Agnolo Bronzino: differenze tra le versioni

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Tra il 1523 e il 1525 collaborò con il maestro alle decorazioni del [[chiostro]] della [[certosa del Galluzzo]] e poi a quelle della cappella Capponi nella [[chiesa di Santa Felicita (Firenze)|chiesa di Santa Felicita]]. L'affresco staccato con ''san Benedetto penitente ''della [[Badia fiorentina]] e il ''San Michele arcangelo e il demonio'' di [[Palazzo Madama e Casaforte degli Acaja|Palazzo Madama]] a Torino sono fra le prime opere note dell'artista, mentre per la [[cappella Capponi]] in santa Felicita dipinse, secondo Vasari, due dei quattro tondi con le figure degli ''[[Evangelisti della Cappella Capponi|evangelisti]]''. Già a questa data Bronzino ha assimilato così profondamente lo stile di Pontormo, che ancora oggi fra i critici non c'è accordo su quali dei tondi siano da attribuirsi al maestro, e quali all'allievo. Al sodalizio dei due appartiene anche il ''Pigmalione e Galatea ''degli Uffizi, che sempre Vasari<ref>[[Giorgio Vasari]], [[Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori|Vite dei più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri, Vita Di Iacopo Da Puntormo Pittore Fiorentino]].</ref> racconta essere stato dipinto come coperta del celebre ''[[alabardiere]] ''di Pontormo.
 
Al [[1529]] risale la ''Pietà con la Maddalena'', mentre nel [[1531]] si trasferì a [[Pesaro]] dove lavorò per la famiglia Della Rovere, partecipando alla decorazione ad affresco della [[Villa Imperiale (Pesaro)|Villa Imperiale]], in collaborazione con i fratelli [[Dosso Dossi|Dossi]] e [[Girolamo Genga]].
 
Ben presto si afferma come apprezzatissimo ritrattista; fra i più precoci, si ricordano il ''Ritratto di Guidobaldo Della Rovere in armi ''della Galleria Palatina e la ''Dama in rosso ''di Francoforte. Una nuova fase artistica il Bronzino la evidenziò con la serie di ritratti eseguiti dal [[1530]] al [[1545]], come l{{'}}''Ugolino Martelli'', e il ''Bartolomeo e Lucrezia Panciatichi'', nei quali la verosimiglianza delle figure, rafforzata dai chiaroscuri, convive con un valore della forma metafisico.
 
La commissione più prestigiosa arrivò nel [[1539]], con la campagna dei lavori di ammodernamento di [[Palazzo Vecchio]], in seguito al matrimonio del granduca [[Cosimo I de' Medici]], con [[Eleonora di Toledo]]. In tale occasione il palazzo fu oggetto di una serie di lavori di abbellimento per divenire dimora della coppia granducale e Bronzino fu incaricato della decorazione della cappella privata della granduchessa, che portò a termine fra il 1540 e il 1545 realizzando gli affreschi della volta e delle pareti, la pala d'altare e altre tele. La pala, con la ''[[Deposizione di Cristo (Bronzino)|Deposizione]]'', tuttora considerata uno dei suoi capolavori, fu all'epoca così ammirata dal cancelliere dell'imperatore [[Carlo V di Spagna|Carlo V]], che Cosimo decise di fargliene dono, chiedendo poi al pittore di realizzarne una copia identica che ancora si può vedere nella cappella. In questo periodo divenne il ritrattista ufficiale di corte, realizzando la celebre serie dei ritratti figli di Cosimo, oltre che dello stesso granduca e di Eleonora, destinati alla tribuna degli Uffizi, oltre a una serie di ritratti commissionati anche dagli alleati come i [[Doria]]. In questo periodo eseguì dipinti a sfondo sacro e profano e un notevole numero di cartoni per l'Arazzeria medicea.
 
Nel [[1541]] il Bronzino entrò nell'[[Accademia di belle arti di Firenze|Accademia Fiorentina]] e realizzò il ''Passaggio del Mar Rosso'' raggiungendo l'apice della sua qualità artistica aggiungendo al manierismo una idealizzazione plastica ispirata dagli esempi scultorei [[Michelangelo|michelangioleschi]].
 
Nel [[1548]] si recò a [[Roma]] e alla morte di [[Pontormo]], avvenuta nel [[1557]], si occupò di finire gli [[Coro di San Lorenzo|affreschi del coro]] della [[Basilica di San Lorenzo (Firenze)|chiesa di San Lorenzo]] a Firenze.
 
Venne nominato riformatore dell'[[Accademia delle arti del disegno]] nel [[1563]] e in seguito venne reintegrato dopo l'espulsione nell'Accademia Fiorentina.
 
Morì il 23 novembre del 1572 nella casa dell'allievo [[Alessandro Allori]] e venne sepolto nella [[chiesa di San Cristoforo degli Adimari]]. Il Bronzino viene collocato nella corrente pittorica [[Manierismo|manieristica]].<ref>"Le Muse", De Agostini, Novara, Vol. II, pag.435.</ref>