Arcidiocesi di Bordeaux

arcidiocesi della Chiesa cattolica in Francia
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L'arcidiocesi di Bordeaux (in latino Archidioecesis Burdigalensis) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Francia. Nel 2022 contava 1.076.000 battezzati su 1.681.330 abitanti. È retta dall'arcivescovo Jean-Paul James.

Arcidiocesi di Bordeaux
Archidioecesis Burdigalensis
Chiesa latina
 
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
Diocesi suffraganee
Agen, Aire e Dax, Bayonne, Périgueux
 
Arcivescovo metropolitaJean-Paul James
AusiliariJean-Marie Le Vert[1]
Arcivescovi emeriticardinale Jean-Pierre Ricard
Presbiteri214, di cui 161 secolari e 53 regolari
5.028 battezzati per presbitero
Religiosi77 uomini, 199 donne
Diaconi41 permanenti
 
Abitanti1.681.330
Battezzati1.076.000 (64,0% del totale)
StatoFrancia
Superficie10.725 km²
Parrocchie587
 
ErezioneIV secolo
Ritoromano
CattedraleSant'Andrea
Indirizzo183 cours de la Somme, CS 21386, 33077 Bordeaux CEDEX, France
Sito webbordeaux.catholique.fr
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Francia
L'ex cattedrale di San Giovanni Battista di Bazas.
La basilica San Severino di Bordeaux.
Busto del cardinale François d'Escoubleau de Sourdis, opera di Gian Lorenzo Bernini.
Il palazzo Rohan, fatto costruire dall'arcivescovo Ferdinand Maximilien Mériadec de Rohan nel XVIII secolo in sostituzione dell'antico palazzo arcivescovile.

Dal 1937 agli arcivescovi di Bordeaux è concesso di portare il titolo di "vescovi di Bazas" (Bazensis).

Territorio

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L'arcidiocesi comprende il dipartimento francese della Gironda.

Sede arcivescovile è la città di Bordeaux, dove si trova la cattedrale di Sant'Andrea. A Bazas sorge l'ex cattedrale di San Giovanni Battista. Altre cinque basiliche sono presenti nella diocesi: a Bordeaux le basiliche di San Michele e di San Severino, a Verdelais la basilica di Nostra Signora, ad Arcachon la basilica di Nostra Signora e a Soulac-sur-Mer la basilica di Nostra Signora di Finisterrae.

Il territorio si estende su 10.725 km² ed è suddiviso in 587 parrocchie.

Provincia ecclesiastica

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La provincia ecclesiastica è costituita dalle seguenti suffragenee:

La più antica testimonianza cristiana di Bordeaux risale al 260; è l'epitaffio di una giovane cristiana, Domizia, cittadina di Treviri, ritrovato nelle mura meridionali della città.[2] Il primo vescovo conosciuto invece è Orientale che, assieme al suo diacono Flavio, era presente al primo concilio di Arles nel 314.

Negli anni Ottanta del IV secolo si tenne a Bordeaux un sinodo per condannare i priscillianisti. Il sinodo si svolse sotto l'episcopato di Delfino, che partecipò al concilio di Saragozza del 380 e fu in corrispondenza con Ambrogio di Milano e Paolino di Nola, che era originario di Bordeaux.

Bordeaux era la capitale della provincia romana dell'Aquitania seconda. Divenne ben presto sede metropolitana della provincia ecclesiastica che comprendeva le altre civitates della provincia, che costituivano le diocesi di Agen, Angoulême, Saintes, Poitiers e Périgueux.[3]

L'inizio del V secolo è segnato dall'episcopato di un personaggio misterioso forse venuto dall'Oriente, san Severino di Bordeaux, a cui il vescovo sant'Amando cedette la cattedra per poi riprenderla dopo la sua morte.

Nel VI secolo fu importante l'episcopato di Leonzio II, uomo di grande potere e ricchezza, che costruì numerose chiese ed esercitò un controllo politico sul territorio.

Durante il periodo merovingio la cattedrale, che era stata fondata nel IV secolo, occupava già lo stesso sito dell'attuale cattedrale, addossata ai bastioni della città antica. Il borgo di San Severino appena fuori dalla città era un grande centro di devozione, con le sue tre grandi basiliche di Santo Stefano, di San Severino e di San Martino, che sorgevano ai margini di una vasta necropoli di cui alcuni sarcofagi sono tuttora conservati. Questo borgo era come una città santa; e le tombe merovinge del cimitero di San Severino alimentarono leggende che l'immaginazione popolare creò nei secoli seguenti.

Nella seconda metà del X secolo, il potere ecclesiastico fu concentrato nelle mani dell'arcivescovo Gombaud, fratello di Guglielmo II di Guascogna. Nel 1027 il duca di Guascogna, Sancho VI, e il duca di Aquitania, Guglielmo V si accordarono per l'elezione di Geoffrey II ad arcivescovo. Il potere religioso divenne quindi una sorta di cuscinetto fra l'Aquitania e la Guascogna. I regni di Guglielmo VIII e Guglielmo IX (1052-1127) coincisero con uno splendido sviluppo dell'architettura romanica di Bordeaux. Parti delle chiese della Santa Croce e di San Severino appartengono a questo periodo e la cattedrale di Sant'Andrea fu costruita a partire dal 1096.

Nel Medioevo sorse una disputa fra le sedi metropolitane di Bordeaux e di Bourges in merito alla pretesa di Bourges sulla primazia di Aquitania. La questione è stata acclarata da studiosi moderni, che hanno stabilito che una lettera di papa Niccolò I a Rodolfo, che data l'esistenza della primazia di Bourges al IX secolo, non è autentica. Come capitale della provincia romana di Aquitania prima, Bourges anticamente aspirò alla preminenza sulle province di Aquitania secunda e Aquitania tertia e quindi anche su Bordeaux. Verso il 1073 queste generiche aspirazioni presero forma di rivendicazioni; fra il 1112 e il 1126 il papato le riconobbe e nel 1146 papa Eugenio III conferì la primazia di Pierre de la Chatre, arcivescovo di Bourges, su Bordeaux. Nel 1232 papa Gregorio IX concesse all'arcivescovo di Bourges, come a un patriarca, il diritto di visitare la provincia di Aquitania, impose all'arcivescovo di Bordeaux il dovere di assistere, almeno una volta, ai concili indetti dall'arcivescovo di Bourges e stabilì che i provvedimenti dell'arcivescovo di Bordeaux potevano essere appellati dinanzi all'arcivescovo di Bourges. Quando occasionalmente, nel 1240 e nel 1284, gli arcivescovi di Bourges si recarono a Bordeaux, trovarono le porte delle chiese serrate e risposero con la scomunica alle proteste del clero di Bordeaux contro le loro visite.

Quando la Francia perse l'Aquitania per l'annullamento del matrimonio fra Luigi VII ed Eleonora di Aquitania che era stato celebrato nella cattedrale di Bordeaux nel 1137, Bordeaux divenne la capitale dei possedimenti inglesi in Aquitania. Allora la disputa fra le sedi metropolitane di Bordeaux e di Bourges assunse un carattere politico e il re di Francia prese a sostenere le rivendicazioni di Bourges. Molti arcivescovi furono importanti fiancheggiatori della politica inglese in Aquitania: uno fra questi fu Guillaume Amanieu (1207-26), a cui re Enrico III di Inghilterra concesse il titolo di siniscalco e custode di tutte le terre al di là del mare. Guillaume Amanieu prese parte in Spagna alle guerre contro i Saraceni. Gérard de Mallemort (1227-60), un generoso fondatore di monasteri, agì da intermediario fra San Luigi ed Enrico III e difese la Guascogna dalla tirannia di Simone di Montfort. Durante l'episcopato di Gérard de Mallemort l'antica chiesa romanica di Sant'Andrea fu trasformata in una cattedrale gotica.

Papa Clemente V (1305-14) fu contrario alle rivendicazioni di Bourges. Era originario di Villandraut vicino a Bazas, dove aveva costruito una chiesa collegiata, era stato arcivescovo di Bordeaux dal 1300 al 1305 e consigliere politico del re Filippo il Bello. Divenuto papa, a dispetto delle sue simpatie francesi, perseguì il disegno dell'emancipazione di Bordeaux da Bourges. Nella seconda metà del XIV secolo gli arcivescovi, come l'italiano Francesco Uguccione, furono sostenitori degli Inglesi.

Nel 1317 alla provincia ecclesiastica di Bordeaux furono aggregate le diocesi di nuova erezione di Sarlat, Condom, Luçon e Maillezais.

Il beato Pierre Berland (1430-57) fu un arcivescovo di Bordeaux illustre per intelligenza e santità, fondatore dell'università di Bordeaux e del Collegio di San Raffaele per gli studenti poveri, che, dopo aver aiutato gli Inglesi a difendere Bordeaux contro le truppe di Carlo VII di Francia, ricevette Jean de Dunois in città e si arrese alla Francia. Fu durante il suo episcopato che alla cattedrale fu aggiunto il campanile che porta il suo nome.

I ricchi e potenti capitoli di Sant'Andrea e di San Severino restarono nel Medioevo un retaggio del dualismo della Bordeaux merovingia. Fra i due consessi vi furono spesso conflitti e animosità. Il senso artistico dei canonici del XIII secolo si rispecchia nel portale gotico di San Severino. Alla fine del XIV secolo il canonico Vital de Carle istituì il grande ospedale di Sant'Andrea, che pose sotto la protezione del comune e fu per gli sforzi del capitolo di Sant'Andrea che nel 1402 fu istituita la prima biblioteca cittadina di Bordeaux.

Nel Medioevo Bordeaux era una grande città monastica, con i suoi conventi di carmelitani, francescani e domenicani, fondati rispettivamente nel 1217, nel 1227 e nel 1230. Nel 1214 si svolse a Bordeaux un importante concilio contro gli usurai, i banditi e gli eretici. Quando, dopo la Guerra dei cent'anni, Bordeaux ritornò alla Francia, Luigi XI ammansì i cittadini entrando nella confraternita di Notre-Dame de Montuzet.

All'inizio del Seicento fu arcivescovo di Bordeaux il cardinale François d'Escoubleau de Sourdis, al quale si deve la restaurazione della disciplina ecclesiastica e la riforma dei costumi del suo clero, dopo anni di abbandono a causa delle guerre di religione; in questo suo compito si fece aiutare dai nuovi ordini religiosi che introdusse nella sua arcidiocesi, tra i quali i Cappuccini (1601) e i Gesuiti (1606).

Prima della rivoluzione francese, l'arcidiocesi era suddivisa in quattro arcidiaconati: Médoc, Cernès, Blaye e Fronsac. Le 372 parrocchie erano ripartite in 10 arcipreture alle quali si devono aggiungere le 15 parrocchie della città di Bordeaux.[4] L'arcidiocesi contava inoltre tre seminari: il San Raffaele, istituito da Antoine Prévost nel 1583; il seminario degli Irlandesi e quello degli ordinandi, creati rispettivamente nel 1603 e nel 1607 dal cardinale de Sourdis.[5]

In seguito al concordato, con la bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII del 29 novembre 1801 Bordeaux ebbe come sedi suffraganee le diocesi di Angoulême, di Poitiers e di La Rochelle. Nel contempo incorporò nel suo territorio parte della diocesi di Bazas, che fu soppressa.

Il 6 ottobre 1822 in forza della bolla Paternae charitatis del medesimo papa Pio VII aggiunse alle sue suffraganee la diocesi di Agen, in precedenza suffraganea di Tolosa, e le diocesi ristabilite di Périgueux e di Luçon. Nel 1850 furono aggiunte anche le diocesi di Fort-de-France (Martinica), Basse-Terre (Guadalupa) e Saint-Denis (Riunione). Successivamente queste diocesi d'oltremare furono sottratte alla giurisdizione metropolitica di Bordeaux, anche in seguito all'elevazione di Fort-de-France al rango di arcidiocesi metropolitana il 26 settembre 1967.

Il 20 novembre 1937 gli arcivescovi di Bordeaux ottennero il diritto di aggiungere al proprio titolo quello di vescovi di Bazas.

L'8 dicembre 2002 la provincia ecclesiastica di Bordeaux è stata ampiamente modificata in seguito alla soppressione della provincia ecclesiastica di Auch e all'erezione di quella di Poitiers.[6]

Cronotassi degli arcivescovi

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Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche

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L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 1.681.330 persone contava 1.076.000 battezzati, corrispondenti al 64,0% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 830.000 858.381 96,7 652 498 154 1.273 150 2.039 514
1959 840.000 896.517 93,7 622 465 157 1.350 339 2.000 625
1970 800.000 1.009.406 79,3 607 470 137 1.317 137 1.318 624
1980 810.000 1.074.000 75,4 483 374 109 1.677 129 1.150 624
1990 878.000 1.163.000 75,5 445 331 114 1.973 8 129 800 157
1999 955.000 1.274.000 75,0 344 252 92 2.776 12 139 582 593
2000 962.000 1.283.000 75,0 341 248 93 2.821 12 138 555 593
2001 966.000 1.288.311 75,0 336 244 92 2.875 13 135 454 593
2002 966.000 1.288.311 75,0 319 237 82 3.028 13 118 489 593
2003 966.000 1.288.311 75,0 313 231 82 3.086 11 117 489 593
2004 966.000 1.288.311 75,0 306 224 82 3.156 16 117 474 593
2006 1.089.457 1.361.822 80,0 298 212 86 3.655 16 109 475 593
2012 1.115.000 1.399.700 79,7 253 192 61 4.407 22 78 330 593
2015 1.002.000 1.494.064 67,1 230 176 54 4.356 31 102 323 593
2018 1.012.500 1.511.200 67,0 213 167 46 4.753 37 61 238 593
2020 1.037.580 1.621.215 64,0 212 164 48 4.894 ? 64 228 593
2022 1.076.000 1.681.330 64,0 214 161 53 5.028 41 77 199 587
  1. ^ Vescovo titolare di Briançonnet.
  2. ^ (FR) Bernard Guillemain (a cura di), Le diocèse de Bordeaux, collana Histoire des diocèses de France 2, Paris, 1974, pp. 9-10..
  3. ^ , (DE) Chronica minora, collana Monumenta Germaniae Historica, I, p. 558 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2014).
  4. ^ Loirette, op. cit., col. 1189.
  5. ^ Loirette, op. cit., col. 1194.
  6. ^ (FR) Congrégration pour les évêques, Décret sur la nouvelle organisation des provinces ecclésiastiques en France, su eglise.catholique.fr, 8 dicembre 2002. URL consultato il 1º ottobre 2024.
  7. ^ Secondo Venanzio Fortunato fu predecessore di Leonzio il Vecchio.
  8. ^ Secondo Duchesne, Leonzio il Giovane non morì prima del 570.
  9. ^ Secondo la testimonianza di Venanzio Fortunato, Leonzio il Giovane era il tredicesimo vescovo di Bordeaux.
  10. ^ Secondo Mabillon, come ricorda Gams, il vescovo Nicasio di Angoulême sarebbe stato trasferito a Bordeaux dopo Bertrando. Nessuno degli autori citati tra le fonti ammettono questo vescovo; cfr. Fisquet, op. cit., p. 55.
  11. ^ Al concilio di Clichy del 627 il vescovo di Bordeaux, di cui non si conosce il nome, si fece rappresentare dal diacono Samuele.
  12. ^ Sui vescovi Antonio, Frontone e Verevulfo c'è molta incertezza tra le fonti, e dubbi si sollevano sulla loro reale esistenza o appartenenza a Bordeaux; cfr. Gams (p. 519) e Fisquet (pp. 54-55).
  13. ^ Secondo Duchesne, Sicario avrebbe ricevuto due lettere da Ludovico il Pio databili 814 e 817.
  14. ^ La maggior parte delle fonti citate dice ottobre, mentre Duchesne novembre.
  15. ^ Episcopus Vasconiensis (cfr. diocesi di Bazas). Tradizionalmente, la fine del suo episcopato è posta nel 998, ma solo in via congetturale, non essendoci documenti a riprova.
  16. ^ Il 3 dicembre 1089, la sede era ancora amministrata da Simone di Agen; cfr. Fisquet, op. cit., p. 86.
  17. ^ A questa data è ancora menzionato come vescovo eletto. Nel 1287 la sede risulta essere vacante.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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