Papa Sergio II: differenze tra le versioni
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Già stanziati in [[Sicilia]] e in [[Puglia]], nell'[[845]] i [[Saraceni]] si erano impadroniti della cittadina di [[Castelvolturno]], a nord di [[Napoli]], da dove facevano regolari scorrerie nell'entroterra e sulle coste laziali. Nella notte tra il 24 e il 25 agosto dell'[[846]] attaccarono [[Porto]] e il presidio di Ostia Nuova, «o forse», ipotizza il [[Ferdinand Gregorovius|Gregorovius]]<ref name=gregor1>[[Ferdinand Gregorovius]], ''Storia di Roma nel Medioevo'', l. V, cap. III, par. I</ref>, «dopo averlo semplicemente sorpassato ritenendolo indegno di attenzione», risalirono con una flottiglia armata di 75 navi il corso del [[Tevere]] e arrivarono al [[Porto di Ripa Grande e arsenale pontificio|Porto di Ripa Grande]], presso [[Porta Portese]]. La città era difesa dalle [[Mura Aureliane]], e probabilmente i Romani opposero una certa resistenza che indusse i Saraceni a ignorare il centro abitato e ad accontentarsi del saccheggio della ricchissima [[Antica basilica di San Pietro in Vaticano|basilica di San Pietro]]<ref name=Ruodo>{{Cita|Rudolfi fuldensis annales|p. 365}}</ref> che si trovava fuori le mura, profanando la tomba del primo apostolo<ref name=Bertinian>{{Cita|Annales Bertiniani|p. 64}}</ref>. Le comunità longobarde, franche e sassoni che risiedevano nella zona del Vaticano provarono a resistere, ma furono facilmente sopraffatte, e i Saraceni si abbandonarono al saccheggio della basilica. «Da [[Costantino]] in poi i principi e gli imperatori d'Occidente, i [[Carolingi]] e gli stessi pontefici avevano offerto alla chiesa tali e tanti doni votivi, che essa poteva essere considerata … il museo più ricco d'Europa, almeno per quanto concerneva le opere d'arte prodotte nell'arco degli ultimi cinque secoli.»<ref name=gregor1/>. Profanarono e devastarono la cripta dell'[[Pietro apostolo|Apostolo]], asportando e distruggendo parti del sarcofago di bronzo e inferendo dunque all'intera cristianità un colpo durissimo per ciò che per essa quel luogo rappresentava. Poi passarono all'[[abbazia]] benedettina e alla [[basilica di San Paolo fuori le mura]], adiacente all'ansa del Tevere e più vicina alle loro navi, dove le profanazioni e i saccheggi non furono inferiori.
Né Lotario, né Ludovico si mossero. Solo il [[ducato di Spoleto|duca di Spoleto]] [[Guido I di Spoleto|Guido I]] accorse in difesa e, con l'aiuto delle milizie romane, sconfisse i saraceni a [[Civitavecchia]], costringendoli alla fuga in mare<ref name="Cita|Rendina|p. 268">{{Cita|Rendina|p. 268}}</ref>. Una parte dei pirati fuggì via terra verso sud, devastando e saccheggiando, ma fu anch'essa intercettata e sconfitta presso [[Gaeta]] dalle forze di Guido e di Cesario, figlio del ''[[magister militum]]'' di [[Napoli]], e una parte della refurtiva venne recuperata<ref name=gregor1/>. L'inerzia dell'imperatore e di suo figlio si rivelò comunque un vantaggio per l'affermazione del potere temporale della Chiesa; il saccheggio del centro della cristianità suonò come un atto d'accusa contro il disinteresse imperiale, che si limitò
====Gli ultimi anni e la morte====
Anziano e malato, Sergio divenne
== Note ==
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