Onomastica romana: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
(29 versioni intermedie di 20 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
[[File:Stelecornelius1.jpg|thumb|[[Museo Archeologico di Bergamo]], stele di due fratelli della [[gens Cornelia|''gens'' Cornelia]]<ref>{{CIL|5| 05154}}</ref>. I primi due righi costituiscono un esempio di onomastica latina:<br />*{{maiuscoletto|C(aius)}}, ''[[praenomen]]''<br />*{{maiuscoletto|Cornelius
L''''onomastica romana''' è lo studio dei [[Antroponimo|nomi propri di persona]], delle loro origini e dei processi di denominazione nella [[Roma antica]]. L'onomastica latina prevedeva che i nomi maschili tipici contenessero tre nomi propri (''[[tria nomina]]'') che erano indicati come ''[[praenomen]]'' (il nome proprio come intendiamo oggi), ''[[nomen]]'' (equivalente al nostro cognome che individuava la ''[[gens]]'', ovvero era il cosiddetto "[[nome gentilizio|gentilizio]]") e ''[[cognomen]]'' (che indicava la famiglia in senso nucleare, all'interno della ''gens'').
Talvolta si aggiungeva un "secondo ''cognomen''", chiamato ''[[agnomen]]''. Un uomo che veniva adottato, mostrava nel nome anche quello di adozione (come nel caso dell'[[
Quando i ''tria nomina'' erano indicativi di possesso di [[cittadinanza (storia romana)|cittadinanza]], solo tre elementi erano obbligatori: ''praenomen'', ''nomen'' e ''cognomen'', mentre elementi aggiuntivi come l<nowiki>'</nowiki>''agnomen'' erano opzionali.
Riga 17:
Il primo elemento era il nome personale, quello attribuito ai bambini alla nascita, con il quale si presuppone che venissero chiamati in famiglia. Negli scritti, peraltro, il prenome era generalmente ridotto all'iniziale, poiché i prenomi romani si erano ben presto ridotti ad un numero alquanto limitato<ref name="geraci">Giovanni Geraci e Arnaldo Marcone, ''Storia romana'', 2ª ed., Firenze, Le Monnier Università, 2004, ISBN 88-00-86082-6, p. 2.</ref>. Questa forma di nome "proprio", eccetto che per le relazioni familiari e confidenziali, era abbastanza poco importante ed era raramente usata da sola.
Sono relativamente pochi i ''praenomina'' usati nella [[Repubblica Romana|Roma repubblicana]] e nella [[Impero Romano|Roma imperiale]], generalmente legati alla tradizione. Solo alcuni di questi, come "Flavio", "Marco", "Tiberio" e "Lucio" (anche con la versione femminile "Lucia") sono ancora in uso. Ultimamente riscoperto anche "Gaia", femminile di "Gaio" o "Caio", che in realtà è la versione non corretta di "Gaio". La corruzione di Gaio in Caio deriva dalla tradizione latina che abbreviava con C. il praenomen Gaius (Gaio) e con Cn. il praenomen Gnaeus (Gneo). Tali tradizionali abbreviazioni derivano a loro volta dal fatto che gli Etruschi, che esercitarono una forte influenza sulla prima fase storica di Roma, non distinguevano fra la "G" e la "C"<ref>
Molti dei "praenomina" maschili usati furono abbreviati ad uno o due caratteri nelle iscrizioni lapidarie, senza possibilità di ambiguità proprio perché non erano molti; le abbreviazioni più comuni sono: Aulus (A), Gaius (C), Gnaeus (Cn), Decimus (D), Kaeso (K), Lucius (L), Marcus (M), Mamercus (Mam), Manius (M'), Numerius (N), Publius (P), Quintus (Q), Servius (Ser), Sextus (Sex), Spurius (Sp), Titus (T), Tiberius (Ti).
I "praenomina" Primus, Secundus, Tertius, Quintus, Sextus, Septimus, Octavius, Nonus e Decimus hanno in italiano l'ovvio significato dei numeri ordinali e furono probabilmente in origine assegnati nell'ordine di nascita, una prassi che venne ripresa
=== ''Nomen'' ===
{{vedi anche|Gentilizio|
Il secondo nome era quello della [[gens]] (pl. ''gentes'')
Si noti peraltro che con l'andar del tempo le cose si complicarono parecchio, con l'ingresso nella cittadinanza romana di persone o intere famiglie che venivano da tradizioni diverse (si pensi agli schiavi liberati, agli alleati galli, ecc.) e che quindi magari non avevano alcuna ''gens'' di appartenenza. Gli schiavi liberati spesso acquisivano il nomen del loro antico proprietario; gli stranieri "naturalizzati" a volte latinizzavano un loro soprannome, a volte lo inventavano di sana pianta, e così via.
Riga 32:
L'ultimo elemento era in origine un soprannome, che le persone non avevano ovviamente dalla nascita, legato com'è ad una loro caratteristica personale o ad un evento che li aveva visti protagonisti. Il ''cognomen'' comparve all'inizio come soprannome o nome personale, che distingueva un individuo all'interno della ''[[gens]]'' (il ''cognomen'' non compare in documenti ufficiali fino a circa il [[100 a.C.]]); spesso il ''cognomen'' risultava quindi il solo vero elemento personale del nome, tanto da diventare per noi posteri il nome con cui il personaggio è conosciuto. Plutarco ne spiega l'origine quando racconta di come a [[Gneo Marcio Coriolano|Gneo Marcio]] fu attribuito il cognome di "Coriolano", in seguito alle sue gesta eroiche che contribuirono grandemente alla presa di [[Corioli]].<ref>[[Plutarco]], ''[[Vite parallele]], Vita di Coriolano'', XI, 1 (ed. Perrin, p. 143).</ref>
Durante la [[Repubblica Romana|Repubblica]] e l'[[Impero Romano|Impero]], il ''cognomen'' si trasmetteva dal padre al figlio, distinguendo di fatto la famiglia nucleare all'interno della ''[[gens]]''. A causa della sua origine, spesso il ''cognomen'' rifletteva qualche tratto fisico o della personalità. Ne è esempio il ''cognomen'' "[[Caligola]]", soprannome dato al terzo imperatore romano, Gaio Giulio Cesare Germanico, per l'abitudine che questi aveva in gioventù di
== ''Supernomina'' ==
I ''supernomina'' erano i soprannomi particolari che distinguevano gli individui, spesso con nomi simili. Essi si distinguevano in agnomina e signa (plebei o aristocratici). Essi nacquero dalla necessità di distinguere dei nuclei più ristretti all'interno delle famiglie, e venne aggiunto così un secondo ''cognomen'', chiamato ''agnomen'' (agnome). Alcuni di questi passarono di padre in figlio, come i ''cognomina'', per distinguere una sottofamiglia (per esempio i discendenti di una persona specifica) all'interno della famiglia. Tuttavia il più delle volte venne usato come semplice soprannome. Talvolta fu usato come titolo onorifico per ricordare un'impresa importante (come ''[[Cognomina ex virtute|cognomen ex virtute]]'' tramandato dai discendenti). A titolo di esempio basterebbe ricordare [[Scipione l'Africano|Publio Cornelio Scipione l'Africano]] (che in [[lingua latina|latino]] avrebbero scritto solitamente ''P.CORNELIVS SCIPIO AFRICANVS'').
===''Agnomina''===
Tra i ''supernomina'' si distinguono gli ''agnomina'', che si formavano di norma introducendo il soprannome con formule tipo ''qui et vocatur'', ''cui nomen est'', ''qui vocatur'', oppure semplicemente aggiungendolo alla fine dei ''tria nomina'', accanto al ''cognomen''.
===''Signa''===
I ''signa'' erano di due tipi, il primo utilizzato per lo più dai plebei, il secondo era di tradizione aristocratica. Quelli di uso plebeo si costruivano con la parola ''signo'' più il genitivo del soprannome, quelli di tradizione aristocratica con l'agnome terminante con desinenza in -ius.
== Adozione ==
{{vedi anche|Adozione nell'antica Roma}}
Quando un romano entrava per [[adozione]] in una nuova famiglia (evento usuale a causa della scarsità di figli in molte famiglie), il suo nome diveniva quello completo del padre adottivo (si assumevano i ''tria nomina'' del padre adottivo) più il suo nome di famiglia in forma declinata (con [[suffisso]] in -anus). Ecco due esempi:
* ''Gaius Iulius Caesar Octavianus'' ([[
* ''Marcus Aemilius Lepidus Livianus'' (''[[Princeps senatus]]'' nel [[I secolo a.C.]]), nato nella famiglia di ''Livius'', adottato da ''Marcus Aemilius Lepidus''.
Line 52 ⟶ 53:
== Nomi femminili ==
Quanto scritto sopra si applicava soltanto agli uomini. La società romana, infatti, non usava attribuire veri e propri nomi personali alle donne, che venivano conosciute soltanto con il proprio nome gentilizio (nomen), ovviamente declinato al femminile, talvolta seguito da un aggettivo nel - frequente - caso di omonimia tra donne appartenenti alla stessa gens (''Maior'' e ''Minor'' se le donne erano soltanto due; ''Prima, Secunda, Tertia'' e via dicendo se erano più di due). Alcuni esempi: la famosa madre dei Gracchi fu Cornelia, ma questo non è affatto un nome proprio, anche se alla sensibilità moderna lo sembra, ma semplicemente un gentilizio, peraltro uno dei più famosi; le figlie di [[Marco Antonio]] erano conosciute come [[Antonia maggiore]] (nonna dell'Imperatore [[Nerone]]) e [[Antonia minore]] (madre dell'Imperatore [[
Emerge dallo studio delle iscrizioni lapidarie che nei tempi più antichi si usava la versione al femminile anche dei ''praenomina'' e che i nomi delle donne presumibilmente consistevano in un ''praenomen'' e un ''nomen'' seguito da un [[patronimico]]. In periodo storico della [[Repubblica Romana|Repubblica]] le donne non ebbero più ''praenomen''. In effetti, sull'esistenza del ''praenomen'' femminile le opinioni sono discordi. Taluni ritengono che non sia mai esistito. Altri pensano, invece, che non potesse essere pronunciato per ragioni di ''pudicitia''. Secondo i sostenitori di quest'ipotesi, infatti, i Romani avrebbero ereditato dai Sabini una credenza che considera il prenome una parte della persona; dunque, pronunciare il ''praenomen'' di una donna sarebbe stato un atto di intimità assolutamente inaccettabile. Al di là delle diatribe tra gli studiosi, resta il fatto che nominare una donna era considerato atto socialmente irrispettoso.
Line 58 ⟶ 59:
Se era necessaria un'ulteriore precisazione, il nome gentilizio era seguito dal [[genitivo]] del nome del padre o, dopo il matrimonio, del marito. Infatti [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]] indica una donna come ''Annia P. Anni senatoris filia'' (Annia figlia del senatore P. Annius).
Dalla tarda [[Repubblica Romana|Repubblica]], le donne adottarono anche la forma femminile del ''cognomen'' del padre (per
:Esempi di nomi femminili sono: ''Aconia Paulina - Aelia Domitia Paulina - Aelia Flacilla - Aelia Paetina - [[Aemilia Lepida]] - [[Agrippina (nome)|Agrippina]] - [[Alfidia]] - Alypia - [[Ancharia]] - [[Annia Aurelia Faustina]] - [[Annia Faustina]] - [[Annia Fundania Faustina]] - [[Annia Galeria Faustina]] - [[Annia Galeria Aurelia Faustina]] - [[Annia Lucilla]] - [[Antistia]] - [[Antonia (nome)|Antonia]] - [[Aquilia Severa]] - [[Arrecina Tertulla]] - [[Arria]] - Arria Fadilla - Atia - [[Aurelia (nome)|Aurelia]] - [[Baebiana]] - [[Bruttia Crispina]] - [[Caecilia Attica]] - [[Caecilia Metella]] - [[Caecilia Paulina]] - [[Caesonia]] - [[Claudia]] - [[Claudia Antonia]] - Claudia Pulchra - [[Clodia]] - [[Cornelia]] - [[Cornelia Supera]] - Crispina - [[Didia Clara]] - [[Domitia]] - [[Domitia Longina]] - [[Domitia Lucilla]] - [[Domitia Paulina]] - [[Domitilla]] - [[Drusilla]] - [[Dryantilla]] - [[Euphemia]] - Eutropia - [[gens Fabia|Fabia]] - [[Fadia]] - [[Faltonia Betitia Proba]] - [[Fannia]] - [[Fausto|Fausta]] - [[Faustino (nome)|Faustina]] - Flavia Domitilla - [[Fulvio|Fulvia]] - Galla - [[Galla Placidia]] - [[Gnaea Seia Herennia Sallustia Barbia Orbiana]] - [[Gratidia]] - [[Elena|Helena]] - [[Helvia]] - [[Herennia Etruscilla]] - [[Honoria]] - [[Hostia]] - [[Iulia (nome)|Iulia]] - [[Iulia Aquila Severa]] - [[Iulia Domna]] -
== Ulteriori elementi ed esempi ==
Line 68 ⟶ 69:
Verso la metà del periodo [[Repubblica Romana|repubblicano]] si aggiunse al patronimico l'indicazione abbreviata della tribù in cui la persona era registrata. Non si sa quando questa indicazione divenne parte ufficiale del nome. Nel [[242 a.C.]] il numero delle tribù fu fissato in 35:
:''[[Gens Aemilia|Aemilia]] - [[Aniensis]] - [[Arniensis]] - [[Gens Camilia|Camilia]] - [[Gens Claudia|Claudia]] - [[Crustumini|Clustumina]] - [[
=== Tribù ===
Line 75 ⟶ 76:
=== Esempio di onomastica completa ===
Un esempio di nome completo è quello dell'imperatore [[Marco Aurelio]]. Si tenga presente che il nome cambiò nel corso della sua vita: noto alla nascita come Marco Annio Catilio Severo (Marcus Annius Catilius Severus), divenne in occasione dell'adozione da parte di [[Antonino Pio]] come Marco Elio Aurelio Vero (Marcus Aelius Aurelius Verus), ed in occasione del matrimonio con la figlia di Antonino (sua
Il nome completo è il seguente: ''Marcus Aurelius Marci f. Quinti n. tribu Galeria Antoninus Pius, domo Caesaraugusta'', che si compone dei seguenti elementi:
* ''praenomen'': Marcus
Line 95 ⟶ 96:
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=https://mediaclassica.loescher.it/3Cem3Ewhat-s-in-a-name3F3C-em3E-l-onomastica-latina-e-i-suoi-risvolti-sociali-e-antropologici.n2899|autore=Fabio Macciò|titolo=What’s in a name? L’onomastica latina e i suoi risvolti sociali e antropologici}}
* {{cita web|url=https://discovery.ucl.ac.uk/id/eprint/114213/1/SalwayJRS1994.pdf|autore=Benet Salway|titolo=What's in a Name? A Survey of Roman Onomastic Practice from c. 700 B.C. to A.D. 700}}
* {{cita web|url=http://www.romanistik.uni-mainz.de/ifr/onomastik/roman_names.htm#NAMES%20OF%20WOMEN|titolo=Nomi Romani|lingua=en|accesso=30 dicembre 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151118031823/http://www.romanistik.uni-mainz.de/ifr/onomastik/roman_names.htm#NAMES%20OF%20WOMEN|dataarchivio=18 novembre 2015}}
{{Onomastica per lingua}}
{{Portale|Antica Roma|lingua latina}}
|