Rutilio Manetti: differenze tra le versioni
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Allievo di [[Ventura Salimbeni]] e [[Francesco Vanni]], fu tra i primi artisti a risentire delle novità di [[Federico Barocci]], in particolare per quanto riguarda lo studio degli affetti e la resa aggraziata degli [[Sfumato|sfumati]]. Dal [[1615]] si avvicinò al naturalismo [[Caravaggismo|caravaggesco]] (con cui forse era entrato in contatto durante un viaggio a [[Roma]]) realizzando, oltre a soggetti religiosi, tele con temi tipici dei caravaggeschi, come banchetti e concerti (ne è un esempio la tela ''Musicisti e giocatori di carte'' [[1626]] ca.).
Durante il periodo della Reggenza fiorentina (cioè quando, morto [[Cosimo II]] nel [[1621]], il governo era in mano alla vedova [[Maria Maddalena d'Austria]] e alla sua suocera, [[Cristina di Lorena]]), lavorò per la [[Medici|corte medicea]]. Fu chiamato prima dal cardinale [[Carlo de' Medici]], fratello di Cosimo II, che aveva commissionato ai migliori artisti fiorentini e senesi un ciclo di tele con temi tratti da [[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]], [[Ludovico Ariosto]] e [[Torquato Tasso]] per il suo [[Casino Mediceo di San Marco]], a Firenze: per questo ciclo Manetti dipinge ''Ruggero alla corte di Alcina'' (Galleria Palatina, 1624). Quasi contemporaneamente (e forse su suggerimento di Carlo stesso che nel 1623 è incaricato dalla Reggente di reperire le tele sul mercato romano) lavorò per [[Maria Maddalena d'Austria|Maria Maddalena]]. Per
Le sue opere principali sono il ciclo senese di [[affreschi]] dell'[[Oratorio di San Rocco (Siena)|Oratorio di San Rocco]] della [[contrada della Lupa]], con ''Storie di San Rocco'' ([[1605]]-[[1610]]), ''Sant'Alessandro liberato dall'angelo'' ([[1625]]), ''Riposo in Egitto'', ''Allegoria delle Vanità'', ''L'Indemoniata'' e ''I tre bevitori''.
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