Aulo Gabinio: differenze tra le versioni
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Nel [[57 a.C.]] ottenne il governo della [[provincia romana|provincia]] di [[Siria (provincia romana)|Siria]], represse la [[rivolta]] dei giudei e restituì a [[Giovanni Ircano II|Ircano]] il suo ruolo di [[Kohen Gadol|sommo sacerdote]] a [[Gerusalemme]], introdusse importanti cambiamenti nel governo della [[Giudea]] e ricostruì molte [[città]]. Nel [[55 a.C.]], fu mandato in [[Storia dell'Egitto greco e romano|Egitto]] da Pompeo, rimettendo sul [[trono]] [[Tolomeo XII|Tolomeo XII Aulete]], che era stato spodestato in precedenza. Ma durante la sua assenza, la [[Siria (regione storica)|Siria]] era stata devastata dai predoni, mentre [[Alessandro Ianneo|Alessandro]], fratello di [[Aristobulo I|Aristobulo]], aveva preso le armi per strappare a [[Giovanni Ircano II]] il titolo di [[sommo sacerdote]]. Gabinio lasciò quindi ad Alessandria i cosiddetti [[Gabiniani]] per proteggere Tolomeo e, anche se con alcune difficoltà, riuscì a ristabilire l'ordine nella sua provincia, lasciando poi nel [[54 a.C.|54]] il governatorato al suo successore, [[Marco Licinio Crasso]]. Tornato a [[Roma]], fu sottoposto a tre processi per [[concussione]], condannato ed esiliato (le sue proprietà furono confiscate).
Dopo la vittoria di Cesare su Pompeo a [[battaglia di Farsalo|Farsalo]] (9 agosto del 48 a.C.), i Pompeiani, guidati da Marco Ottavio, utilizzarono l'Illirico per riprendere a compiere nuove azioni militari contro i Cesariani.<ref>{{cita|Bellum Alexandrinum|42-47}}.</ref> Fu così che, per contrastare l'avanzata dei Pompeiani e contemporaneamente quella dei ''Delmatae'', [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] inviò contro di loro, due legioni sotto il comando di un certo [[Lucio Cornificio]] come ''[[questore (storia romana)|questor pro praetore]]''.<ref>{{RE|IV|1624||Cornificius|[[Friedrich Münzer]]|RE:Cornificius|n.8}}</ref> Quest'ultimo riuscì a battere i [[Liburni]] della zona di [[Zara|Iader]] in uno scontro navale.<ref name="Wilkes41">{{cita|Wilkes 1969|p. 41}}.</ref> Era evidente che nell'area fossero necessari dei rinforzi. Fu così che Cesare inviò Aulo Gabinio, ex-partigiano di Pompeo, a capo di quindici coorti (delle legioni [[legio XXXI (Cesare)|''XXXI'']] e [[legio XXXII (Cesare)|''XXXII'']]<ref name="Parker64">{{cita|Parker 1958|pp. 64-65}}.</ref>) e tremila cavalieri, il quale si incamminò via terra girando intorno all'Adriatico, cosa mai accaduta prima d'allora.<ref>{{cita|Bellum Alexandrinum|43}}; {{cita|Appiano|''Guerra illirica'', 12, 25 e 27}}; {{cita|Cesare, ''De bello civili''|II, 58-59}}; {{cita|Cassio Dione|XLII, 11}}; {{cita|Plutarco|''Antonio'', 7}}; {{cita|Cicerone, ''Epistulae ad Atticum''|XI, 16.1 (data l'azione al 2 giugno del 47)}}).</ref> Gabinio, dopo essere penetrato nel territorio dei ''Delmatae'', lungo il fiume Cigola ([[Čikola]]) nei pressi di ''[[Synodion]]'',<ref>La città di ''[[Synodion]]'' fu presa da Ottaviano nel corso della campagna militare del [[34 a.C.]]. Cfr. {{cita|Wilkes 1969|p. 54}}.</ref> subiva una dura sconfitta, perdendo cinque delle sue coorti e i rispettivi ''[[vexillum|vexilla]]''.<ref name="Wilkes48">{{cita|Wilkes 1969|p. 48}}.</ref> Non demordeva però continuando la sua avanzata fino a raggiungere Salona nell'inverno del 48-47 a.C..<ref name="Wilkes41"/> La campagna militare continuò all'inizio dell'anno successivo (47 a.C.), soffrendo di numerose altre perdite da parte [[Riforma mariana dell'esercito romano|romana]], tra cui 4 ''[[tribunus militum|tribuni]]'', 38 [[centurione|centurioni]] e 2.000 [[legionario romano|legionari]].<ref>{{cita|''Bellum Alexandrinum''|43}}.</ref> Appiano sostiene che gli Illiri, temendo di poter essere puniti da Cesare per quello che avevano fatto qualche anno prima e ritenendo che una sua vittoria nella [[guerra civile romana (49-45 a.C.)|guerra civile]] avrebbe portato alla loro totale distruzione, attaccarono e distrussero buona parte di quell'esercito romano che era penetrato nei loro territori, ad eccezione di Gabinio e di pochi sopravvissuti. Tra il bottino catturato vi fu una grande quantità di denaro e materiale bellico.<ref name="AppianoIllirica12">{{cita|Appiano|''Guerra illirica'', 12}}.</ref> Gabinio, all'inizio dell'anno, morì dopo una lunga malattia ([[47 a.C.]]),<ref>''Bellum Alexandrinum]]'', 43.</ref> tanto che i Pompeiani si prepararono a contrattaccare, focalizzando le loro forze sul secondo comandante cesariano, Q. Cornificio, ora isolato al sud. Quest'ultimo lanciò allora un'accorata richiesta di aiuto alle armate cesariane che si trovavano nella Gallia cisalpina e a [[Publio Vatinio]] che si trovava a ''[[Brundisium]]''.<ref name="Wilkes42">{{cita|Wilkes 1969|p. 42}}.</ref>
==Note==
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