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Mentre Danzica sarebbe diventata città libera con una guarnigione francese al comando del generale [[Jean Rapp]], le province polacche della Prussia avrebbero costituito, tranne la regione di [[Białystok]] che sarebbe stata annessa dalla Russia, il [[Granducato di Varsavia]], formalmente assegnato al re di Sassonia, ma in realtà amministrato dalla nobiltà polacca, occupato dalle truppe francesi e diretto dal maresciallo Louis-Nicolas Davout, nominato governatore. Alessandro accettava quindi lo smembramento della Prussia e la minacciosa ricostituzione di uno stato polacco, alleato della Francia, ai suoi confini occidentali e inoltre cedeva a Napoleone anche le [[Isole Ionie]] e [[Cattaro]], conquistare dai russi ai tempi dello zar [[Paolo I di Russia|Paolo]], e prometteva di evacuare i [[Principati danubiani]], occupati dal suo esercito<ref>G.Lefebvre, ''Napoleone'', p. 277.</ref>.
 
Gli accordi prevedevano infine che Alessandro e Napoleone avrebbero cercato di mediare con l'Impero Ottomano e la Gran Bretagna per ricercare una pace generale; in caso di fallimento, i due sovrani si sarebbero uniti in una alleanza continentale antibritannica, chiudendo i porti alle navi inglesi e facendo aderire al blocco continentale, oltre alla Prussia, anche l'Austria, la Svezia, il [[Portogallo]] e la [[Danimarca]]. Verosimilmente nei colloqui a due venne ipotizzata una spartizione dell'Impero Ottomano, la conquista del Portogallo da parte di Napoleone, della [[Finlandia]] e del [[Levante (geografiaregione storica)|Levante]] da parte dello zar<ref>G.Lefebvre, ''Napoleone'', pp. 277-278.</ref>.
 
Gli accordi di Tilsit apparentemente furono un grande successo per Napoleone e coronavano la serie di guerre vittoriose portando la sfera di influenza e dominio francese fino ai confini della Russia; tuttavia nei patti conclusi erano già presenti elementi di disgregazione che avrebbero in breve rovinato l'accordo. In primo luogo l'ambiguo ruolo del Granducato di Varsavia che evocava per Alessandro, oltre alla rinascita della Polonia, una minaccia diretta francese ai suoi confini; inoltre il destino dell'Oriente e di [[Costantinopoli]] non era chiaro e Napoleone si sarebbe presto rifiutato di lasciarli ai russi<ref>L.Mascilli Migliorini, ''Napoleone'', pp. 278-284.</ref>. Alessandro avrebbe approfittato dell'accordo per [[Guerra di Finlandia|muovere guerra alla Svezia]] ma non avrebbe riconsegnato i Principati danubiani; con la sua personalità incostante e ambiziosa, si sarebbe ben presto convinto degli svantaggi dell'accordo e, di fronte alle nuove espansioni francesi, avrebbe ripreso la sua libertà di azione<ref>G.Lefebvre, ''Napoleone'', p. 278.</ref>. Infatti, dopo Tilsit, Napoleone, fiducioso nella solidità degli accordi con lo zar, riprese subito una politica di egemonia e dominio continentale pianificando l'invasione del Portogallo e la successiva occupazione della Spagna.