Augusto: differenze tra le versioni
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[[Svetonio]] racconta che durante il soggiorno ad Apollonia, Ottaviano era salito insieme al fedele amico, [[Marco Vipsanio Agrippa]], all'osservatorio dell'astrologo Teogene. Fu Agrippa a consultarlo per primo, ricevendo splendide previsioni sulla sua vita futura, quasi incredibili. Ottaviano, temendo di essere considerato di origini oscure, preferì inizialmente non fornire i dati relativi alla propria nascita, ma dopo numerose preghiere, vi acconsentì. Teogene allora si alzò dal suo seggio e lo adorò. Per questo motivo Ottaviano ebbe così tanta fiducia nel suo destino che fece pubblicare il suo oroscopo e coniare una moneta d'argento con il segno del [[Capricorno (astrologia)|capricorno]], suo ascendente: in epoca imperiale si dava più importanza a quest'ultimo piuttosto che al segno di nascita (bilancia per Augusto).<ref name="SvetonioAugusto94"/>
Nel [[44 a.C.]], in occasione della [[cesaricidio|morte di Cesare]], seppe di essere stato [[Adozione nell'antica Roma|adottato]] per testamento dal prozio come figlio ed erede e, secondo la consuetudine, assunse il ''nomen'' gentilizio (''Iulius'') e il ''cognomen'' (''Caesar'') del padre adottivo, omettendo però di aggiungere come tradizione un secondo cognome derivato della ''gens'' di provenienza aggettivata in -''anus'', divenendo così Gaio Giulio Cesare (''Gaius Iulius Caesar'').<ref name="SvetonioAugusto7"/> Il nome Ottaviano venne generalmente diffuso dalla propaganda degli avversari politici, ma non risulta nei documenti ufficiali. Si narra che poco prima di venire assassinato, Cesare lo avesse nominato ''[[magister equitum]]'' in seconda,<ref>Cassio Dione, XLIII, 51.7.</ref> accanto a [[Marco Emilio Lepido]], in vista della grande spedizione d'Oriente che stava preparando contro i [[Parti]], inviandolo appena diciottenne ad [[Apollonia (Albania)|Apollonia]] a verificare i preparativi per la futura guerra. È qui che Ottaviano fu informato dell'uccisione del prozio (15 marzo [[44 a.C.]]), pur restando indeciso sul da farsi, se chiamare in aiuto le legioni orientali o lasciar perdere, preferì desistere da un'impresa tanto temeraria e tornare a [[Roma (città antica)|Roma]] a reclamare i suoi diritti di figlio adottivo e di erede di Cesare.<ref name="SvetonioAugusto8"/> Ancora Svetonio racconta di un episodio curioso:
{{citazione|Tornando da Apollonia a Roma, dopo la morte di Cesare, nel cielo limpido e puro apparve all'improvviso un cerchio, simile all'arcobaleno, che circondò il sole, mentre la tomba di Giulia, figlia di Cesare, fu colpita più volte da un fulmine. […] Tutti l'interpretarono come un presagio di grandezza e prosperità.|{{cita|Svetonio|''Augustus'', 95}}.}}
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