Bernardo Provenzano: differenze tra le versioni
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- [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]]|data=26 marzo 2012|formato=PDF|accesso=7 ottobre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190331070025/http://www.parlamento.it/application/xmanager/projects/parlamento/Reso.steno.26.3.2012Int..pdf |urlmorto=no}}</ref>.
Sempre nel 1993 in una riunione a [[Villabate]], si decise che sia Bernardo Provenzano che [[Leoluca Bagarella]] dovessero reggere insieme il mandamento di Corleone.<ref>{{Cite web|url=https://www.youtube.com/watch?v=8sLeD4biWe8|title=- YouTube|website=www.youtube.com|accessdate=8 apr 2023}}</ref> Iniziò una sorta di "guerra fredda" tra i due che si acutizzò nel corso di una faida a [[Villabate]], in cui la famiglia Di Peri, appoggiata da Provenzano, si contrappose alla [[Salvatore Montalto|famiglia Montalto]], appoggiata da Bagarella e dal suo alleato [[Giovanni Brusca]]<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/03/18/ho-ucciso-il-nipote-di-buscetta.html|titolo=' HO UCCISO IL NIPOTE DI BUSCETTA' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|lingua=it|accesso=2023-02-23}}</ref>.
Dopo l'arresto di [[Leoluca Bagarella]] nel [[1995]], Provenzano ha campo libero, iniziando così un nuovo corso in Cosa Nostra, in modo da poter avviare la cosiddetta "strategia della sommersione" che mirava a rendere Cosa nostra invisibile dopo gli [[Bombe del 1992-1993|attentati del 1992-93]], limitando al massimo gli eccidi per non destare troppo l'attenzione delle autorità al fine di tornare a sviluppare gli affari. Tale strategia venne decisa nel corso di alcuni incontri a cui parteciparono lo stesso Provenzano insieme con i ''boss'' [[Benedetto Spera]], [[Nino Giuffrè]], [[Tommaso Cannella]] e il geometra Pino Lipari, ex impiegato dell'[[Anas (azienda)|ANAS]] il quale non era ritualmente "[[Punciuta|punciutu]]", ma poteva partecipare agli incontri perché era il [[prestanome]] più fidato di Provenzano e collettore delle tangenti versate dalle imprese per i grandi appalti.<ref name="GIUFFRE" /> Tuttavia la corrente corleonese più oltranzista, capeggiata prima da [[Giovanni Brusca]] (arrestato ad [[Agrigento]] nel 1996) e poi da [[Vito Vitale]] (catturato nel 1998), d'accordo con Gesualdo La Rocca (della "famiglia" di [[Caltagirone]]) e con Santo Mazzei (della "famiglia" di [[Catania]]), tentò di estromettere Provenzano dal comando attraverso l'eliminazione di coloro che gli erano più vicini, come Lorenzo Vaccaro, rappresentante della [[provincia di Caltanissetta]]. Il tentativo di isolare Provenzano andò a vuoto con l'arresto di Vitale e di altri mafiosi del suo gruppo.<ref name=":5">{{Cita web|url=https://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1998/06/26/Cronaca/MAFIA-CC-DECAPITANO-COSCA-DI-CATANIA_100600.php|titolo=MAFIA: CC DECAPITANO COSCA DI CATANIA|data=26 giugno 1998}}</ref><ref name=":6">{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/online/fatti/mafia/mafia/mafia.html|titolo=Gli ordini del boss in cella con un Gsm|data=26 giugno 1998}}</ref>
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Morì all'ospedale San Paolo di Milano il 13 luglio [[2016]], all'età di 83 anni.<ref>{{cita web|url=http://www.lastampa.it/2016/07/13/italia/cronache/morto-a-anni-provenzano-il-boss-dei-boss-p8xShM5QDRSYDCbTA7t7XL/pagina.html|titolo=Morto a 83 anni Provenzano, il boss dei boss di Cosa nostra|autore=Riccardo Arena|editore=[[La Stampa]]|data=13 luglio 2016|accesso=13 luglio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190827225324/https://www.lastampa.it/cronaca/2016/07/13/news/morto-a-83-anni-provenzano-il-boss-dei-boss-di-cosa-nostra-1.34834558 |urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/palermo_morto_bernardo_provenzano-1853685.html|titolo=Morto Bernardo Provenzano, il boss dei boss della Mafia|editore=[[Il Messaggero]]|data=13 luglio 2016|accesso=8 ottobre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160714154608/https://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/palermo_morto_bernardo_provenzano-1853685.html|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2016/07/13/e-morto-il-boss-bernardo-provenzano.-il-capo-mafia-aveva-83-anni_7e844d5d-c520-42b4-b6b8-9966d6c64ab1.html|titolo=E' morto il boss Bernardo Provenzano, salma verrà cremata - L'uomo al vertice di Cosa Nostra venne arrestato dopo una latitanza di 43 anni l'11 aprile del 2006|editore=[[ANSA]]|data=15 luglio 2016|accesso=6 ottobre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206145400/http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2016/07/13/e-morto-il-boss-bernardo-provenzano.-il-capo-mafia-aveva-83-anni_7e844d5d-c520-42b4-b6b8-9966d6c64ab1.html|urlmorto=no}}</ref> Il questore di Palermo dispose che "per ragioni di [[ordine pubblico]]" venissero vietati i funerali (esequie in chiesa e corteo funebre) e qualsiasi altra cerimonia in forma pubblica, concedendo ai familiari di accompagnare la salma al cimitero di Corleone soltanto in forma privata.<ref>{{Cita web|url=https://www.secoloditalia.it/2016/07/per-provenzano-funerali-vietati-ce-si-indigna-non-fa-vendette/|titolo=Per Provenzano funerali vietati. Ma c’è chi si indigna: lo Stato non fa vendette|editore=[[Secolo d'Italia]]|data=13 luglio 2016|accesso=8 ottobre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160714163011/https://www.secoloditalia.it/2016/07/per-provenzano-funerali-vietati-ce-si-indigna-non-fa-vendette/|urlmorto=no}}</ref> Compagna e figli optarono per farlo cremare a [[Milano]], per poi traslare personalmente l'urna cineraria al cimitero di [[Corleone]], dove il 18 luglio venne tumulata nella tomba di famiglia.<ref>{{Cita news|autore=Salvo Palazzolo|url=http://palermo.repubblica.it/cronaca/2016/07/18/news/corleone_cimitero_blindato_per_due_ore_arriva_l_urna_con_le_ceneri_di_provenzano-144355654/|titolo=Corleone, al cimitero le ceneri di Provenzano. Messa per il boss condannato per le stragi|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=18 luglio 2016|accesso=18 luglio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190403095015/https://palermo.repubblica.it/cronaca/2016/07/18/news/corleone_cimitero_blindato_per_due_ore_arriva_l_urna_con_le_ceneri_di_provenzano-144355654/|urlmorto=no}}</ref>
Dai primi omicidi con la banda di Luciano Liggio fino all'ultimo dibattimento Provenzano aveva accumulato 20 ergastoli, un isolamento diurno per 33 anni, una multa di 13.448,74 euro oltre le pene accessorie e le misure di sicurezza.<ref name="auto">{{cita libro| autore-capitolo-nome=Bruno | autore-capitolo-cognome=De Stefano | capitolo=L'appello in TV| titolo=I boss che hanno cambiato la storia della malavita| curatore= | anno=2018 | editore=[[Newton & Compton]] | città=Roma | ed=1 | p=422| ISBN=9788822720573 }}</ref>
Il 26 ottobre [[2018]] la [[Corte europea dei diritti dell'uomo]] ha condannato la Repubblica Italiana per aver rinnovato il 41-bis a Bernardo Provenzano in punto di morte, violando, secondo i giudici, il diritto a non essere sottoposti a trattamenti inumani e degradanti.<ref>{{cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/10/25/mafia-strasburgo-condanna-italia-per-carcere-duro-a-provenzano-dal-23-marzo-al-13-luglio-2016/4718534/|titolo=Bernardo Provenzano, Italia condannata a Strasburgo per carcere duro dal 23 marzo al 13 luglio 2016 (giorno della morte)|editore=ilfattoquotidiano.it|data=25 ottobre 2018|accesso=13 giugno 2022}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/10/25/provenzano-de-raho-condanna-cedu-non-conosce-forza-mafie-ne-lesigenza-di-evitare-che-i-boss-comandino-dal-carcere/4720337/|titolo=Provenzano, De Raho: “Condanna Cedu? Non conosce forza mafie, né l’esigenza di evitare che i boss comandino dal carcere”|editore=ilfattoquotidiano.it|data=25 ottobre 2018|accesso=13 giugno 2022}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.antimafiaduemila.com/home/primo-piano/72146-provenzano-trattato-come-un-principe-parlano-i-medici-che-lo-hanno-curato-a-milano.html|titolo="Provenzano trattato come un principe". Parlano i medici che lo hanno curato a Milano|editore=antimafiaduemila.com|data=30 ottobre 2018|accesso=13 giugno 2022}}</ref>
== Processi ==
* Nel [[1987]], al [[Maxiprocesso di Palermo]], Provenzano è stato condannato in primo grado all'[[ergastolo]] in [[contumacia]] come mandante di numerosi delitti (omicidi [[Giuseppe Di Cristina|Di Cristina]], [[Stefano Bontate|Bontate]], [[Salvatore Inzerillo|Inzerillo]], [[Boris Giuliano|Giuliano]], [[Calogero Zucchetto|Zucchetto]], tentato omicidio di [[Salvatore Contorno|Contorno]], uccisione dei parenti di [[Tommaso Buscetta|Buscetta]], Contorno e Giovannello Greco, [[Strage di via Carini|stragi di via Carini]] e [[Strage della circonvallazione|della circonvallazione]], ecc..) insieme con [[Salvatore Riina]], [[Michele Greco]] e altri<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/12/17/giudici-hanno-creduto-buscetta.html|titolo=I GIUDICI HANNO CREDUTO A BUSCETTA - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=17 dicembre 1987|lingua=it|accesso=24 aprile 2021}}</ref><ref>{{Cite web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/12/17/il-sorriso-si-spense-sulle-facce.html
* Nel [[1994]], altro ergastolo in contumacia per Provenzano per l'omicidio dei 3 pentiti Salvatore Anselmo, Mario Coniglio e Leonardo Vitale e per quello di Pietro Buscetta, un cognato di [[Tommaso Buscetta]] insieme a [[Salvatore Riina]], [[Francesco Madonia]], [[Bernardo Brusca]], [[Michele Greco]] e [[Giuseppe Calò]].
* Nel [[1995]], nel processo per l'omicidio del tenente colonnello [[Giuseppe Russo (carabiniere)|Giuseppe Russo]], Provenzano venne condannato in [[contumacia]] all'ergastolo insieme con [[Salvatore Riina]], [[Michele Greco]] e [[Leoluca Bagarella]].
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* Seguì il processo per gli omicidi di [[Piersanti Mattarella]], [[Pio La Torre]] e [[Michele Reina]], nel quale gli viene inflitto un ulteriore ergastolo in [[contumacia]] insieme con [[Michele Greco]], [[Bernardo Brusca]], [[Salvatore Riina]], [[Giuseppe Calò]], [[Francesco Madonia]] e [[Nenè Geraci]]<ref>{{Cita web|url=https://www.camera.it/_bicamerali/leg15/commbicantimafia/cronologiamafieantimafia/schedabase.asp|titolo=Cronologia su mafia e antimafia|editore=[[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]]|accesso=8 ottobre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071214175116/https://www.camera.it/_bicamerali/leg15/commbicantimafia/cronologiamafieantimafia/schedabase.asp|urlmorto=sì}}</ref>.
* Sempre nel [[1995]], nel processo per le [[Strage della circonvallazione|stragi della circonvallazione]] e [[Strage di via Carini|via Carini]] e gli omicidi del capo della mobile [[Boris Giuliano]], e del professor [[Paolo Giaccone]], Provenzano venne condannato all'ergastolo in [[contumacia]] insieme con [[Salvatore Riina]], [[Giuseppe Calò]], [[Bernardo Brusca]], [[Francesco Madonia]], [[Nenè Geraci]] e [[Francesco Spadaro]]<ref>{{Cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/marzo/18/Delitto_Dalla_Chiesa_ottavo_ergastolo_co_0_95031816119.shtml|titolo=Delitto Dalla Chiesa: ottavo ergastolo a Riina|data=18 marzo 1995|accesso=8 febbraio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151003004355/http://archiviostorico.corriere.it/1995/marzo/18/Delitto_Dalla_Chiesa_ottavo_ergastolo_co_0_95031816119.shtml|urlmorto=no}}</ref>.
* Nel [[1997]], nel processo per la [[strage di Capaci]] in cui persero la vita il giudice [[Giovanni Falcone]], la moglie e la scorta, Provenzano venne condannato all'ergastolo in [[contumacia]] insieme con i boss [[Salvatore Riina]], [[Pietro Aglieri]], [[Bernardo Brusca]], [[Giuseppe Calò]], [[Raffaele Ganci]], [[Nenè Geraci]], [[Benedetto Spera]], [[Nitto Santapaola]], [[Salvatore Montalto]], [[Giuseppe Graviano]] e Matteo Motisi<ref>
* Lo stesso anno, nel processo per l'omicidio del giudice [[Cesare Terranova]], Provenzano ricevette un altro ergastolo in [[contumacia]] insieme con [[Michele Greco]], [[Bernardo Brusca]], [[Giuseppe Calò]], [[Nenè Geraci]], [[Francesco Madonia]] e [[Salvatore Riina]]<ref>{{Cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/04/Ecco_chi_uccise_Terranova_co_0_97060411073.shtml|titolo=Ecco chi uccise Terranova|accesso=8 febbraio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151003015653/http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/04/Ecco_chi_uccise_Terranova_co_0_97060411073.shtml|urlmorto=no}}</ref>.
* Nel [[1999]] Provenzano venne condannato all'ergastolo in [[contumacia]] nel processo contro i responsabili della [[strage di via D'Amelio]], in cui persero la vita il giudice [[Paolo Borsellino]] e cinque dei suoi uomini di scorta; insieme con lui vennero condannati alla stessa pena i ''boss'' [[Giuseppe Madonia (1946)|Giuseppe "Piddu" Madonia]], [[Nitto Santapaola]], [[Giuseppe Calò]], [[Giuseppe Farinella]], [[Raffaele Ganci]], [[Nino Giuffrè]], [[Filippo Graviano]], [[Michelangelo La Barbera]], Giuseppe Montalto, [[Salvatore Montalto]], Matteo Motisi, [[Salvatore Biondo]], [[Cristoforo Cannella]], [[Domenico Ganci]] e [[Stefano Ganci]]<ref>[http://www.antimafiaduemila.com/2011103134396/sistemi-criminali/nuovi-processi-per-la-strage-di-via-damelio.html Nuovi processi per la strage di via D'Amelio] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140714121929/http://www.antimafiaduemila.com/2011103134396/sistemi-criminali/nuovi-processi-per-la-strage-di-via-damelio.html|data=14 luglio 2014}} Antimafiaduemila.com</ref>.
* Nel [[2000]] subì un’ulteriore condanna in [[contumacia]] all'ergastolo insieme con [[Giuseppe Graviano]], [[Leoluca Bagarella]] e Salvatore Riina per gli [[Stragi del '92 e '93|attentati dinamitardi del 1993]] a [[Firenze]], [[Milano]] e [[Roma]]<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/01/22/ergastolo-toto-riina-per-la-strage.html|titolo=Ergastolo a Totò Riina per la strage|autore=Gianluca Monastra|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=22 gennaio 2000|accesso=8 ottobre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140408222433/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/01/22/ergastolo-toto-riina-per-la-strage.html|urlmorto=no}}</ref>.
* Nel [[2002]] la Corte d'Assise di [[Caltanissetta]] condannò Provenzano in [[contumacia]] all'ergastolo per l'omicidio del giudice [[Rocco Chinnici]] insieme con i ''boss'' [[Salvatore Riina]], [[Raffaele Ganci]], [[Antonino Madonia]], Salvatore Buscemi, [[Nenè Geraci]], [[Giuseppe Calò]], [[Francesco Madonia]], [[Salvatore Montalto|Salvatore]] e Giuseppe Montalto, Stefano Ganci e Vincenzo Galatolo<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/06/26/strage-chinnici-12-ergastoli-assolti-boss-motisi.html|titolo=Strage Chinnici, 12 ergastoli assolti i boss Motisi e Farinella|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=26 giugno 2002|accesso=8 ottobre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131005012342/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/06/26/strage-chinnici-12-ergastoli-assolti-boss-motisi.html|urlmorto=no}}</ref>.
*Nel [[2003]] ricevette un altro [[ergastolo]] in contumacia insieme con [[Salvatore Riina]], [[Leoluca Bagarella]], [[Raffaele Ganci]], [[Francesco Madonia]] e [[Michele Greco]] per l'omicidio del giornalista [[Mario Francese]]<ref>{{Cite web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/05/23/francese-ergastolo-anche-provenzano.html
* Nel [[2004]], Provenzano, un'altra volta ergastolano in contumacia per la “Strage delle donne di Bagheria” (sorella, madre e zia di [[Francesco Marino Mannoia|Marino Mannoia]] uccise) insieme ai boss [[Totò Riina]], [[Giuseppe Lucchese]], [[Pietro Aglieri]] e altri boss<ref>{{Cite web|url=https://
* Nel [[2008]], Provenzano venne condannato all'ergastolo per l'omicidio dell'imprenditore [[Libero Grassi]] insieme a [[Salvatore Riina]] e agli altri esponenti della [[Commissione provinciale|Cupola]]<ref>
* Nel [[2009]] ricevette un altro [[ergastolo]] insieme con Salvatore Riina per la [[strage di viale Lazio]]<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/04/29/strage-di-viale-lazio-ergastolo-riina-provenzano.html|titolo=Strage di viale Lazio, ergastolo a Riina e Provenzano|autore=Salvo Palazzolo|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=29 aprile 2009|accesso=8 ottobre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140408221640/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/04/29/strage-di-viale-lazio-ergastolo-riina-provenzano.html|urlmorto=no}}</ref>.
* Nel [[2010]], la Corte d'Assise di [[Agrigento]] condannò all'ergastolo Provenzano insieme con [[Totò Riina]] per la strage di San Giovanni Gemini (il boss Gigino Pizzuto e i 2 innocenti Michele Cimminnisi e Vincenzo Romano, massacrati)<ref>{{Cite web|url=https://www.magaze.it/wps/2010/12/08/strage-san-giovanni-gemini-ergastolo-a-riina-e-provenzano/|title=Strage San Giovanni Gemini, ergastolo a Riina e Provenzano|date=8 dic 2010|accessdate=8 apr 2023}}</ref>.
== Controversie ==
=== I mancati arresti e presunte coperture alla latitanza===
{{Vedi anche|Trattativa Stato-mafia|Talpe alla DDA}}
Il 31 ottobre [[1995]] il boss [[Luigi Ilardo]] (reggente mafioso della [[provincia di Caltanissetta]] in sostituzione del cugino detenuto [[Giuseppe Madonia (1946)|Giuseppe "Piddu" Madonia]]) divenne confidente del colonnello Michele Riccio del [[Raggruppamento Operativo Speciale|ROS]] e gli rivelò che avrebbe incontrato Provenzano in un casolare nei pressi di [[Mezzojuso]]; Riccio allertò il colonnello [[Mario Mori]] ma non gli furono forniti uomini e mezzi adeguati per intervenire, cosicché non riuscì a localizzare con esattezza il casolare indicato da Ilardo. Successivamente, il 10 maggio [[1996]], poco dopo aver cominciato la sua collaborazione con la giustizia, Ilardo venne ucciso<ref name="autogenerato5">{{collegamento interrotto|[http://www.antimafiaduemila.com/200805247074/articoli-arretrati/il-bivio-di-mezzojuso-lo-prendiamo-o-no.html Il bivio di Mezzojuso: lo prendiamo o no? {{!}} Articoli Arretrati<!-- Titolo generato automaticamente -->]|data=febbraio 2018|bot=InternetArchiveBot}}</ref>. Riccio accusò Mori e i suoi superiori di aver trattato la faccenda con superficialità, dando inizio a varie inchieste giudiziarie che ancora non hanno chiarito la vicenda<ref name="autogenerato5" />. Infatti, secondo l'ipotesi accusatoria della Procura di Palermo, il colonnello Mori avrebbe instaurato una [[Trattativa Stato-mafia|trattativa con Provenzano]] attraverso l'ex sindaco [[Vito Ciancimino]] garantendogli la latitanza in cambio di giungere alla cattura di [[Salvatore Riina|Totò Riina]] e quindi ad una sospensione della [[Bombe del 1992-1993|strategia stragista]] attuata all'epoca da Cosa nostra. Secondo Mori non ci sarebbe stata nessuna trattativa e nessuna promessa di ammorbidire il trattamento riservato ai mafiosi (cancellazione del carcere duro, revisione dei processi, riforma della legge sui collaboratori) ma solo un tentativo di attivare delle fonti confidenziali per arrivare ad arrestare i latitanti, in particolare Riina e Provenzano. A fare da cerniera tra gli ufficiali del ROS e Cosa nostra sarebbe stato proprio Vito Ciancimino e secondo suo figlio [[Massimo Ciancimino|Massimo]] uno degli interlocutori del padre sarebbe stato Provenzano poiché riteneva che le stragi si sarebbero potute fermare solamente rendendo inoffensivo Riina. Provenzano, secondo Ciancimino jr, avrebbe poi contribuito alla cattura di Riina in cambio di una sostanziale impunità. Sempre Massimo Ciancimino raccontò di aver ricevuto personalmente da Provenzano una busta contenente alcune mappe con indicato il covo del boss e di averla consegnata al padre. Successivamente il capitano De Donno (ex ufficiale del ROS imputato al processo) lo avrebbe chiamato dal carcere e avrebbe passato suo padre che gli avrebbe detto di consegnargli le buste.<ref
Tuttavia questo impianto accusatorio non venne ritenuto verosimile ed infatti Mori (divenuto generale) e il colonnello Obinu, suo collaboratore, sono stati assolti in tutti e tre i gradi di giudizio dall'accusa di aver favorito la latitanza di Provenzano "''perché il fatto non costituisce reato"''<ref>{{Cita web|url=https://www.ilgiornale.it/news/politica/generale-mori-assolto-nessuna-trattativa-i-boss-1407233.html|titolo=Il generale Mori assolto: nessuna trattativa con i boss|sito=ilGiornale.it|data=2017-06-09|lingua=it|accesso=2023-02-22}}</ref>''.''
Fu persa poi un’altra occasione per stroncare la latitanza del boss quando il 22 luglio [[1993]] si consegnò spontaneamente ai Carabinieri [[Salvatore Cancemi]], reggente del "mandamento" di [[Porta Nuova (Palermo)|Porta Nuova]], e decise di collaborare con la giustizia, dichiarando che la mattina successiva avrebbe dovuto incontrarsi con il latitante [[Pietro Aglieri]] (capo del "mandamento" di [[Santa Maria di Gesù (Palermo)|Santa Maria di Gesù]]), per poi raggiungere Provenzano in una località segreta, offrendosi di aiutarli a organizzare una trappola; l'informazione però venne considerata non veritiera dai Carabinieri, i quali erano convinti che Provenzano fosse morto poiché dopo un decennio la moglie e i figli erano tornati a vivere e a lavorare a [[Corleone]], decidendo quindi di non sfruttare l'occasione<ref name="
Nel novembre [[2003]] venne arrestato l'imprenditore [[Michele Aiello]], accusato di essere il [[prestanome]] di fiducia di Provenzano<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/2003/k/sezioni/cronaca/bagheria/bagheria/bagheria.html|titolo=Operazione antimafia, in carcere
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