Piramidi egizie: differenze tra le versioni
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Sull'altopiano, date anche le ridotte dimensioni<ref group="N">L'altopiano di Giza si estende a circa 40-50 m sul livello del Nilo, per poco più di un chilometro da nord a sud e circa 2 sull'asse est-ovest delimitato da due wadi.</ref>, trovano posto solo i tre più importanti, e famosi, complessi funerari dell'Antico Egitto rappresentati dalle piramidi di [[Cheope]], [[Chefren]] e [[Micerino]] circondati dalle innumerevoli màstabe di funzionari e nobili autorizzati a riposare vicino ai re<ref>{{cita|Cimmino 1998|p. 146}}.</ref><ref name="cita-Lehner-2003-pp106-107">{{cita|Lehner 2003|pp. 106-107}}.</ref>. L'area, fatte salve alcune sepolture private alla base dell'altipiano e nelle wadi, doveva essere vergine quando Cheope decise di sfruttarla per la realizzazione del suo enorme complesso funebre. È bene, preliminarmente, tener presente che durante il Primo Periodo Intermedio la necropoli venne sistematicamente depredata e si salvò la sola [[Hetepheres I#La scoperta della tomba|tomba della regina Hetepheres I]], [[Hetepheres I|madre di Cheope]], poiché completamente sotterranea e senza alcun elemento che ne segnalasse la presenza<ref>{{cita|Cimmino 1998|p. 147}}.</ref>. A tale periodo risalgono, inoltre, i primi prelievi di pietra dai rivestimenti delle piramidi e lo smantellamento dei templi per ricavarne pietre da costruzione; i prelievi proseguirono anche in periodi successivi e, segnatamente, durante il Medio Regno specie sotto le dinastie [[XI dinastia egizia|XI]] e [[XII dinastia egizia|XII]]<ref name="cita-Cimmino-1998-p148">{{cita|Cimmino 1998|p. 148}}.</ref>. Per quanto riguarda la suppellettile funeraria, benché interamente depredate delle parti più preziose e delle ricchezze contenute, se ne ha contezza fino al VII-VI secolo a.C.<ref name="cita-Cimmino-1998-p148"/>.
=====L'oblio e la riscoperta delle Piramidi di Giza=====
[[immagine:Joseph Gathering Corn (San Marco).jpg|miniatura|upright=1.5|Particolare del mosaico che mostra [[Giuseppe (patriarca)|Giuseppe (il Patriarca)]] e le piramidi, situato nella terza cupola nord del nartece della [[Basilica di San Marco]] di [[Venezia]].]]
Nel Medioevo si perse la cognizione della vera natura delle piramidi di Giza, tanto che
*{{en}}[[Gregorio di Tours]], ''[https://archive.org/details/historyoffranks01greg/page/8/mode/2up?view=theater Historia Francorum]''</ref>, seguita anche dall'artista dei mosaici del transetto della [[Basilica di San Marco]] di Venezia, in una scena dedicata in cui il patriarca Giuseppe raccoglie il grano e sullo sfondo si vedono le piramidi per accoglierlo. I resoconti dei pellegrini confermavano la tradizione, come ad esempio quella del [[pellegrino anonimo di Piacenza]], che afferma che i granai "sono ancora pieni".
Già alla fine dell'[[Età antica]], comunque, la cognizione della reale natura delle piramidi si stava perdendo, come mostrano gli scritti di [[Egeria (pellegrina)|Egeria]] (IV - V sec.)<ref>''[https://books.google.it/books?id=hvYQAAAAYAAJ&pg=PT404&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false Itinerarium Egeriae]'', Y2 [= citazione di Pietro Diacono]; ed. R. Weber, CCSL 175:100; PL 173:1129D</ref> e [[Giulio Onorio]] (V secolo)<ref>Alexander Riese, ''[https://books.google.it/books?id=dlgGAAAAQAAJ&pg=PA51&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false Geographi latini minores]'', Henningeros fratres, 1878 (p. 51).</ref>, concordi nell'identificare le piramidi con i granai di Giuseppe.
[[Ciriaco d'Ancona]], il padre dell'[[archeologia]], fu il primo europeo moderno a identificare correttamente le piramidi e a portare in [[Europa]] notizie su questi monumenti, che aveva ritrovato facendosi guidare dalle parole di [[Erodoto]]. Parlò delle piramidi nei suoi ''Commentarii'' e testimoniò che esse erano l'unica [[Sette meraviglie del mondo|meraviglia del mondo antico]] a essere sopravvissuta allo scorrere del tempo.<ref name="ciriaco">Enciclopedia Treccani, [http://www.treccani.it/enciclopedia/ciriaco-d-ancona_%28Enciclopedia-Italiana%29/ Ciriaco d'Ancona]</ref><ref>Agostino Pertusi, ''Venezia e l'Oriente: fra Tardo Medioevo e Rinascimento'', Sansoni, 1966, p. 331.</ref>. ▼
▲Fu solo nel periodo dell'[[Umanesimo]] che [[Ciriaco d'Ancona]], il padre dell'[[archeologia]], riscoprì la vera natura di questi monumenti egizi: fu il primo europeo moderno a identificare correttamente le piramidi e a portare in [[Europa]] notizie su questi monumenti, che aveva ritrovato facendosi guidare dalle parole di [[Erodoto]]. Parlò delle piramidi nei suoi ''Commentarii'' e testimoniò che esse erano l'unica [[Sette meraviglie del mondo|meraviglia del mondo antico]] a essere sopravvissuta allo scorrere del tempo
===== La piramide di Cheope =====
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