Maurizio Costanzo

giornalista, conduttore televisivo e radiofonico, accademico, scrittore, sceneggiatore e paroliere italiano (1938-2023)

Maurizio Costanzo (Roma, 28 agosto 1938) è un giornalista, conduttore televisivo, autore televisivosceneggiatore regista e attore italiano.

Maurizio Costanzo (2008)

Biografia

Nato a Roma[1] il 28 agosto 1938,di nonni paterni ortonesi, figlio di Ugo, impiegato statale al Ministero dei Trasporti e di Jole De Toni, casalinga; frequenta il liceo classico "Giulio Cesare" della stessa capitale. Terminato il liceo e diplomatosi, non si iscrive all'università per continuare i suoi studi e laurearsi, bensì, come era il suo sogno e la sua ambizione, nel 1956 inizia giovanissimo la sua carriera di giornalista e, solo pochi anni più tardi, di autore radiofonico e televisivo di successo.

Si sposa per la prima volta nel 1963 con Lori Sammartino, di quattordici anni più anziana di lui, ma, nel 1973, è già al suo secondo matrimonio con la giornalista Flaminia Morandi (che per lui divorzia dal marito Alberto Michelini), dalla quale avrà due figli, nel 1973, Camilla (che lavora quale sceneggiatrice per la Rai) e nel 1975, Saverio.[2] Dopo una convivenza con Simona Izzo[2] e, nel 1987, dopo un terzo breve matrimonio durato due anni con la conduttrice Marta Flavi[2], il 28 agosto 1995 (data del suo 57° compleanno) si sposa per la quarta volta con Maria De Filippi, conosciuta circa sei anni prima in una società di consulenza sulla comunicazione presso cui lei lavorava e divenuta poi nota conduttrice e autrice di alcuni popolari spettacoli su Canale 5.[2] Nel 2004, la coppia ha adottato un ragazzo adolescente, Gabriele.

È stato membro della loggia massonica P2 (con la tessera numero 1819).

La carriera

Gli esordi, la radio e il Maurizio Costanzo Show

Cresciuto con il sogno di diventare giornalista, inizia la sua carriera nel 1956, a soli diciotto anni, come cronista nel quotidiano romano Paese Sera. Nel 1957 entra a far parte della redazione del Corriere Mercantile e, pochi anni più tardi, nel 1960, diventa caporedattore della redazione romana del settimanale Grazia.[3]

Nel 1963 debutta come autore radiofonico per uno spettacolo affidatogli da Luciano Rispoli - allora caposervizio del varietà a Radio RAI - dal titolo Canzoni e nuvole, condotto da Nunzio Filogamo.

Nel 1970 conduce la trasmissione radiofonica di successo Buon pomeriggio con Dina Luce.

A partire dalla fine degli anni settanta, è ideatore e conduttore di numerosi spettacoli televisivi improntati ad un genere allora agli albori, quello del talk-show: Bontà loro (1976/1978), che si può anche considerare a buon diritto il primo esempio di talk-show della televisione italiana, Acquario (1978/1979), Grand'Italia (1979/1980) e Fascination (1984). Queste esperienze lo portano a realizzare il suo spettacolo televisivo più famoso, celebrato e longevo, il Maurizio Costanzo Show (1982/2009), talk show, registrato al Teatro Parioli di Roma, di cui Costanzo è diventato anche direttore artistico dal 1988.

Il successo di tali programmi è dato anche dalla particolare tecnica d'intervista di Costanzo, che «è un pontefice dell'interruzione. Riesce cioè a far dire, a far seguitare la conversazione e il ragionare, inframmezzandosi al discorso altrui e nello stesso tempo rendendolo possibile. […] Costanzo è maestro di allusioni, che accenna e lascia sospese, quasi fossero da concludere da parte dell'interlocutore o dell'uditorio».[4]

 
Maurizio Costanzo in Bontà loro

Negli anni, dal Maurizio Costanzo Show - che nel frattempo diventa il "salotto mediatico" più importante ed influente della televisione italiana - muovono i loro primi passi nella celebrità televisiva - e non solo - personaggi come Vittorio Sgarbi, attori come Nik Novecento, Valerio Mastandrea e Ricky Memphis, autori satirici e comici come Daniele Luttazzi e Alessandro Bergonzoni, cabarettisti come Giobbe Covatta, Enzo Iacchetti, Dario Vergassola, Stefano Nosei e Gioele Dix.

Gli anni settanta e ottanta

È stato autore di diverse opere teatrali, fra le quali la pièce Cielo, mio marito! (scritta a quattro mani con Marcello Marchesi),[5] che, diretta da Aldo Trionfo, viene interpretata e portata al successo da Gino Bramieri e Ombretta Colli.
La sua prima commedia, Il marito adottivo, debutta in scena nel 1970 per la regia di Lucio Ardenzi.[3] Dal 1970 al 1977 vengono rappresentate anche: Con assoluta gratitudine, con la coppia Francesco Mulè e Sandra Mondaini, Un amore impossibile, con l'inossidabile coppia Aroldo Tieri e Giuliana Lojodice, Un coperto in più, recitata dai fratelli Aldo e Carlo Giuffrè per la prima volta insieme, ed infine Vecchi vuoti a rendere, con Cecilia Sacchi e Arnoldo Foà, che ne curerà anche la regia nel 1972.

Collaboratore ad un primo progetto scritto del film Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975) di Pier Paolo Pasolini, Costanzo partecipa alla sceneggiatura di molti altri film, quattro dei quali diretti da Pupi Avati: Bordella (1976), La casa dalle finestre che ridono (1976) - divenuto con il tempo un vero e proprio cult del genere horror - Tutti defunti... tranne i morti (1977) e Zeder (1983). Nel 1977 contribuisce alla stesura della sceneggiatura del film di Ettore Scola Una giornata particolare, interpretato dalla coppia Sofia Loren-Marcello Mastroianni. Nel 1978 dirige anche un film, l'ironico Melodrammore, parodia dei melodrammi matarazziani interpretata dall'attore-simbolo del genere, Amedeo Nazzari, alla sua ultima apparizione cinematografica. È anche co-ideatore del personaggio Fracchia,[5] creato e impersonato da Paolo Villaggio, che lui stesso nel 1967 aveva scoperto e incoraggiato a debuttare in un cabaret di Roma.

Costanzo è co-autore del testo della canzone Se telefonando, scritto insieme a Ghigo De Chiara, con musica di Ennio Morricone e portata al successo da Mina nel 1966.[5]

Nel 1977 intuisce il grande talento di un allora semi-sconosciuto scrittore Luciano De Crescenzo che, favorito proprio dall'interessamento di Costanzo, diventato padrino della sua opera prima Così parlò Bellavista e grazie alla partecipazione al suo talk show Bontà loro, può decidere di dedicarsi solo alla sua carriera di autore, abbandonando definitivamente la sua precedente professione di ingegnere all'IBM.

Contemporaneamente, nel 1978 Costanzo assume la direzione de La Domenica del Corriere e, nell'autunno del 1979, diventa fondatore e direttore del nuovo giornale scandalistico L'Occhio (edito dalla Rizzoli). La testata, che si fa promotrice di una campagna a favore dell'introduzione della pena di morte in Italia (in seguito al sequestro del magistrato Giovanni D'Urso), è lasciata da Costanzo, nel marzo 1981, a causa dell'insuccesso di vendite, fallendo e venendo chiusa nel dicembre del medesimo anno, per il coinvolgimento di Angelo Rizzoli, l'editore, nello scandalo della Loggia P2 (che vede coinvolto anche lo stesso Costanzo).

Sul network televisivo PIN-Primarete Indipendente, appartenente al medesimo editore Rizzoli, nel 1980, viene incaricato di dirigere quello che è il primo esempio di telegiornale nazionale privato della Tv italiana, Contatto. Finché nel 1981, lo scandalo della Loggia P2 non travolge tutto.

Intorno alla metà degli anni ottanta decide di fondare la propria società di produzione, Fortuna Audiovisivi.[2]

Insieme ad Alberto Silvestri (suo grande amico e co-autore di alcuni dei suoi programmi più importanti, nonché padre del popolare cantautore Daniele Silvestri), nel 1984, inizia a scrivere ed interpretare personalmente i 52 episodi di quella che si può considerare la prima situation comedy all'italiana, Orazio, nella quale recita insieme all'allora compagna di vita, Simona Izzo (che viene poi sostituita sul set da Emanuela Giordano quando la loro convivenza entra in crisi). Le musiche sono composte da Paolo Pietrangeli (che è pure il fedele regista di gran parte delle sue trasmissioni televisive) e Luigi Ceccarelli. Gli episodi vengono trasmessi settimanalmente su Canale 5 all’interno del contenitore domenicale Buona Domenica, di cui Costanzo è uno dei conduttori.

La poliedricità di Costanzo si manifesta, infatti, anche in alcune sue trasmissioni televisive a carattere maggiormente "nazional-popolare" come il programma domenicale Buona Domenica, che inizialmente conduce alternandosi con Corrado (dal gennaio 1985) e poi da solo, come conduttore principale, fino all'edizione 1986/1987. Vi fa ritorno nel 1996 e vi ci rimane per i successivi dieci anni come autore-presentatore, alternando alla conduzione le partecipazioni di Fiorello, Paola Barale, Claudio Lippi, Luca Laurenti, Enrico Papi, Laura Freddi e Massimo Lopez. A partire dalle ultime edizioni da lui presiedute però, diventano ospiti fissi soubrettes e personaggi dalle dubbie doti artistiche, protagonisti di reality-show e del gossip: tali presenze saranno confermate e tale filosofia verrà estremizzata, con il passaggio della conduzione del programma a Paola Perego, nel 2006. Anche per questo, alcune trasmissioni televisive di Maurizio Costanzo e della moglie Maria De Filippi, nel corso degli anni duemila, diverranno, secondo i detrattori, l'espressione più tipica della "Tv-Spazzatura".[senza fonte]

Dal 1988 comincia ad andare in onda il suo programma Taccuino di Maurizio Costanzo sull'emittente radiofonica romana Radio Dimensione Suono, che interromperà solo sul finire degli anni novanta.

Gli anni novanta e duemila

Nel 1995 viene nominato direttore artistico del Festival Città Spettacolo di Benevento, carica a cui rinuncia nel 1999.[3]

Nel 1997 diviene direttore artistico del Teatro Ciak di Milano, che dirige fino alla stagione 1999.[3] Nel novembre del medesimo anno diventa direttore di Canale 5, la rete ammiraglia di Mediaset, carica che ricopre fino al 3 novembre 1999.

Nel 1999 viene nominato presidente di Mediatrade, la società del gruppo Mediaset preposta ad occuparsi di tutto ciò che riguarda la fiction televisiva.

Nel 2000 fonda insieme all'imprenditore Alessandro Benetton e alla sua banca d'affari, la società Maurizio Costanzo Comunicazione. Il suo scopo dichiarato è incentrato principalmente sul mondo di Internet, proponendosi la consulenza e la gestione di tutto ciò che può riguardare la comunicazione e l'immagine di personaggi pubblici dello star system, di politici e di imprenditori.

Direttore artistico di Canale 5, riveste diverse importanti cariche presso la società Mediaset e intrattiene anche rapporti di consulenza con la rete TV LA7.

Costanzo, frequentemente appellato 'dottore', non si è mai laureato, anche se nel 2009 ha ricevuto una laurea magistrale honoris causa in Giornalismo, editoria e multimedialità conferita dalla Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano.[6].

«Mi sono diplomato soltanto, e invece di andare all'Università mi misi a fare il giornalista a Paese Sera. Ero volontario, come si diceva allora. Cioè lavoravo e non pigliavo una lira.»

Ciò non gli ha impedito di insegnare, a partire dal 1996, alla Facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università La Sapienza di Roma (nell'anno accademico 2008-2009 la cattedra di Teoria e applicazioni del linguaggio televisivo e il Laboratorio sui formati e i generi televisivi).[8]

Durante la sua pluridecennale carriera giornalistica può vantare collaborazioni con alcuni dei più importanti quotidiani e settimanali nazionali come Il Corriere della Sera, Il Mattino, La Stampa, Epoca. Fino al novembre 1997 tiene anche rubriche su Gioia e Film tv.[3]

Scrive per il quotidiano Il Messaggero (cura una rubrica quotidiana denominata il Diario), per i settimanali Gente e Panorama.[5] Dal 2007 collabora anche con Il Riformista.

Nel 2004 è uno dei fondatori e collaboratori del quotidiano sportivo Il Romanista, giornale dedicato unicamente alla società calcistica A.S. Roma, di cui Costanzo si dichiara essere tifosissimo e che ritiene uno degli unici punti fermi nella propria vita.

Nel 2004 pubblica un libro edito da Mondadori, Chi mi credo di essere, nel quale si confessa apertamente su svariati temi anche relativi al suo passato, con la collaborazione del giornalista Giancarlo Dotto.[5] Nel 2006 vede la luce un altro libro edito da Mondadori, E che sarà mai?.[5]

A febbraio 2005 chiude il Maurizio Costanzo Show per protesta contro lo sforamento dei programmi di prima serata che lo costringevano ad andare in onda a tarda notte. Con il programma mattutino Tutte le mattine, iniziato nel 2004,[9] Costanzo unisce il talk show all'attualità. Il Maurizio Costanzo Show riprende il 16 settembre 2005 sul canale digitale terrestre di Mediaset.[10]

Da settembre 2006 Tutte le mattine si trasforma: diventa pomeridiano, viene introdotto il pubblico e il nome cambia in Buon Pomeriggio,[11] già titolo di un suo fortunato programma radiofonico degli anni settanta condotto in coppia con Dina Luce. Lasciata Buona domenica, Costanzo si riserva la fascia preserale domenicale con Conversando, programma di interviste e attualità.[12] È presente su Italia 1 con Altrove - Liberi di sperare, trasmissione dedicata alla vita nelle carceri. Infine su Rete 4 cura una rubrica intitolata Il grande cinema italiano dove vengono presentate famose pellicole italiane del passato che vengono poi trasmesse.

A gennaio 2007 conclude il programma Conversando per riproporre il Maurizio Costanzo Show, ogni giovedì sempre su Canale 5.[13] Da aprile dello stesso anno conduce su Rai Radio Uno la trasmissione L' uomo della notte dalle 00.20 circa all'una, alternando telefonate, musica e riflessioni su temi d'attualità contattando periodicamente il professor Angelo Vescovi per gli sviluppi della ricerca sulle cellule staminali. Nel 2009 ha introdotto la rubrica Poetando dedicata alla lettura di brevi poesie di autori ancora sconosciuti. Tra questi spesso viene nominato il misterioso "Ugo Straniero"; secondo molti ascoltatori è un poeta inesistente, sarebbe solo uno pseudonimo con cui lo stesso Costanzo firmerebbe le poesie che egli stesso scrive. Grazie ad un editore è riuscito a pubblicare in un primo libro 92 poesie. Inoltre nel 2010 ha introdotto la rubrica Diariando in cui viene letta una pagina del Diario personale inviata dallo stesso scrittore alla redazione.

Nel 2007 assume la responsabilità di direttore artistico del Teatro Brancaccio di Roma, sostituendo nel ruolo l'attore Gigi Proietti, dopo un suo polemico siluramento.

All'inizio del 2008 accetta di diventare direttore artistico della Fondazione Teatro di Latina.

Nel 2008 sostituisce nel compito di direttore artistico del Todi Arte Festival l'attrice Simona Marchini, a seguito di un altro polemico allontanamento.

Nell'ambito televisivo, nell'autunno 2009 conduce l'ultima edizione del noto Maurizio Costanzo Show, in onda per due sere a settimana, riproponendo in ogni puntata filmati tratti dalle precedenti edizioni e commentandoli in studio con Alfonso Signorini e i protagonisti dei filmati. Contemporaneamente annuncia di aver firmato un contratto che lo vedrà tornare, dopo quasi trent'anni di assenza, in RAI,dove sarà autore e conduttore del programma di Rai Uno Memorie dal bianco e nero[14] insieme ad Enrico Vaime.

Dal 22 febbraio 2010 conduce Bontà sua su Rai Uno (chiaro riferimento a Bontà loro), rubrica giornaliera in cui intervista personaggi dello spettacolo ma non solo, cercando di trarne gli aspetti più curiosi.

Curiosità

Di recente alla trasmissione Verissimo ha corretto quella che ero un vero e propio refuso di Wikipedia,che lo indacava come nativo di Pescara e non di Roma

L'attività politica e massonica

Nel 1980, direttore del neonato telegiornale Contatto (primo notiziario nazionale non RAI in onda sull'emittente della Rizzoli PIN - Primarete Indipendente), viene coinvolto nello scandalo del ritrovamento della lista degli aderenti alla loggia massonica P2. La sua tessera è la numero 1819 (il suo fascicolo il numero 626) con la qualifica massonica di maestro. Inizialmente nega con decisione l'appartenenza alla loggia (sebbene solo pochi mesi prima avesse fatto sensazione una sua intervista a Licio Gelli, pubblicata sul Corriere della Sera), poi sostiene di essere stato iscritto a sua insaputa, infine ammette la sua partecipazione in un'intervista televisiva a Giampaolo Pansa.

Nel 1986, nonostante le sue precedenti simpatie per il PCI, si candida per il Partito Radicale.

Nonostante abbia amichevoli rapporti con Silvio Berlusconi, anche recentemente ha affermato di votare per il Partito Democratico[senza fonte].

L'impegno contro la mafia e l'attentato di via Fauro

Amico del giudice Giovanni Falcone, ospite alle sue trasmissioni, Costanzo si impegnò come uomo e giornalista nella lotta alla mafia. In seguito all'omicidio di Libero Grassi, appena un mese dopo Costanzo e Michele Santoro realizzarono una maratona Rai-Fininvest contro la mafia. Memorabile rimase la scena in cui Costanzo bruciò in diretta una maglietta con scritto "Mafia made in Italy".

Proprio questo suo impegno sembra essere la causa, il 14 maggio 1993, di un attentato. Un'utilitaria imbottita di novanta chilogrammi di tritolo esplose in via Ruggiero Fauro (vicino al Teatro Parioli). Al momento dell’esplosione erano in transito due autovetture: una Mercedes blu presa a nolo la mattina dell'attentato condotta da Stefano Degni e dove sedevano Maurizio Costanzo (di ritorno dalle registrazioni del Maurizio Costanzo Show) e la sua compagna Maria De Filippi e, a brevissima distanza, una Lancia Thema con a bordo le guardie del corpo Fabio De Palo (rimasto lievemente ferito) e Aldo Re (che subì lesioni legate allo shock).[15] Fortunatamente non ci furono vittime, e gli occupanti della Mercedes rimasero illesi.[16]

Il fallimento dell'attentato portò una parte degli osservatori a sostenere che l'attentato mirasse solo a spaventare Costanzo, al fine di sostenere una strategia della tensione. Fino a quel momento infatti la mafia aveva dimostrato di riuscire sempre a colpire l'obiettivo: il periodo dell'attentato a Costanzo è quello dell'escalation della mafia degli anni novanta: gli omicidi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, la bomba a Firenze agli Uffizi. Inoltre, qualche scetticismo sul fatto che Costanzo fosse veramente l'obiettivo dell'attentato fu espresso dall'allora deputato Giuseppe Ayala, ex magistrato del pool antimafia, sostenendo che "un carico di esplosivo così potente si giustifica solo se si vuole colpire un'auto superblindata."[17] Tuttavia secondo gli investigatori dell'epoca, Costanzo era veramente l'obiettivo dell'attentato, ed egli e la scorta furono salvati dal "cono d'ombra" creato dal palo di sostegno di una rete di recinzione, da un albero e da un pezzo di muretto[16][15], fortuitamente allineati tra l'esplosione e il veicolo al momento della deflagrazione.

Il giorno dopo l'attentato, Costanzo si recò puntualmente in teatro per la consueta registrazione del Maurizio Costanzo Show, durante la quale affermò che non si sarebbe fatto intimidire dall'accaduto. In realtà, da quel momento in poi il conduttore smise di trattare l'argomento 'Mafia' ed evitò di invitare in trasmissione chiunque fosse schierato contro la criminalità organizzata. Fu solo nel marzo del 2005 che Costanzo riprese il suo impegno antimafia conducendo una serie di speciali su Canale 5 all'interno del programma Diario. Dal 2007 presiede inoltre la rassegna teatrale dell'Associazione Culturale Ribalta di Ulisse Marco Patrignani, la cui opera Cantata è dedicata ai bambini morti di mafia.[senza fonte]

Altre attività

Costanzo possiede aziende specializzate nella comunicazione e nell'immagine ed opera per conto di aziende e personaggi pubblici (ha curato, tra l'altro, l'immagine dell'ex Presidente della Camera dei deputati, Irene Pivetti e del politico Francesco Rutelli).[18]

Assieme alla moglie Maria De Filippi ha creato una società di produzione, la Fascino, che produce i programmi della coppia. Dal 2008, regala la sua quota di partecipazione alla moglie, che diventa così proprietaria della società a metà con Mediaset.[19]

Nel giugno del 2007 ha suscitato scalpore la notizia secondo cui al presentatore sono stati versati dalla Telecom ben sette milioni di euro per le sue attività di consulenza.[20] La scoperta, fatta dalla Guardia di Finanza nell'ambito delle indagini condotte sulle spese sostenute dal gruppo telefonico, è stata confermata dallo stesso Costanzo, il quale ha sostenuto l'assoluta regolarità di queste operazioni.[20] Le Fiamme Gialle non hanno tuttavia trovato alcuna traccia delle prestazioni professionali che avrebbero dovuto giustificare simili esborsi.[20]

Opere

  • Ho ucciso la morte, Roma, G. Semerano, 1958.
  • Due minuti di silenzio, Roma, Canesi Editore, 1963.
  • L'amore in provincia. Confessioni al microfono, Milano, Sugar, 1973.
  • Malhumor, Milano, Bietti, 1973.
  • Dizionario delle idee correnti, con Umberto Simonetta, Milano, Bompiani, 1975.
  • Bontà loro, Milano, Rizzoli, 1978.
  • Le polemiche di Acquario, Milano, Rizzoli, 1979.
  • Stasera amore. Le storie di sesso e sentimento di molti italiani che avete visto su Retequattro. Da un'idea di Aurelio De Laurentiis, Milano, A. Mondadori, 1983.
  • Di amori ne ho avuti tanti. Una hostess. Gli italiani raccontano la loro vita, Milano, A. Mondadori, 1984.
  • Però che brutta paura. Un maresciallo di p.s.. Gli italiani raccontano la loro vita, Milano, A. Mondadori, 1984.
  • "E qui comincia l'avventura". Un giovane. Gli italiani raccontano la loro vita, Milano, A. Mondadori, 1984.
  • Che succederà dopo la pensione? Un cameriere. Gli italiani raccontano la loro vita, Milano, A. Mondadori, 1984.
  • Smemorie, Milano, Rizzoli, 1984.
  • Caro Babbo Natale, Milano, Bompiani, 1986.
  • Il resto è vita, Milano, Rizzoli, 1986.
  • Alfredino. Il pozzo dei troppi misteri, Milano, A. Mondadori, 1987.
  • Orazio. Diario di un uomo straordinariamente normale, con Alberto Silvestri, Milano, A. Mondadori, 1987.
  • Racconti d'amore, Milano, A. Mondadori, 1988.
  • Teatro. Ovvero il fascino discreto della parola, Roma, Gremese, 1990.
  • Bella Italia. Perché le leghe?, Milano, Rusconi, 1991.
  • Dove andiamo. Riflessioni a sipario chiuso, Milano, A. Mondadori, 1995.
  • Dietro l'angolo. Riflessioni per un anno, Milano, A. Mondadori, 1996.
  • La televisione è piccola, Milano, Baldini & Castoldi, 1996.
  • Un paese anormale. L'Italia che non ci piace, Milano, A. Mondadori, 1999.
  • Show. Vent'anni di storie e di personaggi, Milano, A. Mondadori, 2001.
  • La TV secondo me. Il futuro della televisione nella rivoluzione digitale, Milano, Il sole-24 ore, 2002.
  • Facciamo finta che. L'industria televisione. Produrre fiction seriale, con Flaminia Morandi, Roma, Carocci, 2003.
  • Per sempre (Anima graffiata). un film di Alessandro Di Robilant, con Laura Sabatino, Venezia, Marsilio, 2003.
  • Scrivimi subito. Per dire tutto, dirlo bene e dirlo in breve, (a cura di), Milano, A. Mondadori, 2004.
  • Chi mi credo di essere, Milano, A. Mondadori, 2004.
  • Lo chiamavano varietà. L'industria televisione. Produrre l'intrattenimento, con Flaminia Morandi, Roma, Carocci, 2004.
  • E che sarà mai?, Milano, A. Mondadori, 2006.
  • Il poeta Straniero, ovvero Straniero Ugo, poeta, con Enrico Vaime, Roma-Reggio Emilia, Aliberti, 2009.
  • La strategia della tartaruga. Manuale di sopravvivenza, Milano, Mondadori, 2009. ISBN 88-04-59494-2

Filmografia

Regia

Sceneggiatore

Attore

Soggetto

Autore

Bibliografia

  • Enzo Aprea, Poesia, l'Altro e l'intervista di Maurizio Costanzo, Napoli, Tullio Pironti Editore, 1990.
  • Gian Paolo Caprettini, Del Maurizio Costanzo show. E della religione rumorosa, Torino-Enna, Aleph, 1992.
  • Umberto Piancatelli, Costanzo. Chi c'è dietro i baffi?, Torino, Nuova ERI, 1995. ISBN 88-397-0881-2
  • Riccardo Bocca, Maurizio Costanzo Shock. Affari, potere, alcova: i retroscena del telegiornalista più famoso d'Italia, Milano, Kaos, 1996.
  • Alda Merini, Lettera a Maurizio Costanzo, Faloppio, Lietocollelibri, 2001.
  • Paolo Ares Morelli, Risposta a Maurizio Costanzo. Talk show, reality show, informazione spettacolo fanno della televisione la nuova religione, s.l., L&M, 2004.

Note

  1. ^ Non è nato a Pescara, come spesso riportano erroneamente alcune sommarie biografie che ha più volte lui stesso smentito, bensì a Roma. MAURIZIO E LA TARTARUGA - Intervista all'istrionico giornalista e autore televisivo., in Magazine 2, RAI - Radiotelevisione Italiana, 23 ottobre 2008 (dichiara dove è realmente nato al 9'34" del filmato).
  2. ^ a b c d e Maurizio Costanzo, su biografieonline.it. URL consultato il 14-10-2009.
  3. ^ a b c d e Biografia di Maurizio Costanzo, su nonsolobiografie.it. URL consultato il 14-10-2009.
  4. ^ Gian Paolo Caprettini, Del Maurizio Costanzo Show, Torino, Aleph, 1992, p. 51.
  5. ^ a b c d e f Maurizio Costanzo, su mymovies.it. URL consultato il 14-10-2009.
  6. ^ Cerimonia di apertura dell’anno accademico 2008/2009, su iulm.it. URL consultato il 14-10-2009.
  7. ^ COSTANZO, LAUREATO O DIPLOMATO?, su sorrisi.com. URL consultato il 14-10-2009.
  8. ^ Maurizio Costanzo, su comunicazione.uniroma1.it. URL consultato il 14-10-2009.
  9. ^ La Sciarelli riapre la stagione tv, su archiviostorico.corriere.it, 12 settembre 2004. URL consultato il 14-10-2009.
  10. ^ Costanzo: il mio show ricomincia dalle origini ma sulla tv digitale, su archiviostorico.corriere.it, 18 luglio 2005. URL consultato il 14-10-2009.
  11. ^ Arriva Costanzo al posto di "Verissimo", su archiviostorico.corriere.it, 29 maggio 2006. URL consultato il 14-10-2009.
  12. ^ "Buona domenica", parata di reduci Rai, su archiviostorico.corriere.it, 25 settembre 2006. URL consultato il 14-10-2009.
  13. ^ Torna il Costanzo Show, Scotti a Buona domenica, su archiviostorico.corriere.it, 27 dicembre 2006. URL consultato il 14-10-2009.
  14. ^ "Ritorno alla Rai ma non per soldi", LaStampa.it, 8 novembre 2009, su lastampa.it. URL consultato il 13-10-2009.
  15. ^ a b " l' obiettivo era proprio Costanzo ", su archiviostorico.corriere.it, 16 maggio 1993. URL consultato il 14-10-2009.
  16. ^ a b ROMA, VIA FAURO, 14-5-1993 (PDF), su misteriditalia.it. URL consultato il 14-10-2009.
  17. ^ AUTOBOMBA AL QUARTIERE PARIOLI, su capitanoultimo.it. URL consultato il 14-10-2009.
  18. ^ Giancarlo Mola, Polizia, operazione immagine "Tutti a scuola da Costanzo", in la Repubblica, 14 settembre 2000. URL consultato il 27-10-2009.
  19. ^ Ettore Livini, Costanzo "regala" l'impero tv alla moglie Maria De Filippi, in la Repubblica, 4 luglio 2008. URL consultato il 27-10-2009.
  20. ^ a b c Gianluigi Nuzzi, Telecom, 7 milioni a Costanzo per le consulenze, in il Giornale, 28 giugno 2007. URL consultato il 27-10-2009.

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