Santuario di Ercole Vincitore

antico complesso templare e sito archeologico nel comune italiano di Tivoli (RM)

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Santuario di Ercole Vincitore
CiviltàCiviltà romana
UtilizzoSantuario
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
ComuneTivoli
Dimensioni
Superficie30 000 
Amministrazione
EnteComune di Tivoli
VisitabileSi
Visitatori7 194 (2022)
Mappa di localizzazione
Map

Il santuario di Ercole Vincitore è uno dei maggiori complessi sacri dell'architettura romana in epoca repubblicana. Situato a Tivoli,[1] venne edificato nel corso del II secolo a.C. Svetonio racconta che qui Augusto amministrò la giustizia in numerose occasioni, sotto i portici del santuario.[2]

Struttura

Si trattava di una struttura di dimensioni imponenti, rimasta a lungo molto deteriorata e la cui opera di restauro è stata completata solo nel giugno 2011[3]. Sorgeva su un tratto dell'antica via Tiburtina e porzioni importanti del complesso vennero inglobate nella ex-cartiera di Tivoli (sottostante il quartiere medioevale).

Il santuario, a pianta rettangolare (188 x 140 m), misurava originariamente 3000 m2 e consta di tre parti principali: il teatro, che sfrutta il naturale digradare del terreno, una grande piazza con portici ed il tempio vero e proprio.

Una serie di terrazzamenti, portici e colonnati creavano una grandiosa scenografia intorno al luogo di culto, secondo i gusti del II e I secolo a.C. Il santuario era posto fuori dalle mura della città, lungo la via che anticamente collegava il Sannio alla pianura romana e rappresentava uno snodo economico cruciale per tutte le popolazioni dell'Italia centro-meridionale.

Culto di Ercole

L'antica città di Tivoli si identificava col culto di Ercole (Herculaneum Tibur) proprio in virtù della sua posizione strategica e lo venerava sia come dio guerriero (che aveva permesso la storica vittoria sui Volsci), sia come protettore dei commerci e della transumanza delle greggi, attività fondamentale per l'originaria economia cittadina.

Il culto di Ercole, uno dei più importanti del Lazio, è originario di Tivoli e la tradizione vuole che fosse esportato a Roma in età tardorepubblicana da Marco Ottavio Erennio.

Il tempio ospitava un collegio di musici (tibicines) tra i più importanti e ben frequentati d'Italia. Le danze e i canti del culto si celebravano nel mese di agosto.

La struttura del tempio, con il teatro adagiato sulla collina dominato dal luogo sacro vero e proprio, ha molte affinità con la vicina e coeva area sacra del Santuario della Fortuna Primigenia a Palestrina, ancora ben conservata e visitabile.

Note

  1. ^ Strabone, Geografia, V, 3,11.
  2. ^ SvetonioAugustus, 72
  3. ^ Vedi: Terranews.it

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