Codice dei contratti pubblici
Il Codice dei contratti pubblici è una legge della Repubblica Italiana emanata con decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36 (in attuazione dell'articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, recante delega al Governo in materia di contratti pubblici), che regola la materia degli appalti pubblici di lavori, forniture, servizi e concessioni, e dei relativi contratti pubblici.
Emanato in attuazione delle direttive europee 2014/24/UE sugli appalti pubblici, la direttiva 2014/25/UE relativa ai settori speciali, la direttiva 2014/23/UE sui contratti di concessione.
Sono definite in questo testo normativo le modalità attraverso le quali la Pubblica Amministrazione acquisisce approvvigionamenti.
Quando lo Stato si affaccia al mercato per soddisfare le proprie necessità acquisitive si comporta secondo le regole dell'evidenza pubblica, principio cardine per individuare l'impresa aggiudicataria.
Contenuti
Il codice disciplina la materia e gli adempimenti richiesti in tema di appalti pubblici per lavori (opere), forniture (beni) e servizi, ed in generale la materia delle opere pubbliche: lo stesso ha disposto che con decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti vengano fissati:
- le modalità di aggiornamento dei programmi e dei relativi elenchi annuali;
- i criteri per la definizione degli ordini di priorità, per l’eventuale suddivisione in lotti funzionali, nonché per il riconoscimento delle condizioni che consentano di modificare la programmazione e di realizzare un intervento o procedere a un acquisto non previsto nell’elenco annuale;
- i criteri e le modalità per favorire il completamento delle opere incompiute;
- i criteri per l’inclusione dei lavori nel programma e il livello di progettazione minimo richiesto per tipologia e classe di importo;
- gli schemi tipo e le informazioni minime che essi devono contenere, individuate anche in coerenza con gli standard degli obblighi informativi e di pubblicità relativi ai contratti;
- le modalità di raccordo con la pianificazione dell’attività dei soggetti aggregatori e delle centrali di committenza ai quali le stazioni appaltanti delegano la procedura di affidamento.
Il codice ha disposto anche l'istituzione presso l'ANAC, con contestuale affidamento ad essa della gestione dell'"Albo nazionale obbligatorio dei componenti delle commissioni giudicatrici", delle procedure di affidamento dei contratti. Ai fini dell'iscrizione in tale albo, i soggetti interessati devono essere in possesso di requisiti di compatibilità e moralità, nonché di competenza e professionalità nello specifico settore a cui si riferisca il contratto, secondo i criteri e le modalità definiti dalla stessa ANAC, che li definisce con apposite linee guida.[1]
Vengono inoltre stabiliti:
- le caratteristiche che le stazioni appaltanti e le centrali di committenza devono possedere;
- i requisiti che gli operatori economici, ovvero i soggetti privati o pubblici partecipanti alle gare d'appalto, devono necessariamente possedere;
- le procedure competitive e non competitive che devono essere seguite per affidare contratti pubblici.
Fasi propedeutiche all'affidamento di contratti
Programmazione
La normativa impone alle amministrazioni una programmazione biennale per gli acquisti e triennale per i lavori, su cui basare poi le procedure di affidamento dei singoli interventi del piano e prescrive uno studio di fattibilità ambientale prodromico per le opere urbanistiche.
Nomina del responsabile del procedimento
Deve essere nominato un responsabile del procedimento amministrativo,[2] che ne coordini le fasi e che risponda a terzi anche ai fini delle comunicazioni di legge ed ai fini delle pubblicazioni obbligatorie ai sensi delle norme sulla trasparenza.
Determina a contrarre
La pubblica amministrazione, con un decreto o una determina, deve emanare un atto formale di delibera a contrarre (art. 11 del codice) con cui individua gli elementi essenziali del contratto da affidare e i criteri di selezione degli operatori economici e delle offerte.
Esclusioni specifiche per contratti di concessioni
L'articolo 18 del Codice stabilisce che le sue disposizioni del non si applicano:
a) alle concessioni di servizi di trasporto aereo sulla base di una licenza di gestione o alle concessioni di servizi di trasporto pubblico di passeggeri;
b) alle concessioni di servizi di lotterie aggiudicate a un operatore economico sulla base di un diritto esclusivo;
c) alle concessioni aggiudicate dagli enti aggiudicatori per l'esercizio delle loro attività in un paese terzo, in circostanze che non comportino lo sfruttamento materiale di una rete o di un'area geografica all'interno dell'Unione europea.
I requisiti dei concorrenti
La capacità tecnica ed economica
Il codice prescrive il possesso di requisiti di partecipazione di natura economica e tecnica, negli appalti pubblici di forniture o servizi, agli articoli 41 e 42.
La dimostrazione della capacità finanziaria ed economica delle imprese concorrenti può essere fornita mediante uno o più dei seguenti documenti:
- idonee dichiarazioni bancarie; questo requisito è comprovato con dichiarazione di almeno due istituti bancari o intermediari autorizzati ai sensi della legge 1º settembre 1993 n. 385;
- bilanci o estratti dei bilanci dell'impresa;
- dichiarazione concernente il fatturato globale d'impresa e l'importo relativo ai servizi o forniture nel settore oggetto della gara, realizzati negli ultimi tre esercizi.
Le pubbliche amministrazioni italiane precisano nel bando di gara i requisiti che devono essere posseduti dal concorrente, nonché gli altri eventuali che ritengono di richiedere. I bilanci o estratti del bilancio non possono essere richiesti a prestatori di servizi o di forniture stabiliti in Stati membri che non prevedono la pubblicazione del bilancio. Il concorrente attesta il possesso dei requisiti relativi ai bilanci o al fatturato mediante dichiarazione sottoscritta in conformità alle disposizioni del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445; all'aggiudicatario è richiesta la documentazione probatoria, a conferma di quanto dichiarato in sede di gara.
La dimostrazione delle capacità tecniche dei concorrenti può essere fornita in uno o più dei seguenti modi:
- presentazione dell'elenco dei principali servizi o delle principali forniture prestati negli ultimi tre anni con l'indicazione degli importi, delle date e dei destinatari, pubblici o privati, dei servizi o forniture stessi; se trattasi di servizi e forniture prestati a favore di amministrazioni o enti pubblici, esse sono provate da certificati rilasciati e vistati dalle pubbliche amministrazioni o dagli enti medesimi; se trattasi di servizi e forniture prestati a privati, l'effettuazione effettiva della prestazione è dichiarata da questi o, in mancanza, dallo stesso concorrente;
- indicazione dei tecnici e degli organi tecnici, facenti direttamente capo, o meno, al concorrente e, in particolare, di quelli incaricati dei controlli di qualità;
- descrizione delle attrezzature tecniche tale da consentire una loro precisa individuazione e rintracciabilità, delle misure adottate dal fornitore o dal prestatore del servizio per garantire la qualità, nonché degli strumenti di studio o di ricerca di cui dispone;
- controllo, effettuato dalla stazione appaltante o, nel caso di concorrente "non stabilito in Italia, per incarico della stazione appaltante, da un organismo ufficiale competente del Paese in cui è stabilito il concorrente, purché tale organismo acconsenta, allorché i prodotti da fornire o il servizio da prestare siano complessi o debbano rispondere, eccezionalmente, a uno scopo determinato; il controllo verte sulla capacità di produzione e, se necessario, di studio e di ricerca del concorrente e sulle misure utilizzate da quest'ultimo per il controllo della qualità;
- indicazione dei titoli di studio e professionali dei prestatori di servizi o dei dirigenti dell'impresa concorrente e, in particolare, dei soggetti concretamente responsabili della prestazione di servizi;
- indicazione, per gli appalti di servizi delle misure di gestione ambientale che l'operatore potrà applicare durante la realizzazione dell'appalto; tale requisito però dovrà ulteriormente essere disciplinato dal regolamento, che individuerà i "casi appropriati" nei quali potrà essere richiesto;
- per gli appalti di servizi, indicazione del numero medio annuo di dipendenti del concorrente e il numero di dirigenti impiegati negli ultimi tre anni;
- per gli appalti di servizi, dichiarazione indicante l'attrezzatura, il materiale e l'equipaggiamento tecnico di cui il prestatore di servizi disporrà per eseguire l'appalto;
- indicazione della quota di appalto che il concorrente intenda, eventualmente, subappaltare;
- nel caso di forniture, produzione di campioni, descrizioni o fotografie dei beni da fornire, la cui autenticità sia certificata a richiesta della stazione appaltante;
- nel caso di forniture, produzione di certificato rilasciato dagli istituti o servizi ufficiali incaricati del controllo qualità, di riconosciuta competenza, i quali attestino la conformità dei beni con riferimento a determinati requisiti o norme.
Il principio di proporzionalità
Viene inoltre affermato il principio di proporzionalità: come sancito anche dalla giurisprudenza, in merito si ricorda una sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio:[3]
«le amministrazioni non possono introdurre nei bandi di gara prescrizioni concernenti i requisiti di ammissione che risultino non ragionevoli, avuto riguardo all'oggetto dell'appalto e alle sue caratteristiche particolari, ed in contrasto con i principi, di derivazione comunitaria ed immanenti nell'ordinamento nazionale, di ragionevolezza e proporzionalità, nonché di apertura alla concorrenza degli appalti pubblici»
La stazione appaltante deve dunque precisare, nel bando di gara o nella lettera d'invito, quali dei suindicati documenti e requisiti devono essere presentati o dimostrati, a seconda della natura, della quantità o dell'importanza e dell'uso delle forniture o dei servizi. Le informazioni richieste non possono eccedere l'oggetto dell'appalto. Si deve, comunque, tener conto dell'esigenza di protezione dei segreti tecnici e commerciali.
Gli appena sopracitati requisiti possono essere provati in sede di gara mediante dichiarazione sottoscritta in conformità alle disposizioni del decreto del Presidente della Repubblica del 28 dicembre 2000 n. 445; al concorrente aggiudicatario è richiesta la documentazione probatoria, a conferma di quanto dichiarato in sede di gara. Resta dunque definitivamente esclusa la possibilità di richiedere, sin dalla presentazione delle offerte, certificazioni o attestazioni, ad esempio relative ai servizi o alle forniture eseguiti. È da notare che in nessuna delle norme riprodotte si parla di "servizi identici", per cui non pare compatibile con il Codice degli appalti pubblici l'affermazione secondo cui:[4]
«deve ritenersi consentito all'Amministrazione, allo scopo di ottenere la dimostrazione della capacità economica, finanziaria e tecnica dei partecipanti, limitare l'ammissione ai soli concorrenti che abbiano svolto servizi identici, a quelli oggetto dell'appalto, nei tre anni precedenti»
Anche il vincolo triennale appare problematico, dato che il Codice prevede la possibilità di provare la propria capacità economica e finanziaria mediante qualsiasi altro documento considerato idoneo dalla stazione appaltante, se il concorrente non è in grado, per giustificati motivi, ivi compreso quello concernente la costituzione o l'inizio dell'attività da meno di tre anni, di presentare le referenze richieste.
Per quanto riguarda le gare cosiddette "sotto soglia", il Codice affida al regolamento il compito di disciplinare, secondo criteri di semplificazione rispetto alle norme dettate per le gare di rilievo comunitario, i requisiti di idoneità morale, capacità tecnico–professionale ed economico-finanziaria che devono essere posseduti dagli operatori economici.
Criteri di valutazione delle offerte
Le gare aggiudicate sulla base dell'offerta economicamente più vantaggiosa devono indicare nel bando non solo i criteri di valutazione ma anche gli eventuali sottocriteri. Dispone l'articolo 83 del Codice che il bando di gara ovvero, in caso di "dialogo competitivo", il bando o il documento descrittivo, elenca i criteri di valutazione e precisa la ponderazione relativa attribuita a ciascuno di essi.
I criteri devono essere "pertinenti alla natura, all'oggetto e alle caratteristiche del contratto" e il codice si limita ad indicarne alcuni a titolo esemplificativo:
- il prezzo;
- la qualità;
- il pregio tecnico;
- le caratteristiche estetiche e funzionali;
- le caratteristiche ambientali;
- il costo di utilizzazione e manutenzione;
- la redditività;
- il servizio successivo alla vendita;
- l'assistenza tecnica;
- la data di consegna ovvero il termine di consegna o di esecuzione;
- l'impegno in materia di pezzi di ricambio;
- la sicurezza di approvvigionamento;
- in caso di concessioni, altresì la durata del contratto, le modalità di gestione, il livello e i criteri di aggiornamento delle tariffe da praticare agli utenti.
All'art. 336 il decreto introduceva il metodo del costo standard per la valutazione di congruità dei prezzi. L'ISTAT, con la collaborazione della Camera di Commercio, era incaricata di pubblicare in Gazzetta Ufficiale a cadenza semestrale una comparazione dei prezzi di mercato e di quelli aggiudicati in appalto per un vasto paniere di beni.
Peraltro, il Consiglio di Stato aveva già affermato che:[5]
«il compito di individuare i criteri valutativi ai fini dell’aggiudicazione di una gara d’appalto rientra nell’ampia sfera di discrezionalità propria della stazione appaltante che, però, non può, per asserite difficoltà legate alla peculiare natura dell’appalto oggetto di gara, avvalersi di criteri discretivi non consentiti - in quanto contrastanti con la disciplina nazionale e comunitaria - e in grado di ingenerare illegittime distorsioni della concorrenza e inammissibili violazioni della par condicio tra i concorrenti.»
Soglia tecnica
È ammissibile inoltre prevedere uno "sbarramento" per le offerte che non raggiungono un determinato livello qualitativo, indicando nel bando una soglia, espressa con un valore numerico determinato, in cui lo scarto tra il punteggio della soglia e quello massimo relativo all'elemento cui si riferisce la soglia deve essere appropriato. Le stazioni appaltanti, quando ritengono la ponderazione impossibile per ragioni dimostrabili, indicano nel bando di gara e nel capitolato d'oneri, o, in caso di dialogo competitivo, nel bando o nel documento descrittivo, l'ordine decrescente di importanza dei criteri.
Altri criteri di valutazione
Ancora, e particolarmente rilevante, il bando per ciascun criterio di valutazione prescelto prevede, ove necessario, i sub-criteri e i sub-pesi o i sub-punteggi. Ove la stazione appaltante non sia in grado di stabilirli tramite la propria organizzazione, provvede a nominare uno o più esperti con il decreto o la delibera a contrarre, affidando ad essi l'incarico di redigere i criteri, i pesi, i punteggi e le relative specificazioni, che verranno indicati nel bando di gara.
Limitati dunque i poteri del seggio di gara: la commissione giudicatrice, prima dell'apertura delle buste contenenti le offerte, fissa in via generale i criteri motivazionali cui si atterrà per attribuire a ciascun criterio e subcriterio di valutazione il punteggio tra il minimo e il massimo prestabiliti dal bando. Da notare che la norma dice "fissa", non "può fissare", per cui sembra trattarsi di un vero e proprio obbligo, la cui inosservanza potrebbe rappresentare un'illegittimità della procedura per difetto di motivazione.
Gare sottosoglia
Quanto sin qui indicato, benché contenuto nel titolo I della parte II del Codice, ove si parla dei contratti di rilevanza comunitaria, è applicabile anche nelle gare sottosoglia. Dispone infatti l'articolo 121 che ai contratti pubblici aventi per oggetto lavori, servizi, forniture, di importo inferiore alle soglie di rilevanza comunitaria, si applicano oltre alle disposizioni della parte I, della parte IV e della parte V, anche le disposizioni della parte II, in quanto non derogate dalle norme del titolo II.
La disciplina delle gare soprasoglia vale quindi anche per quelle inferiori, tranne laddove viene espressamente disposto diversamente: ad esempio, in materia di pubblicità e termini di presentazione delle domande e delle offerte.
Controlli nelle gare
Il ruolo dell'ANAC
Riprendendo il contenuto dell'articolo 10 della legge Merloni, il Codice dei contratti pubblici dispone l'effettuazione di controlli a campione in merito ai requisiti dichiarati dai concorrenti; i controlli dal punto di vista amministrativo sono svolti dall'Autorità nazionale anticorruzione. L'art. 48 del D.Lgs. 12 aprile 2006, n. 163 prevede che le stazioni appaltanti prima di procedere all'apertura delle buste delle offerte presentate, richiedano ad un numero di offerenti non inferiore al 10% delle offerte presentate, arrotondato all'unità superiore, scelti con sorteggio pubblico, di comprovare, entro dieci giorni dalla data della richiesta medesima, il possesso dei requisiti di capacità economico-finanziaria e tecnico-organizzativa, eventualmente richiesti nel bando di gara, presentando la documentazione indicata in detto bando o nella lettera di invito.
Quando tale prova non sia fornita, ovvero non confermi le dichiarazioni contenute nella domanda di partecipazione o nell'offerta, le stazioni appaltanti procedono all'esclusione del concorrente dalla gara, all'escussione della relativa cauzione provvisoria e alla segnalazione del fatto all'ANAC, la quale potrà sottoporre ad una sanzione amministrativa pecuniaria fino a euro 25.822 quei concorrenti che rifiutino od omettano, senza giustificato motivo, di fornire le informazioni o di esibire i documenti, ed alla sanzione amministrativa pecuniaria fino a euro 51.545 chi fornisce informazioni o esibisce documenti non veritieri.
L'ANAC dispone altresì la sospensione da uno a dodici mesi dalla partecipazione alle procedure di affidamento. In merito all'escussione della cauzione, va precisato che questa garanzia diviene obbligatoria per tutte le tipologie di gara, in forza dell'art. 75 del Codice.
La richiesta è, altresì, inoltrata, entro dieci giorni dalla conclusione delle operazioni di gara, anche all'aggiudicatario e al concorrente che segue in graduatoria, qualora gli stessi non siano compresi fra i concorrenti sorteggiati, e nel caso in cui essi non forniscano la prova o non confermino le loro dichiarazioni si applicano le suddette sanzioni e si procede alla determinazione della nuova soglia di anomalia dell'offerta e alla conseguente eventuale nuova aggiudicazione.
Quanto sin qui indicato, benché contenuto nel titolo I della parte II del Codice, ove si parla dei contratti di rilevanza comunitaria, è applicabile anche nelle gare sottosoglia. Dispone infatti l'articolo 121 che ai contratti pubblici aventi per oggetto lavori, servizi, forniture, di importo inferiore alle soglie di rilevanza comunitaria, si applicano oltre alle disposizioni della parte I, della parte IV e della parte V, anche le disposizioni della parte II, in quanto non derogate dalle norme del titolo II. Ovvero, detto in termini più semplici, la disciplina delle gare al di sopra della soglia vale anche per quelle inferiori, tranne laddove viene espressamente disposto diversamente (ad esempio, in materia di pubblicità e termini di presentazione delle domande e delle offerte).
Il termine eventualmente assegnato all'aggiudicatario e al concorrente che segue in graduatoria non dovrebbe, in assenza di esplicita disposizione del bando, ritenersi tassativo, avendo il Consiglio di Stato affermato che:[6]
«del tutto legittimamente, la Commissione - accertata l’incompletezza della documentazione prodotta - ne richiede il completamento e altrettanto legittimamente è condivisa dalla stazione appaltante in sede di adozione del provvedimento definitivo la considerazione della Commissione secondo cui la richiesta integrazione non comporta né lesione della par condicio, né modificazione sostanziale del contenuto delle dichiarazioni e delle certificazioni in ordine al possesso dei requisiti minimi dichiarati all’atto dell’offerta.»
Profili penali di condotta
Prima del testo unico del 2016, i singoli bandi di fornitura e di gara d'appalto della pubblica amministrazione italiana potevano stabilire un limite alla facoltà di contrarre con la PA, condizionandolo a requisiti positivi di onorabilità, professionalità e indipendenza, di cui erano esempio il possesso di determinati titoli di studio e l'assenza di conflitto di interessi, anche in forma potenziale e indiretta, in parte tipizzate dalle norme e in parte rimessi al giudizio di opportunità del decisore. Tali obblighi erano posti in capo sia alle persone fisiche partecipanti, che ai legali rappresentanti delle persone giuridiche. Nel codice dei contratti pubblici vigente sono fissati requisiti di capacità tecnica ed economica, analizzati nei paragrafi seguenti.
Salvo specifiche eccezioni, la pubblica amministrazione non può escludere preventivamente dalle gare -di fornitura o di appalto-, né revocare un'aggiudicazione definitiva se il titolare viene a trovarsi in pendenza di giudizio in un procedimento amministrativo, ovvero per profili di condotta rilevanti ai fini penali e ai fini specificamente contrattuali (es. reati contro la pubblica amministrazione e di associazione mafiosa, oppure reati ambientali nel contesto di un bando di appalto per servizi di questo tipo). Ad eccezione di specifiche circostanze, tali provvedimenti sono stati dichiarati illegittimi dal Consiglio di Stato, se intervengono prima del giudizio definitivo[7], altrove previsti nel c.c. art. 2387 vigente, e dal Codice Preda anche in capo agli amministratori non esecutivi delle società di capitali quotate[8].
Prima del 2016, l'eventualità di un ricorso al giudice amministrativo con richiesta di sospensiva urgente, era regolato da tempi perentori. La stazione appaltante non poteva procedere alla stipula del contratto per almeno venti giorni dalla notifica della richiesta di sospensiva della stipula. Se il giudice amministrativo non confermava la misura cautelare entro questo termine (o si dichiarava non competente), l'aggiudicazione diventava efficace e decorrevano ulteriori 60 giorni entro i quali stipulare il contratto. Superato tale termine, l'aggiudicatario del contratto poteva esercitare il diritto di risoluzione senza oneri eccedenti quelli documentati (ex art. 11, comma 9, D.Lgs. 163/2006)[9]. Non potendosi opporre ulteriori ricorsi da parte di soggetti terzi, qualora il vincitore della gara non avesse eserciatato tale diritto, veniva rimessa alla valutazione di opportunità dell’amministrazione aggiudicatrice la scelta di attendere l’esito del giudizio di primo grado, o di procedere ad un nuovo bando[9].
La pubblicità della finanza di progetto
Della finanza di progetto o project financing, quale strumento per la realizzazione di opere pubbliche, si occupano gli articoli 152 e seguenti del Codice dei contratti. In particolare, le forme di pubblicità, sono disciplinate dagli articoli 153 e 154.
Entro venti giorni dall'avvenuta approvazione dei programmi triennali dei lavori pubblici, ovvero degli strumenti di programmazione formalmente approvati sulla base della normativa vigente, le amministrazioni aggiudicatrici rendono pubblica la presenza di interventi realizzabili con capitali privati, in quanto suscettibili di gestione economica.
La pubblicità consiste in un avviso indicativo, che deve essere affisso presso la propria sede per almeno sessanta giorni consecutivi e pubblicato sul sito informatico del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di cui al decreto del Ministro dei lavori pubblici 6 aprile 2001 n. 20, e sul sito informatico presso l'Osservatorio. Sino alla entrata in funzione di quest'ultimo, i bandi e gli avvisi sono pubblicati solo sul sito informatico di cui al decreto del Ministero.
Esso deve apparire sul «profilo di committente» dell'amministrazione. Il profilo di committente è il sito informatico di una stazione appaltante, su cui sono pubblicati gli atti e le informazioni previsti dal codice, e che può contenere avvisi di preinformazione, informazioni sugli appalti in corso, sulle commesse programmate, sui contratti conclusi, sulle procedure annullate, nonché ogni altra informazione generale utile come persone da contattare, numeri di telefono e di fax, indirizzi postali ed elettronici (e-mail).
Per i soggetti pubblici tenuti all'osservanza del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 e del decreto legislativo 28 febbraio 2005, n. 42, il profilo di committente è istituito nel rispetto delle previsioni di tali atti legislativi e successive modificazioni, e delle relative norme di attuazione ed esecuzione. Fermi tali obblighi di pubblicazione, le amministrazioni aggiudicatrici hanno facoltà di pubblicare lo stesso avviso facendo ricorso a differenti modalità
L'avviso deve contenere i criteri in base ai quali si procede alla valutazione comparativa tra le diverse proposte. Gli elementi di giudizio che possono essere utilizzati sono la qualità progettuale, la funzionalità, la fruibilità dell'opera, l'accessibilità al pubblico, il rendimento, il costo di gestione e di manutenzione, la durata della concessione, i tempi di ultimazione dei lavori della concessione, le tariffe da applicare, la metodologia di aggiornamento delle stesse, il valore economico e finanziario del piano e il contenuto della bozza di convenzione.
L'avviso deve, altresì, indicare espressamente che è previsto il diritto a favore del promotore ad essere preferito ai soggetti invitati alla conclusiva procedura negoziata (e cioè, oltre al promotore, i presentatori delle due migliori offerte nella prima gara), ove lo stesso intenda adeguare il proprio progetto alle offerte economicamente più vantaggiose presentate dai predetti soggetti offerenti
A tale proposito va ricordato che l'art. 24 della legge 18 aprile 2005 n. 62 (legge comunitaria 2004) aveva già sancito l'obbligo di rendere noto sin dal primo avviso dell'esistenza del cosiddetto "diritto di prelazione" in favore del promotore. La legge comunitaria aveva poi stabilito che un decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti disciplinasse gli effetti delle nuove disposizioni sulle procedure in corso i cui avvisi indicativi non contenessero l'indicazione espressa del diritto a favore del promotore. Il Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in questione è il n. 301del 25/10/2005 (pubb. in G.U. 28/12/2005) i cui contenuti sono ora ripresi dal Codice all'articolo 253, comma 26.
Ove alla data del 28 dicembre 2005 non sia stato pubblicato il bando per la prima gara, le stazioni appaltanti inseriscono, al momento della pubblicazione del bando, l'indicazione espressa del diritto di prelazione a favore del promotore. Ove sia già stato pubblicato il bando, le stazioni appaltanti, nel corso della successiva procedura negoziata, inviano comunicazione formale, con l'indicazione espressa del diritto di prelazione a favore del promotore, unicamente ai soggetti partecipanti alla procedura negoziata. Va aggiunto che i contenuti del decreto, riproposti nel codice, sono stati fortemente criticati in dottrina.
Nel 2005 Lino Bellagamba ha affermato:
«Il decreto ministeriale verrebbe a dare al promotore un favor ingiustificato, in quanto attribuito in itinere rispetto all’avvio del procedimento. La clausola di prelazione a favore del promotore si giustifica per il diritto comunitario solo se prevista nell'avviso indicativo-bando, non essendo neppur sufficiente che l’Amministrazione abbia magari stabilito i criteri di selezione (pur non essendovi infatti tenuta prima della legge comunitaria 2004). (...) Non basta quindi la pubblicità avvenuta sic et simpliciter tramite avviso indicativo (ciò che già aveva previsto la Merloni-quater), ma occorre anche che sia stata pubblicizzata (per la banale regola del bando come legge del procedimento) la prelazione a favore del promotore da prescegliersi. Pertanto, non potendo la clausola di prelazione applicarsi a procedimenti comunque avviati prima dell’entrata in vigore della legge comunitaria 2004, il decreto de quo va disapplicato senza mezzi termini. Anche per importi infrasoglia, certamente. Se poi – prima della legge comunitaria 2004 – l’Amministrazione aveva sua sponte pubblicizzato in avviso indicativo sia i criteri, sia la prelazione, nulla quaestio. Ma allora, per queste eventuali fattispecie, il decreto ministeriale appare inutile ed inconferente."[10]»
Nel caso pervenga una proposta, la stazione appaltante è tenuta a due adempimenti, entrambi nel termine di quindici giorni dalla ricezione della stessa:
- la nomina e comunicazione al promotore del responsabile del procedimento amministrativo;
- la verifica della completezza dei documenti presentati e ad eventuale dettagliata richiesta di integrazione.
I bandi di concorso verranno pubblicati, a cura della stazione appaltante, nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana per il tramite dell'Ufficio delle Pubblicazioni. Su tale facoltà d'integrazione, già prevista nella legge Merloni, si è espressa la giurisprudenza:[11]
«Nell'ambito dell'istituto della finanza di progetto, in cui è interesse specifico della amministrazione scrutinare il numero più elevato possibile di proposte e quindi di non escludere le stesse per mere irregolarità formali, è espressamente prevista una parentesi procedimentale (v. art. 37 bis u.c. L. 109/94 e smi) finalizzata alla regolarizzazione della documentazione prodotta di guisa che l'amministrazione può consentire la regolarizzazione della dichiarazione sostitutiva.»
Note
- ^ Art. 78 del d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50 da bosettiegatti.eu
- ^ Art. 10 d. lgs 2 aprile 2006, n. 163 da bossettiegatti.eu
- ^ TAR Lazio, sez. II ter, sentenza dell'8/3/2006 n. 1821
- ^ Consiglio di Stato sez. V, sentenza del 29/3/2006 n. 1599
- ^ Consiglio di Stato sez. V 20/3/2006 n. 1446
- ^ Consiglio di Stato sez.V 24/3/2006 n. 1521
- ^ Consiglio di Stato, sez. V, sentenza 28 aprile – 19 maggio 2016, n. 2095, su dirittoegiustizia.it (archiviato il 17 maggio 2018).
- ^ Requisiti di onorabilità, professionalità e indipendenza, su e-glossa.it, 6 luglio 2010. URL consultato il 17 maggio 2018.
- ^ a b Nota Presidenza Consiglio dei Ministri-USG 3823 del 08.08.2014 - Individuazione di un termine per la stipula del contratto in pendenza di giudizio, su anticorruzione.it.
- ^ Maria Claudia Ioannucci, DIRITTO DEI CONTRATTI PUBBLICI, in Programmi dei corsi di studio Anno Accademico 2010/2011 - Facoltà di Economia , Università dell'Aquila
- ^ Tribunale Amministrativo Regionale Puglia, sez. dist. Lecce sez. II, sentenza del 27/3/2006 n. 1781; nello stesso senso, Tribunale Amministrativo Regionale Puglia Lecce sez. II 1/8/2005 n. 3884
Bibliografia
- Codice appalti 2024 di Alessandro Boso et. al.