Spedizione Endurance: differenze tra le versioni
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Entrambe le spedizioni incontrarono serie difficoltà durante il loro drammatici viaggi, le vicende del gruppo dell{{'}}''Endurance'' sono però più conosciute per via dell'epico epilogo, mentre le sorti dell'equipaggio dell'Aurora furono più tragiche e non sono molto note.
[[File:SouthMapShackleton.jpg|thumb|upright=1.3|Il viaggio dell'''Endurance''.]]
[[File:Drift of the Endurance.png|thumb|upright=1.3|La deriva dell'''Endurance''.]]
=== Membri della spedizione nel mare di Weddell ===
Di seguito è riportata la lista dei membri della spedizione del mare di Weddell<ref>{{cita web|url=http://www.coolantarctica.com/Antarctica%20fact%20file/History/antarctic_whos_who_endurance.htm|titolo=Imperial Trans-Antarctica Expedition 1914-17|lingua=en|accesso=20 settembre 2007|postscript=nessuno|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070927190237/http://www.coolantarctica.com/Antarctica%20fact%20file/History/antarctic_whos_who_endurance.htm|dataarchivio=27 settembre 2007}} e {{cita web|url=http://www.visitandlearn.co.uk/factfiles06/obit1.asp|titolo=HMS Endurance Tracking Project 2005/2006 Obituary|lingua=en|4=accesso20-09-07|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070105013310/http://visitandlearn.co.uk/factfiles06/obit1.asp|dataarchivio=5 gennaio 2007}} Una biografia dei membri del gruppo del mare di Weddell è presente anche nel già citato libro di Caroline Alexander, pp. 146–155.</ref>:
* [[Ernest Henry Shackleton|Sir Ernest Henry Shackleton]] ([[1874]]-[[1922]]), [[comandante (nautica)|comandante]] - {{IRL}}
* [[Frank Wild]] ([[1873]]-[[1939]]), secondo<ref name="wildbrothers">[[Frank Wild]] (del gruppo del mar di Weddell) e [[Ernest Wild]] (del gruppo del mare di Ross) sono [[Fratello|fratelli]] {{cita web|http://www.pbs.org/wgbh/nova/shackleton/1914/lostmen.html|titolo=Shackleton's Lost Men|lingua=en|accesso=20-09-07}}</ref> - {{ENG}}
* [[Frank Worsley]] ([[1872]]-[[1943]]), [[capitano]] della nave ''[[Endurance (nave)|Endurance]]'' - {{NZL}}
* [[Frank Hurley]] ([[1885]]-[[1962]]), [[fotografia|fotografo]] - {{AUS}}
* [[Huberht Hudson]] ([[1886]]-[[1942]]), [[Ufficiale militare|ufficiale]] di [[Rotta navale|rotta]] - {{ENG}}
* [[Lionel Greenstreet]] ([[1889]]-[[1979]]), primo ufficiale - {{ENG}}
*[[Tom Crean]] ([[1877]]-[[1938]]), secondo ufficiale - {{IRL}}
* [[Alfred Cheetham]] ([[1867]]-[[1918]]), terzo ufficiale - {{ENG}}
* [[Lewis Rickinson]] ([[1883]]-[[1945]]), [[direttore di macchina]] - {{ENG}}
* [[Alexander Kerr]] ([[1892]]-[[1964]]), secondo ufficiale di macchina - {{ENG}}
* Dr. [[James McIlroy]] ([[1879]]-[[1968]]), [[chirurgo]] - {{IRL}}
* Dr. [[Alexander Macklin]] ([[1889]]-[[1967]]), chirurgo - {{ENG}}
* [[Robert Clark (zoologo)|Robert Clark]] ([[1882]]-[[1950]]), [[biologo]] - {{SCO}}
* [[Leonard Hussey]] ([[1891]]-[[1964]]), [[meteorologo]] - {{ENG}}
* [[James Wordie]] ([[1889]]-[[1962]]), [[geologo]] - {{SCO}}
* [[Reginald James]] ([[1891]]-[[1964]]), [[fisico]] - {{ENG}}
* [[George Marston]] ([[1882]]-[[1940]]), [[artista]] - {{ENG}}
* [[Thomas Orde-Lees]] ([[1877]]-[[1958]]), magazziniere e [[Motore|meccanico]] - {{ENG}}
* [[Harry McNish|Henry "Chippy" McNish]] ([[1874]]-[[1930]]), [[falegname|carpentiere]] navale - {{SCO}}
* [[Charles Green (esploratore)|Charles Green]] ([[1888]]-[[1974]]), [[cuoco]] - {{ENG}}
* [[Perce Blackborow]] ([[1894]]-[[1949]]), [[passeggero clandestino]]<ref>Blackborrow, a causa della giovane età e della mancanza di esperienza non venne accettato da Shackleton come membro della spedizione. S'imbarcò però clandestinamente con la complicità dell'amico William Blakewell e di Walter How. Venne scoperto quando la nave era già vicina all'[[Antartide]] e Shackleton fu costretto ad ammetterlo a bordo. A dimostrazione del suo valore è stato insignito al pari di quasi tutti altri membri della spedizione della [[medaglia polare]]</ref> in seguito cambusiere<ref>Il cambusiere, a differenza del cuoco, ha il compito della distribuzione del cibo all'equipaggio.</ref> - {{WAL}}
* [[William Stephenson]] ([[1889]]-[[1953]]), [[pompiere]] e [[fuochista]] - {{ENG}}
* [[Albert Holness]] ([[1892]]-[[1924]]), pompiere e fuochista - {{ENG}}
* [[John Vincent]] ([[1879]]-[[1941]]), [[marinaio]] scelto (''Able Seaman'')<ref>''Able Seaman'' è un termine [[lingua inglese|inglese]] che indica un marinaio con meno di due anni di esperienza.</ref> - {{ENG}}
* [[Timothy McCarthy]] ([[1888]]-[[1917]]), marinaio scelto - {{IRL}}
* [[Walter How]] ([[1885]]-[[1972]]), marinaio scelto - {{ENG}}
* [[William Bakewell]] ([[1888]]-[[1969]]), marinaio scelto - {{USA}}
* [[Thomas McLeod]] ([[1869]]-[[1960]]), marinaio scelto - {{SCO}}
* ''[[Mrs. Chippy]]'', [[gatto]] [[mascotte]] della nave
Sir [[Daniel Gooch (esploratore)|Daniel Gooch]] ([[1869]]-[[1926]]) si occupò dell'addestramento e della cura dei 69 [[cane da slitta|cani da slitta]] durante il viaggio dell'''Endurance'' sino alla Georgia del Sud, senza però proseguire in Antartide.
Oltre a Shackleton, altri cinque membri della spedizione avevano già esperienze antartiche avendo partecipato alle spedizioni [[spedizione Discovery|Discovery]] ([[1901]]-[[1904]]), [[spedizione Nimrod|Nimrod]] ([[1907]]-[[1909]]), [[spedizione Terra Nova|Terra Nova]] ([[1910]]-[[1913]]) ed [[spedizione Aurora|Aurora]] ([[1911]]-[[1914]]). Alcuni parteciperanno anche alla successiva [[spedizione Quest]] ([[1921]]-[[1922]])
Soltanto quattro membri dell'equipaggio dell'''Endurance'' non sono stati insigniti della [[medaglia polare]]. Si tratta di Harry McNish, John Vincent, William Stephenson e Albert Holness.
=== Membri della spedizione nel mare di Ross ===
Di seguito è riportata la lista, incompleta, dei membri della spedizione del mare di Ross<ref name="novalostmen" />.
Gruppo rimasto in Antartide:
* [[Æneas Mackintosh]] ([[1879]]-[[1916]]), comandante - {{ENG}}
* [[Ernest Joyce]] ([[1875]]-[[1940]]), secondo di Mackintosh, [[musher]] ed addestratore dei 18 [[cane da slitta|cani da slitta]] - {{ENG}}
* [[John Cope]] ([[1893]]=[[1947]]) [[medico]] e [[biologo]] - {{ENG}}
* [[Irvine Gaze]] - {{AUS}}
* [[Victor Hayward]] ( -[[1916]]) - {{ENG}}
* [[Andrew Jack]] ([[1885]]-[[1966]]), [[fisico]] - {{AUS}}
* [[Richard Richards]] ([[1893]]-[[1985]]), [[fisico]] - {{AUS}}
* [[Arnold Spencer-Smith]] ([[1883]]-[[1916]])<ref>{{cita web|url=https://www.queens.cam.ac.uk/default.asp?MIS=978|titolo=Heroism and Tragedy in the Antarctic|lingua=en|accesso=28-09-07|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080309120003/http://www.queens.cam.ac.uk/default.asp?MIS=978|dataarchivio=9 marzo 2008}}</ref>, [[fotografo]] e [[cappellano]] - {{ENG}}
* [[Alexander Stevens]], ([[1886]]-[[1965]]) [[geologo]] e responsabile [[scienza|scientifico]]- {{ENG}}
* [[Ernest Wild]]<ref name="wildbrothers" /> ([[1879]]-[[1918]])- {{ENG}}
Gruppo alla deriva con l'''Aurora'':
* [[Joseph Stenhouse]] ([[1887]]-[[1941]]), [[capitano]] della nave - {{SCO}}
* Aitken
* Grady
* Lionel Hooke
* Kevenagh
* Alfred Larkman
* Mauger, [[falegname|carpentiere]]
* Mugridge
* Howard Ninnis
* Smith
* Thompson
ed altri sette uomini dell'equipaggio.
== La spedizione imperiale trans-antartica 1914–17 ==
=== Il viaggio dell{{'}}''Endurance'' ===
Shackleton rimandò la data di partenza per completare gli ultimi preparativi, ma [[Winston Churchill]], allora [[First Lord of the Admiralty]], gli impose di salpare<ref name="decouverte">
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Anche se all'epoca erano disponibili [[Radio (apparecchio)|apparecchi radio]], l'eccessiva distanza da una qualsiasi stazione ricevente rendeva questa tecnologia inutilizzabile per esplorazioni tanto remote. Inoltre il [[Regno Unito]], che era impegnato nella [[prima guerra mondiale]], non volle destinare denaro, uomini e mezzi a una spedizione di soccorso.
=== Alla deriva nel mare di Weddell ===
Anche se oggi la posizione della spedizione può apparire disperata, Shackleton scrisse più tardi che all'inizio non si era preoccupato eccessivamente dell'immobilità dell'''Endurance''. Pur sapendo che il ghiaccio intorno alla nave poteva diventare un problema, era confortato dall'esperienza di altri esploratori che, rimasti imprigionati nella banchisa delle [[regioni polari]], avevano trovato più tardi una via d'uscita<ref>Ad esempio durante la [[spedizione Filchner]] la ''[[Deutschland (nave)|Deutschland]]'' si trovò in una situazione analoga a causa di un tentativo di stabilire una base nella [[baia di Vahsel]]. La nave rimase intrappolata nel ghiaccio ed andò alla [[Deriva (moto)|deriva]] verso nord per oltre 300 km. Se questo mise fine alle speranze di [[Wilhelm Filchner|Filchner]] di stabilire una base sul continente, sei mesi più tardi il ghiaccio si spezzò e l'imbarcazione fu in grado di riprendere la navigazione senza danni. Ref. articolo su [[Wilhelm Filchner]] di {{cita web|http://www.south-pole.com/p0000103.htm|www.southpole.com|accesso=10-09-06}}</ref>. Inizialmente dunque Shackleton era soltanto contrariato del fatto che la nave si fosse fermata in un luogo che non gli consentiva di iniziare la programmata traversata continentale.
[[File:TryingToCutAWayForTheShip.jpg|thumb|L'equipaggio tenta di liberare la nave.]]
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L'''Endurance'' era vincolata a un pezzo di banchisa di una [[Superficie (matematica)|superficie]] di alcuni [[chilometro quadrato|chilometri quadrati]]. In quel periodo Shackleton riteneva che il ghiaccio si sarebbe frantumato al sopraggiungere dell'estate o, nella peggiore delle [[ipotesi]], quando la deriva avrebbe spinto la nave sino all'estremità settentrionale del mare di Weddell. Tuttavia, con l'avvicinarsi della [[primavera]], l'equipaggio si rese conto che non sarebbe tanto semplice liberare l'imbarcazione: mentre il ghiaccio iniziava a rompersi, enormi blocchi di banchisa andavano alla deriva, per poi scontrarsi di nuovo e ricompattarsi con violenza rendendo inutile ogni tentativo di aprire un varco per raggiungere il mare aperto.
=== Naufragio nel ghiaccio ===
A partire da agosto e ancor di più durante settembre e ottobre gli uomini osservavano pericolose fenditure che si aprivano nel ghiaccio e poi si richiudevano, spesso in prossimità della nave. Fin dal luglio Shackleton aveva informato il capitano Worsley di considerare l'''Endurance'' perduta<ref name="Worsley_Endurance">Frank Worsley, ''op. cit.''</ref>. Benché la nave fosse infatti in grado di resistere a [[pressione|pressioni]] elevate come qualunque altra nave polare dell'epoca, la situazione era effettivamente irrecuperabile. Il 24 ottobre la nave finì in una frattura della banchisa. Sottoposta alla pressione del ghiaccio il [[Coperta (nave)|ponte]] iniziò a [[torsione|torcersi]] e a scomporsi. A questo punto l'[[acqua]] iniziò ad entrare nella stiva, mentre il legno si spezzava con rumori terrificanti, successivamente descritti dai [[marinaio|marinai]] come simili a quelli "di grandi [[fuochi d'artificio]] e alla [[detonazione]] di [[cannone|cannoni]]"<ref>Ernest Shackleton, ''op. cit.''</ref>.
[[File:Endurance sink.jpg|thumb|upright=1.2|L'''Endurance'' ormai perduta.]]
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{{citazione|... nell{{'}}''Endurance'' avevo riposto ambizione, speranza e [[Desiderio (filosofia)|desiderio]]. Adesso, gemendo e stridendo, mentre i suoi legni si spezzano e le sue ferite sanguinano, sta lentamente morendo, proprio ora che la sua carriera era appena iniziata.|Ernest Shackleton, ''South!'', cap IV.|..in the Endurance I had centred ambitions, hopes, and desires. Now, straining and groaning, her timbers cracking and her wounds gaping, she is slowly giving up her sentient life at the very outset of her career.|lingua=en}}
Gli uomini si [[Accampamento|accamparono]] sul ghiaccio, di fianco alla nave, portando con sé i [[cane|cani]], i materiali, le provviste e tre [[scialuppa|scialuppe]] di salvataggio<ref name="The_Endurance">Film [[Documentario (film)|documentario]], ''The Endurance: Shackleton's Legendary Antarctic Expedition'' ([[2000]]).</ref>. La temperatura esterna era intorno ai -25 °C e le settimane seguenti furono utilizzate per salvare tutto quanto possibile dalla nave, in particolare furono recuperate le [[Fotografia|fotografie]] e il [[Macchina fotografica|materiale fotografico]], in un primo tempo abbandonato. Nel frattempo la nave continuava ad essere sottoposta alle violente pressioni della banchisa che provocarono numerose rotture tanto che, il 15 novembre [[1915]] l'''Endurance'' si inabissò definitivamente a {{coord|69|00|S|51|30|W}}.
Il banco di ghiaccio su cui si trovavano era sottoposto ad una fortissima pressione e rischiava di spaccarsi. Per questo Shackleton ritenne saggio spostare tutto su un altro banco, più grande e all’apparenza più resistente, a poco meno di duecento metri di distanza. Questo campo venne chianmato Dump Camp, a causa della quantità di cose che furono costretti ad abbandonare. Infatti, non potevano permettersi di trasportare nulla che non fosse strettamente necessario e, per questo, la selezione dell’equipaggiamento fu drastica. Nel giro di poco tempo il campo fu trasferito sul banco più grande, da dove Shackleton iniziò a dirigere i preparativi per il lungo viaggio che li attendeva, un viaggio tra i ghiacci fino all’isola di Paulet o di Snow Hill.
Essendo diventato insicuro anche Dump Camp spostarono di nuovo l'accampamento a un chilometro e mezzo di distanza.
=== A piedi
Senza le provviste e l'equipaggiamento stivati nell'''Endurance'' non era più possibile continuare la spedizione come programmato. Shackleton fece sapere ai suoi uomini che ora dovevano pensare soltanto a come far ritorno nel [[Regno Unito]].
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La conseguenza immediata di questo seppur piccolo spostamento fu la sensibile riduzione dello ''stock'' di provviste disponibili. Oltre ad aver bisogno di più [[caloria|calorie]] per trascinare le barche, il gruppo si era anche allontanato dalla zona del naufragio, nei pressi della quale gli uomini avevano accumulato tutto quanto erano riusciti a salvare dall'''Endurance''. Vista l'impossibilità di portare tutto con loro avevano infatti pensato di abbandonare parte dei rifornimenti per ridurre il peso delle slitte. [[Phocidae|Foche]]<ref>In particolare [[Leptonychotes weddellii|foche di Weddell]], [[Lobodon carcinophagus|foche carnivore]] ed [[Mirounga|elefanti marini]].</ref> e [[Spheniscidae|pinguini]] dapprima utilizzati come variante nei pasti diventarono la portata principale, dato che Shackleton preferiva conservare le razioni per un impiego futuro. Anche il [[combustibile]] necessario per riscaldarsi, [[cucina (attività)|cucina]]re o semplicemente per [[Fusione (fisica)|fondere]] della [[neve]] per dissetarsi poteva essere ricavato esclusivamente dall'[[olio animale|olio]] di foca per cui, quando foche e pinguini iniziarono inspiegabilmente a scomparire dal paesaggio, gli uomini cominciarono a preoccuparsi e le razioni vennero immediatamente ridotte<ref>Ernest Shackleton, ''op. cit.'', p. 121.</ref>. Per sopravvivere dovettero essere abbattuti anche i [[cane da slitta|cani da slitta]]<ref>Era abbastanza comune per le spedizioni polari di consumare la [[carne]] dei cani e dei [[pony]]: [[Roald Amundsen|Amunden]], [[Robert Falcon Scott|Scott]] e lo stesso Shackleton lo avevano già fatto durante precedenti missioni. Oltre a fornire provviste supplementari la carne fresca è utile per prevenire lo [[scorbuto]]. Come l'[[Citrus sinensis|arancio]] essa è infatti ricca di [[vitamina C]].</ref>.
====
Shackleton decise di trovare un banco di ghiaccio più solido per accamparsi, almeno fino a quando le condizioni non fossero state più favorevoli per tentare una camminata verso la salvezza. Perciò fee trasferire le tende e tutta l'attrezzatura su un banco di ghiaccio vecchio, spesso e pesante a circa due chilometri e mezzo dall’Endurance e lì allestirono il campo, che chiamarono Ocean Camp. Questo pezzo di ghiaccio, grande un chilometro e mezzo quadrato, fu la loro casa per quasi due mesi ma nel corso del tempo, si ridusse in frammenti sempre più piccoli. Spostare le due scialuppe si rivelò difficilissimo.<br/>
Per conservare quanto più a lungo possibile i viveri destinati alla marcia sulle slitte Shackleton fece cacciare foche e pinguini che oltre ad una scorta abbodante di carne fornirono anche molto grasso da usarsi come combustibile, con un fornello improvvisato costruito a mano, utilizzando un fusto usato per l'olio. Per il sostentamento dei 28 uomini e dei 69 cani eil gatto era necessaria almeno una foca al giorno, che veniva servita bollita o fritta.<br/>
Una squadra fu mandata indietro a Dump Camp, per raccogliere altri vestiti e quanti più materiali possibili, tabacco compreso.
Tornarono spesso anche alla nave, recuperando molto cibo, capi di abbigliamento, oltre a qualche oggetto personale che, in preda all’ottimismo, nella nostra fuga attraverso i ghiacci in movimento diretti verso la salvezza, avevano pensato di potersi lasciare alle spalle.<br/>
Il 20 dicembre, dopo aver discusso della questione con Wild, Shackleton informò tutti che intendeva cercare di marciare verso ovest, al fine di avvicinarsi all’isola di Paulet.
==== La marcia intermedia ====
Alle tre di mattina del 23 dicembre tutti insieme incominciarono a portare le due scialuppe, la James Caird e la Dudley Docker al di là di quei ghiacci frammentati, approfittando della crosta notturna ancora compatta. L'intenzione di Shackleton era quella di dormire di giorno e avanzare di notte, in modo da sfruttare le temperature più basse ed utilizzare delle superfici più compatte. Ma da ovest arrivò una fitta nebbia di mare, e così riuscirono a partire solo verso le quattro e trenta, dopo aver bevuto del caffè bollente. Di fatto le due barche furono trascinate in a turno da tutti gli uomini con tante manovre e tortuosi passaggi tra i ghiacci. Poi fecero ritorno a Ocean Camp per prendere le tende e il resto delle slitte. Si accamparono vicino alle scialuppe, a circa due chilometri di distanza dal campo.<br/>
Si spostarono per circa due chilometri e mezzo di distanza, fino ad un nuovo accampamento che chiamarono Patience Camp.
==== Patience Camp ====
A Patience Camp rimasero per circa tre mesi e mezzo. A causa della scarsità di cibo Shackleton diede l’ordine di uccidere tutti i cani tranne due squadre. Fu ucciso anche il gatto Chippy di McNeish.<br/>
Il 2 febbraio Shackleton mandò indietro a Ocean Camp, diciotto uomini, guidati da Wild, a prendere tutto il cibo rimanente e anche la terza scialuppa, la Stancomb Wills. Il gruppo partì all’una di notte, trainando una slitta vuota e arrivando a Ocean Camp due ore e mezza più tardi. Poi tornò indietro con la scialuppa montata sulla slitta.
=== Sino all'isola Elephant in barca ===
Il 9 aprile [[1916]] gli uomini, notato che il ghiaccio iniziava a frantumarsi, salirono a bordo delle scialuppe faticosamente trasportate sulla banchisa. Avevano tre barche: una baleniera denominata James Caird, una lancia n. 1 denominata Dudley Docker e unaa seconda lancia, denominata Stancomb Wills. McNeish, il falegname, aveva fatto tutto il possibile per migliorare le imbarcazioni. Il mare consentiva una maggiore mobilità e Shackleton, che si era preparato da tempo ad una simile evenienza, aveva già in mente dove dirigere il gruppo. La destinazione migliore sembrava essere l'[[isola Desolation (Shetland Meridionali)|Isola Desolation]], circa 300 km a ovest che, oltre ad avere vaste [[Colonia (animali)|colonie]] di foche e pinguini, è provvista di una piccola [[chiesa (architettura)|chiesa]] in [[legno]] che avrebbe potuto essere utilizzata dal [[falegname|carpentiere]] del gruppo per migliorare le caratteristiche delle barche<ref>Un altro vantaggio offerto dall'isola, che comunque Shackleton non segnala sul suo libro ''South'', consiste nella presenza di sorgenti [[geotermia|geotermali]], che permetterebbero gli uomini di procurarsi acqua senza utilizzare [[combustibile]]. L'isola Deception è oggi una meta obbligata della [[Crociera|crociere]] antartiche poiché i [[turismo|turisti]] possono, facendo attenzione a non [[ustione|scottarsi]], fare il bagno nella sorgente ''Pendulum Cove''. Sull'isola è presente anche un [[vulcano]] la cui ultima [[Eruzione vulcanica|eruzione]] risale al [[1969]].</ref>. Le altre possibili destinazioni sono l'[[isola Elephant]] e l'[[isola Clarence]], più vicine tanto da essere state a portata di [[vista]] durante il mese di marzo.
Una volta salpati, anche se la carne di foca non mancava, risultava essere molto difficile alimentare il fuoco per riscaldarsi, cucinare e fondere il ghiaccio indispensabile per placare la sete che attanagliava l'equipaggio. Alcune notti la temperatura scendeva anche sino a -20 °C e gli uomini erano continuamente bagnati dalla gelida acqua del mare. Gran parte delle riserve di cibo si congelavano e il morale scende al minimo<ref>Caroline Alexander, ''op. cit'', pp. 100–101</ref>. Per la prima volta infatti il gruppo conobbe la mancanza di protezione contro le intemperie, Shackleton capì che non aveva altra scelta che far [[Rotta navale|rotta]] verso la più vicina terraferma. Dopo sette giorni di [[navigazione]] tutte e tre le imbarcazioni riuscirono a raggiungere l'isola Elephant. Era il 14 aprile del [[1916]].
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[[File:LaunchingTheJamesCaird2.jpg|thumb|upright=1.3|La partenza della ''[[James Caird (lancia baleniera)|James Caird]]'' dall'isola Elephant. 24 aprile [[1916]].]]
=== Il viaggio per mare della ''James Caird'' ===
L'isola Elephant non è il luogo ideale dove attendere soccorsi. L'isola è infatti inospitale: la maggior parte della superficie è ricoperta da neve e ghiaccio mentre il resto è costituito esclusivamente da rocce. Nonostante la relativa abbondanza di foche e pinguini, il gruppo temeva che gli animali potessero spostarsi così come era avvenuto per quelli nei pressi del campo sul continente da poco abbandonato. L'arrivo dell'inverno era un'ulteriore fonte di preoccupazione tanto più che il clima del [[Canale di Drake]] confermava la sua terribile reputazione. Per ultimo l'isola si trovava distante dai luoghi che la spedizione aveva previsto di esplorare<ref>E quindi lontana dall'area di ricerca di un'eventuale spedizione di soccorso.</ref> e lontana dalle rotte marittime dell'epoca, rendendo quindi scarsamente probabile l'avvistamento casuale di una nave.
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Per questo viaggio Shackleton si fece accompagnare dai [[marinaio|marinai]] [[Tim McCarthy]] e [[John Vincent]] e dall'ufficiale pluridecorato [[Tom Crean]]. Venne inoltre imbarcato il carpentiere della spedizione, [[Harry McNish]]<ref>Caroline Alexander, che nel suo libro ha parlato del presunto tentativo di ammutinamento di McNish, giustifica la presenza a bordo del carpentiere dalla volontà di Shackleton di allontanarlo dal resto del gruppo. Caroline Alexander, ''op. cit.''</ref>, che iniziò subito a lavorare alla ''James Caird'' alzandone i bordi, rafforzando la [[chiglia]] e costruendo un ponte improvvisato in legno e tessuto intriso di olio e sangue di foca per renderlo impermeabile<ref>Ernest Shackleton, ''op. cit.'', pp. 170-171.</ref>. Il navigatore fu [[Frank Worsley]], cui spettava il difficile compito di verificare la [[Rotta navale|rotta]] con il solo ausilio di un [[sestante]] e di un [[cronometro]], conscio che mancare il bersaglio avrebbe significato condannare l'equipaggio<ref>L'utilizzo del sestante prevede infatti l'osservazione del [[sole]] o della [[luna]] e il calcolo della loro altezza relativa all'orizzonte. Le pessime condizioni meteorologiche, i venti, le nuvole che spesso coprivano il cielo e il continuo [[rollio]] e [[beccheggio]] della piccola imbarcazione resero dunque estremamente difficile il calcolo della posizione, che infatti poté essere determinata soltanto per quattro volte durante l'intera navigazione.</ref>.
Il 24 aprile [[1916]] la
{{citazione|A mezzanotte ero al [[timone]] ed improvvisamente ho notato una linea nel cielo tra il sud ed il sud-ovest. Ho chiamato gli altri uomini ed ho detto loro che il cielo si stava schiarendo ma un momento dopo ho capito che avevo visto non un varco tra le nubi, ma la cresta di un'enorme onda. In tutti i miei 26 anni di esperienza negli oceani non avevo mai incontrato un'onda così gigantesca. Era un poderoso sollevamento dell'oceano, superiore al solito mare schiumoso, nostro nemico instancabile da giorni. Ho gridato, "In nome di Dio, tenetevi! È sopra di noi!" Poi venne il momento dell'attesa, che è sembrato durare ore. La bianca schiuma del mare era tutta intorno a noi. Abbiamo sentito la nostra barca sollevarsi e vacillare come un [[sughero]] sulla cresta dell'onda. Eravamo in balia del mare, ma in qualche modo la barca è riuscita a resistere mezza piena d'acqua incurvandosi sotto il peso e fremendo al colpo. Abbiamo utilizzato l'energia degli uomini che combattono per la vita, lanciando l'acqua fuoribordo con ogni mezzo e dopo dieci minuti di incertezza abbiamo sentito la barca ritornare alla vita.| |At midnight I was at the tiller and suddenly noticed a line of clear sky between the south and south-west. I called to the other men that the sky was clearing, and then a moment later I realized that what I had seen was not a rift in the clouds but the white crest of an enormous wave. During twenty-six years’ experience of the ocean in all its moods I had not encountered a wave so gigantic. It was a mighty upheaval of the ocean, a thing quite apart from the big white-capped seas that had been our tireless enemies for many days. I shouted, “For God’s sake, hold on! It’s got us!” Then came a moment of suspense that seemed drawn out into hours. White surged the foam of the breaking sea around us. We felt our boat lifted and flung forward like a cork in breaking surf. We were in a seething chaos of tortured water; but somehow the boat lived through it, half-full of water, sagging to the dead weight and shuddering under the blow. We baled with the energy of men fighting for life, flinging the water over the sides with every receptacle that came to our hands, and after ten minutes of uncertainty we felt the boat renew her life beneath us.<ref>Ernest Shackleton, ''op. cit.'', p. 185.</ref>|lingua=en}}
Line 119 ⟶ 206:
{{citazione|Tuttavia, assicurai la fune che teneva la barca, ed in pochi minuti eravamo tutti in salvo sulla spiaggia, con la barca che galleggiava nell'acqua agitata a pochi metri da riva. Abbiamo sentito uno scroscio che era musica per le nostre orecchie e, guardato intorno abbiamo scorto un piccolo ruscello d'acqua dolce quasi ai nostri piedi. Un istante dopo eravamo in ginocchio che bevevamo acqua pura, acqua gelata a grandi sorsi che infondeva nuova vita dentro di noi. Fu un momento splendido.|<ref>Ernest Shackleton, ''op. cit.'', p. 190.</ref>|However, I made fast the line, and in a few minutes we were all safe on the beach, with the boat floating in the surging water just off the shore. We heard a gurgling sound that was sweet music in our ears, and, peering around, found a stream of fresh water almost at our feet. A moment later we were down on our knees drinking the pure, ice-cold water in long draughts that put new life into us. It was a splendid moment.|lingua=en}}
===
Shackleton sapeva di non poter circumnavigare la Georgia del Sud per raggiungere le stazioni baleniere sull'altro lato perché i venti dominanti avrebbero reso il viaggio ad alto rischio di naufragio. Decise quindi di lasciare la ''James Caird'' nella [[baia di re Haakon]] e di attraversare l'isola a piedi. Il gruppo era vicino alla meta, ma l'interno dell'isola era praticamente inesplorato e solcato da [[montagna|montagne]] perennemente innevate e da ghiacciai. La necessità di Shackleton di raggiungere l'altro lato dell'isola coincise dunque con la prima traversata in assoluto della Georgia del Sud.
Line 138 ⟶ 225:
{{citazione|Non so come lo fecero, se non perché dovevano. Tre uomini dell'eroica era dell'esplorazione dell'Antartide, con 50 piedi di corda e un ascia da carpentiere. ||I do not know how they did it, except that they had to — three men of the heroic age of Antarctic exploration with 50 feet of rope between them — and a carpenter's adze.<ref>Fisher, Margery and James (1957). Shackleton. James Barrie Books Ltd.</ref>|lingua=en}}
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Come detto, Shackleton aveva lasciato 22 [[Homo sapiens sapiens|uomini]], gran parte dell'equipaggio dell'''Endurance'', sull'isola Elephant, al comando del suo secondo, [[Frank Wild]]. L'isola appare immediatamente inospitale: Shackleton ha scritto nei suoi racconti che prima di salpare con la ''James Caird'' i venti, che soffiavano tra i 112 ed i 145 chilometri orari, avevano ridotto a brandelli le tende che avevano egregiamente riparato gli uomini della spedizione durante la permanenza sulla banchisa.
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{{citazione|Deliziati di sapere che siete arrivato sano e salvo alle isole Falkland e confidiamo che i vostri camerati sull'isola Elephant saranno presto tratti in salvo.|Giorgio V|Rejoice to hear of your safe arrival in the Falkland Islands and trust your comrades on Elephant Island may soon be rescued<ref>Ernest Shackleton, ''op. cit.'', p. 223</ref>.|lingua=en}}
Una volta capito che il [[Regno Unito]], impegnato nella [[prima guerra mondiale]] contro gli [[imperi centrali]], non avrebbe inviato soccorsi ai naufraghi ancora in [[Antartide]] per almeno sei [[mese|mesi]], Shackleton decise di cercare aiuto in [[Sud America]]. Arrivato in [[Uruguay]], il governo locale gli fornì una barca, la ''Instituto de Pesca No. 1'' e successivamente, grazie all'aiuto finanziario del britannico Allan McDonald<ref>Shackleton gli intitolerà in segno di riconoscenza il [[ghiacciaio McDonald]].</ref>, ebbe a disposizione anche la nave privata ''Emma''. Entrambi i tentativi furono però vani poiché la banchisa risultava essere ancora troppo spessa e le condizioni meteorologiche si inasprivaono con il proseguire della stagione invernale. Tuttavia, il 30 agosto, quattro mesi dopo la partenza dall'isola Elephant, Shackleton riuscì a raggiungere tutti i 22 naufraghi e ad imbarcarli su una nave militare [[cile]]na, la ''[[Yelcho]]'', comandata da [[Luis Pardo]]. Seppur provati dalla dura esperienza, tutti gli uomini del gruppo del [[mare di Weddell]]
== La spedizione nel mare di Ross ==
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[[File:RossSeaParty.jpg|thumb|upright=1.8|Il gruppo del mare di Ross prima della partenza.]]
== Ritorno in patria ==
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