Utente:Mariano Guido Gosi/Sandbox
L'ecoregione della foresta-savana della Guinea si estende da est a ovest attraverso l'Africa occidentale, raggiungendo la costa presso il Corridoio del Dahomey, una stretta striscia di habitat semi-aridi nel Ghana orientale e nel Benin che separa le foreste pluviali della Guinea da quelle della regione forestale del Congo. Il paesaggio è caratterizzato da pianure dolcemente ondulate con “inselberg”[MG 1] alti fino a 1.500 m. L'ambiente guineano è caratterizzato da foresta rada e savana arborata, in un clima caldo e umido (con oltre 1.000 mm di pioggia all’anno). La copertura erbacea è costituita da ciuffi, generalmente distanziati, di graminacee perenni appartenenti perlopiù a generi come Andropogon, Chloris, Hyparrhenia, Melinis, Panicum, Paspalum e Pennisetum, con Hyparrhenia diplandra dominante. La porzione settentrionale è costituita da boschi aperti e ospita specie di graminacee, tra le quali Andropogon spp. (A. gayanus, A. ascinodis, A. macrophyllus), Brachiaria spp. (B. brachylopha, B. brizantha), Digitaria spp., Echinocloa colonum, Hyparrhenia spp. (H. diplandra, H. rufa, H. smilhiana), Loudetia simplex, Panicum phragmiloides, Pennisetum pedicellatum, P. polystachion e Setaria sphacelata. La savana arborea, che rappresenta una zona di transizione tra le foreste e le zone della savana, ospita principalmente Andropogon spp. (A. tectorum, A. ascinodis), Brachiaria brachylopha, Cymbopogon giganteus, Imperala cylindrica, Megastachya mucronata, Megastachya mucronata, Panicum spp. e Pennisetum purpureum. Le specie forestali forniscono un'ombra significativa che lascia spazio solo a erbe forestali specifiche, come Oplismenus burmannii e O. hirtellus. Il pascolo è soddisfacente dal punto di vista energetico, ma povero in azoto. I giovani germogli legnosi di Daniellia oliveri, Isoberlina doka (in genere associati con Albizia zygia, Diheteropogon hagerupii, Hymenocardia acida, Schizachyrium rupestre e S. semiherbe sono ricchi in energia ed azoto e costituiscono un’interessante integrazione, in particolare durante la stagione secca. I bordi degli specchi d'acqua e dei fiumi possono essere colonizzati da praterie acquatiche con Echinochloa pyramidalis o Brachiaria mutica tra le specie più caratteristiche. Sulle maggesi – l’agricoltura è qui favorita dal regime pluviometrico - si trovano Panicum maximum e Pennisetum purpureum misti a specie erbacee o fruticose come Cardiospermum halicacabum, Merremia pterygocaulos, Momordica cissoides, Solanum torvum, cui si aggiungono arbusti come Harungana madagascariensis, Musanga cecropioides e Trema guineensis[1][2][3].
Dal Tropico del Cancro al Golfo di Guinea, si possono considerare le seguenti zone principali: 1) la zona dal clima desertico; 2) i pascoli del Sahel in climi da subdesertici a tropicali secchi, generalmente con un basso grado di copertura boscosa; 3) pascoli sudanesi dei climi tropicali semi-umidi, con vegetazione derivata da foreste rade; 4) pascoli guineani dei climi umidi equatoriali o d'alta quota, con vegetazione derivata da fitte foreste. Due sono i principali gruppi etnici dediti all'allevamento del bestiame, i Tuareg, che vivono ai margini del deserto e dei quali alcuni sono pastori transumanti, e gli agro-pastori Fulani che occupano lo spazio meridionale del Sahel. 1) La zona sahariana è iperarida con precipitazioni scarse (meno di 100 mm annui), casuali o accidentali, le temperature sono elevate con grandi differenze tra il giorno e la notte. I terreni sono sabbiosi o sassosi, con scarsa capacità di ritenzione idrica. Il foraggio è spesso fornito da piante perenni e integrato dalle piante annuali che appaiono in seguito a precipitazioni casuali. Alcune Poaceae come Panicum turgidum, Lasiurus scindicus, Chrysopogon aucheri, Stipagrostis spp. svolgono un ruolo fondamentale. Altre annuali sembrano essere molto significative: Schouwia thebaica, Citrullus colocynthis o Astragalus vogelii. I terreni salini di questa zona si ricoprono nella stagione delle piogge di uno strato erbaceo molto denso formato da Atriplex halimus, Ipomoea verticillata, Suaeda e Zygophyllum spp.. 2) La zona del Sahel è caratterizzata da una lunga stagione secca da 9 a 11 mesi, con precipitazioni comprese tra 200 e 600 mm. I terreni sono o sabbiosi di origine eolica e formano dune separate da numerosi penepiani, oppure scheletrici su affioramenti rocciosi e corazze. Nel Sahel predominano le erbe annuali, se il loro valore energetico rimane soddisfacente fino alla metà della stagione secca, il loro contenuto di azoto risulta insufficiente dalla fine delle piogge, a partire dalla fruttificazione. Lungo il gradiente climatico Sud-Nord del dominio saheliano, alcune specie vegetali sono molto estese. È il caso delle specie legnose Balanites aegyptiaca, Capparis decidua, Commiphora africana, Maerua crassifolia e Ziziphus spina-christi e della graminacea perenne Andropogon gayanus. La componente erbacea delle dune settentrionali è dominata da Aristida mutabilis, Cenchrus biflorus e Schoenfeldia gracilis. A sud è importante ancora Schoenfeldia gracilis; nelle pianure alluvionali dei fiumi, le praterie con piante perenni come Echinochloa stagnina, Oryza barthii e Vossia cuspidata forniscono un ottimo pascolo quando le inondazioni si sono ritirate. Varie specie di Acacia dominano la savana insieme a Balanites aegyptiaca; affioramenti di laterite e corazze sono colonizzati da Combretum nigricans, Guiera senegalensis, Lannea acida e Sclerocarya birrea. 3) La zona sudanese è da semiarida a subumida, con precipitazioni annuali comprese tra 600 e 1.100 mm, che consentono attività agricole più intense con una certa garanzia di successo. L'allevamento è sedentario con migrazione stagionale ed è sempre più integrato con la produzione agricola. Sui suoli sabbiosi ferralitici delle savane, le specie dominanti dello strato erboso sono Aristida mutabilis, A. sieberiana, Loudetia hordeiformis e Panicum nigerense e, su alcune dune isolate, Anropogon gayanus. Queste si trovano associate a Aristida stipoides, Cenchrus biflorus, Digitaria gayana, Diheteropogon grandiflorus, Eragrostis tremula e altre graminacee. Lungo l'alveo del fiume Niger si trovano specie come Andropogon gayanus, Brachiaria xantholeuca, Hyparrhenia involucrata e H. cyanescens; su suoli idromorfi sono frequenti Hyperthelia dissoluta e Andropogon pseudapricus. Sugli altopiani, lo strato erboso è costituito principalmente da piante annuali come Andropogon fastigiatus, A. pseudapricus, Aristida adscensionis, Brachiaria xantholeuca, Elionurus elegans, Eragrostis spp., Pennisetum pedicellatum, Schoenefeldia gracilis, insieme ad alcune piante perenni che talvolta dominano (Loudetia simplex o Loxodera lermannii). Le “Bourgoutières” sono pascoli temporaneamente inondati dal fiume Niger in Mali e in Niger, se ne possono distinguere diversi tipi con Brachiaria mutica, con Echinochloa stagnina e Oryza longistaminata, specie che possono colonizzare anche i bordi degli specchi d'acqua e dei fiumi calmi. Le maggesi costituiscono, come per l'area saheliana, importanti risorse foraggere complementari. 4) Nella zona guineiana, le piogge durano da cinque a sette mesi. Lo strato arboreo è dominato da Daniella olivieri, Isoberlina doka, Lophira lanceolata. Il manto erboso è costituito principalmente da piante perenni in ciuffi generalmente distanziati. Hyparrhenia diplandra è la specie dominante, alla quale sono associate Hyparrhenia rufa, su suoli profondi e nelle regioni di alta quota; Loudetia arundinacea e Schizachryium spp., su terreni ghiaiosi e Imperata cylindrica nel settore forestale. Le parti meridionali e umide dell'Africa occidentale non sono aree di pascolo. Le mosche tse-tse (Glossina spp.), vettori della tripanosomiasi, rappresentano un grave ostacolo all'espansione dell'allevamento[4][5][6][7].
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Il Karroo Nama è una vasta regione in gran parte situata nell'entroterra delle Southern Fold Mountains in Sud Africa e dominata da una bassa vegetazione arbustiva che riceve da 100 a 500 mm di pioggia all’anno. La vegetazione dominante è costituita da erbacee perenni tra le quali Aristida, Digitaria, Enneapogon, Stipa e Themeda spp., da alberi nani che comprendono specie dei generi A. mellifera, Rhizoghum trichotomum, Albizia anthelmintica, Maerua e arbusti come Blepharis, Eriocephalus, Pentzia, Petalidium e Zygophillum. Lungo i corsi d’acqua crescono Heteropogon contortus, Hyparrhenia hirta e Cymbopogon plurinodis e C. angolensis associati a Faidherbia albida, Grewia robusta, Acacia karroo ed altri alberi ed arbusti di maggiore sviluppo. I piccoli ruminanti, che sono i principali consumatori delle risorse pabulari, sono responsabili anche di fenomeni di degrado della flora e del terreno[8][9]. |
Nelle aree del deserto del Sahara con precipitazioni annue non superiori a 250 mm predominano varie specie di Aristida e di Cenchrus e sono comuni, in corrispondenza degli uadi, specie appartenenti ai generi Stipa, Geniseta e Artemisa. Queste sono in genere associate a specie dei generi Acacia eZizyphus, e di arbusti come Anabasis, Haloxylon, Macrua crassifolia e Cornulaca. Si ritiene che l'estremità meridionale dell’areale della Cornulaca monacantha delinei il confine meridionale del Sahara, corrispondente alla isoieta di 150 mm. Questo è un arbusto spinoso che cresce sulle dune e nelle depressioni sabbiose, dove lo si trova talvolta in comunità erbacee quali Aristida spp., Panicum turgidum, Lasiurus hirsutus e Pennisetum divisum (questi ultimi tre esclusivamente negli uadi), che forniscono tutti un discreto pascolo per cammelli e capre. C. monacantha è comune anche in Arabia, Medio Oriente, Iran e Baluchistan[8]. |
Graminacea comune sugli Altopiani centrali dell'Australia (di Aristida ce ne sono 21 specie), dove le precipitazioni medie annuali oscillano tra 600 e 1.000 mm e sono soggette a forti variazioni annuali. Cresce su terreni a leggeri, poco fertili, acidi, siccitosi, molto tollerante alla siccità, ma sensibile al gelo. Poco produttiva e di basso valore foraggero, può diventare l’essenza dominante a causa del pascolo eccessivo di specie più appetite. Spesso è un indicatore di pascoli sfruttati in quanto è appetibile solo quando è molto giovane[10]. |
Leguminosa annuale o perenne, forma un tappeto verde tutto l’anno. Originario dell'Europa, è uno dei trifogli più seminati e naturalizzati della costa. Cresce su un'ampia gamma di tipi di suolo purché dotati di fertilità medio-alta e buon drenaggio; è tollerante all'acidità del suolo ed ha un elevato potenziale di apporto di azoto al terreno. Si somministra come fieno o insilato e può sopportare anche un pascolamento continuo; fornisce foraggio di alta qualità, ma può provocare timpanismo. Si combina bene con molte graminacee ed erbe perenni e può essere seminato nel pascolo esistente o in prato monofito[10]. |
Cenchrus è un importante genere di graminacee foraggere originario di molti paesi in Asia, Africa, Australia, Americhe. Cenchrus ciliaris è naturalizzato e coltivato nei tropici sub-umidi e semi-aridi e subtropicali, con precipitazioni annue da 100 a 1.000 mm come pascolo, per fieno o insilato. In Africa fa parte di comunità comprendenti Aristida spp., Eragrostis spp., Hyparrhenia spp. in presenza di Acacie e Colophostermum. Si può coltivare con numerose graminacee e leguminose[11][11] Cenchrus setigerus è nativo di Africa e Asia, naturalizzato ovunque nei tropici aridi e semi-aridi e subtropicali con precipitazioni annue da 125 a 1.250 mm è utilizzato come pascolo permanente affienabile e fieno in piedi e per il controllo dell'erosione. Consociabile con Clitoria ternatea, Desmanthus spp., Macroptilium atropurpureum, Stylosanthes spp., Vigna spp., Cyamopsis tetragonoloba ed altri[11] Desmanthus virgatus è una leguminosa perenne molto variabile da pianta erbacea prostrata ad arbusto legnoso alto fino a 2,5-3 metri. Originario delle Americhe tropicali e subtropicali, è naturalizzato nelle terre aride africane (Senegal, Zambia, Sudafrica) e in Indonesia, India e Australia con precipitazioni annue medie da 250 a 2.000 mm. Molto appetibile per i ruminanti, può essere pascolato o somministrato con foraggiata fresca e migliora il suolo[12][12]. |
https://www.rangelandsdata.org/atlas/maps/distribution-rangeland-types-globally
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Dromedari ad un punto d’acqua a Zabori in Niger.
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Malga sulle Alpi austriache.
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Note
Esplicative
Bibliografiche
- ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatoreManuel sur les pâturages tropicaux
- ^ (EN) Eroarome Martin Aregheore, Country Pasture/Forage Resource Profiles - Nigeria, 2009, su docplayer.net, Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO). URL consultato il 6 novembre 2023.
- ^ (EN) Almoustapha Coulibaly, Country Pasture/Forage Resource Profiles – Mali 2006 (PDF), su Ku LEUVEN, Department of Earth and Environmental Sciences, Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO). URL consultato il 6 novembre 2023.
- ^ (EN) Dieter Geesing and Hassane Djibo, [url https://ees.kuleuven.be/eng/klimos/toolkit/documents/656_Niger_English.pdf Country Pasture/Forage Resource Profiles – Niger 2006] (PDF), su Ku LEUVEN, Department of Earth and Environmental Sciences, Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO). URL consultato il 6 novembre 2023.
- ^ (EN) Almoustapha Coulibaly, Country Pasture/Forage Resource Profiles – Mali 2006 (PDF), su Ku LEUVEN, Department of Earth and Environmental Sciences, Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO). URL consultato il 6 novembre 2023.
- ^ (FR) G. BOUDET, Inventaire et Cartographie des pâturages tropicaux africains (Actes du Colloque de Bamako; Mali 3 - 8 mars 1975) (PDF), su horizon.documentation.ird.fr, ClPEA - ILCA, Addis Abeba. URL consultato il 6 novembre 2023.
- ^ (EN) Mahgoub G. Zaroug, Country Pasture/Forage Resource Profiles – Sudan 2006 (PDF), su cmi.no, Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO). URL consultato il 6 novembre 2023.
- ^ a b (ES) J.M. Rattray, La cubierta herbácea de África, su biblioteca.oapn.es, Organización de las Naciones Unidas para la Agricultura y la Alimentación 1960. URL consultato il 15 giugno 2023.
- ^ (EN) Emma Martin and Neil Burgess, Nama Karoo Shrublands, su oneearth.org, one earth. URL consultato il 30 luglio 2023.
- ^ a b (EN) Harry Rose, Linda Ayres, Carol Rose, Jenene Kidston and Cathy Waters Revised by Clare Edwards and Harry Rose, with input from Stephen Pereira, Common native grasses of central west NSW - An identification guide for central west NSW (PDF), su NSV Government. URL consultato il 15 giugno 2023.
- ^ a b c (EN) Cook BG; Pengelly BC; Schultze-Kraft R; Taylor M; Burkart S; Cardoso Arango JA; González Guzmán JJ; Cox K; Jones C; Peters M. 2020, Tropical Forages: An interactive selection tool. 2nd and Revised Edn., su tropicalforages.info, International Center for Tropical Agriculture (CIAT), Cali, Colombia and International Livestock Research Institute (ILRI), Nairobi, Kenya. URL consultato il 30 maggio 2022.
- ^ a b (EN) List of feeds, su Feedpedia - Animal feed resources information system, INRA - CIRD. URL consultato il 30 maggio 2022.
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