comando; gli ufficiali erano in maggioranza poco preparati, mentre la direzione superiore era formata da una serie di generali anziani (il [[Carlo Guglielmo Ferdinando di Brunswick-Wolfenbüttel|Duca di
=== L'esercito russo ===
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Il principale punto di forza degli eserciti dello zar, che sarebbero intervenuti nella seconda parte della guerra, era costituito dalle qualità dei suoi soldati; reclutati tra i poveri contadini, privi di istruzione e scarsamente equipaggiati e vettovagliati, questi soldati si confermarono però, anche nelle guerre napoleoniche, combattenti solidi, tenaci, in grado di mantenere la coesione sotto il fuoco, difficili da demoralizzare, frugali e resistenti alle fatiche del terreno e del clima. Anche la cavalleria russa, in particolare i reparti dei temuti [[cosacchi]], e l'artiglieria, molto numerosa, fornita di materiale moderno e servita da artiglieri addestrati, si sarebbero dimostrate molto valide sul campo di battaglia<ref name="D.Chandler, p. 635"/>.
Dal punto di vista organizzativo e logistico invece l'esercito russo mostrava gravi carenze; i reparti non erano ancora organizzati in corpi d'armata ma erano suddivisi in diciotto grandi "divisioni", strutture organiche ingombranti e poco mobili costituite ognuna da diciotto battaglioni, venti squadroni e ottantadue cannoni. Per la guerra della quarta coalizione, il comando supremo russo avrebbe assegnato otto di queste cosiddette divisioni al fronte occidentale contro la Francia, mentre cinque divisioni furono impegnate contro l'Impero Ottomano e quattro, oltre alla divisione della Guardia imperiale rimasta inizialmente a [[San Pietroburgo]], rimasero di riserva in patria<ref>
Un grande punto debole delle armate russo era la struttura logistica primitiva e la conseguente incapacità di equipaggiare e nutrire convenientemente le truppe, che quindi erano ridotte ad utilizzare le risorse locali, devastando i territori di stanziamento. Anche il corpo ufficiali e lo stato maggiore generale erano, nel 1806-1807, largamente insufficienti; gli ufficiali inferiori erano valorosi e combattivi ma spesso poco preparati tecnicamente, mentre tra gli ufficiali superiori l'esercito russo contava ancora molto su generali di provenienza straniera, principalmente tedesca; dopo il temporaneo ritiro del generale [[Michail Kutuzov]], il comando supremo sul fronte polacco sarebbe stato inizialmente esercitato dall'anziano generale [[Michail Fedotovič Kamenskij]]<ref>
== Operazioni militari ==
=== Marcia della Grande Armata contro la Prussia ===
L'esercito prussiano avrebbe potuto evitare un confronto diretto contro la Grande Armata schierandosi lungo la linea dell'[[Elba (fiume)|Elba]] e attendendo l'arrivo dell'armata russa promessa dallo zar Alessandro; in realtà i comandanti prussiani erano pienamente fiduciosi sulle capacità delle loro forze di affrontare i francesi e, sospinti anche da
[[File:Napoleon the first.jpg|thumb|left|upright=0.7|L'imperatore dei francesi [[Napoleone Bonaparte]].]]
L'esercito prussiano avanzò in [[Turingia]] frazionato in tre raggruppamenti separati con scarsi collegamenti; il [[Carlo Guglielmo Ferdinando di Brunswick-Wolfenbüttel|Duca di Brunswick]] guidava l'armata principale di 63.000 uomini, mentre il [[Federico Luigi di Hohenlohe-Ingelfingen|principe di Hohenlohe]] comandava un'armata di 50.000 soldati che entrò in Sassonia dove accorpò un contingente sassone; infine il generale [[Ernst von Rüchel]] marciava dall'Hannover con una terza armata di 30.000 uomini. Le manovre prussiane divennero ben presto confuse a causa di contrasti tra i capi e di incertezze sulla strategia da adottare. Mentre il Duca di Brunswick, comandante in capo nominale, avrebbe voluto organizzare una manovra verso il [[Meno (fiume)|Meno]] per aggirare il fianco destro francese, il principe di Hohenlohe, comandante della seconda armata prussiana, propose un'avanzata frontale attraversando in massa il [[Frankenwald]]. Per alcuni giorni
[[File:Frankenwald3.jpg|thumb|L'avanzata della [[Grande Armata]], con la formazione del ''bataillon carré'', attraverso il [[Frankenwald]].]]
Napoleone giunse a [[Bamberga]] il 5 ottobre per assumere il comando della Grande Armata; le sue prime disposizioni erano state diramate il 19 settembre ma non erano ancora state completamente eseguite al suo arrivo, egli quindi sostituì l'intendente generale Villemanzy con Daru, e si affrettò ad organizzare la concentrazione dei suoi corpi. La campagna fu improvvisata con scarsi mezzi, e, come nel 1805, le truppe partirono con vettovagliamento insufficiente e con gravi carenze di materiali ed equipaggiamenti, ma, sotto la guida dell'imperatore, diedero una nuova dimostrazione di rapidità di marcia, di coesione e di combattività<ref name="G.Lefebvre, pp. 259-260"/>. Napoleone lasciò schierati a protezione della linea del [[Reno]] le truppe olandesi del fratello [[Luigi Bonaparte|Luigi]] e il corpo del maresciallo Mortier, mentre egli raggruppò, dopo il 25 settembre, la sua massa di manovra nell'area di [[Norimberga]]; la Grande Armata era costituita da circa 130.000 soldati, organizzati in sei corpi d'armata, la Guardia imperiale e la riserva di cavalleria del maresciallo [[
L'imperatore organizzò un abile dispositivo di marcia per consentire alla Grande Armata di avanzare con rapidità e sicurezza, disponendo i suoi corpi in modo da attraversare su strade separate il difficile territorio del Frankenwald mantenendosi
=== Battaglie di Jena e di Auerstädt ===
{{Vedi anche|Battaglia di Jena|Battaglia di Auerstädt}}
Dopo questi scontri d'avanguardia e dopo la magistrale avanzata attraverso il Frankenwald, Napoleone fece quindi piegare l'armata verso nord-ovest alla ricerca dell'esercito avversario; in un primo momento l'imperatore ipotizzò che i prussiani, dopo le prime sconfitte, fossero in ritirata verso [[Lipsia]] ma il maresciallo Joachim Murat, inviato in quella direzione con la riserva di cavalleria, non trovò traccia del nemico e quindi l'imperatore decise di convergere a ovest della [[Saale]] con la Grande Armata e marciare su [[Weimar]]. L'armata francese avanzò divisa in tre raggruppamenti: il V corpo del maresciallo Jean Lannes e il VII corpo del maresciallo Pierre Augereau attraversarono il fiume a [[Kahla]] e si diressero lungo la riva sinistra a [[Jena]] dove le truppe del maresciallo Lannes arrivarono il 13 ottobre; il grosso, con Napoleone, la Guardia imperiale, il IV corpo del maresciallo Nicolas Soult, il VI corpo del maresciallo Michel Ney e la riserva di cavalleria, rimasero concentrati più indietro, mentre il III corpo del maresciallo Louis-Nicolas Davout conquistò più a nord il passaggio sulla Saale a [[Kösen]], appoggiato sulla sinistra dal I corpo del maresciallo Jean-Baptiste Bernadotte. L'imperatore, credendo che l'esercito prussiano fosse raggruppato nella piana a ovest di Jena, raggiunse il maresciallo Lannes con gli altri corpi, mentre diede ordine ai marescialli Davout e Bernadotte di manovrare di concerto da [[Naumburg (Saale)|Naumburg]] a [[Dornburg (Dornburg-Camburg)|Dornburg]] per intercettare a [[Apolda]] la linea di ritirata nemica<ref name="ReferenceGLFB"/>.
[[File:Detaille-Le Soir D'Jena.jpg|thumb|left|upright=1.2|[[Napoleone]] acclamato dai soldati della [[Grande Armata]] la sera della [[battaglia di Jena]].]]
Il 14 ottobre 1806 si combatté la battaglia decisiva della breve campagna; i prussiani in realtà, intimoriti e confusi dalle manovre napoleoniche, avevano deciso dopo nuovi contrasti di rinunciare a battersi e l'armata principale di 70.000 soldati del Duca di Brunswick, con il re, si stava muovendo in ritirata verso nord per attraversare la Saale a Kösen, mentre a Jena era rimasta solo l'armata del principe di Hohenlohe con 50.000 soldati che non era ancora raggruppata e stava attendendo i rinforzi della riserva del generale von Rüchel che era in avvicinamento da Weimar. Napoleone [[battaglia di Jena|attaccò a Jena]] con la massa delle sue forze e, nonostante la valida resistenza dei prussiani, ottenne una completa vittoria; i corpi del maresciallo Lannes e del maresciallo Ney attaccarono frontalmente, mentre il maresciallo Soult e il maresciallo Augereau aggirarono i due fianchi del nemico. L'intervento finale della cavalleria del maresciallo Murat mise definitivamente in rotta i prussiani e anche l'armata del generale Ernst von Rüchel, giunta in ritardo sul campo di battaglia, venne coinvolta nella disfatta e sbaragliata<ref>
[[File:Louisdavout1.jpg|thumb|upright=0.7|Il maresciallo [[Louis-Nicolas Davout]], vincitore della [[battaglia di Auerstädt]].]]
Nello stesso giorno, mentre si svolgeva la battaglia a Jena, il maresciallo Davout combatté con il suo corpo d'armata di 26.000 soldati la [[battaglia di Auerstädt]] contro l'armata principale prussiana; dopo aver respinto i primi confusi attacchi dei prussiani che tentavano di aprirsi il passo verso Kösen, il maresciallo passò al contrattacco generale e vinse l'accesa battaglia. Il Duca di Brunswick venne mortalmente ferito, le truppe si disgregarono durante la ritirata insieme ai superstiti di Jena e i francesi inseguirono i fuggiaschi verso Apolda. A Dornburg invece il maresciallo Bernadotte, prudente e poco disposto a battersi, non prese parte alla doppia battaglia e non intervenne in aiuto del maresciallo Davout, impegnato in inferiorità numerica contro il nemico<ref name="ReferenceLF">
L'esercito prussiano si ritirò in rotta verso nord dopo aver perso a Jena e Auerstädt 27.000 morti e feriti e 18.000 prigionieri, l'inseguimento della Grande Armata fu particolarmente efficace e completò la distruzione delle forze nemiche. In una prima fase la cavalleria del maresciallo Murat, il IV corpo del maresciallo Soult e il VI corpo del maresciallo Ney avanzarono attraverso le montagne dell'[[Harz]] e catturarono altri 20.000 prigionieri; quindi, mentre Napoleone con gli altri corpi marciava direttamente da [[Lipsia]] a [[Berlino]], il maresciallo Murat costrinse alla resa il principe di Hohenlohe a [[Prenzlau]] il 28 ottobre, il maresciallo Bernadotte entrò a [[Lubecca]] dove catturò le forze del generale [[Gebhard Leberecht von Blücher|Gebhard von Blücher]] il 6 novembre e il maresciallo Ney costrinse alla resa [[Magdeburgo]]. Tutte le fortezze si arresero tranne [[Assedio di Kolberg (1807)|Kolberg]], le città aprirono le porte, la popolazione non fece alcuna resistenza, l'amministrazione prussiana si sottomise all'occupante; Napoleone arrivò a Berlino il 27 ottobre, dove fece entrare per primo il maresciallo Davout alla testa del III corpo d'armata. Il temuto esercito prussiano era distrutto e solo un distaccamento rimase intatto in [[Prussia orientale]]<ref name="ReferenceLF"/>.
La fulminea vittoria permise a Napoleone di dominare rapidamente la situazione diplomatica in Germania; la Sassonia accettò l'11 dicembre di aderire alla Confederazione del Reno e divenne un regno, gli altri principi della Germania centrale si adeguarono ed entrarono anch'essi, mentre gli inviati prussiani [[Girolamo Lucchesini]] e [[Friedrich Wilhelm Christian von Zastrow|Friedrich von Zastrow]], intimoriti dalla disfatta, negoziarono un trattato che venne firmato il 20 ottobre e confermato dal re il 6 novembre. Esso prevedeva la cessione dei territori prussiani a ovest dell'Elba e la chiusura dei porti alle navi britanniche. Ma Napoleone, venuto a conoscenza da documenti segreti scoperti a Berlino, dell'accordo russo-prussiano e avvertito dell'arrivo dell'esercito russo in aiuto della Prussia, cambiò rapidamente le sue decisioni; il 9 novembre decise di imporre per il momento ai prussiani solo un armistizio che prevedesse la possibilità per le truppe francesi di raggiungere senza combattere la [[Vistola]] e il [[Bug Occidentale]], mentre i prussiani avrebbero ripiegato in Prussia orientale e si sarebbero ritirati dalla guerra. Egli inoltre stabilì, con una dichiarazione pubblica del 21 novembre, che non avrebbe riconsegnato le terre prussiane occupate fino alla conclusione della pace generale<ref>
=== Il blocco continentale e l'avanzata in Polonia ===
{{Vedi anche|Blocco continentale|Sollevazione della Grande Polonia (1806)}}
[[File:Napoleone visita la tomba di Federico il Grande.jpg|thumb|upright=1.3|Napoleone visita la tomba di [[Federico il Grande]].]]
Sempre il 21 novembre 1806 Napoleone emise dalla capitale prussiana il [[decreto di Berlino]] che stabilì il cosiddetto [[blocco continentale]] secondo il quale le isole britanniche sarebbero state considerate "in stato di blocco", ovvero le merci britanniche provenienti dalla metropoli o dalle sue colonie, anche se trasportate su navi neutrali, sarebbero state respinte dai porti continentali sotto il dominio o l'influenza francese. In quanto "blocco offensivo", questo provvedimento mirava a coalizzare il continente contro la Gran Bretagna ma avrebbe potuto avere successo solo in caso di stretto controllo militare francese di tutte le coste europee e in questo senso spinse ancor di più l'imperatore ad estendere le sue conquiste e il suo dominio<ref>
Contemporaneamente allo sviluppo dei suoi ambiziosi progetti globali di guerra economica e commerciale contro la Gran Bretagna, Napoleone riprese l'avanzata con la Grande Armata per occupare le province prussiane, che non opposero alcuna resistenza, e portarsi sulla linea della [[Vistola]] per affrontare i russi<ref>
[[File:Napoleon in 1806.PNG|thumb|left|Napoleone durante la campagna del 1806.]]
La marcia della Grande Armata intanto era in corso sotto il comando provvisorio del maresciallo Murat; a nord il V corpo del maresciallo Lannes e il VII corpo del maresciallo Augereau avanzarono verso [[Toruń|Thorn]], al centro il III corpo del maresciallo Davout marciò verso [[Poznań]] e [[Varsavia]], a sud il nuovo IX corpo, affidato al fratello minore di Napoleone, [[Girolamo Bonaparte|Girolamo]], entrò in [[Slesia]] per attaccare le piazzeforti di [[Glogau]] e [[Kalisz|Kalisch]]. All'estremo nord l'VIII corpo del maresciallo Mortier venne diretto ad occupare la [[Pomerania svedese]] e a bloccare la fortezza di [[Stralsund]], che, difesa dal generale svedese [[Johan Christopher Toll]], subì [[Assedio di Stralsund (1807)|un lungo assedio]]. I programmi dell'imperatore prevedevano che in un secondo tempo la seconda ondata di truppe avrebbe rafforzato il primo scaglione; il I corpo del maresciallo Bernadotte e il VI corpo del maresciallo Ney si sarebbero diretti a Thorn, mentre il IV corpo del maresciallo Soult sarebbe avanzato fino a Varsavia. La Grande Armata occupò la Polonia e raggiunse la linea della Vistola secondo i piani di Napoleone; Varsavia venne raggiunta dal maresciallo Murat il 28 novembre 1806<ref>
[[File:Jan Henryk Dabrowski entering Poznań.PNG|thumb|Il generale polacco [[Jan Henryk Dąbrowski]] entra a [[Poznań]] durante la [[Sollevazione della Grande Polonia (1806)|sollevazione polacca del 1806]].]]
L'avanzata francese verso la Vistola sollevò la complessa questione della Polonia; mentre le truppe francesi occupavano il territorio le popolazioni polacche, con la direzione principale di borghesi e nobili, si sollevarono contro la dominazione prussiana; peraltro i dirigenti della sollevazione polacca erano ampiamente divisi e non erano unanimemente favorevoli alla creazione di uno stato polacco indipendente sotto l'egemonia francese. La nobiltà terriera temeva conseguenze in caso di sconfitta e possibili riforme che avrebbero liberato dal servaggio i contadini; l'alto clero cattolico era fortemente ostile a Napoleone
La [[Sollevazione della Grande Polonia (1806)|sollevazione polacca]] fu guidata inizialmente dai militari [[Jan Henryk Dąbrowski]], [[Józef Zajączek]] e [[Józef Wybicki]] che, dopo aver ricevuto l'autorizzazione di Napoleone, formarono una serie di legioni polacche con i soldati reclutati nelle regioni occupate che avevano disertato dall'esercito prussiano. In dicembre anche il principe [[Józef Antoni Poniatowski|Józef Poniatowski]] si decise ad aderire alla sollevazione ed al partito francese. Invece [[Tadeusz Kościuszko]], che incontrò l'imperatore, rimase deluso e scettico sulla possibilità di ottenere una vera libertà con l'appoggio del dispotismo imperiale francese. In realtà Napoleone pur autorizzando questi aiuti, importanti per rafforzare la sua armata, si mantenne riservato e non fece promesse o dichiarazioni definitive sulla rinascita della Polonia, nonostante le insistenze dei patrioti polacchi ed anche di [[Maria Walewska]], che passò l'inverno accanto all'imperatore. Napoleone era dubbioso sulla capacità dei polacchi di organizzare uno stato solido e stabile e inoltre temeva di esasperare l'ostilità e la volontà combattiva dello zar Alessandro in caso di immediata ricostituzione di una Polonia indipendente. Nonostante queste incertezze, venne organizzata
=== La campagna d'inverno ===
{{Vedi anche|Battaglia di Eylau}}
L'esercito russo inviato dallo zar a fronteggiare i francesi e soccorrere i prussiani era diviso in due masse in teoria sotto il comando supremo del maresciallo Michail Kamenskij che in realtà, debole ed indeciso, non fu in grado di sostenere questo incarico e venne presto sostituito<ref>
[[File:Antoine-Jean Gros 007.jpg|thumb|upright=1.3|[[Napoleone]] alla [[battaglia di Eylau]], alla sinistra dell'imperatore si riconoscono i marescialli [[Louis-Nicolas Davout]], [[Michel Ney]] e [[joachim Murat]].]]
Napoleone alla fine di dicembre lasciò
[[File:Bennigsen.jpg|thumb|left|upright=0.5|Il generale russo [[Levin August von Bennigsen|Levin von Bennigsen]] combatté con tenacia nell'inverno 1806 contro la [[Grande Armata]].]]
Il piano di Napoleone venne fortemente intralciato dalle difficoltà climatiche, dalle irregolarità del terreno boscoso e in parte paludoso e dalla mancanza di strade percorribili; le piogge incessanti rallentarono la marcia dell'armata sprovvista di mezzi di trasporto sufficienti. L'imperatore lasciò Varsavia il 23 dicembre per raggiungere l'esercito; fin dal giorno prima il maresciallo Davout era intanto riuscito ad attraversare la Wkra a [[Czarnowo, Nowy Dwór Mazowiecki County|Czarnovo]], mentre il maresciallo Lannes stava avanzando su [[
Il 26 dicembre 1806 si combatterono due confuse battaglie che si conclusero senza risultati decisivi, alla [[battaglia di
Sorprendentemente il generale Bennigsen, dopo un consiglio di guerra il 2 gennaio [[1807]] e dopo aver assunto il comando supremo dell'esercito riunito al posto del maresciallo Kamenskij, aveva deciso di non arrestare la campagna durante l'inverno e al contrario intendeva prendere l'iniziativa per minacciare l'estesa ala sinistra francese costituita dal I corpo del maresciallo Bernadotte e dal VI corpo del maresciallo Ney. I russi attraversarono quindi la Passarge ed avanzarono verso ovest, mentre il corpo prussiano del generale L'Estocq marciava su [[Grudziądz|Graudenz]]; il maresciallo Bernadotte iniziò a ripiegare prudentemente verso Thorn. Il 27 gennaio Napoleone ebbe notizia di questa inattesa iniziativa nemica e subito prese immediate decisioni operative per volgere a proprio vantaggio la situazione; egli progettò una nuova manovra per attirare verso ovest le truppe russe e attaccarle sul fianco sinistro e alle spalle da sud con
[[File:Belloc - Le maréchal Charles Pierre François Augereau, duc de Castiglione.jpg|thumb|left|upright=0.5|Il maresciallo [[Pierre François Charles Augereau|Pierre Augereau]]; il suo VII corpo d'armata venne distrutto durante la [[battaglia di Eylau]].]]
[[File:Guard Grenadier at Eylau.jpg|thumb|upright=0.8|La cavalleria francese alla [[battaglia di Eylau]].]]
La manovra napoleonica che avrebbe potuto avere risultati decisivi, venne vanificata dalla cattura di un corriere francese da parte dei russi che permise al generale Bennigsen di conoscere in anticipo i piani dell'imperatore. I corpi francesi avanzarono su largo fronte verso nord ma non trovarono il nemico né ad Allenstein né a [[Dobre Miasto|Güttstadt]]; i russi si erano ritirati precipitosamente verso nord-est e riuscirono a combattere il 3 febbraio una [[battaglia di Ionkovo|battaglia di rallentamento a Ionkovo]] contro l'attacco frontale del maresciallo Murat con le truppe del VI corpo del maresciallo Ney; quindi ripiegarono di nuovo sfuggendo all'ultimo momento alla manovra aggirante sul loro fianco sinistro portata avanti dal maresciallo Soult con il IV corpo, che minacciava di chiuderli in trappola. Napoleone, deluso dal mancato successo decisivo, continuò l'inseguimento con uno schieramento ampiamente disperso e l'8 febbraio si trovò di fronte ad [[Bagrationovsk|Eylau]] l'intero esercito del generale Bennigsen che aveva finalmente deciso di dare battaglia per proteggere Königsberg<ref>
Napoleone, pur avendo disponibili sul campo di battaglia solo una parte delle sue forze, decise ugualmente di combattere dopo aver richiamato i corpi del maresciallo Davout e del maresciallo Ney che avrebbero dovuto aggirare il nemico; la [[battaglia di Eylau]] si svolse in una rigida giornata invernale con fitte nevicate. L'attacco frontale del maresciallo Soult venne respinto dal solido schieramento della fanteria russa, e il VII corpo del maresciallo Augereau andò incontro al disastro; le truppe si dispersero nella tormenta di neve e vennero decimate dal fuoco dell'artiglieria russa. Il nemico passò al contrattacco e fu contenuto solo con una serie di massicce cariche della cavalleria guidata dal maresciallo Murat; anche l'attacco aggirante sul fianco sinistro da parte del III corpo del maresciallo Davout, giunto sul campo di battaglia, non diede risultati. Nella serata l'arrivò dei prussiani del generale L'Estocq aggravò la situazione dei francesi che venne infine stabilizzata dall'arrivo del VI corpo del maresciallo Ney sul fianco destro dei russi; le perdite erano state elevatissime per tutte e due le parti<ref>
Il giorno seguente il generale Bennigsen decise di ritirarsi dal campo di battaglia e ripiegare, ma la Grande Armata aveva subito perdite molto pesanti e mostrava segni di nervosismo ed esaurimento<ref>
=== La campagna d'estate ===
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La battaglia di Eylau fece clamore in Europa; per la prima volta Napoleone non aveva concluso rapidamente la guerra con una grande vittoria decisiva; le difficili condizioni del terreno all'est e il clima invernale avevano rivelato i limiti della guerra napoleonica, povera di mezzi e priva di adeguati sostegni logistici per le truppe. La situazione dell'imperatore, assente dalla Francia, poteva diventare molto difficile.
Egli si stabilì prima a [[Ostróda|Osterode]] e poi, il 1º aprile 1807, nel [[castello di Finkenstein]] e durante l'inverno e l'inizio della primavera pianificò un grande sforzo militare per potenziare il suo esercito, far fronte a possibili nuove esigenze militari sul continente e migliorare l'approvvigionamento ed il rifornimento delle sue truppe. Dopo aver richiamato i contingenti del 1806 e del 1807, l'imperatore mobilitò in parte anche la classe del [[1808]] e 110.000 coscritti arrivarono in Germania dove furono organizzati in nuovi "reggimenti provvisori"; i contingenti stranieri forniti dagli alleati furono incrementati da 42.000 a 112.000 uomini. In estate le forze francesi e alleate presenti in Germania raggiunsero i 410.000 uomini, di cui 110.000 soldati in prima linea con Napoleone, per fronteggiare i russi<ref>
Oltre alla vecchia Grande Armata schierata sul fronte, dove si era dovuto procedere allo scioglimento del VII corpo del maresciallo Augereau, distrutto ad Eylau, Napoleone organizzò un X corpo d'armata al comando del maresciallo [[François Joseph Lefebvre]] per assediare la fortezza di [[Danzica]], mentre il IX corpo del fratello Girolamo rimase in Slesia e l'VIII corpo del maresciallo Mortier era impegnato nella Pomerania svedese ad assediare Stralsund. Al centro della Germania furono schierati 60.000 uomini del maresciallo [[Guillaume Marie-Anne Brune|Guillaume Brune]] in funzione di copertura e controllo degli stati tedeschi; in Italia rimasero 120.000 soldati sotto il comando del viceré [[Eugenio Beauharnais]] e del generale Reynier per controllare l'Austria, completare la sottomissione della Calabria ed evitare sorprese dei britannici dalla Sicilia; infine il maresciallo André Masséna venne richiamato dalla penisola italiana e messo al comando in Polonia di un "corpo d'osservazione" per proteggere il fianco destro della Grande Armata<ref>
Questi piani di rafforzamento ebbero pieno successo mentre molto più difficoltoso fu il miglioramento dell'equipaggiamento e del vettovagliamento dell'esercito; Napoleone prese per la prima volta la decisione di rinunciare ai fornitori privati, corrotti e inefficienti, e procedere alla militarizzazione dei servizi di retrovia, costituendo un traino di artiglieria, battaglioni di equipaggi e una direzione generale dei viveri guidata dal fratello di [[Hugues-Bernard Maret]]. I risultati, nonostante il notevole impegno, furono modesti; per carenza di mezzi di trasporto, i materiali rimasero nelle retrovie e non raggiunsero le truppe, si continuò a fare affidamento soprattutto sulle risorse locali e su personale reclutato sul posto tra i civili; fino alla fine le truppe ricevettero solo il minimo necessario di viveri e vestiario. La Prussia orientale e la Polonia vennero depredate e saccheggiate da tutti gli eserciti<ref>
==== Sviluppi diplomatici e sconfitte della Gran Bretagna in Oriente e America del Sud ====
Contemporaneamente ai preparativi militari, Napoleone portò avanti una serie di trattative con le altre potenze continentali per guadagnare tempo e diffondere disorientamento tra i suoi avversari, evitando un rafforzamento dell'alleanza antifrancese. La Prussia, in gran parte occupata dalle truppe francesi, sembrò sul punto di concludere una pace separata, anche se poi lo zar Alessandro comparve a [[Klaipėda|Memel]] e incontrò il re Federico Guglielmo, ne rafforzò la fiducia e concluse la convenzione di Bartenstein il 23 aprile 1807 che consolidò l'alleanza russo-prussiana. In Austria esisteva un partito della guerra e della rivincita contro la Francia, guidato dal nuovo cancelliere Stadion, ma anche in questo caso Napoleone riuscì a ritardare un intervento austriaco, proponendo un'alleanza e poi intralciando una proposta di mediazione presentata il 7 aprile a Francia, Russia e Gran Bretagna, dal cancelliere austriaco<ref>
[[File:Sébastiani, Horace - 2.jpg|thumb|left|upright=0.5|Il generale [[Horace Sébastiani]] che diresse la difesa turca durante la [[operazione Dardanelli|spedizione britannica nei Dardanelli]].]]
La Russia di Alessandro, mentre sosteneva quasi da sola la guerra contro Napoleone, era inoltre sempre in guerra con la [[Persia]] e soprattutto con l'[[Impero
[[File:Duckworth's Squadron forcing the Dardanelles.jpg|thumb|La squadra navale britannica dell'ammiraglio [[John Thomas Duckworth]] penetra nello stretto durante la [[operazione Dardanelli|spedizione nei Dardanelli]].]]
Lo zar Alessandro era intralciato da queste impegnative campagne militari nei [[Penisola balcanica|Balcani]] ed inoltre era irritato dalla scarsa risolutezza dell'alleato prussiano, dalle indecisioni austriache e in particolare dall'egoismo e dalla modesta collaborazione della Gran Bretagna che non partecipava attivamente alle operazioni sul continente e non aveva nemmeno effettuato manovre diversive sulle coste per allentare la pressione francese sulla Russia. Il governo del primo ministro Grenville, concentrato sulla politica coloniale e in particolare sulle vicende in [[America meridionale]], non aveva nemmeno rinforzato le truppe del generale [[Henry Edward Fox]] in Sicilia che quindi non si mossero. Infine il 7 marzo 1807 il governo cadde sulla questione cattolica; dopo le elezioni, venne formato un nuovo governo conservatore con [[William Henry Cavendish-Bentinck, III duca di Portland|William Portland]] primo ministro e con una serie di energici uomini nuovi, decisi a contrastare l'egemonia francese in Europa: [[Spencer Perceval]], allo scacchiere, [[Charles Bathurst]] al commercio, [[George Canning]] agli esteri e [[Robert Stewart,
[[File:Santiago de Liniers.jpg|thumb|left|upright=0.5|[[Santiago de Liniers]], l'emigrato francese che guidò le milizie locali del [[Rio della Plata]] alla vittoria contro i britannici nelle [[invasioni britanniche del Río de la Plata|battaglie di Buenos Aires]].]]
In realtà le iniziative della Gran Bretagna in Oriente e nelle Americhe in questa fase terminarono tutte con una
Infine terminò con un disastro la [[Invasioni britanniche del Río de la Plata|spedizione britannica in America meridionale]]; la Gran Bretagna nel giugno 1806, sfruttando lo stato di guerra con la Spagna, alleata di Napoleone, aveva sbarcato alla foce del [[Rio della Plata]], su iniziativa dell'ammiraglio [[Home Riggs Popham]], un corpo di truppe provenienti dal [[Città del Capo|Capo]] al comando del generale [[William Carr Beresford, I visconte Beresford|William Carr Beresford]] che in un primo tempo erano riuscite a conquistare [[Buenos Aires]], sconfiggendo le truppe del viceré. Poco dopo tuttavia le milizie e le truppe coloniali di [[Santiago de Liniers]], sopraggiunte da [[Montevideo]], avevano circondato e costretto alla capitolazione il 12 agosto 1806 il corpo di spedizione britannico del generale Beresford. Dopo questa prima sconfitta i britannici ricomparvero sul Rio della Plata con una seconda spedizione al comando prima del generale [[Samuel
La posizione britannica si indebolì anche in [[Persia]] dove era in corso la guerra contro la Russia che aveva causato la perdita di [[Baku]] e del [[Daghestan]]; l'influenza francese crebbe e una delegazione persiana si recò al castello di Finkenstein dove fu ricevuta da Napoleone nell'aprile 1807; il 7 maggio venne firmato un trattato di collaborazione politico-militare in funzione anti-russa e anti-inglese e il generale [[Gasparre Amédée Gardanne]] raggiunse [[Teheran]]<ref name="G.Lefebvre, Napoleone, p. 274">
==== Ripresa della guerra e battaglia di Friedland ====
{{Vedi anche|Battaglia di Friedland}}
Mentre gli eserciti russi erano impegnati anche sul Danubio e in Persia, i britannici vedevano fallire almeno temporaneamente i loro programmi di espansione in Oriente e nelle Americhe, e l'Austria rimaneva fuori dalla guerra, impegnandosi solo in una sterile mediazione, Napoleone alla fine della primavera 1807 aveva ormai rinforzato le sue forze in Polonia ed era pronto a riprendere la campagna per sferrare un colpo decisivo ai russi e porre fine alla guerra. Furono però ancora una volta i russi a prendere per primi l'iniziativa. Dopo la caduta delle fortezze della Slesia e soprattutto di Danzica il 27 maggio grazie agli strenui sforzi del maresciallo Lefebvre, rafforzato dai reparti del maresciallo Mortier e del maresciallo Lannes, il generale Bennigsen decise di fare un tentativo per proteggere la fortezza di Königsberg, marciando verso la [[Pasłęka|Passarge]] e attaccando dal 5 giugno le teste di ponte del I e del VI corpo d'armata. Napoleone, sorpreso dai movimenti del nemico, iniziò a concentrare gli altri corpi per affrontare la minaccia e il generale russo iniziò a ripiegare verso la posizione fortificata di [[Lidzbark Warmiński|Heilsberg]]
[[File:Napoleon-friedland.jpg|thumb|upright=1.3|Napoleone alla [[battaglia di Friedland]] del 14 giugno 1807.]]
L'imperatore ideò una manovra per aggirare l'ala destra dei russi e tagliarli fuori dai collegamenti con Königsberg; dal 9 giugno, mentre il maresciallo Murat avanzava frontalmente all'inseguimento del nemico in direzione di Heilsberg con il IV corpo del maresciallo Soult, il VI corpo del maresciallo Ney e il nuovo corpo di riserva affidato al maresciallo Lannes, un secondo raggruppamento con il III corpo del maresciallo Davout e l'VIII corpo del maresciallo Mortier iniziò un movimento per aggirare sulla destra i russi e separarli dai prussiani del generale L'Estocq che sarebbero stati a loro volta agganciati dal I corpo comandato dal generale [[Claude-Victor Perrin|Claude Victor]], dopo il ferimento del maresciallo Bernadotte<ref>
[[File:Marechal Ney.jpg|thumb|left|upright=0.5|Il maresciallo [[Michel Ney]] guidò l'attacco decisivo alla [[battaglia di Friedland]].]]
Il maresciallo Murat che dirigeva l'inseguimento dei russi, raggiunse le forti posizioni di Heilsberg, ma, invece di attendere l'arrivo del grosso dell'armata che marciava per l'unica strada disponibile, egli prese la decisione il 10 giugno di attaccare in forze le solide posizioni del generale Bennigsen<ref name="G.Lefebvre, Napoleone, p. 274"/>; i ripetuti attacchi frontali del IV corpo del maresciallo Soult furono respinti con pesanti perdite e anche l'intervento affrettato del corpo di riserva del maresciallo Lannes si concluse con un costoso insuccesso, i francesi subirono oltre 10.000 perdite. Il generale russo quindi, dopo aver resistito nella [[battaglia di Heilsberg]], poté ripiegare sulla riva destra del fiume [[Łyna|Alle]] verso [[Bartoszyce|Bartenstein]], evitando la manovra di aggiramento del III e dell'VIII corpo francesi<ref>
A questo punto Napoleone il 13 giugno decise di puntare direttamente su Königsberg e conquistarla con un raggruppamento formato dalla cavalleria del maresciallo Murat e dal IV corpo del maresciallo Soult, rinforzati sulla destra dal III corpo del maresciallo Davout; mentre egli manteneva una massa di manovra di riserva, inviò anche verso est il maresciallo Lannes per identificare i movimenti dell'esercito russo a est dell'Alle. Il generale Bennigsen, avendo rilevato che il maresciallo Lannes avanzando verso la cittadina di [[Pravdinsk|Friedland]] appariva isolato dal resto della Grande Armata, prese l'iniziativa di tentare un attacco contro questo distaccamento francese e la notte del 14 giugno fece riattraversare alle sue truppe su ponti di barche l'Alle<ref>
Temendo che il generale Bennigsen potesse sfuggirgli ancora una volta, Napoleone, senza attendere l'arrivo previsto entro poche ore delle forze del maresciallo Murat e del maresciallo Davout, sferrò l'[[battaglia di Friedland|attacco contro i russi a Friedland]] nel tardo pomeriggio; l'ala sinistra russa respinse i primi attacchi del maresciallo Ney, ma l'intervento dell'artiglieria del generale Victor disgregò le linee nemiche e infine un nuovo attacco del VI corpo del maresciallo Ney sconfisse il fianco sinistro e tagliò la linea di ritirata sul fiume Alle<ref>
== La pace di Tilsit ==
{{Vedi anche|Pace di Tilsit}}
La sconfitta aveva scosso la risolutezza dei generali russi ed anche dello zar Alessandro; il 19 giugno si ebbero i primi contatti tra le due parti e il 21 giugno venne concluso un armistizio. In realtà anche Napoleone auspicava la fine delle ostilità; egli temeva, nel caso di ulteriore resistenza, di dover portare la guerra oltre il [[Niemen]], che avrebbe richiesto un nuovo grande sforzo organizzativo per avanzare nel cuore della Russia ed un ulteriore prolungamento della sua assenza dalla Francia. Lo zar Alessandro, invitato alla prudenza dal fratello [[Konstantin Pavlovič Romanov|Costantino]], temeva in caso di continuazione della guerra ed invasione francese possibili conseguenze rivoluzionarie per il suo regno: i nobili o i militari avrebbero potuto ribellarsi, le province polacche dell'impero insorgere, le masse contadine sollevarsi contro la [[servitù della gleba]]<ref>
[[File:Serangeli - Adieux de Napoléon et d'Alexandre après la paix de Tilsitt (9 juillet 1807).jpg|thumb|left|upright=1.3|[[Napoleone]] e [[Alessandro I di Russia|Alessandro]] alla fine degli [[trattato di Tilsit|incontri di Tilsit]].]]
Napoleone, avendo deciso di allettare lo zar evocando possibili spartizioni dell'Oriente e delle Indie a scapito della Gran Bretagna, propose il 23 giugno ad Alessandro un incontro diretto e il sovrano russo, già irritato per il presunto egoismo britannico e invitato dalla stessa Prussia a ricercare un accordo a tre con la Francia per ridisegnare la carta europea, decise di accettare la proposta dell'imperatore. L'incontro ebbe luogo il 25 giugno su una zattera predisposta in mezzo al Niemen e si prolungò anche nei giorni seguenti con una serie di colloqui segreti tra i due senza testimoni, di cui non esistono resoconti attendibili<ref>
Nonostante le speranze dei governanti prussiani e il tentativo il 6 luglio della regina Luisa di ammorbidire la posizione di Napoleone con un colloquio, la Prussia non fu ammessa alle trattative e subì le conseguenze della sconfitta e dell'accordo tra Francia e Russia. Gli [[Trattato di Tilsit|accordi di Tilsit]] furono conclusi il 7 luglio 1807 e prevedevano oltre al trattato di pace tra Russia e Francia, a cui si unì la Prussia il 9 luglio, un trattato di alleanza tra i due imperi e delle clausole segrete. Il trattato di pace prevedeva che la Prussia avrebbe ceduto tutti i territori a ovest dell'Elba ed anche le sue province polacche tranne uno stretto corridoio di collegamento tra Prussia orientale e [[Pomerania]]. I territori occidentali sottratti alla Prussia sarebbero stati uniti all'[[Assia-Kassel]], al [[Braunschweig]] e a parte dell'[[
[[File:Engelske flåde ud for København august 1807.jpg|thumb|upright=1.2|La [[Royal Navy|flotta britannica]] dell'ammiraglio [[James Gambier, I barone Gambier|James Gambier]] al largo di [[Copenaghen]]; il [[Battaglia di Copenaghen (1807)|bombardamento del porto danese]] fu la prima misura presa dalla [[Gran Bretagna]], il 2 settembre 1807, in risposta agli [[pace di Tilsit|accordi di Tilsit]].]]
Mentre Danzica sarebbe diventata città libera con una guarnigione francese al comando del generale [[Jean Rapp]], le province polacche della Prussia avrebbero costituito, tranne la regione di [[Białystok]] che sarebbe stata annessa dalla Russia, il [[Granducato di Varsavia]], formalmente assegnato al re di Sassonia, ma in realtà amministrato dalla nobiltà polacca, occupato dalle truppe francesi e diretto dal maresciallo Louis-Nicolas Davout, nominato governatore. Alessandro accettava quindi lo smembramento della Prussia e la minacciosa ricostituzione di uno stato polacco, alleato della Francia, ai suoi confini occidentali e inoltre cedeva a Napoleone anche le [[Isole Ionie]] e [[Cattaro]], conquistare dai russi ai tempi dello zar [[Paolo I di Russia|Paolo]], e prometteva di evacuare i [[Principati danubiani]], occupati dal suo esercito<ref>
Gli accordi prevedevano infine che Alessandro e Napoleone avrebbero cercato di mediare con l'Impero Ottomano e la Gran Bretagna per ricercare una pace generale; in caso di fallimento, i due sovrani si sarebbero uniti in
Gli accordi di Tilsit apparentemente furono un grande successo per Napoleone e coronavano la serie di guerre vittoriose portando la sfera di influenza e dominio francese fino ai confini della Russia; tuttavia nei patti conclusi erano già presenti elementi di disgregazione che avrebbero in breve rovinato l'accordo. In primo luogo l'ambiguo ruolo del Granducato di Varsavia che evocava per Alessandro, oltre alla rinascita della Polonia, una minaccia diretta francese ai suoi confini; inoltre il destino dell'Oriente e di [[Costantinopoli]] non era chiaro e Napoleone si sarebbe presto rifiutato di lasciarli ai russi<ref>
In Gran Bretagna gli accordi di Tilsit, che prospettavano un potenziamento del blocco continentale e un'alleanza europea in funzione antibritannica, rafforzarono la decisione del governo, convinto della temporaneità di questa sistemazione, di continuare la guerra. Vennero inoltre prese dai ministri Canning e Castlereagh, una serie di misure militari energiche che dimostrarono la combattività britannica; la flotta [[Battaglia di Copenaghen (1807)|bombardò
== Note ==
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* {{cita libro |autore=David G. Chandler |linkautore=David G. Chandler|titolo=Le campagne di Napoleone |editore=Biblioteca Universale Rizzoli |anno=1992 |isbn=88-17-11576-2 |cid=Chandler }}
* {{cita libro |autore=Georges Lefebvre |linkautore=Georges Lefebvre|titolo=Napoleone |editore=Editori Laterza |anno=2009 |isbn=978-88-420-5902-8 |cid=Lefebvre }}
* {{cita libro |autore=Luigi Mascilli Migliorini |titolo=Napoleone |editore=Salerno editrice |anno=2002 |isbn=88-8402-350-5 |cid=
== Voci correlate ==
* [[Guerre napoleoniche]]
* [[Terza coalizione]]
* [[Blocco
* [[Trattato di Tilsit]]
* [[Quinta coalizione]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Portale|guerre napoleoniche}}
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[[Categoria:Battaglie della Quarta coalizione| ]]
[[Categoria:Guerre polacco-svedesi]]
[[Categoria:Guerre che coinvolgono il Regno di Prussia]]
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