Guerra decennale: differenze tra le versioni
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Gli isolani allora avvertirono i milanesi delle disfatte subite e questi inviarono loro molti uomini. Imbarcatisi sulle navi di notte, remarono silenziosamente sino a Como e assaltarono le navi nemiche ancorate nel porto, affondandone un gran numero. I comaschi furono messi davanti al fatto compiuto e riuscirono solamente a salvare alcune navi che in seguito furono in grado di riparare. Pochi giorni dopo i milanesi e gli isolani tentarono un nuovo assalto navale sulla città. I comaschi disposero l'esercito sulla riva del lago opponendosi strenuamente allo sbarco dei nemici ma nello scontro cadde il [[visdomino]] Beltrando, nobile comasco. Nel frattempo, alcune navi isolane aggirarono la città facendo sbarcare gli uomini presso i borghi di Coloniola e di Vico. I soldati milanesi allora assaltarono il nemico su ogni lato e sebbene non riuscissero ad entrare all'interno di Como, saccheggiarono, devastarono ed incendiarono tutto quanto vi era attorno alla città, tolti i luoghi fortificati.<ref>{{cita|Corio|pp. 138-140}}.</ref>
Sul [[Ceresio]], invece, furono le navi luganesi, alleate di Milano, ad avere la meglio, anche grazie al tradimento di Arduino, ammiraglio comasco che si era consegnato ai milanesi. Per poter recuperare la flotta caduta nelle mani nemiche, Grimoldi organizzò una spedizione da grande stratega: caricò due navi, la ''Crastina'' e l
=== Assalto a Varese e al castello di Drezzo ===
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=== La distruzione di Como ===
Nel [[1127]] i milanesi assoldarono carpentieri [[Genova|genovesi]] e genieri [[
Il 27 agosto i milanesi, verosimilmente spinti dall'arcivescovo Anselmo, presero contatto con i chierici comaschi al fine di accordarsi per una pace. Ai comaschi, oltre ad essere risparmiata la vita, fu concesso il mantenimento di tutti i beni mobili e immobili, avrebbero però dovuto distruggere la città di Como, compresi i borghi di Vico e Coloniola, fatta eccezione per gli edifici sacri. I maggiori esponenti del clero e della nobiltà comasca approvarono i pur durissimi termini facendo giuramento e la pace fu trascritta e sottoscritta in due copie identiche. Il [[Poeta Cumano]] afferma che i soldati milanesi non rispettarono i termini stabiliti dalla loro nobiltà e saccheggiarono ogni cosa, portando via persino i servi dei nobili comaschi; va però considerato che si tratta di una fonte tutt'altro che neutrale. Lo smantellamento di Como occupò molti mesi e terminò solamente il 26 o 28 marzo [[1128]].<ref>{{cita|Giulini|pp. 165-171}}.</ref><ref>{{cita|Bergamaschi|pp. 333-352}}.</ref>
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