Ali-Shir Nava'i
Niẓām al-Dīn ʿAlī Shīr Navāʾī noto anche come Niẓām al-Dīn ʿAlīshēr Herawī, in persiano نظامالدین علیشیر نوایی) (Herat, 9 febbraio 1441 – Herat, 3 gennaio 1501) è stato un poeta, scrittore e linguista turco[1] oltre che politico, mistico e pittore[2]. Fu un elevato esponente della letteratura in lingua chagatai[3][4].
Credeva che, per scopi letterari, la lingua chagatai e altre lingue turche fossero superiori al persiano, una visione non comune all'epoca, e difese questa convinzione nel suo lavoro intitolato Muhakamat al-Lughatayn (Comparazione delle due lingue). Enfatizzò la sua convinzione nella ricchezza, precisione e malleabilità del vocabolario turco rispetto a quello persiano.[5] In funzione della sua poesia nella lingua chagatai, Nava'i è considerato da molti, in tutto il mondo di lingua turca, come il fondatore della letteratura turca antica. Molti luoghi e istituzioni in Asia centrale portano il suo nome.
Biografia
modificaAli Shir Nava'i nacque a Herat, oggi nel nord-ovest dell'Afghanistan. In quell'epoca, Herat era sotto il dominio dell'Impero timuride e divenne uno dei principali centri culturali e intellettuali del mondo islamico. Ali Shir apparteneva alla classe degli emiri del Khanato Chagatai timuride. Il padre, Ghiyāth al-Din Kichkina (Il piccolo), era un ufficiale di alto rango nel palazzo di Shāhrukh Mirzā, sovrano del Khorasan. Sua madre era dama di compagnia della principessa del palazzo. Ghiyāth ud-Din Kichkina fu poi governatore di Sabzawar[4]} Morì mentre Ali Shir era in giovane età, ed egli fu posto sotto la tutela di un altro regnante del Khorasan, Abul-Qasim Babur Mirza.
Fu allievo di Husayn Bayqarah, che in seguito divenne sultano del Khorasan. La sua famiglia fu obbligata a lasciare Herat nel 1447, dopo l'instabile situazione politica che venne a crearsi dopo la morte di Shāhrukh. Nel 1450 la sua famiglia fece ritorno nel Khorasan dopo che era stato ripristinato l'ordine. Nel 1456, Ali Shir e Bayqarah andarono a Mashhad con Ibn Baysunkur. L'anno seguente morì Ibn Baysunkur e Ali Shir e Bayqara presero strade diverse. Mentre Bayqarah cercava di stabilire un potere politico, Ali Shir proseguì i suoi studi a Mashhad, Herat e Samarcanda.[6] Dopo la morte di Abu Sa'id Mirza nel 1469, Husayn Bayqarah prese il potere a Herat. Di conseguenza, Ali Shir lasciò Samarcanda per entrare al suo servizio. Bayqarah governò il Khorasan quasi ininterrottamente per quarant'anni e Ali Shir rimase al suo servizio fino alla morte avvenuta il 3 gennaio 1501 e fu sepolto a Herat.
Ali Shir condusse una vita ascetica, "non si sposò, né ebbe concubine né figli."[7]
Opere
modificaAli Shir fu amministratore pubblico e consulente del sultano Husayn Bayqarah. Fu anche un costruttore che avrebbe realizzato o restaurato 370 moschee, madrase, biblioteche, ospedali, caravanserragli e altre istituzioni educative, pie e caritatevoli nel Grande Khorasan. A Herat, era responsabile di 40 caravanserragli, 17 moschee, 10 ville, nove hammam, nove ponti e 20 piscine.[8]
Tra le sue costruzioni più famose si ricordano il mausoleo del poeta mistico del XIII secolo, Farid al-Din 'Attar, a Nishapur (nord-est dell'Iran) e la madrasa Khalasiyya a Herat. Fu uno dei contributori strumentali dell'architettura di Herat, che divenne, nelle parole di René Grousset, "la Firenze di ciò che è stato giustamente chiamato il Rinascimento timuride".[9] Inoltre, fu un promotore e mecenate di borse di studio, delle arti e delle lettere, musicista, compositore, calligrafo, pittore, scultore, e uno scrittore così celebre che Bernard Lewis, un rinomato storico del mondo islamico, lo chiamava "il Chaucer dei turchi".[10]
Opere letterarie
modificaSotto lo pseudonimo di Navāʾī, fu tra gli scrittori chiave che rivoluzionarono l'uso letterario delle lingue turche. Egli stesso scrisse principalmente nella lingua chagatai e produsse 30 opere in un periodo di 30 anni, durante i quali il chagatai venne accettato come lingua letteraria prestigiosa e rispettata. Navāʾī scrisse anche in persiano (sotto lo pseudonimo Fāni), e, in misura molto minore, in arabo.
I suoi più noti poemi sono raccolti in quattro dīwān,[3] o antologie poetiche, per un totale di circa 50.000 versi. Ogni parte della sua opera corrisponde ad un diverso periodo della sua vita:
- Ghara'ib al-Sighar (Meraviglie dell'infanzia)
- Navadir al-Shabab (Rarità della giovinezza)
- Bada'i' al-Wasat (Meraviglie della mezza età)
- Fawa'id al-Kibar (Benefici della vecchiaia)
Per aiutare altri poeti turchi, Ali-Shir scrisse opere tecniche come "Mizan al-Awzan" ("La misura dei metri") e un trattato dettagliato sui metri poetici. Realizzò anche la monumentale "Majalis al-Nafa'is" ("Assemblee di uomini illustri"), una raccolta di oltre 450 schizzi biografici di poeti per lo più contemporanei. La collezione è una miniera d'oro di informazioni, sulla cultura della dinastia timuride, per gli storici moderni.
Altre sue opere importanti sono: Khamsa (Quintuplo), composto da cinque poemi epici ad imitazione di Khamse di Nizami Ganjavi:
- Hayrat-ol-abrar (Meraviglie delle persone buone) (حیرت الابرار)
- Farhad va Shirin (Farhad e Shirin) (فرهاد و شیرین)
- Layli va Majnun (Layla e Majnun) (لیلی و مجنون)
- Sab'ai Sayyar (Sette viaggiatori) (سبعه سیار) (sui sette pianeti)
- Sadd-i-Iskandari (Le Mura di Alessandro) (سد سکندری) (su Alessandro Magno)
Scrisse anche Lisan at-Tayr (لسان الطیر o linguaggio degli uccelli, sull'opera di `Attar, Manteq-ol-tayr منطق الطیر o Discorsi degli uccelli), in cui espresse il suo punto di vista filosofico e sufi. Tradusse in chagatai la Nafahat-ul-uns (نفحات الانس) di Giami e lo chiamò Nasayim-ul-muhabbat (نسایم المحبت). Il suo Besh Hayrat (Cinque meraviglie) dà anche uno sguardo approfondito alle sue opinioni su religione e sufismo. Il suo libro di poesia persiana contiene 6.000 versi.
La sua ultima opera, Muhakamat al-Lughatayn, è un confronto tra lingua turca e persiana e fu completato nel dicembre del 1499. Egli credeva che la lingua turca fosse superiore al persiano per scopi letterari e difese questa opinione nel suo lavoro.[11] Ripetutamente enfatizzò la sua opinione nella ricchezza, precisione e malleabilità del vocabolario turco rispetto a quello persiano.[12]
Elenco delle opere
modificaSotto un elenco delle opere di Ali-Shir Nava'i compilato da Suyima Gʻaniyeva,[13] professore dell'università statale di Tashkent, facoltà di studi orientali.[14]
Badoe ul-Vasat (Meraviglie del Medioevo) – terzo suo diwan, Hazoin ul-maoniy. Contiene 650 ghazal, 1 mustazod, 2 mukhammas, 2 musaddas, 1 tarjeband, 1 qasida, 60 qit'as, 10 chiston e 3 tuyuk. Complessivamente, il Badoe ul-Vasat ha 740 poemi e 5.420 versi. Venne compilato tra il 1492 e il 1498.
Waqfiya – un lavoro documentario sulla sua produzione. Lo scrisse sotto lo pseudonimo Fani nel 1481. "Waqfiya" descrive la vita del poeta, il mondo spirituale, i sogni e i desideri irrealizzati ed è un'importante fonte di informazioni sulla vita sociale e culturale del XV secolo.
Layla wa Majnun (Layla e Majnun) – il terzo dastan del Khamsa. Parla di un uomo divenuto pazzo per amore. Layla wa Majnun è diviso in 36 capitoli e ha 3.622 versi. Fu scritto nel 1484.
Lisan ut-Tayr – un poema epico che è un'allegoria del bisogno che ha l'uomo di cercare Dio. La storia inizia con gli uccelli del mondo i quali si rendono conto di essere lontani dal loro re e hanno bisogno di cercarlo. Cominciano il lungo e difficile viaggio con molte lamentele, ma un uccello saggio li incoraggia attraverso l'ammonimento e storie esemplari. Nava'i scrisse Lison ut-Tayr sotto lo pseudonimo Fāni tra il 1498 e il 1499. Il poema ha 3.598 versi. Nell'introduzione, l'autore osserva che ha scritto questo poema come risposta all'opera di Farid al-Din 'Attar, Mantiq-ut Tayr (La conferenza degli uccelli).
Majalis un-Nafa’is – una tadhkira (antologia). Scritta nel 1491–1492, fu completata con aggiunte nel 1498. Consiste di otto relazioni di riunione e di molte informazioni su alcuni poeti del tempo. Complessivamente, contiene note biografiche su circa 459 poeti e autori. L'opera è stata tradotta tre volte in persiano nel XVI secolo. È stata anche tradotta in russo.
Mahbub ul-Qulub – opera scritta nel 1500, un anno prima della sua morte. Consiste in un'introduzione e tre sezioni principali. La prima parte riguarda lo status e i doveri delle diverse classi sociali, la seconda questioni morali e la terza contiene consigli e detti saggi. L'opera è stata tradotta anche in russo. Alcune delle storie contenute in questo lavoro provengono dal libro in sanscrito Kathāsaritsāgara in cui, ad esempio, si trova la "Storia del re Prasenajit e il Brāhman che perse il suo tesoro".[15]
Milan ul-Avzan – opera sulla poesia persiana e turca. Venne scritta nel 1490.
Minhaj un-Najat (La via della salvezza) – il quinto poema nella collezione persiana Sittai zaruriya (I sei bisogni). Minhaj un-Najat ha 138 versi e fu scritta in risposta ai poemi di Khaqani e Ansari.
Munajat – opera scritta in prosa negli ultimi anni della sua vita. È un piccolo lavoro sulla supplica e il pentimento nei confronti di Allah. Nava'i scrisse dei suoi sogni e rimpianti per le cose incompiute. Il lavoro è stato tradotto in inglese nel 1990 e anche in russo.
Munshaot (Una collezione di lettere) – una raccolta di lettere di Nava'i scritte a diverse classi di persone su vari argomenti. La raccolta comprende anche lettere indirizzate a Nava'i stesso e al suo figlio adottivo. Munshaot fu realizzato tra il 1498 e il 1499. Il lavoro contiene informazioni su Husayn Bayqarah e Badi 'al-Zaman Mirza. Contiene anche lettere che esprimono il sogno di Nava'i sull'esecuzione del pellegrinaggio (Hajj). Nel lavoro, Nava'i fornisce molte informazioni su questioni politiche, sociali, morali e spirituali.
Mufradat – opera di Nava'i sulla risoluzione di problemi, scritta nel 1485. In questo lavoro egli discute i molti diversi tipi di problemi e offre le proprie soluzioni. La prima sezione di "Mufradat" intitolata "Haza’in-ul-ma’ani" (I tesori dei significati) contiene 52 problemi in chagatai e la seconda, intitolata "Devani Fani", 500 problemi in persiano.
Muhakamat al-Lughatayn – l'opera di Nava'i sulla sua fede nella ricchezza, precisione e malleabilità del turco rispetto al persiano. In questo lavoro, Nava'i citò alcuni poeti che scrissero in entrambe le lingue. Muhakamat al-Lughatayn fu scritto nel 1499.
Navadir ush-Shabab (Rarità di giovinezza) – è il secondo diwan di Nava'i, Haza’in ul-ma`ani, Navadir ush-Shabab contiene 650 ghazal, 1 mustazod, 3 muhammas, 1 musaddas, 1 tarjeband, 1 tarkibband, 50 qit'as e 52 problemi. In tutto, contiene 759 poemi e 5.423 versi. Navodir ush-Shabob venne compilato dal 1492 al 1498.
Nazm ul-Javahir – opera scritta nel 1485 in segno di apprezzamento per Husayn Bayqarah e il suo trattato di giurisprudenza (risalah). In Nazm ul-Javahir, il significato di ogni proverbio della raccolta di proverbi di ʿAlī intitolata Nasr ul-laoliy è detto in una quartina (ruba'i). La creazione e lo scopo del lavoro sono indicati nella prefazione.
Nasim ul-Huld – qasida scritta in persiano. L'opera venne influenzata da quelle di Khaqani e Khusrow Dehlawī. Lo storico russo Yevgeniy Bertels credette che Nasim ul-Huld fosse stata scritta in risposta all'opera di Giami, Jilo ur-ruh.
Risolai tiyr andohtan – un breve risala[16] di sole tre pagine. Il risala, che sembra essere un commento ad un hadith, venne incluso nell'opera incompiuta, Kulliyot che venne pubblicata in un libro nel 1667–1670 ed è costituita da 17 opere. Nel suo libro Navaiy, Yevgeniy Bertels scelse Risolai tiyr andohtan come ultima opera dei suoi 22 libri su Nava'i.
Rukh ul-Quds (Lo Spirito Santo) – il primo qasida della collezione in persiano intitolata Sittai zaruriya. Rukh ul-Quds, è costituito da 132 versi sull'amor di Dio.
Sab'ai Sayyor (Sette viaggiatori) – quarto dastan del Khamsa. Sab'ai Sayyor è diviso in 37 capitoli e 8.005 versi. Il poema fu scritto nel 1485.
Saddi Iskandari (Le mura di Alessandro) – è il quinto dastan di Khamsa. In questo lavoro, Nava'i interpreta positivamente le conquiste di Alessandro Magno ed esprime le sue opinioni sulle attività di governo. Saddi Iskandari fu scritto nel 1485 e si compone di 88 capitoli e di 7.215 versi.
Siroj ul-Muslimin (La luce dei musulmani) – lavoro sulla legge islamica. Siroj ul-Muslimin venne scritto nel 1499 e tratta dei cinque pilastri dell'Islam, shari'a, namaz, fasting, del pellegrinaggio Hajj, dei segnali di Dio, della purezza religiosa e di zakat. L'opera venne pubblicata per la prima volta in Uzbekistan nel 1992.
Tarixi muluki Ajam – libro sugli Scià di Persia. L'opera descrive le buone azioni che gli Scià hanno compiuto per la loro gente. Tarixi muluki Ajam fu scritto nel 1488.
Tuhfat ul-Afkor – il qasida di Nava'i in persiano scritto come risposta al Daryoi abror di Khusrow Dehlawī. Questo lavoro è stato anche influenzato dal qasida di Giami, Lujjat ul-asror. Tuhfat ul-Afkor è uno dei sei qasida inclusi nella raccolta di poesie "Sittai zaruriya".
Favoid ul-Kibar (Vantaggi della vecchiaia) – quarto diwan del Hazoin ul-maoniy. Il lavoro consiste in 650 ghazal, 1 mustazod, 2 muhammas, 1 musadda, 1 musamman, 1 tarjeband, 1 sokiynoma, 50 qit'as, 80 fard e 793 poesie. La raccolta consta di 888 versi. Fu scritta tra il 1492 e il 1498.
Farhod wa Shirin (Farhad e Shirin) – secondo dastan di Khamsa. Farhod wa Shirin, che fu scritto nel 1484, è spesso descritto come un classico Romeo e Giulietta dell'Asia centrale. Il poema è diviso in 59 capitoli e comprende 5.782 versi.
Fusuli arba'a (Le quattro stagioni) – titolo comune dei quattro qasida scritti in persiano da Nava'i. Ogni qasida è circa una delle quattro stagioni - "Primavera" (57 versi), "La parte più calda dell'estate" (71 versi), "Autunno" (35 versi) e "Inverno" (70 versi).
Hazoin ul-Maoniy – il titolo comune dei quattro diwan che includono i poemi lirici completati da Nava'i. Hazoin ul-maoniy consiste di 2.600 ghazal, 4 mustazods, 10 muhammas, 4 tarjebands, 1 tarkibband, 1 masnaviy (una lettera poetica a Sayyid Khsan), 1 qasida, 1 sokiynoma, 210 qit'a, 133 rubai, 52 problemi, 10 chiston, 12 tuyuk, 26 fard e 3132 poesie. "Hazoin ul-Maoniy" conta 22.450 versi. Fu terminato nel 1498. In questa collezione sono presenti sedici generi lirici diversi
Khamsa – titolo dei cinque dastan di Nava'i, scritti nel periodo 1483–1485. Con questo lavoro Nava'i stabilì un precedente nella letteratura di qualità chagatai. I cinque dastan inclusi in "Khamsa" sono:
- Hayrat ul-Abror (Meraviglie della gente buona) – 64 strofe, 3.988 versi; scritto nel 1483;
- Farhad wa Shirin (Farhad e Shirin) – 59 strofe, 5.782 versi; scritto nel 1484;
- Layli wa Majnun (Layla e Majnun) – 36 strofe, 3.622 versi; scritto nel 1484;
- Sab'ai Sayyor (Sette viaggiatori) – 37 strofe, 8.008 versi; scritto nel 1485;
- Saddi Iskandari (Mura di Alessandro) – 83 strofe, 7.215 versi; scritto nel 1485.
Hamsat ul-Mutaxayyirin – lavoro su Giami scritto nel 1494. L'opera è costituita da un'introduzione, tre sezioni e una conclusione. Nell'introduzione, Nava'i scrive sulla genealogia di Giami, sulla nascita, sull'istruzione, sugli studi e su come divenne uno scienziato e un poeta. La prima parte parla del mondo spirituale di Giami e delle sue idee sui lavori creativi; la seconda parte rivela la vicinanza tra Nava'i e Giami in collaborazioni creative. La conclusione getta luce sulla morte di Giami. Include l'elogio di Nava'i in persiano che consiste in sette sezioni di dieci versi.
Gharoyib us-Sighar (Meraviglie della fanciullezza) – il primo diwan, Hazoin ul-maoniy. L'opera è costituita da 650 ghazal, 1 mustazod, 3 muhammas, 1 musaddas, 1 tarjeband, 1 masnaviy, 50 qit'a, 133 ruba'i e 840 poemi. Gharoyib us-Sighar ha 5.718 versi e venne compilato tra il 1492 e il 1498.
Hayrat ul-Abror (Meraviglie della gente buona) – primo dastan di Khamsa. L'opera è divisa in 64 capitoli e 3.988 versi. Hayrat ul-Abror fu scritta nel 1483.
Influenze di Nava'i
modificaNava'i ebbe grande influenza in aree lontane come l'India a est e l'Impero ottomano a ovest. La sua influenza si può trovare in Asia centrale e in tempi moderni in Turchia, a Kazan' in Russia, e in tutte le altre aree in cui vivono turcomanni.
- Babur, fondò l'impero moghul in India e l'autore di Baburnama,fu profondamente influenzato da Nava'i e scrisse del suo rispetto per lo scrittore e la sua memoria.
- Gli ottomani erano altamente consapevoli della loro eredità centro-asiatica; Solimano il Magnifico fu colpito da Nava'i e fece aggiungere "Divan-i Neva'i", "Khamsa" e "Muhakamat" alla sua biblioteca personale.[17]
- Il rinomato poeta azero Fuzûlî, che scrisse sia in epoca safavide che ottomana, fu altamente influenzato dallo stile di Nava'i.
- Nava'i è considerato, nella cultura uzbeka, il poeta nazionale dell'Uzbekistan.[18]
Eredità
modificaNava'i è uno dei poeti più amati tra i popoli turchi dell'Asia centrale. È generalmente considerato il più grande rappresentante della letteratura chagatai.[3]Subtelny, 1993, pp. 90-93 La sua padronanza della lingua chagatai fu tale che questa divenne nota come "la lingua di Nava'i".[3]
Sebbene tutte le applicazioni dei moderni etnonimi dell'Asia centrale ai tempi di Nava'i siano anacronistiche, le fonti sovietiche e uzbeke considerano Nava'i come un uzbeko etnico.[19][20][21] Maria Subtelny ha proposto che Ali-Shir Nava'i potesse essere stato un discendente degli scribi Bakhshi,[22] ed ha portato alcune fonti per indicare Nava'i come un discendente degli uiguri.[4][23][24] Tuttavia, altri studiosi come Kazuyuki Kubo non sono d'accordo con questo punto di vista.[25][26]
Fonti sovietiche e uzbeke sostengono che Nava'i abbia contribuito in modo significativo allo sviluppo della lingua uzbeka e lo considerano il fondatore della letteratura uzbeka.[19][20][27][28] Agli inizi del XX secolo, la politica linguistica sovietica ribattezzò la lingua chagatai "vecchio uzbeko", cosa che, secondo Edward A. Allworth, "distorceva gravemente la storia letteraria della regione" e veniva usata per dare ad autori come Ali-Shir Nava'i un'identità uzbeka.[18]
Nel dicembre 1941, l'intera Unione Sovietica celebrò il 500º anniversario della nascita di Nava'i.[29] Durante l'assedio di Leningrado, l'orientalista armeno Joseph Orbeli condusse un festival dedicato a Nava'i. Nikolai Lebedev, un giovane specialista in letteratura orientale che soffriva di distrofia muscolare acuta e non poteva più camminare, dedicò gli ultimi momenti della sua vita alla lettura del poema di Nava'i "I sette viaggiatori".[30]
Molti luoghi e istituzioni in Uzbekistan e in altri paesi dell'Asia centrale prendono il nome da Ali-Shir Nava'i. La regione di Navoiy, la città di Navoiy, la Biblioteca Nazionale dell'Uzbekistan,[31] il teatro di opera e balletto Ali-Shir Navoi, una fermata della metropolitana di Tashkent e l'aeroporto internazionale della città di Navoiy.
Molti ghazal di Nava'i sono inseriti nei Dodici muqam, particolarmente nell'introduzione nota come Muqäddimä.[32] Appaiono anche nelle canzoni popolari uzbeke e nel repertorio di molti cantanti uzbeki, come Sherali Jo'rayev. Le opere di Ali-Sher Nava'i sono state anche rappresentate come opere teatrali dai drammaturghi uzbeki.[7]
Note
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- ^ Maria Eva Subtelny, ʿAlī Shīr Navāʾī, su Brill Online, Encyclopaedia of Islam, 2013. URL consultato il 16 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 17 novembre 2018).
- ^ a b c d Robert McHenry (a cura di), Navā'ī, (Mir) 'Alī Shīr, in Enciclopedia Britannica, vol. 8, 15th, Chicago, Encyclopædia Britannica, Inc, 1993, p. 563.
- ^ a b c Subtelny, 1993, pp. 90-93.
- ^ "قیاس الغتین" نوائی پایه دانشی ندارد.
- ^ Subtelny, 1993, p. 90.
- ^ a b Subtelny, 1993, p. 92.
- ^ Alisher Navoi. Complete Works in 20 Volumes, 1–18, Tashkent, 1987–2002.
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Bibliografia
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- Amir Nemati Limai, Analysis of the Political Life of Amir Alishir Navai and Exploring His Cultural, Scientific, Social and Economic Works, Tehran & Mashhad, MFA (Cire)& Ferdowsi University, 2015.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ali-Shir Nava'i
Collegamenti esterni
modifica- (EN) ʿAlī Shīr Navāʾī, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Opere di Ali-Shir Nava'i, su Open Library, Internet Archive.
- A website about Alisher Nava'i
- Alisher Nava'i on UzLib on-line library
- Copy of Muhakamat al-Lughatain at Harvard
- Mahbub ul-Qulub in Chaghatay
- "Chaucer of the Turks" by Barry Hoberman
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