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Napoleone a 23 anni, tenente colonnello della Guardia Nazionale


* Savana sudanese

La Regione sudanese è costituita da una fascia di territorio pianeggiante compresa tra la savana di acacia del Sahel a nord e il mosaico di foresta-savana a sud, estesa dalle coste atlantiche del Senegal fino all’Eritrea. Le precipitazioni annuali aumentano gradualmente dalle regioni tropicali e continentali verso le coste e le regioni equatoriali, da 600 mm a oltre 1.500 mm, con forti variazioni stagionali. L'aspetto della vegetazione dei pascoli sudanesi varia da nord a sud parallelamente all'aumento delle precipitazioni annuali e si passa gradualmente dalla steppa con erbe mesofile alla foresta aperta. La zona ecologica corrispondente è il luogo di contatto tra gli allevatori transumanti del Sahel e gli agricoltori sedentari. La vegetazione è fortemente segnata dall'agricoltura itinerante. Gli effetti dell’aumento delle precipitazioni annuali vengono mascherati dalla durata del periodo di vegetazione attiva che diventa un criterio essenziale per l'individualizzazione dei pascoli. Il dominio sudanese è suddiviso in due unità ben distinte: settentrionale e meridionale. I pascoli nel settore settentrionale sono caratterizzati dalla scarsità di graminacee perenni. La copertura erbacea è infatti dominata da graminacee annuali (Andropogon pseudapricus, Diheteropogon hagerupii) e dalla graminacea perenne Anropogon gayanus nei terreni profondi, con un buon apporto idrico dalle profondità. Qui alcuni elementi saheliani sono ancora presenti e diventano dominanti le graminacee annuali (Eragrostis tremula, Loudetia spp., Schoenefeldia gracilis), che appaiono sul confine sahelo-sudanese, in associazione con specie saheliane: le ombrofile Andropogon pseudapricus, A. tectorum, Diheteropogon hagerupii, Pennisetum pedicellatum, P. subangustum. Sono presenti anche specie dei generi Aristida, Cenchrus, Digitaria, Hyparrhenia e Loudetia. La copertura boscosa diventa importante e le zone d'ombra spesso occupano più del 30% della superficie. L'azoto è fornito dalla ricrescita di Andropogon gayanus, dalle foglie e dai frutti di piante legnose (Guiera senegalensis, Hyphaene thebaica, Piliostigma reticulatum). Sugli altipiani con suolo profondo, una particolare facies di Anogeissus leiocarpus indica la transizione tra i due settori. I pascoli del settore meridionale presentano una fisionomia e una flora molto diversificata, con nuove specie legnose ed erbacee. La copertura erbacea è sempre dominata da graminacee perenni, con Andropogon ascinodis e Diheteropogon amplectens su suoli con scarsa riserva idrica e Andropogon gayanus su suoli con buona riserva idrica. Le valli dei grandi fiumi presentano frequentemente un alveo maggiore costituito da un basso terrazzo alluvionale, soggetto a inondazioni di breve durata. Questo letto principale è occupato da una savana erbosa o da graminacee. Il limite di inondazione è indicato dalla presenza di Hyparrhenia rufa, in sostituzione di Andropogon gayanus che rimane piuttosto localizzato su terrazzi non allagabili. Nei periodi di maggiori inondazioni, la savana erbosa è dominata da graminacee perenni (Anadelphia afzeliana, Andropogon africanus, A. canaliculatus, Elymandra androphila, Panicum fluviicola, Setaria sphacelata e Sorghastrum trichopus). Le inondazioni prolungate per diversi mesi determinano la composizione floristica dei prati acquatici con Brachiaria mutica su suoli sabbiosi ed Echinochloa stagnina e Oryza longistaminata su suoli franco-argillosi (si tratta delle cosiddette “bourgoutières” del Mali e del Niger, molto apprezzate per la qualità del foraggio e per la sua prolungata disponibilità). Sui suoli idromorfi (ad esempio, al confine con il Lago Ciad) sono dominanti specie come Panicum repens, P. porphyrrhizos, Sporobolus spicatus e S. helvolus e su siti più sabbiosi, Schoenefeldia gracilis ed Echinochloa colona. La preponderanza della vegetazione arborea favorisce anche le mosche tse-tse, che trasmettono la malattia del sonno e, in questo settore, gli zebù del Sahel lasciano il posto alle razze taurine, più resistenti alla tripanosomiasi. Il regime pluviometrico favorisce l’agricoltura e sono diffuse le colture legnose il cui strato erbaceo fornisce ottimi pascoli. Le specie più importanti e che presentano un elevato valore foraggero in virtù della loro appetibilità, biomassa e posizione in associazioni stabili e redditizie nelle piantagioni di palma da olio della Costa d'Avorio sono Asystasia gangetica Axonopus compressus, Commelina forskalaei, Commelina spp., Diodia rubricosa, Desmodium adscendens, Eleusine indica, Paspalum conjugatum e Sporobolus pyramidalis. Le maggesi costituiscono, analogamente all'area saheliana, importanti risorse foraggere complementari. Dapprima le maggesi vengono invase dalle graminacee annuali, ma successivamente la produttività migliora con un numero crescente di piante perenni, tra cui Andropogon gayanus, Aristida spp. (A. funiculata, A. mutabilis, A. sieberiana), Cymbopogon schoenathus, Diheteropogon hagerupii, Eragrostis tremula, Hyperthelia dissoluta e Pennisetum pedicellatum. Le principali graminacee coltivate sono Brachiaria mutica, B. ruziziensis, Cynodon nlemfluensis, C. plectostachyum, Cenchrus ciliaris e Panicum maximum, mentre le leguminose comprendono Centrosema pubescens, Pueraria phaseoloides, Stylosanthes hamata e S. guyanensis[1][2][3][4].



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Il Karroo Nama è una vasta regione in gran parte situata nell'entroterra delle Southern Fold Mountains in Sud Africa e dominata da una bassa vegetazione arbustiva che riceve da 100 a 500 mm di pioggia all’anno. La vegetazione dominante è costituita da erbacee perenni tra le quali Aristida, Digitaria, Enneapogon, Stipa e Themeda spp., da alberi nani che comprendono specie dei generi A. mellifera, Rhizoghum trichotomum, Albizia anthelmintica, Maerua e arbusti come Blepharis, Eriocephalus, Pentzia, Petalidium e Zygophillum. Lungo i corsi d’acqua crescono Heteropogon contortus, Hyparrhenia hirta e Cymbopogon plurinodis e C. angolensis associati a Faidherbia albida, Grewia robusta, Acacia karroo ed altri alberi ed arbusti di maggiore sviluppo. I piccoli ruminanti, che sono i principali consumatori delle risorse pabulari, sono responsabili anche di fenomeni di degrado della flora e del terreno[5][6].

Nelle aree del deserto del Sahara con precipitazioni annue non superiori a 250 mm predominano varie specie di Aristida e di Cenchrus e sono comuni, in corrispondenza degli uadi, specie appartenenti ai generi Stipa, Geniseta e Artemisa. Queste sono in genere associate a specie dei generi Acacia eZizyphus, e di arbusti come Anabasis, Haloxylon, Macrua crassifolia e Cornulaca. Si ritiene che l'estremità meridionale dell’areale della Cornulaca monacantha delinei il confine meridionale del Sahara, corrispondente alla isoieta di 150 mm. Questo è un arbusto spinoso che cresce sulle dune e nelle depressioni sabbiose, dove lo si trova talvolta in comunità erbacee quali Aristida spp., Panicum turgidum, Lasiurus hirsutus e Pennisetum divisum (questi ultimi tre esclusivamente negli uadi), che forniscono tutti un discreto pascolo per cammelli e capre. C. monacantha è comune anche in Arabia, Medio Oriente, Iran e Baluchistan[5].

A sud del Sahara si estende il Sahel, una larga fascia di territorio piatto che comprende una dozzina di paesi dall’Oceano Atlantico al Mar Rosso. Le precipitazioni annuali variano da 100 - 200 mm (Clima Sahariano-Saheliano) a 700 – 1.000 mm (Clima Saheliano-Sudanese) determinando associazioni vegetali tipiche corrispondenti a specie di generi quali Aristida, Andropogon, Stipa, Borreria e Cenchrus e la diffusione di associazioni quali la leguminosa Shoenefeldia gracilis con Aristida mutabilis e con Zornia glochidiata, spesso associate con Acacia, Zizyphus, Combretum, Anogeissus e Commiphora e arbusti come Anabasis e Haloxylon. Allevatori stanziali e transumanti (Fulani, Tuareg) vi allevano zebù, piccoli ruminanti e cammelli[5].

Graminacea comune sugli Altopiani centrali dell'Australia (di Aristida ce ne sono 21 specie), dove le precipitazioni medie annuali oscillano tra 600 e 1.000 mm e sono soggette a forti variazioni annuali. Cresce su terreni a leggeri, poco fertili, acidi, siccitosi, molto tollerante alla siccità, ma sensibile al gelo. Poco produttiva e di basso valore foraggero, può diventare l’essenza dominante a causa del pascolo eccessivo di specie più appetite. Spesso è un indicatore di pascoli sfruttati in quanto è appetibile solo quando è molto giovane[7].
Leguminosa annuale o perenne, forma un tappeto verde tutto l’anno. Originario dell'Europa, è uno dei trifogli più seminati e naturalizzati della costa. Cresce su un'ampia gamma di tipi di suolo purché dotati di fertilità medio-alta e buon drenaggio; è tollerante all'acidità del suolo ed ha un elevato potenziale di apporto di azoto al terreno. Si somministra come fieno o insilato e può sopportare anche un pascolamento continuo; fornisce foraggio di alta qualità, ma può provocare timpanismo. Si combina bene con molte graminacee ed erbe perenni e può essere seminato nel pascolo esistente o in prato monofito[7].
Cenchrus è un importante genere di graminacee foraggere originario di molti paesi in Asia, Africa, Australia, Americhe. Cenchrus ciliaris è naturalizzato e coltivato nei tropici sub-umidi e semi-aridi e subtropicali, con precipitazioni annue da 100 a 1.000 mm come pascolo, per fieno o insilato. In Africa fa parte di comunità comprendenti Aristida spp., Eragrostis spp., Hyparrhenia spp. in presenza di Acacie e Colophostermum. Si può coltivare con numerose graminacee e leguminose[8][8] Cenchrus setigerus è nativo di Africa e Asia, naturalizzato ovunque nei tropici aridi e semi-aridi e subtropicali con precipitazioni annue da 125 a 1.250 mm è utilizzato come pascolo permanente affienabile e fieno in piedi e per il controllo dell'erosione. Consociabile con Clitoria ternatea, Desmanthus spp., Macroptilium atropurpureum, Stylosanthes spp., Vigna spp., Cyamopsis tetragonoloba ed altri[8] Desmanthus virgatus è una leguminosa perenne molto variabile da pianta erbacea prostrata ad arbusto legnoso alto fino a 2,5-3 metri. Originario delle Americhe tropicali e subtropicali, è naturalizzato nelle terre aride africane (Senegal, Zambia, Sudafrica) e in Indonesia, India e Australia con precipitazioni annue medie da 250 a 2.000 mm. Molto appetibile per i ruminanti, può essere pascolato o somministrato con foraggiata fresca e migliora il suolo[9][9].

https://www.rangelandsdata.org/atlas/maps/distribution-rangeland-types-globally

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Note

Esplicative

Bibliografiche

  1. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Manuel sur les pâturages tropicaux
  2. ^ (EN) Dr Hamadé Kagone, Country Pasture/Forage Resource Profiles - Burkina Faso, 2006 (PDF), su ees.kuleuven.be, Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO). URL consultato il 6 dicembre 2023.
  3. ^ (EN) Dieter Geesing and Hassane Djibo, [url https://ees.kuleuven.be/eng/klimos/toolkit/documents/656_Niger_English.pdf Country Pasture/Forage Resource Profiles – Niger 2006] (PDF), su Ku LEUVEN, Department of Earth and Environmental Sciences, Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO). URL consultato il 6 novembre 2023.
  4. ^ (EN) Eroarome Martin Aregheore, Country Pasture/Forage Resource Profiles - Côte d’Ivoire, 2009 (PDF), su Humanitarian Library, Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO). URL consultato il 6 dicembre 2023.
  5. ^ a b c (ES) J.M. Rattray, La cubierta herbácea de África, su biblioteca.oapn.es, Organización de las Naciones Unidas para la Agricultura y la Alimentación 1960. URL consultato il 15 giugno 2023.
  6. ^ (EN) Emma Martin and Neil Burgess, Nama Karoo Shrublands, su oneearth.org, one earth. URL consultato il 30 luglio 2023.
  7. ^ a b (EN) Harry Rose, Linda Ayres, Carol Rose, Jenene Kidston and Cathy Waters Revised by Clare Edwards and Harry Rose, with input from Stephen Pereira, Common native grasses of central west NSW - An identification guide for central west NSW (PDF), su NSV Government. URL consultato il 15 giugno 2023.
  8. ^ a b c (EN) Cook BG; Pengelly BC; Schultze-Kraft R; Taylor M; Burkart S; Cardoso Arango JA; González Guzmán JJ; Cox K; Jones C; Peters M. 2020, Tropical Forages: An interactive selection tool. 2nd and Revised Edn., su tropicalforages.info, International Center for Tropical Agriculture (CIAT), Cali, Colombia and International Livestock Research Institute (ILRI), Nairobi, Kenya. URL consultato il 30 maggio 2022.
  9. ^ a b (EN) List of feeds, su Feedpedia - Animal feed resources information system, INRA - CIRD. URL consultato il 30 maggio 2022.

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