Piramidi egizie: differenze tra le versioni

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In questo contesto, di solidità politica e di organizzazione gerarchizzata, salì al trono il re Snefru che, circa quindici anni dopo la seconda variante<ref group="N">Secondo Lehner 2003, p. 99, Snefru intraprese tale opera nell'anno 28 o 29 del suo regno.</ref>, pose mano alla piramide di Huni per trasformarla in una piramide regolare<ref>{{cita|Lehner 2003|pp. 97-101}}.</ref>. Per ottenere tale risultato, vennero colmati i gradoni e su tale riempimento vennero posati i blocchi di rivestimento ottenendo la prima piramide geometricamente perfetta con base quadrata di 144 m, altezza di 91,70 m<ref>{{cita|Cimmino 1998|p. 130}}.</ref> e angolo di pendenza pari a 51°50'35"<ref>{{cita|Lehner 2003|p. 99}}.</ref>. Di questa piramide, forse la prima fatta costruire da Snefru<ref group="N">Secondo altre ipotesi si sarebbe, invece, trattata dell'ultima.</ref>, non resta oggi che una sorta di torre quadrata costituita da tre gradoni (di fatto i gradoni quinto, sesto e settimo, essendo gli altri sepolti dall'alto cumulo di detriti), che sono il nucleo della piramide di Huni. Sul lato nord, ad un'altezza di 18,50 m, si apre l'ingresso di un corridoio in discesa che, dopo 58 m e sette gradini, diviene orizzontale per altri 9,45 m; al termine di tale corridoio, cieco, si apre un pozzo verticale profondo circa 3 m. Nel soffitto tuttavia, ben dissimulata, un'apertura sale verticalmente per 6,65 m e dà accesso alla camera funeraria che, per la prima volta, presenta una volta "''ad aggetto''"<ref group="N">La volta è cioè costituita da travature sovrapposte di cui ognuna "aggetta" (ovvero sporge in fuori dalla verticale) su quella sottostante fino al culmine.</ref> di 5,90 m x 2,65, con un'altezza (nel culmine) di 5,05 m. Tale camera è scavata nella roccia di fondo e solo 0,50 m delle pareti, e l'intera volta aggettante, si trovano all'interno del massiccio della sovrastruttura<ref name="cita-Cimmino-1998-p129"/>.
 
La presenza, sul lato est di una piccolissima cappella (9,18 x 9 x 2,30) in calcare bianco, prototipo del "Tempio Funerario" dei complessi piramidali successivi, fiancheggiata da due alte stele di 4,20 m completamente non iscritte, ha fatto supporre che la costruzione sia stata nuovamente abbandonata<ref group="N">Considerando che per gli antichi egizi ogni monumento doveva avere un "nome", come le persone (Lehner 2003, p. 100), tale condizione viene variamente interpretata: le due stele rimasero anepigrafi per la morte del re? In tal caso la piramide non sarebbe stata la prima, bensì l'ultima delle tre recanti il nome di Snefru; o perché la tomba doveva trasformarsi in un semplice cenotafio e non venne ultimata alla morte del re? o, ancora, perché si erano manifestati segni di cedimento delle strutture?</ref>. Il complesso di Snefru a Meidum presenta, di fatto, tutti gli elementi che caratterizzeranno i successivi complessi della IV dinastia: oltre l'embrione di "Tempio Funerario" di cui si è detto, esiste, infatti, una "Via Cerimoniale" lunga 210 m compresa tra due muri alti circa 2 e si suppone esista, data la presenza della Via Cerimoniale, anche un "Tempio a Valle" benché ancora non scavato<ref>{{cita|Cimmino 1998|p. 133}}.</ref>. Sul lato sud si ha inoltre traccia (ne resta solo la base di 26,65 m di lato) una "piramide satellite", forse in memoria della Tomba meridionale dei complessi precedenti. La piramide, nel corso dei secoli, divenne una cava pene di pietre da costruzione e dai resoconti dei viaggiatori risulta che, tra il 1117-1119 (visita di Shaykh Abu Mohammed Abdallah) e il 1737, visita di [[Frederic Louis Norden]], vennero smantellati almeno due gradoni<ref>{{cita|Lehner 2003|p. 100}}.</ref> lasciando la struttura per come oggi è possibile vederla. L'opera di smantellamento sistematico, specie nel medioevo, fu causa dell'attuale stato di degrado delle strutture anche per l'abitudine dei cava pietre arabi a far precipitare dall'alto i blocchi che venivano rimossi causandone la frattura e la proiezione di detriti e schegge che hanno costituito il cumulo di quasi 50 m d'altezza su cui si erge quanto resta della piramide di Huni<ref name="cita-Cimmino-1998-p129"/>. La forma finale attuale, non assimilabile pienamente né a una piramide a gradoni, né ad una piramide perfetta, ha fatto sì che il complesso di Snefru a Meidum fosse denominato ''Haram el-Kaddab'', ovvero "la Falsa Piramide".
 
===== La "Piramide romboidale" =====