Archi (Reggio Calabria)

quartiere di Reggio Calabria
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Il quartiere di Archi (L'Archi in dialetto reggino) costituisce la X circoscrizione del comune di Reggio Calabria nella parte nord della città.

Archi
Il quartiere Archi e lo Stretto di Messina.
StatoItalia (bandiera) Italia
Città Reggio Calabria
Abitanti9 000 ab.

Negli anni trenta del XX secolo divenne frazione di Reggio Calabria, poi dal secondo dopoguerra un vero e proprio quartiere urbanisticamente integrato con il resto del capoluogo. Attualmente conta circa 9.000 abitanti.Il suo territorio attuale si estende per 8 chilometri e 400 metri lungo la piana da Scaccioti a Monte Santo e raggiunge le balze di Zarmà, Calvario, Rocca di Mosca, Garniti, Calamaci, Ceccarello, Vigna di Mare, Rocca Pati e Rocca Grande.

Archi si sviluppa a ovest della Autostrada A2 ed è attraversato dal torrente Torbido. Confina a nord con il quartiere Gallico, a sud con il quartiere Pentimele (anch'esso della X circoscrizione) e con il quartiere Santa Caterina (sede del porto di Reggio Calabria). Archi si affaccia sullo stretto di Messina ed è costituito dai rioni:

  • Archi Centro
  • CEP
  • Carmine
  • Gullina
  • Sant'Anna
  • San Francesco
  • Zona mercatello

Storia

L’origine del suo nome deriva appunto dal titolo della cappella di Sancta Maria de Arco o del Bosco (1558-1563), costruita nel bosco del Risignolo dopo lo sbarco di pascià Mustafà nel 1558, danneggiata irrimediabilmente nel 1563 dal pirata turco Dragut e infine demolita (1600) perché cadente. Archi é un sito abitato sin da età antichissime. Nel vallone Corvo sono stati ritrovati crostacei, conchiglie, coralli, gusci di molluschi risalenti a 500.000 anni a.C. All’era quaternaria, a Lupardini, appartiene la tibia di un pinguino boreale, detto Alca Impennis, ritrovata dal professore Adolfo Berdar, adesso al Museo della Magna Grecia di Reggio Calabria.  Al Medio Pleistocene (50.000 a.C.), risale la mandibola di un bambino ritrovata a Lupardini, anche questa nel Museo della Magna Grecia reggino. Per il Rohlfs, il toponimo Lupardini, risale al termine Liparini, cioè Lipari; l’isola da cui giunse il principe ausonico Giocasto, che fonti letterarie (Eraclide e Diodoro Siceliota) confermano abbia posto il suo regno nei paraggi reggini, nell’età del Bronzo recente (XIII a.C.), senza tuttavia occupare la città. Il culto di Giocasto fu tramandato dai calcidesi che ne inserirono l’immagine in alcune monete coniate nel V secolo a.C.. Sulla collina di Pentimele è stata trovata una villa ellenistica necropoli ellenistica (IV-III a.C.), con corredo, decorazioni parietali e decorazioni (le uniche scoperte a Reggio), ritrovata nel dicembre 1883 intorno alla cava di prestito di Giacinto Plutino. Purtroppo è andata completamente persa per una frana. Ne è rimasta la descrizione in un acquerello conservato al Museo archeologico reggino (da Gino Votano, Storia di Archi, 1984, Edizioni Teatro del Mediterraneo, Archi). Sei famiglie di allevatori organizzarono la Fiera del Turbolo e si stanziarono nella zona del Carmine. (da Gino Votano, La Toponomastica storica di Archi, 1999, Edizioni Teatro del Mediterraneo, Archi). Una leggenda narra che cinque bellissime fanciulle uguali, che abitavano sulla collina, che per farsi distinguere dai fidanzati, al tramonto, intonavano cinque canti diversi (penti mele = cinque canti). I monaci melchiti in fuga dal Medio Oriente, nel IX secolo fondarono il monastero e la chiesa di Sant’Antonio Abate in stile romanico ad una navate e tre absidi. Qui pregò Roberto il Guiscardo, prima di espugnare la città di Reggio.

Archi CEP

Il rione più recente ed esteso è Archi CEP, un imponente complesso edilizio popolare che ospita migliaia di persone provenienti da tutta la provincia.

Si tratta di isolati formati da quattro fabbricati disposti a corte, all'interno dei quali c'è un'area verde. Negli anni ottanta il CEP è stato scenario di esecuzioni per opera della 'ndrangheta, come l'agguato tenuto al boss Paolo De Stefano, che risiedeva proprio ad Archi.[1]

Servizi

Archi è collegato direttamente con il centro della città attraverso autobus dell'ATAM e l'Autostrada A2 (svincolo Reggio Calabria Gallico). Inoltre è dotato di una stazione ferroviaria (RC Archi).

Il quartiere era inoltre sede di una parte della facoltà di giurisprudenza dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria.

Luoghi di culto

  • Chiesa di Maria SS. del Carmelo
  • Chiesa di San Giovanni Battista
  • Chiesa di Santo Stefano da Nicea
  • Chiesa di Sant'Antonio Abate
  • Chiesa di San Francesco Saverio

Note

Voci corr[1][2]elate

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  1. ^ Gino Votano, Storia di Archi, 1984, Edizioni Teatro del Mediterraneo.
  2. ^ Gino Votano, la Toponomastica antica di Archi, 1999, Edizioni Teatro del Mediterraneo.