Irène Némirovsky: differenze tra le versioni
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Le sue due figlie salvarono alcuni documenti, e finirono sotto la tutela di Albin Michel e Robert Esmenard (che dirigevano la casa editrice) fino alla loro maggiore età.
Denise conservò tali documenti in una valigia, la stessa in cui li aveva trovati e, per anni, non aprì neppure la valigia forse per il rancore che nutriva nei confronti dei genitori che per salvarle le avevano affidate ad un'amica francese, tale Sig.ra Dumas di cui presero il cognome conservando il loro nome francese. Poi un giorno Denise aprì la valigia e vi scoprì un manoscritto della madre. Ne riconobbe la grafia, il colore azzurro dell'inchiostro preferito <ref> Irène scriveva solo con penne stilografiche di cui era una appassionata. Gliele regalava il marito. La sua penna preferita era di marca ''Bel Azur'' ed usava sempre l'inchiostro ''azzurro Mari del Sud''. Vedi Denise Epstein - ''Sopravvivere e vivere'' Conversazioni con Clémance Boulouque - 2010- Adelphi Edizioni - Milano - pag.39 </ref>. Lo lesse, erano i primi due tomi di un'opera in cinque volumi che resterà incompiuta "Suite Francese".
Tempo dopo Denise parteciperà alla presentazione di un romanzo di una scrittrice francese. Le si avvicinò con in mano una copia del libro per chiederle un autografo. La scrittrice, come si usa per fare una dedica, le chiese : ''Come ti chiami?'' " Denise Epstein" ''Curioso hai il nome della più grande scrittrice francese del secolo''." Era mia madre - disse subito Denise - posseggo anche un manoscritto inedito " -. Fu chiamato l'editore che decise di pubblicarlo senza neppure leggerlo e così Irène Némirovsky Epstein scrittrice del tutto dimenticata tornò a vivere riguadagnando un posto nella storia della letteratura francese del '900.
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