Carlo Francesco di Valperga
Carlo Francesco II di Valperga, conte di Masino (Torino, 26 settembre 1727 – Masino, 8 febbraio 1811), è stato un politico, militare e diplomatico italiano, che dopo aver ricoperto gli incarichi di ambasciatore del Regno di Sardegna in Francia, Portogallo e Spagna, fu Viceré di Sardegna dal 1780 al 1783.
Carlo Francesco II di Valperga Conte di Masino | |
---|---|
Viceré di Sardegna | |
Durata mandato | 21 luglio 1780 – luglio 1783 |
Predecessore | Giuseppe Lascaris di Ventimiglia |
Successore | Angelo Solaro di Moretta |
Dati generali | |
Professione | Politico, militare e Diplomatico |
Carlo Francesco di Valperga | |
---|---|
Nascita | Torino, 26 settembre 1727 |
Morte | Masino, 8 febbraio 1811 |
Dati militari | |
Paese servito | Regno di Sardegna |
Forza armata | Armata Sarda |
Grado | Tenente generale |
Guerre | Guerra di successione austriaca |
Decorazioni | Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro |
Altre cariche | Diplomatico |
voci di militari presenti su Wikipedia | |
Biografia
modificaNacque nel 1727, figlio di Amedeo e di Emilia Doria di Dolceacqua. Intrapresa la carriera diplomatica, fu ambasciatore piemontese prima nel Regno di Francia,[1] poi in quello di Portogallo e quindi in Spagna.[1] Nel 1764, con l'aiuto della marchesa di Agliè e amante Cristina Saluzzo Miolans, trafugò e portò al castello di Masino, dove tuttora riposano nel piccolo sacello, le ceneri di Arduino d'Ivrea, re d'Italia dal 1002 al 1014.[1] Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro,[2] tra il 21 luglio 1780 e il luglio 1783 ricoprì l'incarico di Viceré di Sardegna.[3] Durante il periodo trascorso in Sardegna fu protagonista di un incidente diplomatico con la Francia.[4] Il precedente Viceré Francesco Lascaris di Castellar di Ventimiglia[4] aveva accordato al console di Francia a Cagliari, dietro esplicita richiesta redatta da Monsieur de Sartine,[4] allora ministro della marina, il verbale permesso di effettuare ricerche nelle grotte di Nettuno di Alghero tramite il locale Viceconsole.[4] Quest'ultimo asportò alcuni pezzi di stalattiti per mandarli all'arciduchessa Maria Anna d'Asburgo-Lorena, sorella della regina Maria Antonietta.[4] I pezzi in questione furono sequestrati della autorità sarde,[5] e vi fu un violento scambio di accuse tra le parti,[6] ed egli elevò una multa di duecento scudi al viceconsole, con la proibizione di effettuare ulteriori prelievi.[6] Questi fatti portarono, dal giugno al dicembre del 1782,[6] ad un violento scambio di lettere tra governo, Viceré, governatore, Real Patrimonio, console, vice console e la regia segreteria di guerra,[6] ed intervenne anche l'ambasciatore francese, che elevò formale protesta al governo di Torino.[6]
Gentiluomo di Camera[2] di S. M. Vittorio Amedeo III, Luogotenente e Capitano generale del Regno di Sardegna,[2] era sposato con la contessa Faustina Doria del Maro,[1] che morì a soli 26 anni di parto. Si spense senza lasciare eredi diretti nel 1811.
Onorificenze
modificaNote
modificaAnnotazioni
modifica
Fonti
modifica- ^ a b c d Memorie della Reale accademia delle scienze di Torino 1845, p.78.
- ^ a b c Derossi 1783, p.12.
- ^ Costa 1989, p.17.
- ^ a b c d e Costa 1989, p.15.
- ^ Costa 1989, p.19.
- ^ a b c d e Costa 1989, p.16.
Bibliografia
modifica- Enrico Costa, Alla grotta di Alghero. Appunti e spigolature, Milano, Brigola, 1989.
- Onorato Derossi, Almanacco reale per l'anno 1783, Torino, Nella Reale Stamperia, 1783.
- Virgilio Ilari, Davide Shamà, Dario Del Monte, Roberto Sconfienza e Tomaso Vialardi di Sandigliano, Dizionario bibliografico dell’Armata Sarda seimila biografie (1799-1821), Invorio, Widerholdt Frères srl, 2008, ISBN 978-88-902817-9-2.
- Memorie della Reale accademia delle scienze di Torino, Tomo VII, Torino, Stamperia Reale, 1845.
- Della città di Sassari, notizie compendiose sacre e profane, Cagliari, Della Reale Stamparia, 1783.