Salvator Gotta: differenze tra le versioni
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Nato da una famiglia benestante: il padre era magistrato e la madre Luigia parente di Cesare Pavese. Nacque nel 1887e si laureò in legge all'[[Università di Torino]], esordì nella produzione letteraria con ''Pia'', del [[1912]], ''La porta del cielo'', del [[1913]], ''Ragnatele'', del [[1915]].
Nel marzo 1913 sposò Adelina Cagliero, dalla quale, nel gennaio 1916, ebbe l'unico figlio, Massimo. Allo scoppio del primo conflitto mondiale, si arruolò volontario nella Croce rossa, per poi divenire, nella primavera del 1917, sottotenente di artiglieria; venne infine congedato con il grado di tenente e una medaglia d'argento al valore.Da questa esperienza trasse nel [[1926]] il [[romanzo per ragazzi]] ''Il Piccolo Alpino'', che ebbe grande successo. Aderì subito al [[fascismo]] e nel [[1925]] fu autore del testo dell'inno ufficiale fascista ''[[Giovinezza (inno)|Giovinezza]]''. Il piccolo alpino Giacomino Rasi divenne così un piccolo [[squadrista]] ne l’''Altra guerra del piccolo alpino'', del [[1935]], e infine un ''Piccolo legionario in Africa Orientale'' nel [[1938]]. Modificando ulteriormente i versi dell'inno goliardico di [[Nino Oxilia]], ''[[Giovinezza (inno)|Giovinezza]]'', che era già divenuto l'inno dei nazionalisti di [[Filippo Corridoni]], consegnò al regime l'inno ufficiale del Partito fascista, che esaltò in diverse opere, come ''Mistica Patria'', del [[1932]]. Scrisse anche sceneggiature per il [[cinema]] e opere teatrali come ''Mille lire'', del [[1923]] e ''[[La damigella di Bard (commedia)|La damigella di Bard]]'', del [[1936]].
Continuò a scrivere, anche nel dopoguerra, romanzi di evasione. Divenne popolarissimo tra gli adolescenti negli anni Sessanta e Settanta perché teneva una rubrica di domande e risposte sul settimanale a fumetti [[Topolino]] (in una puntata di tale rubrica, rivelò che era stato tra coloro che rinvennero il corpo di [[Emilio Salgari]]) e per i suoi romanzi storici sul [[Risorgimento]]. Fu influenzato dai [[Verismo|veristi]] e da [[Antonio Fogazzaro]]. A Fogazzaro, [[Giuseppe Giacosa|Giacosa]] e a [[Guido Gozzano|Gozzano]] dedicò un suo libro autobiografico, ''[[Tre maestri]]'' ([[1976]]). La sua autobiografia è contenuta nel libro ''L'almanacco di Gotta'', Mondadori.
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