Rivoluzione abbaside: differenze tra le versioni

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{{Infobox conflitto
|Nome = Rivoluzione abbaside
|Tipo = Rivolta
|Immagine= revolt.png
|Didascalia = Il califfato al principio della rivoluzione e prima della [[battaglia del Grande Zab]]
|Data = 9 giugno [[747]] - luglio [[750]]
|Luogo = [[Grande Khorasan]] e moderni [[Iran]] e [[Iraq]]
|Esito = vittoria abbaside
* Conquista abbaside della maggioranza degli antichi territori omayyadi
* Successiva costituzione dell'[[Emirato di Cordova]]
* Fine dello status privilegiato per gli arabi
* Fine della discriminazione ufficiale nei confronti dei non arabi
|Schieramento1 = [[Abbasidi]]
|Schieramento2 = [[Califfato omayyade]]
|Comandante1 = [[Ibrahim ibn Muhammad ibn 'Ali ibn 'Abd Allah ibn al-'Abbas|Ibrahim al-Imam]]<br>[[Abu l-Abbas al-Saffah|As-Saffah]]<br>[[Al-Mansur]]<br>[[Abu Muslim]]<br>[[Qahtaba ibn Shabib]] †<br>Hasan ibn Qahtaba<br>Humayd ibn Qahtaba<br>Abd Allah ibn Ali
|Comandante2 = [[Marwan II ibn Muhammad ibn Marwan|Marwan II]]<br>[[Nasr ibn Sayyar]] †<br>Yazid ibn Umar
}}
La '''rivoluzione abbaside''' fu l'estromissione del [[califfato]] [[Omayyade]] (661–750), il secondo dei quattro maggiori califfati nella storia del primo Islam, da parte degli [[Abbasidi]], che si arrogarono il diritto di creare un nuovo califfato "benedetto" (750–1258).
Salendo al potere tre decenni dopo la morte del profeta musulmano [[Maometto]] e subito dopo il [[Califfato dei Rashidun]], gli Omayyadi avevano costituito un impero arabo che governava su una popolazione che era composta prevalentemente da non-Arabi e da non-musulmani. I non arabi erano trattati come cittadini di seconda classe, indipendentemente dal fatto che si fossero convertiti all'Islam, e questo malcontento portò al rovesciamento degli Omayyadi.<ref>Paul Rivlin, [http://books.google.com.sa/books?id=JZooe7eWjscC&pg=PA86&dq=umayyad+abbasid+non+muslim+support&hl=en&sa=X&ei=47eNU9XPCo2xyAS9poGADg&ved=0CEkQ6AEwBjge#v=onepage&q=umayyad%20abbasid%20non%20muslim%20support&f=false Arab Economies in the Twenty-First Century], p. 86. Cambridge: Cambridge University Press, 2009. ISBN 9780521895002</ref> La famiglia degli Abbasidi era discendente dal Profeta,<ref>{{Cita libro|titolo= Worlds Together Worlds Apart|url= https://archive.org/details/worldstogetherwo0000poll|cognome= Pollard|nome= Elizabeth|editore= W.W. Norton & Company|anno= 2015|isbn = 978-0-393-91847-2|città= New York|ppp= [https://archive.org/details/worldstogetherwo0000poll/page/308 308]}}</ref>.
 
La rivoluzione segnò di fatto la fine dell'impero arabo e l'inizio di uno Stato multietnico più inclusivo, in [[Vicino Oriente|Vicino]] e [[Medio Oriente]].<ref name=said>Saïd Amir Arjomand, [https://www.jstor.org/stable/i401381 Abd Allah Ibn al-Muqaffa and the Abbasid Revolution]. Iranian Studies, vol. 27, #1-4. [[Londra]], Routledge, 1994.</ref> Ricordata come una delle rivoluzioni meglio organizzate della storia [[islam]]ica, essa riorientò l'attenzione del [[mondo musulmano]] verso oriente.<ref name=hala77>Hala Mundhir Fattah, [http://books.google.com.sa/books?id=Q_-hrXU-mWYC&pg=PA76&dq=umayyad+abbasid+non+muslim+support&hl=en&sa=X&ei=47eNU9XPCo2xyAS9poGADg&ved=0CD4Q6AEwBDge#v=onepage&q=umayyad%20abbasid%20non%20muslim%20support&f=false A Brief History of Iraq], p. 77. New York: Infobase Publishing, 2009. ISBN 9780816057672</ref>
 
==Scenario==
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===Malcontento tra i musulmani alidi===
[[File:Qasr Amra 1.jpg|thumb|upright=1.4|[[Qusayr Amra]], un palazzo nel deserto della [[Giordania]] dove i principi omayyadi si abbandonavano a uno stile di vita meno controllato dal severo moralismo islamico.<ref>Patricia Baker, [http://www.saudiaramcoworld.com/issue/198004/the.frescoes.of.amra.htm The Frescoes of Amra] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080829142759/http://www.saudiaramcoworld.com/issue/198004/the.frescoes.of.amra.htm |datedata=29 agosto 2008 }}. Saudi Aramco World, vol. 31, #4, pp. 22-25. July–August, 1980. Accesso 17 giugno 2014.</ref>]]
 
In seguito alla [[battaglia di Karbala]] che portò al massacro di [[al-Husayn ibn 'Ali]], il nipote di [[Maometto]], e dei suoi parenti e compagni da parte dell'esercito degli Omayyadi nel 680, gli [[alidi]] presero a spunto questo evento come un grido di battaglia di opposizione contro gli Omayyadi. Anche gli Abbasidi utilizzarono la memoria di Karbala per ottenere il sostegno popolare contro gli Omayyadi.<ref>{{Cita libro|cognome1=Cornell|nome1=Vincent J.|autore2=Kamran Scot Aghaie|titolo=Voices of Islam|data=2007|editore=Praeger Publishers|città=Westport, Conn.|isbn=978-0-275-98732-9|pp=117 and 118|url=http://books.google.com/books?id=y_eGWvPTtikC&dq=Karbala+Umayyads&source=gbs_navlinks_s|accesso=4 novembre 2014}}</ref>
 
Il movimento della Hāshimiyya (legato alla [[Kaysaniyya]]) fu in gran parte responsabile dell'avvio degli sforzi finali contro la dinastia degli Omayyadi,<ref name=hawt105/> inizialmente con lo scopo di sostituirli con la famiglia [[Alidi|alide]].<ref>Farhad Daftary, [http://books.google.com.au/books?id=snchIYFE9D0C&pg=PA4&dq=kaysanis&as_brr=3#v=onepage&q=kaysanis&f=false Ismaili Literature: A Bibliography of Sources and Studies], p. 4. [[Londra]], I.B. Tauris e Institute of Ismaili Studies, 2004. ISBN 9781850434399</ref><ref name=journ50>H. Dizadji, [http://books.google.com.sa/books?id=3hrCxCY5pOIC&pg=PA50&dq=umayyad+abbasid+non+muslim+support&hl=en&sa=X&ei=emONU420HI6byATmyYCoDw&ved=0CCYQ6AEwADgU#v=onepage&q=umayyad%20abbasid%20non%20muslim%20support&f=false Journey from Tehran to Chicago: My Life in Iran and the United States, and a Brief History of Iran], p. 50. Bloomington, Indiana, Trafford Publishing, 2010. ISBN 9781426929182</ref> In una certa misura, la ribellione contro gli Omayyadi portava una associazione precoce con le idee sciite.<ref name=turn86/><ref name=rise46>Matthew Gordon, [http://books.google.com.sa/books?id=KiawUHevW24C&pg=PA46&dq=umayyad+abbasid+non+muslim+support&hl=en&sa=X&ei=47eNU9XPCo2xyAS9poGADg&ved=0CDgQ6AEwAzge#v=onepage&q=umayyad%20abbasid%20non%20muslim%20support&f=false The Rise of Islam], p. 46. Westport, Connecticut: Greenwood Publishing Group, 2005. ISBN 9780313325229</ref> Un certo numero di rivolte sciite contro il dominio degli Omayyadi aveva già avuto luogo, anche se indirizzate dal loro desiderio di insediare gli Alidi. [[Zayd ibn Ali]] combatté contro gli Omayyadi in [[Iraq]], mentre [['Abd Allah ibn Mu'awiya]] stabilì un dominio temporaneo sulla Persia. Il loro assassinio, non solo aumentò il sentimento anti-omayyade tra gli alidi, ma fece si che essi e il resto dei musulmani in Iraq e in Persia giungessero ad un'azione comune<ref name=haw106/> Allo stesso tempo, la cattura e l'uccisione di figure dell'opposizione alide di spicco, rese gli Abbasidi come gli unici contendenti realisticamente capaci di coprire il vuoto che avrebbero lasciato gli Omayyadi.<ref name=hawt113>G.R. Hawting, ''The First Dynasty of Islam'', p. 113.</ref>
 
Gli Abbasidi rimasero defilati, affermando semplicemente di volere una guida della ''[[Umma (Islam)|Umma]]'' sulla cui scelta come califfo della comunità musulmana sarebbero stati d'accordo.<ref>للرضا من ءال محمد</ref><ref>[http://www.iranicaonline.org/articles/ali-al-reza ʿALĪ AL-REŻĀ, Iranica]</ref> Molti alidi naturalmente diedero per sottinteso che ciò significava un sovrano alide, una convinzione che gli Abbasidi tacitamente incoraggiarono per ottenere il loro sostegno alla causa anti-omayyade.<ref name=ox24and25>''The Oxford History of Islam'', pp. 24-25.</ref> Anche se gli Abbasidi erano membri del clan [[Banu Hashim]], rivale degli Omayyadi, la parola "Hāshimiyya" va riferita ad [[Abu Hashim|ʿAbd Allāh b. Muḥammad Ibn al-Ḥanafiyya]], detto Abū Hāshim: un nipote di [[AliʿAlī ibn AbiAbī TalibṬālib|ʿAlī]] e figlio di [[Muhammad ibn al-Hanafiyya|Muḥammad Ibn al-Ḥanafiyya]].
 
Secondo la tradizione, ʿAbd Allāh morì nel 717 a Ḥumayma (nelle [[steppa|steppe]] [[Transgiordania|transgiordaniche]]) mentre era suo ospite in casa [[Muhammad ibn 'Ali ibn 'Abd Allah]], il capo della famiglia degli Abbasidi, e prima di morire nominò avrebbe designato Muḥammad ibn ʿAlī quale suo successore.<ref name=hala6>Hala Mundhir Fattah, ''A Brief History of Iraq'', p. 76.</ref> Anche se l'aneddoto viene considerato costruito ad arte,<ref name=hawt113/> al tempo permise agli Abbasidi di raccogliere i sostenitori della rivolta fallita di [[al-Mukhtar ibn Abi 'Ubayd]], che era insorto a suo tempo in Mesopotamia, che divennero i sostenitori di Muḥammad Ibn al-Ḥanafiyya. Con il tempo la rivoluzione prese vigore e la maggior parte dei Kaysaniti alidi giurarono fedeltà alla dinastia abbaside (nel caso della Hāshimiyya),<ref>Farhad Daftary, ''Ismaili Literature'', p. 15.</ref><ref>Moojan Momen, ''An Introduction to Shi'i Islam'', pp. 47-48. New Haven, Connecticut, Yale University Press, 1985. ISBN 9780300035315</ref> o si erano avvicinati ai sentimenti alidi.<ref>Heinz Halm, [http://books.google.com.sa/books?id=u5jO3QzVtPUC&vq=abbasid&source=gbs_navlinks_s Shi'ism], p. 18. Edimburgo, Edinburgh University Press, 2004. ISBN 9780748618880</ref>
 
===Malcontento tra i musulmani non arabi===
Lo Stato degli Omayyadi è ricordato come uno Stato arabocentrico, essendo gestito da e per il beneficio di coloro che erano etnicamente Arabi e musulmani.<ref name=earth251/><ref name=africa26>Ivan Hrbek, [http://books.google.com.sa/books?id=qDFcD0BuekQC&pg=PA26&dq=umayyad+abbasid+non+muslim+support&hl=en&sa=X&ei=emONU420HI6byATmyYCoDw&ved=0CCwQ6AEwATgU#v=onepage&q=umayyad%20abbasid%20non%20muslim%20support&f=false Africa from the Seventh to the Eleventh Century], p. 26. Melton, Suffolk, James Currey, 1992. ISBN 9780852550939</ref> I musulmani non arabi si risentirono della loro posizione sociale marginale e vennero facilmente trascinati verso gli Abbasidi in opposizione al dominio degli Omayyadi.<ref name=turn86/><ref name=art20/><ref name=hala6/> Gli arabi dominavano la burocrazia e l'esercito ed alloggiavano al di fuori d'Arabia in strutture fortificate separate dalla popolazione locale.<ref name=imperium/> Anche dopo la conversione all'Islam, i non-arabi o ''[[MawlaMawlā|Mawali]]'' non potevano vivere in queste città di guarnigione. I non arabi non potevano lavorare per il governo né potevano avere posti nell'esercito omayyade e dovevano pagare la [[jizya]], tassa che gravava sui non musulmani.<ref name=africa26/><ref>Stearns, Adas et al., "Converts and People of the Book."</ref><ref name=museum40>[http://books.google.com.sa/books?id=zaEHRF7ZS7IC&pg=PA40&dq=umayyad+abbasid+non+muslim+support&hl=en&sa=X&ei=emONU420HI6byATmyYCoDw&ved=0CEEQ6AEwBTgU#v=onepage&q=umayyad%20abbasid%20non%20muslim%20support&f=false The Umayyads: The Rise of Islamic Art], p. 40. Museum with No Frontiers, 2000. ISBN 9781874044352</ref><ref name=wor214>Philip Adler and Randall Pouwels, [http://books.google.com.sa/books?id=ZcGiAgAAQBAJ&pg=PA214&dq=umayyad+abbasid+non+muslim+support&hl=en&sa=X&ei=emONU420HI6byATmyYCoDw&ved=0CFIQ6AEwCDgU#v=onepage&q=umayyad%20abbasid%20non%20muslim%20support&f=false World Civilizations], p. 214. Boston: Cengage Learning, 2014. ISBN 9781285968322</ref> I non-musulmani, sotto il dominio degli Omayyadi, erano soggetti a queste stesse ingiunzioni.<ref>John Esposito, Islam: The Straight Path, p. 34. [[Oxford]], Oxford University Press, 1998. ISBN 9780195112344</ref> I matrimoni misti, tra arabi e non arabi, erano molto rari.<ref name=pat17/> Quando accadeva, era consentito solo tra un uomo arabo e una donna non araba, mentre gli uomini non arabi erano generalmente non liberi di sposare donne arabe.<ref name=bal417/>
 
La conversione all'Islam avvenne gradualmente. Se un non-arabo voleva convertirsi all'Islam, non solo doveva rinunciare al suo nome, ma doveva rassegnarsi a rimanere un cittadino di seconda classe.<ref name=saud58/><ref name=museum40/> Il non arabo sarebbe stato "adottato" da una tribù araba,<ref name=wor214/> anche se non gli sarebbe stato consentito, in realtà, di adottare la ''[[nisba]]'' ispirata dal nome della tribù, per evitare il rischio di inquinamento della percepita purezza della razza araba. Piuttosto, il non arabo avrebbe preso il cognome di [[liberto]] (''mawlā'') di questa o quella tribù, anche se non era uno schiavo prima della conversione. Questo in sostanza significava che era asservito alla tribù che patrocinava la sua conversione.<ref name=saud58/><ref>Fred Astren, [http://books.google.com.sa/books?id=mCdpqhKuKqEC&printsec=frontcover&dq=fred+astren&hl=en&sa=X&ei=6yGEU8D7Ceau0QWOvoCADg&ved=0CDEQ6AEwAQ#v=onepage&q=umayyad&f=false Karaite Judaism and Historical Understanding], pp. 33-34. Columbia, South Carolina, University of South Carolina Press, 2004. ISBN 9781570035180</ref>
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==Eventi==
===Costruzione===
Ad iniziare dal 719, la missione della Hāshimiyya cominciò ad attrarre aderenti nel [[Grande Khorasan|Khurasan]]. La sua campagna era stata inquadrata come una forma di [[daʿwa|proselitismo]] ed essa cercò il sostegno delle popolazioni per "un membro della Casa del Profeta che sarà gradito a tutti",<ref>الرضا من ءآل محمد: al-reżā men āl Moḥammad</ref> senza fare esplicita menzione agli Abbasidi.<ref name=ox24and25/><ref name="Abbasids Iranica">[http://www.iranicaonline.org/articles/abbasid-caliphate ABBASID CALIPHATE], ''Encyclopædia Iranica''. Accesso 8 novembre 2014.</ref> Questa missione ebbe successo sia tra gli [[arabi]] sia tra i [[MawlaMawlā|mawali]] non arabi, anche se questi ultimi ebbero un ruolo maggiore nella crescita del movimento. Diverse ribellioni – di Kaysaniti, Hashimiyya e alidi in genere – si verificarono negli ultimi anni di regno degli Omayyadi, dopo la [[Seconda Fitna|seconda guerra civile islamica]]<ref name=museum40/><ref name=ox24>''The Oxford History of Islam'', p. 24.</ref> e la [[Terza Fitna|terza]].<ref>G.R. Hawting, ''The First Dynasty of Islam'', pp. 105 & 107.</ref>
 
In quel momento [[Kufa]] era il centro dell'opposizione al governo degli Omayyadi, in particolare dei sostenitori di ʿAlī. Nel 741-742 [[Abu Muslim]] ebbe il suo primo contatto con i precedenti agenti abbasidi che non avevano riscosso grande successo nella loro opera di propaganda. Era stato presentato al principale rappresentante abbaside, [[Ibrahim ibn Muhammad ibn Ali|Ibrāhīm]], alla [[Mecca]]. Intorno al 746, [[Abu Muslim]] divenne capo della Hāshimiyya in Khorasan.<ref name=korasani>[http://www.iranicaonline.org/articles/abu-moslem-abd-al-rahman-b ABŪ MOSLEM ḴORĀSĀNĪ], ''Encyclopædia Iranica''. Accesso 30 aprile 2014.</ref> A differenza delle rivolte alidi che l'avevano preceduta, gli Abbasidi e i loro alleati della [[Hashimiyya]] costituirono lentamente un movimento di resistenza clandestina al dominio degli Omayyadi. Vennero usate reti segrete per costruire una base di potere di sostegno nelle terre musulmane orientali al fine di assicurare il successo della rivoluzione.<ref name=rise46/><ref name=ox24/> Questa costruzione si svolse, non solo sulla scia della rivolta zaydita in Iraq, ma anche in concomitanza con la [[grande rivolta berbera]], in [[Regno di Iberia|Iberia]] e nel [[Maghreb]], con l'insorgere degli [[ibaditi]] in [[Yemen]] e in [[Hijaz]],<ref>Daniel McLaughlin, ''Yemen and: The Bradt Travel Guide'', p. 203. Guilford, Connecticut, Brandt Travel Guides, 2007. ISBN 9781841622125</ref> e la [[terza Fitna|terza guerra civile islamica]] in [[Oriente (regione geografica)|Oriente]], con la rivolta di [[al-Harith ibn Surayj]] in [[Khurasan]] e [[Asia centrale]] avvenute poco prima della rivoluzione.<ref name=earth251/><ref name=saud58/> Gli Abbasidi approfittarono del momento di grave crisi militare del califfato omayyade, aggredito da varie direzioni,<ref>Bernard Lewis, [http://books.google.com.sa/books?id=-LWbBMm27w8C&pg=PT73&dq=umayyad+abbasid+non+muslim+support&hl=en&sa=X&ei=IUiNU_O6G8KryAS82YDIBw&ved=0CDwQ6AEwBA#v=onepage&q=umayyad%20abbasid%20non%20muslim%20support&f=false The Middle East], Introduction, final two pages on the ''Umayyad Caliphate''. New York, [[Simon & Schuster]], 2009. ISBN 9781439190005</ref> e [[G. R. Hawting]] ha affermato che, anche se i governanti omayyadi fossero stati a conoscenza dei preparativi degli Abbasidi, non avrebbero potuto mobilitarsi contro di loro.<ref name=hawt105/>
 
====Rivolta di Ibn Surayj====
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===Fase del Khorasan===
Il 9 giugno 747 (25 Ramadan 129 [[Calendario islamico|AHdell'Egira]]), AbuAbū Muslim avviò con successo un'aperta rivolta contro gli Omayyadi,<ref name=earth251/><ref name=ira62>''The Cambridge History of Iran'', [http://books.google.com.sa/books?id=hvx9jq_2L3EC&pg=PA62&dq=umayyad+abbasid+non+muslim+support&hl=en&sa=X&ei=AaqOU-33NoKyyASR1oGoDw&ved=0CDYQ6AEwAzgo#v=onepage&q=umayyad%20abbasid%20non%20muslim%20support&f=false p. 62]. Ed. Richard N. Frye. Cambridge: Cambridge University Press, 1975. ISBN 9780521200936</ref> che fu portata avanti sotto il segno dello [[stendardo nero]].<ref name=korasani/><ref name=lewabb1>Bernard Lewis, ''The Middle East'', Introduction, first page on the Abbasid Caliphate.</ref><ref name=cam102>[http://books.google.com.sa/books?id=4AuJvd2Tyt8C&pg=PA104&dq=umayyad+abbasid+non+muslim+support&hl=en&sa=X&ei=emONU420HI6byATmyYCoDw&ved=0CDwQ6AEwBDgU#v=onepage&q=umayyad%20abbasid%20non%20muslim%20support&f=false ''The Cambridge History of Islam''], vol. 1A, p. 102. Eds. Peter M. Holt, Ann K.S. Lambton and Bernard Lewis. Cambridge, Cambridge University Press, 1995. ISBN 9780521291354</ref> che era già stato usato da Ibn Surayj. Intorno a 10&nbsp;000 uomini erano al comando di AbuAbū Muslim quando ebbero ufficialmente inizio le ostilità a [[Merv]].<ref name=hala77/> Il 14 febbraio 748 egli ottenne il controllo di Merv,<ref name=hawt108/> espellendo il governatore omayyade, NasrNaṣr ibn SayyarSayyār, meno di un anno dopo che questi aveva messo fine alla rivolta di Ibn Surayj, e inviò poi un poderoso esercito verso occidente.<ref name=korasani/><ref name=lewabb1/><ref name=rise47>Matthew Gordon, ''The Rise of Islam'', p. 47.</ref>
 
Un ufficiale abbaside di recente arrivato, [[Qahtaba ibn Shabib]], insieme con i suoi figli [[Alal-Hasan ibn Qahtaba]] e [[Humayd ibn Qahtaba]], inseguì Ibn SayyarSayyār a [[Nishapur]] e quindi lo spinse più ad ovest a [[Hecatompylos]], nella Persia occidentale.<ref name=hawt116>G.R. Hawting, ''The First Dynasty of Islam'', p. 116.</ref> Nel mese di agosto, al-Ta'iṬāʾiʿ sconfisse una forza omayyade di 10&nbsp;000 uomini anel [[Gorgan]]. Ibn SayyarSayyār si unì alle forze del califfo a [[Rey (Iran)|Rey]]. Ancora una volta, Ibn SayyarSayyār fuggì ovest e morì il 9 dicembre, 748 nel tentativo di raggiungere [[Hamadan]].<ref name=hawt116/> Al-Ta'iṬāʾiʿ avanzò verso ovest, attraverso Khorasan, sconfiggendo una forza di 50&nbsp;000 Omayyadi a [[Isfahan]] nel marzo del 749.
 
A [[Nahavand|Nihāwand]], gli Omayyadi tentarono di opporre la loro ultima resistenza nelin Khorasan. Le forze omayyadi indietreggiarono verso HamadanHamadān e il resto degli uomini di Ibn SayyarSayyār si riunì con quelli già presenti nella guarnigione.<ref name=hawt116/> QahtabaQaḥṭaba sconfisse un residuo contingente omayyade della [[Siria]] mentre suo figlio al-HasanḤasan pose l'assedio a NahavandNihāwand per più di due mesi. Le unità militari omayyadi raggiunsero un accordo con gli Abbasidi, ottenendo la libertà dai loro nemici, venendo però tutte messe a morte.<ref name=hawt116/> Dopo quasi novant'anni, il regno degli Omayyadi in KhorosanKhorasan aveva avuto fine.
 
Allo stesso tempo, che al-Ta'iṬāʾiʿ prese Nishapur, AbuAbū Muslim stava rafforzando la presa abbaside sui musulmani nel lontano oriente. I governatori abbasidi vennero nominati in [[Transoxiana]] e [[Battriana]], mentre ai ribelli che avevano firmato un accordo di pace con NasrNaṣr ibn SayyarSayyār, venne offerto un accordo di pace con AbuAbū Muslim<ref name=hawt116/>. Con la pacificazione di ogni ribellione in oriente e la resa di NahavandNihāwand in occidente, gli Abbasidi erano gli indisturbati padroni del Khorasan.
 
===Fase della Mesopotamia===
[[File:Balami - Tarikhnama - Abu'l-'Abbas al-Saffah is proclaimed the first 'Abbasid Caliph (cropped).jpg|thumb|upright=1.4|Disegno da un manoscritto di [[Muhammad Bal'ami|Balʿami]] raffigurante al-Saffāḥ mentre riceve la ''[[bayʿa]]'' a Kufa.]]
Gli Abbasidi non persero tempo nel proseguire dal Khorasan alla volta della [[Mesopotamia]]. Nel mese di agosto 749, il comandante omayyade [[Yazid ibn 'Umar al-Fazari]] cercò di rispondere alle forze di al-Ta'iṬāʾiʿ prima che potessero raggiungere [[Kufa]]. Per non essere da meno, gli Abbasidi lanciarono un raid notturno contro le forze di al-Fazari prima che avessero la possibilità di prepararsi. Durante il raid, al-Ta'iṬāʾiʿ stesso venne ucciso in battaglia. Nonostante la perdita, al-Fazari fuggì con le sue forze verso [[Wasit]].<ref>G.R. Hawting, ''The First Dynasty of Islam'', pp. 116-117.</ref> L'[[assedio di Wasit]] durò da agosto del 749 al luglio del 750. Anche se gli Abbasidi avevano perso un importante comandante militare, una gran parte delle forze omayyadi era essenzialmente intrappolata all'interno di WasitWāsiṭ e poté essere lasciata nella sua prigione virtuale, mentre venivano svolte azioni militari più aggressive.<ref name=hawt117>G.R. Hawting, ''The First Dynasty of Islam'', p. 117.</ref>
 
Contemporaneamente all'assedio del 749, gli Abbasidi attraversarono l'[[Eufrate]] e presero Kufa.<ref name=museum40/><ref name=lewabb1/> Il figlio di [[Khalid al-Qasri]] – un ufficiale omayyade caduto in disgrazia e che era stato torturato a morte un paio di anni prima - avviò una rivolta filo-abbaside a partire dalla cittadella della città. Il 2 settembre, 749, al-Ḥasan b. Qaḥṭaba entrò in città e prese posizione.<ref name=hawt117/> Successe una certa confusione quando AbuAbū Salama, un ufficiale abbaside, spinse per un leader [[Alidi|alide]]. Un confidente di AbuAbū Muslim, AbuAbū Jahm, riferì cosa stava succedendo, e gli Abbasidi agirono preventivamente. Venerdì, 28 novembre 749, prima della fine dell'assedio di [[Wasit|Wāsiṭ]], [[Abu l-Abbas al-Saffah|Abū l-ʿAbbās al-Saffāḥ]], il pronipote dello zio di [[Maometto]], [[Al-AbbasʿAbbās ibn AbdʿAbd al-MuttalibMuṭṭalib|al-ʿAbbās]], venne riconosciuto come il nuovo califfo nella moschea di Kufa.<ref name=korasani/><ref>''S. v.'' «al-Mahdi», in: ''[[The Encyclopaedia of Islam]]'', p. 1-233. 2nd. ed. Peri Bearman, Clifford Edmund Bosworth, Wolfhart Heinrichs ''et al'' eds.</ref>
 
Rapidamente come le forze di Qahtaba marciarono dal Khorasan a Kufa, così fecero le forze di [['Abd Allah ibn 'Ali|ʿAbd Allāh ibn ʿAlī]] e [[Abu 'Awn 'Abd al-Malik ibn Yazid]] verso [[Mossul|Mawṣil]].<ref name=hawt117/> A quel punto MarwanMarwān II spostò le truppe da [[Harran|Ḥarrān]] e avanzò verso la Mesopotamia. Il 16 gennaio 750 le due forze si incontrarono sulla riva sinistra di un affluente del [[Tigri]], nella [[Battaglia del Grande Zab]], e nove giorni dopo MarwanMarwān II venne sconfitto e il suo esercito completamente distrutto.<ref name=saud58/><ref name=museum40/><ref name=hawt117/><ref name=mus49>Bertold Spuler, [http://books.google.com.sa/books?id=XMsUAAAAIAAJ&pg=PA48&dq=umayyad+abbasid+non+muslim+support&hl=en&sa=X&ei=2rKOU_bWMNW0yATXnYCwDg&ved=0CCwQ6AEwATgy#v=onepage&q=umayyad%20abbasid%20non%20muslim%20support&f=false The Muslim World a Historical Survey], Part 1: ''The Age of the Caliphs'', p. 49. 2nd ed. Leiden, Brill Archive, 1968.</ref> La battaglia è considerata come quella che segnò definitivamente il destino degli Omayyadi. Tutte le forze di MarwanMarwān II fuggirono attraverso la Siria, in Egitto, con ogni città omayyade che si arrese agli Abbasidi che si erano posti al loro inseguimento.<ref name=hawt117/>
 
[[Damasco]] cadde in aprile, e in agosto, [[Marwan II|Marwān II]] e la sua famiglia, vennero rintracciati da una piccola forza guidata da Abu ʿAwn e [[Salih Ibn Ali]] (il fratello di ʿAbd Allāh ibn ʿAlī) e ucciso in Egitto.<ref name=saud58/><ref name=museum40/><ref name=korasani/><ref name=cam102/><ref name=mus49/> Al-Fazari, il comandante omayyade di Wāsiṭ, resistette anche dopo la sconfitta di MarwanMarwān II nel mese di gennaio. Gli Abbasidi gli promisero l'amnistia nel mese di luglio, ma subito dopo che uscì dalla fortezza lo uccisero. Dopo quasi tre anni di ribellione, il califfato degli Omayyadi era definitivamente battuto.<ref name=earth251/><ref name=journ50/>
 
==Tattiche==
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===Propaganda===
La rivoluzione abbaside fornisce un primo esempio medievale dell'efficacia della propaganda. Lo stendardo nero srotolato all'inizio della fase di apertura della rivoluzione, portò toni messianici riferiti alle ribellioni non riuscite del passato, da parte dei membri della famiglia di Maometto, con marcata [[escatologia]] e inclinazioni millenarie.<ref name=hala77/> Gli Abbasidi&nbsp;– i loro capi discendevano dallo zio di Maometto, [[Alal-AbbasʿAbbās ibn AbdʿAbd al-MuttalibMuṭṭalib]] – erano in attesa di vivaci rievocazioni storiche per l'omicidio del nipote di Maometto, [[Husayn ibn Ali]], da parte dell'esercito del secondo sovrano omayyade [[Yazid I]], seguito da promesse di castigo di dio.<ref name=hala77/> Venne messa a fuoco accuratamente l'eredità della famiglia di Maometto, mentre i dettagli di come gli Abbasidi in realtà governarono non sono stati menzionati.<ref name=rel48>Bertold Spuler, ''The Muslim World a Historical Survey'', p. 48.</ref> Mentre gli Omayyadi avevano principalmente speso le loro energie nel cancellare la linea Alidalide della famiglia profeticadel Profeta, gli Abbasidi rividero accuratamente le cronache musulmane nel mettere un accento più pesante sulla relazione tra Maometto e suo zio.<ref name=rel48/>
 
Gli Abbasidi trascorsotrascorsero più di un anno a preparare la loro unitàorganizzazione di propaganda (''daʿwa'') contro gli Omayyadi. Ci furono un totale di settanta propagandisti in tutta la provincia di Khorasan, che operavano sotto le direttive di dodici funzionari centrali.<ref name=hawt114>G.R. Hawting, ''The Final Dynasty of Islam'', p. 114.</ref>
 
===Segretezza===
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==Conseguenze==
[[File:727px-NE 800ad.jpg|thumb|left|Confini della regione nell'800.]]
I vincitori profanarono le tombe degli Omayyadi nella [[Grande Siria]], risparmiando solo quella di [[Umar II|ʿUmar II]], e la maggior parte degli altri membri della famiglia degli Omayyadi furonofu rintracciatirintracciata e uccisitrucidata.<ref name=ox25/><ref name=museum40/> Quando gli Abbasidi dichiararono l'amnistia per i membri della famiglia degli Omayyadi, ottanta di essi si riunirono a sulle sponde del fiume Abī Fuṭrus (odierno [[JaffaYarkon]]) per ricevere la grazia, ma [[Strage di Nahr Abi Futrus|vennero tutti massacrati]].<ref name=cru40>Michael A. Palmer, [http://books.google.com.sa/books?id=_GnsMIMOIzEC&pg=PA40&dq=umayyad+abbasid+non+muslim+support&hl=en&sa=X&ei=47eNU9XPCo2xyAS9poGADg&ved=0CE8Q6AEwBzge#v=onepage&q=umayyad%20abbasid%20non%20muslim%20support&f=false The Last Crusade: Americanism and the Islamic Reformation], p. 40. Lincoln, Nebraska: Potomac Books, 2007. ISBN 9781597970624</ref>
 
Nel periodo immediatamente successivo, gli Abbasidi decisero di consolidare il loro potere contro gli ex alleati ora visti come rivali.<ref name=ox25/> Cinque anni dopo la fine della rivoluzione, AbuAbū Muslim fu accusato di eresia e tradimento dal secondo califfo abbaside [[al-Mansur|al-Manṣūr]] e venne giustiziato presso il palazzo, nel 755, nonostante avesse ricordando ad al-MansurManṣūr che era stato lui (AbuAbū Muslim) che aveva porto al potere gli Abbasidi,<ref name=rel160/><ref name=journ50/><ref name=rise47/> e i suoi compagni di viaggio eronoerano stati indotti al silenzio. Scontento per la brutalità del califfo e ammirazione per AbuAbū Muslim portarono a ribellioni contro la dinastia degli abbasidiAbbasidi in tutto il Khorasan e il [[Kurdistan]].<ref name=journ50/><ref>Arthur Goldschmidt, ''A Concise History of the Middle East'', pp. 76-77. Boulder, Colorado: Westview Press, 2002. ISBN 0-8133-3885-9</ref>
 
Anche se gli sciiti furono fondamentali per il successo della rivoluzione, gli abbasidiAbbasidi tentarono di rivendicare l'ortodossia alla luce degli eccessi Omayyadi che portarono alla continua persecuzione degli sciiti.<ref name=pic80/><ref name=turn86/> D'altra parte, i non musulmani riconquistarono i posti di governo che avevano perso sotto gli Omayyadi.<ref name=pic80/> Ebrei, [[chiesa assira d'Oriente|Nestoriani]], [[Zoroastriani]] e anche [[Buddhisti]] vennero reintegrati in un impero più cosmopolita centrato intorno alla nuova, etnicamente e religiosamente diversa, città di [[Baghdad]].<ref name=hala77/><ref name=wor214/><ref name=lap58/>
 
Gli Abbasidi furonodivennero essenzialmente burattini dei governanti secolari a partire dal 950,<ref name=ox25/><ref name=art20/> anche se il loro lignaggio, come califfi nominali, continuò fino al 1258, quando le orde mongole uccisero l'ultimo califfo abbaside di Baghdad.<ref name=earth251/><ref name=art20/> Il periodo di vero e proprio governo diretto degli Abbasidi durò quasi esattamente duecento anni.<ref name=oxhist16>Andrew Marsham, [http://books.google.com.sa/books?id=-FUKx8bgA3kC&pg=PA16&dq=abbasid+historiography&hl=en&sa=X&ei=t9yXU628A4uCPZn3gKAD&ved=0CDIQ6AEwBA#v=onepage&q=abbasid%20historiography&f=false], p. 16. Oxford: Oxford University Press, 2010. ISBN 9780199806157</ref>
 
Un nipote di [[Hisham ibn 'Abd al-Malik]], [[Abd al-Rahman ibn Mu'awiya|AbdʿAbd aral-RahmanRaḥmān I]], sopravvisse e fondò un regnoEmirato, inchiamato [[Alal-Andalus]], ([[Mori (storia)|Mori]] innella [[Penisola iberica|Iberia]]) dopo cinque anni di viaggio verso occidente.<ref name=earth251/><ref name=saud58/><ref name=museum40/> Nel corso di trent'anni, spodestò il regnate [[Fihrids]] e resistette alle incursioni degli Abbasidi per fondare l'[[Emiri di al-Andalus|Emirato di Cordoba]].<ref>Roger Collins,''The Arab Conquest of Spain, 710–797,'' pp. 113–140 & 168–182. Hoboken, New Jersey:, Wiley-Blackwe. ISBN 0-631-19405-3</ref><ref>Simon Barton, ''A History of Spain'', p. 37. [[New York]]:, Palgrave Macmillan, 2004. ISBN 0333632575</ref> Questa è considerata un'estensione della dinastia degli Omayyadi, e regnò su Cordoba dal 756 al 1031.<ref name=pic80/><ref name=africa26/>
 
==Eredità==
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==Bibliografia==
* {{Cita libro|titolo= The End of the Jihâd State: The Reign of Hishām ibn ʻAbd al-Malik and the Collapse of the Umayyads |nome= Khalid Yahya |cognome= Blankinship |wkautore=Khalid Yahya Blankinship |città= Albany, NY |editore= State University of New York Press |anno= 1994 | isbn = 978-0-7914-1827-7 |url=http://books.google.com/books?id=Jz0Yy053WS4C}}
* {{Cita libro|titolo= The Political and Social History of Khurasan under Abbasid Rule, 747–820 |url= https://archive.org/details/politicalsocialh0000dani |cognome= Daniel |nome= Elton L. |editore= Bibliotheca Islamica, Inc. |città= Minneapolis and Chicago |anno= 1979 | isbn = 0-88297-025-9}}
* Albert Hourani, History of the Arab Peoples
* {{Cita libro|titolo=The Prophet and the Age of the Caliphates: The Islamic Near East from the 6th to the 11th Century |edizione= Second |cognome=Kennedy|nome=Hugh N. |wkautore=Hugh N. Kennedy |anno=2004 |editore=Pearson Education Ltd. |città=Harlow, UK |isbn=0-582-40525-4 |url= http://books.google.com/books?id=Wux0lWbxs1kC}}
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* [[Guerre arabo-bizantine]]
* [[Conquista islamica della Persia]]
 
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
 
==Collegamenti esterni==