Abellinum
Abellinum è un'antica città dell'Italia meridionale che sorgeva nel territorio dell'odierna Atripalda, a pochi chilometri da Avellino.
Abellinum | |
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Civiltà | Sanniti e Romani |
Utilizzo | Città |
Epoca | IV secolo a.C. - VI secolo |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Comune | Atripalda |
Amministrazione | |
Ente | Soprintendenza archeologica della Campania |
Sito web | ambientesa.beniculturali.it/BAP/?q=luoghi&ID=59 |
Mappa di localizzazione | |
Storia
modificaLe origini
modificaFondata sul pianoro della collina della Civita (a ridosso dell'attuale centro di Atripalda), nasce inizialmente come insediamento sannita dell'antica popolazione italica degli Hirpini. Dopo alcune insurrezioni e resistenze della popolazione locale durante le Guerre sannitiche, viene definitivamente assoggettata a Roma in seguito alla Guerra civile tra Mario e Silla durante la quale gli Irpini sostennero Gaio Mario.
L'epoca romana
modifica«Abellinum. Muro ducta Colonia. Lege Sempronia deducta. Iter populo non debetur. Ager ejus Veteranis est adsignatus»
«Abellinum. Delimitata in colonia mediante un muro. Fondata in base alla legge Sempronia. Il passaggio al popolo non è dovuto. Il suo territorio è assegnato ai veterani»
La vittoria di Silla segna una svolta nella storia di Abellinum: il generale, infatti, decide di radere al suolo il vecchio sito e nell'82 a.C. fonda la colonia Veneria Abellinatium, sulla riva sinistra del fiume Sabato. La nuova città viene cinta da un poderoso sistema di mura con un assetto urbano rispecchiante un impianto regolare segnato da assi viari ortogonali a delimitare i vari quartieri. Nel 7 d.C. Ottaviano Augusto la include nella Regio II Apulia et Calabria per i traffici che si effettuavano lungo la via Appia e le cambia denominazione: diviene Livia Augusta in onore della moglie dell'imperatore, Livia Drusilla a cui spettavano i territori tra Abellinum ed Aeclanum. Nel III secolo l'imperatore Alessandro Severo ampliò consistentemente la colonia sotto il titolo di Livia Augusta Alexandrina con una massiccia immigrazione di elementi orientali. Ciò contribuì a diffondere in questi territori antichi culti levantini come il Sol Invictus.
Da Abellinum ad Avellino
modificaCrisi economiche (III e IV secolo), violenti terremoti (346), disastrose eruzioni vulcaniche (472), invasioni di territori nel corso della guerra tra Bizantini e Goti (535-555) e la penetrazione sull'intero territorio della Penisola dei Longobardi a partire dalla Pasqua del 568 spinsero fuori dalla mura di Abellinum la colonia romana che si trasferì laddove oggi sorge la città di Avellino.[senza fonte]
Parco archeologico Antica Abellinum
modificaIl parco archeologico, di circa 25 ettari, è circondato dalle mura di cinta di Abellinum, lunghe circa 2 km.[1] Si notano le numerose mura romane, costruite con la tecnica dell'opus reticulatum, e i resti di due imponenti torri circolari. All'interno del perimetro murario si riconoscono alcuni spazi tipici delle città romane:
- il forum, la piazza dell'antica città su cui si affacciano alcuni templi da cui provengono molti reperti conservati nel Museo Irpino (tra cui un'ara di marmo del I secolo dedicata a Tiberio);
- una struttura termale con calidarium detta Torre degli Orefici;
- una sezione dell'acquedotto romano del Serino;
- una domus gentilizia[2] di 2500 m² nella quale è ancora possibile individuare gli spazi e gli ambienti tipici delle case romane come il cubicolo ornato con motivi vegetali su rosso pompeiano, e il peristilio.
Nella città antica erano presenti anche un anfiteatro, di cui è rimasto solo qualche pezzo di struttura, e un lupanare, la cui presenza si evince dal ritrovamento di alcune monete con raffigurazioni erotiche.[3]
Il 17 maggio 2011, a seguito di una lunga controversia giudiziaria con i proprietari del fondo, temporaneamente conclusa con una sentenza del Tar di Salerno, l'area del Parco archeologico già scavata ed aperta alle visite è stata restituita alla famiglia Dello Iacono; pertanto, non fu possibile accedervi per diversi anni.[4]
Note
modifica- ^ Unpli Avellino - Abellinum
- ^ Probabilmente appartenuta a Marco Vipsanio Primigenio, liberto del celebre Marco Vipsanio Agrippa, genero di Augusto. Questa ipotesi è stata formulata in seguito al ritrovamento di un sigillo bronzeo.
- ^ (PDF)Nicola Coppola, Quale futuro per Abellinum?, Irpinia ed Irpini, mag-ago 2009, pag.3
- ^ Sentenza shock: la Civita torna ai privati, su ilsabato.net. URL consultato il 16 luglio 2021.
Bibliografia
modifica- AA.VV., Scoprire l'archeologia ad Atripalda: guida agli scavi di Abellinum, Avellino, 1998
- Michele Arcangelo Lupoli, Abellinum, Avellino, 2005
- Francesco Scandone, Storia di Avellino, Avellino, 1947
- Antonietta Simonelli, Alcune osservazioni sull'architettura funeraria di Abellinum, Cordoba, 2002
- Sabino Tomasetti, Ciro Cannaviello, Il castello e lo stemma civico di Atripalda; Frammenti di vita sul Sabato; Le monete erotiche di Abellinum, San Pietro di Montoro Superiore, 1992
- Gerardo Troncone, Passi nel tempo: da Abellinum alla nuova Avellino, Avellino, 2008
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «Abellinum»
Collegamenti esterni
modifica- Sito ufficiale, su ambientesa.beniculturali.it.
- Parco archeologico dell'antica Abellinum, su archeosa.beniculturali.it. URL consultato il 3 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2021).