Rione Carità: differenze tra le versioni
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Il '''
È delimitata a nord da via Armando Diaz e piazza Matteotti, a ovest da [[via Toledo]], a sud da piazza Municipio e via San Giacomo e infine a est da [[via Medina]].
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Con l'avvento del fascismo al potere, Mussolini ottiene le dimissioni di [[Michele Castelli Guaccero]], imponendo [[Antonio Baratono]] come nuovo alto commissario della città. Per disposizione del re, i residenti del Rione Carità furono espropriati dei loro beni immobili, cui seguì l'alienazione delle aree fabbricabili.<br />
Baratono dichiarò che "dovette, suo malgrado, assistere alla realizzazione di immobili giganteschi frutto di scelte operative studiate a tavolino durante la precedente gestione e cioè la fortificazione in zona dei palazzi del Potere fascista".<ref>{{cita web | url = https://www.storiacity.it/guide/61-alto-commissariato-di-pietro-baratono-a-napoli | titolo = L'operato di Pietro Baratono e l'apparato immobiliare napoletano rappresentativo del potere fascista. | sito = storiacity.it | urlarchivio = https://archive.
Nel [[1935]] si apre via Armando Diaz (denominata come prolungamento di via Guglielmo Sanfelice in quanto in un breve periodo dell'epoca fascista ad Armando Diaz era stata dedicata l'attuale via Monteoliveto) sostituendo l'antica direttrice formata da vico Carrozzieri a San Tommaso, piazza e scesa San Tommaso e vico San Giuseppe.
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===Urbanistica===
Urbanisticamente, la Corsea e i Guantai Nuovi erano un vero e proprio prolungamento degli adiacenti
Oggi l'antica conformazione stradale è stata cancellata, anche l'asse principale è stato ovviamente modificato sebbene mantenga l'antico tracciato e parte del toponimo.
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