Archi (Reggio Calabria): differenze tra le versioni
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== Storia ==
L’origine del suo nome deriva appunto dal titolo della cappella di ''Sancta Maria de Arco o del Bosco (1558-1563)'', costruita nel bosco del ''Risignolo'' dopo lo sbarco di pascià Mustafà nel 1558, danneggiata irrimediabilmente nel 1563 dal pirata turco Dragut e infine demolita (1600) perché cadente. Archi é un sito abitato sin da età antichissime. Nel vallone Corvo sono stati ritrovati crostacei, conchiglie, coralli, gusci di molluschi risalenti a 500.000 anni a.C. All’era quaternaria, a Lupardini, appartiene la tibia di un pinguino boreale, detto ''Alca Impennis'', ritrovata dal professore Adolfo Berdar, adesso al Museo della Magna Grecia di Reggio Calabria. Al Medio Pleistocene (50.000 a.C.), risale la mandibola di un bambino ritrovata a Lupardini, anche questa nel Museo della Magna Grecia reggino. Per il Rohlfs, il toponimo Lupardini, risale al termine Liparini, cioè Lipari; l’isola da cui giunse il principe ausonico Giocasto, che fonti letterarie (Eraclide e Diodoro Siceliota) confermano abbia posto il suo regno nei paraggi reggini, nell’età del Bronzo recente (XIII a.C.), senza tuttavia occupare la città. Il culto di Giocasto fu tramandato dai calcidesi che ne inserirono l’immagine in alcune monete coniate nel V secolo a.C.. Sulla collina di Pentimele è stata trovata una villa ellenistica ''necropoli ellenistica (IV-III a.C.),'' con corredo, decorazioni parietali e decorazioni (le uniche scoperte a Reggio), ritrovata nel dicembre 1883 intorno alla cava di prestito di Giacinto Plutino. Purtroppo è andata completamente persa per una frana. Ne è rimasta la descrizione in un acquerello conservato al Museo archeologico reggino (''[http://www.premiogiornalisticoginovotano.org/Pagine%20fisse/Gino%20Votano.htm da Gino Votano, Storia di Archi, 1984, Edizioni Teatro del Mediterraneo, Archi]''). Sei famiglie di allevatori o "ferrianti" organizzarono la Fiera del Turbolo e si stanziarono nella zona del Carmine. (''d[http://www.premiogiornalisticoginovotano.org/Pagine%20fisse/Gino%20Votano.htm a Gino Votano, La Toponomastica storica di Archi, 1999, Edizioni Teatro del Mediterraneo, Archi]).'' Una leggenda narra che cinque bellissime fanciulle uguali, che abitavano sulla collina, che per farsi distinguere dai fidanzati, al tramonto, intonavano cinque canti diversi (penti mele = cinque canti). I monaci melchiti in fuga dal Medio Oriente, nel IX secolo fondarono il monastero e la chiesa ''di Sant’Antonio Abate'' in stile romanico ad una navate e tre absidi. Qui pregò Roberto il Guiscardo, prima di espugnare la città di Reggio (''[http://www.premiogiornalisticoginovotano.org/Pagine%20fisse/Gino%20Votano.htm da Gino Votano, Storia di Archi, 1984, Edizioni Teatro del Mediterraneo, Archi]'').
== Archi CEP ==
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