Sistema eliocentrico: differenze tra le versioni
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[[File:Iconographic Encyclopedia of Science, Literature and Art 014.jpg|thumb|upright=1.3|Illustrazione che raffigura il Sole al centro di un universo circolare, dal ''[[Dizionario Enciclopedico Brockhaus ed Efron]]'' (1890-1907)]]
L{{'}}'''eliocentrismo''' ({{lang-grc|ἥλιος|hḕlios|sole|t2=κέντρον |t2'=kèntron|t2"=centro|da=si|p=si|pp=si}}) è
Storicamente, nell'eliocentrismo il Sole era ritenuto centro del [[cosmo]], termine con cui si designava l'insieme degli [[Astro|astri]] noti, prima dell'introduzione del concetto di [[universo]] (apparso solo con la [[rivoluzione scientifica]]). La distinzione fra [[sistema solare]] ed [[universo]], rilevante nelle controversie [[cosmologia (filosofia)|cosmologiche]] e [[religione|religiose]] riguardanti l'eliocentrismo, non è stata fino a quell'epoca chiara.
L'eliocentrismo è opposto al [[geocentrismo]], che poneva invece la [[Terra]] al centro del sistema solare, facendo ruotare la Luna, il Sole e i pianeti attorno ad una Terra immobile.
== Storia ==
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=== Sistemi pre-copernicani ===
Già in ambito [[Scuola pitagorica|pitagorico]] vi furono idee eliocentriche tramandate in forma di mito (le immagini del Sole come Apollo Musagete che suona la lira dalle sette corde, o come Pan che soffia al suo flauto dalle sette canne, un'allegoria del sistema eliocentrico con i sei pianeti e la Luna), ed anche in seguito l'[[astronomia greca]] avanzò alcuni modelli alternativi al [[geocentrismo]] e alle [[sfere omocentriche]] di [[Eudosso di Cnido]], a partire ad esempio con [[Eraclide Pontico]] (385-322 a.C.). Nato ad [[Eraclea Pontica]] ma trasferitosi ad [[Atene]], dove fu probabilmente discepolo di [[Aristotele]] al [[Liceo di Aristotele|Liceo]], Eraclide, per spiegare il moto diurno dei cieli, pensò ad un moto della terra intorno al proprio asse da occidente ad oriente; probabilmente ipotizzò il movimento di [[Venere (astronomia)|Venere]] e di [[Mercurio (astronomia)|Mercurio]] intorno al Sole.
In seguito il geocentrismo fu rifiutato anche da [[Epicuro]].<ref>Epicuro, ''[[Sulla Natura (Epicuro)|Sulla natura]]'', libro XII</ref> Nella prima metà del [[III secolo a.C.]] [[Aristarco di Samo]] teorizzò esplicitamente l'eliocentrismo nella sua forma attuale e successivamente, secondo la testimonianza di [[Plutarco]], [[Seleuco di Seleucia]] ne dette anche una dimostrazione. La teoria eliocentrica fu però fermamente rifiutata, nel [[II secolo d.C.]], da [[Claudio Tolomeo|Tolomeo]], che era certo della centralità ed immobilità della Terra nell'universo.
Il modello geocentrico delle sfere omocentriche rivelava difficoltà non indifferenti nella descrizione del moto dei pianeti. Da un'osservazione della volta celeste le traiettorie descrivono dei ''cappi'' sulla volta celeste piuttosto che dei moti regolari, come previsto dal modello aristotelico. Astronomi come Eudosso ipotizzavano delle sfere complementari che concorrono con il moto delle 7 principali, proprie dei pianeti, arrivando ad un numero di 15 solo per Mercurio, senza giungere a costruire un modello attendibile.
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L'ipotesi di Niccolò Copernico era basata essenzialmente su calcoli astronomici, forse anche grazie al contributo islamico che, riprendendo alcuni studi greci, tra cui [[Aristarco di Samo]], a partire dal [[X secolo]] aveva cominciato a esporre i propri dubbi (''shukūk'') sulla validità del modello [[Geocentrismo|geocentrico]] [[Claudio Tolomeo|tolemaico]]<ref>{{Cita libro|editore= Cambridge University Press| isbn = 978-0-521-57600-0|cognome= Hoskin|nome= Michael|titolo= The Cambridge Concise History of Astronomy|data= 18 marzo 1999|p=60}}</ref><ref name=Setia>{{Cita pubblicazione|titolo=Fakhr Al-Din Al-Razi on Physics and the Nature of the Physical World: A Preliminary Survey|autore=Adi Setia|rivista=Islam & Science|volume=2|anno=2004}}</ref> e sull'apparente immobilità della [[Terra]]. All'osservatorio astronomico di [[Maragheh|Maragha]], fatto costruire a [[Samarcanda]] dal [[timuride]] [[Ulugh Beg]], la rotazione terrestre fu discussa da [[Nasir al-Din al-Tusi|Naṣīr al-Dīn al-Ṭūsī]] e da [['Ali al-Qushji]] (n. 1403), usando di fatto i medesimi argomenti di Copernico.<ref>F. Jamil Ragep, "Tusi and Copernicus: The Earth's motion in context", in ''Science in Context'', Cambridge University Press, 2001, vol. 14 (nn. 1-2), pp. 145–163. [[Digital object identifier|DOI]] = 10.1017/s0269889701000060</ref>
Copernico impostò la nuova teoria al fine di ridurre la complessità dei calcoli necessari a prevedere le posizioni dei pianeti. Ciononostante, con la sua riforma astronomica vennero ad aprirsi problemi di ordine cosmologico e filosofico: la centralità della [[Terra]] viene a mancare, sia in senso [[astronomia|astronomico]] che [[metafisica|metafisico]].
Copernico era uno scienziato di fama all'interno della cerchia ecclesiastica. Fu consultato dal [[Concilio Lateranense V|V Concilio Laterano]] (1512-1517) in merito alla riforma del calendario. Copernico in realtà cominciò a scrivere la sua opera nel [[1506]] e la finì nel [[1530]], ma non fu pubblicata fino all'anno della sua morte. La pubblicazione del 1543 del ''De Revolutionibus'' causò aspre polemiche nella chiesa protestante ma non in quella cattolica. Il libro, dedicato al [[papa Paolo III]], nella versione a [[stampa]] conteneva una prefazione non firmata (ma attribuibile con certezza ad [[Andrea Osiandro|Andreas Osiander]]) in cui si sosteneva che il sistema descritto da Copernico era semplicemente un modello matematico, che non voleva rappresentare la realtà. Forse proprio grazie a tale prefazione, il lavoro dello scienziato non diede adito a grandi discussioni circa la sua possibile [[eresia]] nei successivi sessant'anni.
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La teoria eliocentrica di Copernico fu in seguito rivisitata da [[Galileo Galilei]]. Verso la fine del [[1610]] padre [[Cristoforo Clavio]] scrisse a Galilei per informarlo che i suoi colleghi gesuiti avevano confermato le sue scoperte. Galileo fu ricevuto da [[Papa Paolo V|Paolo V]] mentre i gesuiti del Collegio Romano organizzarono una giornata di studio per celebrare le scoperte dello scienziato toscano<ref>{{Cita libro|autore=Thomas E. Woods, Jr|titolo=Come la Chiesa Cattolica ha costruito la civiltà occidentale|anno=2007|editore=Cantagalli|città=Siena|p=|pp=76-78|ISBN=9788882723040}}</ref>. Lo studio di Galileo del [[1612]] sulle macchie solari fu salutato dalle congratulazioni del cardinal Maffeo Barberini, futuro Papa [[Papa Urbano VIII|Urbano VIII]]<ref>{{Cita libro|autore=J.J. Langford|titolo=Galileo, Science and the Church|url=https://archive.org/details/galileosciencech0000lang|anno=1966|editore=Desclee|città=New York|p=|pp=45-52|ISBN=}}</ref>. La Chiesa considerava l'eliocentrismo una teoria interessante ma ancora da dimostrare pienamente, dal momento che ancora fino alla prima metà del [[XVIII secolo]] avrà avuto solo conferme indirette. Infatti, Galileo ancora non sapeva rispondere alla critica della mancata evidenza degli spostamenti della parallasse terrestre e non sapeva dare fondamento alla sua certezza che le maree fossero una prova del movimento della terra (idea infondata). Il [[Sant'Uffizio]] inquisì Galileo Galilei perché egli affermava la validità scientifica dell'eliocentrismo quando ancora non erano stati sciolti tutti i dubbi. Lo scontro passò dal piano scientifico a quello dottrinale e politico e per questo fu condannato al carcere a vita, che poi fu trasformata in una condanna agli arresti domiciliari, che dovette scontare nella propria villa di [[Arcetri]]. Inoltre fu condannato a recitare preghiere quotidiane per tre anni e dovette pronunciare un [[atto di abiura]], ovvero una dichiarazione scritta in cui disconosceva la "falsa opinione" della teoria: i [[Libertà di manifestazione del pensiero|reati di opinione]], soprattutto quando avevano implicazioni politiche, furono sostanzialmente annullati in [[Europa]] solo dopo la [[seconda guerra mondiale]].
Le prime conferme dirette arrivarono dalla prima metà del [[XVIII secolo|secolo XVIII]], in particolare dal lavoro di [[James Bradley]]: dunque, nella seconda metà del settecento anche tra gli studiosi cristiani il sistema copernicano si affermò diffusamente, al punto che nel 1748 il divieto alla pubblicazione di tale teoria, introdotto nel 1616, risultava ormai
[[Albert Einstein]] dimostrò che, più correttamente e propriamente, i pianeti non girano intorno al Sole, ma si muovono in [[linea retta]] ([[principio di inerzia]] nello spazio vuoto) all'interno di uno [[spazio-tempo]] [[linea curva|incurvato]] localmente dal [[campo (fisica)|campo]] [[forza di gravità|gravitazionale]] del Sole (v. [[geodetica]]).<ref>''Dio. La scienza, le prove'', Sonda, 2024, p. 80</ref>
== Note ==
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== Bibliografia ==
*Ragep, F. Jamil (2001), "Freeing astronomy from philosophy: An aspect of Islamic influence on science", su ''Osiris'', 2nd Series 16 (Science in Theistic Contexts: Cognitive Dimensions): pp.
== Voci correlate ==
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