Acrocoro Etiopico

Regione montuosa in Africa nordorientale

L'Acrocoro Etiopico è un insieme di montagne in Etiopia, Eritrea (i cui rilievi sono spesso indicati come Acrocoro Eritreo), e Somalia del Nord (Somaliland) nell'Africa nord-orientale. L'Acrocoro Etiopico, le cui cime sono alte dai 1500 m ai 4550 metri, è spesso chiamato "Tetto d'Africa" per l'ampia e alta area che occupa.

Acrocoro Etiopico
Situati nell'acrocoro etiopico, i monti Semien, la cui vetta più alta è il Ras Dascian (4.550 m), sono patrimonio dell'umanità e fanno parte dell'omonimo parco nazionale
StatiEtiopia (bandiera) Etiopia
Eritrea (bandiera) Eritrea
Somalia (bandiera) Somalia
TerritorioAfrica Orientale
Superficie984 253 km²
Cartina geografica dell'Etiopia e degli Stati immediatamente circostanti. Ben visibile, in marrone, l'Acrocoro e la sua estensione
Un paesaggio dell'Acrocoro Etiopico, dentro Aksum
Panorama dei monti Semien

L'Acrocoro è diviso nella porzione nord-occidentale e in quella sud-orientale dalla Grande Rift Valley, che contiene numerosi laghi salati, come il Turkana.

La porzione nord-occidentale, che contiene le regioni di Tigrè e Amhara, include i monti Semien, in parte dichiarati area naturale protetta. Il monte più alto, il Ras Dascian (4549 m), è il più alto d'Etiopia e il quarto d'Africa e la 23ª montagna più prominente al mondo. Il lago Tana, da cui origina il Nilo azzurro, si trova nella porzione nord-occidentale vicino alla città di Bahir Dar.[1][2]

Le vette più alte della porzione sud-orientale si trovano nella regione di Oromia in Etiopia. I Monti Bale, in cui si trovano i picchi più elevati, sono anch'essi parco nazionale e sono alti quasi quanto i Semien. Le vette più elevate sono Tullu Demtu (4.337 m s.l.m., uno dei primi dieci monti d'Etiopia per altezza) e il monte Batu (4.307 m s.l.m.).[3]

  1. ^ Kim Wildman, Philip Briggs, Ethiopia, Bradt Travel Guides, 2012, pp. 3,189.
  2. ^ The World Ultras Homepage, su peaklist.org. URL consultato il 4 maggio 2016.
  3. ^ Etiopia nell'Enciclopedia Treccani, su treccani.it, febbraio 2018.

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Collegamenti esterni

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