Astico

Fiume del Trentino e del Veneto

Il fiume Astico (Astego in veneto, Aste in cimbro[2], Astichbach in tedesco, desueto[3]) è un corso d'acqua italiano che scorre nella omonima valle, tra il Trentino - in minima parte - e la provincia di Vicenza.

Astico
Fiume Astico presso Dueville
StatoItalia (bandiera) Italia
Regioni  Trentino-Alto Adige
  Veneto
Lunghezza53,15 km[1]
NasceMonte Plaut
AffluentiPosina
Sfociaprende il nome di Tesina

Origine del nome

Il nome del fiume deriva - secondo un'interpretazione - da àstacus, gambero d'acqua dolce, presente in alcuni tratti della valle. Secondo lo storico vicentino Gaetano Maccà, deriverebbe invece da laste, le lastre di pietra levigata presenti in fondovalle e lambite dal fiume[4]. Al tempo di Roma il fiume Astico era nominato Medoacus Minor e il fiume Brenta Medoacus Maior.

Storia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dei fiumi di Vicenza.
 
L'Astico a Buse (Folgaria)

Fin dai tempi della preistoria[5] il fiume Astico giungeva dove oggi sorge l'abitato di Sarcedo. Qui, in epoca romana, fu costruito un imponente muro, lungo circa 800 m., che impediva al fiume di dilagare subito in pianura – devastando Vicenza con le sue piene, con il rischio di distruggere l'acquedotto romano della città e gli insediamenti sorti con la centuriazione di Thiene - e lo deviava fino alla collina di Montecchio Precalcino[6].

Verso il VI secolo d.C. però, probabilmente in seguito a una piena eccezionale, il fiume deviò verso sud est in direzione dell'attuale Povolaro, occupando quello che oggi è il letto del fiume Astichello e prima di allora era l'antico letto del torrente Brenta[7].

In questo alveo l'Astico si allargava, per una larghezza media di 700–800 m. ed una lunghezza di alcuni chilometri; questa striscia acquitrinosa era chiamata Lacus Pusterlae ed arrivava fino alla città dove trovava un dosso, formato dai detriti del fiume stesso, il Motton Pusterla che in epoca medievale sarebbe stato chiamato Castello o Santa Corona o San Pietro[8]. Dopo alcune centinaia di metri il fiume, passato sotto l'antico ponte romano, in seguito chiamato Ponte di San Pietro, confluiva nel Retrone alle Barche.

L'assetto idrografico restò immutato fino a tutto l'XI secolo, quando probabilmente gli stessi vicentini, per ridurre il pericolo delle ricorrenti piene dell'Astico[9] ne deviarono il corso a nord di Montecchio Precalcino e ne convogliarono il corso verso il Tesina, lasciando che a Vicenza giungessero solo una parte delle acque, cioè l'Astichello che continuò a scorrere nel vecchio alveo.

Percorso

Nasce tra il monte Sommo Alto e il monte Plaut nel territorio comunale di Folgaria. Nel tratto iniziale del suo corso scende impetuosamente fino alla frazione di Buse nei pressi di Lavarone per poi seguire, piegando decisamente verso sud est, la Val d'Astico - cui ha dato nome - che separa l'Altopiano dei Sette Comuni da quelli di Folgaria e Tonezza del Cimone nella parte alta del suo corso, e dalle colline delle Bregonze nella parte centrale.

Si dirige verso Lastebasse e Casotto, ricevendo gli affluenti Rio Torto, Val Longa, Val Roa e Torra. Prosegue quindi verso Pedescala, dove riceve le acque del torrente Assa (dalla Val d'Assa), e Seghe di Velo, dove confluisce il torrente Posina, entrambi con ampi bacini imbriferi. Dirigendosi verso est passa per Meda, Piovene Rocchette, Caltrano, Calvene, Lugo e Fara Vicentino, ricevendo gli apporti di torrenti minori, come il Narotti, il Val Campiello e il Val Chiavona.

La vallata dell'alto Astico, molto stretta fino a Meda, si allarga verso Rocchette e sbocca in pianura nell'ampio bacino compreso tra le pendici dei monti Sunio e Summano, dove il torrente ha inciso uno spesso strato alluvionale che assorbe gran parte delle sue acque di magra. Poco a valle di Lugo l'intera residua portata viene deviata nel canale Mordini e l'alveo rimane completamente asciutto, per gran parte dell'anno, fino a Lupia di Sandrigo, dove confluisce nel Tesina e assume questo nome.

Ha carattere torrentizio, con portata fortemente variabile nel corso delle stagioni. Ciononostante, soprattutto in passato, sono sorte lungo il suo corso numerose attività che sfruttavano la forza motrice dell'acqua.

Note

  1. ^ Elenco corsi d'acqua della rete idrografica regionale (PDF), su Piano straordinario triennale interventi di difesa idrogeologica, Regione Veneto. URL consultato il 15 dicembre 2014.
  2. ^ Hans Tyroller, Grammatische Beschreibung des Zimbrischen von Lusern, Wiesbaden, Franz Steiner, 2003, p. 185, ISBN 3-515-08038-4.
  3. ^ Die Fr. Grafschafft Tirol
  4. ^ Tratto da Centro studi La runa[collegamento interrotto]
  5. ^ F. Molon, I nostri fiumi, Astico, Bacchiglione, Retrone, Brenta. Idrografia antica e moderna, Vicenza 1882-83,
  6. ^ Sottani, 2012,  pp. 55-56.
  7. ^ Nel 589 d.C. in tutta la pianura veneta vi fu uno sconvolgimento idrografico (detto Rotta della Cucca) che interessò anche i fiumi del territorio vicentino: si spostarono verso est sia l'Astico che il Brenta, il quale cominciò a scorrere a oriente di Padova. Alessandro Baldan, Storia della Riviera del Brenta, 1978, Moro editore, Cassol.
  8. ^ Che fino all'XI secolo il fiume fosse chiamato Astico è documentato da privilegi vescovili attorno all'anno 1000. Sottani, 2012,  pp. 22-23, 58-59
  9. ^ Secondo il Sottani, 2012,  pp. 142-143 questo intervento fu reso necessario da eventi idrologici naturali verificatisi nella prima metà del secolo, quando i torrenti Leogra, Timonchio e Orolo sarebbero usciti dai loro alvei ingrossando l'Astico, con effetti rovinosi per la città

Bibliografia

  • Natalino Sottani, Antica idrografia vicentina. Storia, evidenze, ipotesi, Vicenza, Accademia Olimpicae, 2012

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