Chiesa cattolica in Lituania

La Chiesa cattolica in Lituania è parte della Chiesa cattolica in comunione con il vescovo di Roma, il Papa. La religione cattolica è la confessione religiosa maggioritaria nel Paese; nel 2016 contava circa 2,5 milioni di battezzati (circa l'80% della popolazione lituana).

Chiesa cattolica in Lituania
La Collina delle Croci
Anno2022[1]
Cristiani
83,40%[1]
Cattolici78,20%[1]
Popolazione2.661.708[1]
Parrocchie712
Presbiteri809
Seminaristi44
Diaconi permanenti3
Religiosi121
Religiose557
Presidente della
Conferenza episcopale
Gintaras Grušas
Nunzio apostolicoGeorg Gänswein
CodiceLT
San Casimiro patrono della Lituania

Medioevo

modifica

XIX secolo

modifica

A metà dell'800 divenne simbolo della devozione popolare la «Collina delle croci», che rappresentava tutti coloro che erano morti per la libertà e l'indipendenza del Paese.

Tra le due guerre mondiali

modifica

Nel 1926, dopo che la Lituania era divenuta indipendente nel 1918, con la bolla Lituanorum gente la struttura diocesana della Chiesa cattolica venne modificata in maniera significativa, infatti con i nuovi confini solo l'antica diocesi di Samogizia aveva mantenuto sede nel nuovo Stato visto che la diocesi di Vilnius aveva allora sede in territorio polacco: la diocesi di Samogizia divenne sede metropolitana come arcidiocesi di Kaunas avendo come suffraganee le nuove diocesi di Telšiai, Vilkaviškis, Panevėžys e Kaišiadorys (quest'ultima coi territori rimasti lituani di quella di Vilnius divenuta nel 1925 sede arcivescovile).[2]

La repressione sovietica

modifica

La Chiesa lituana fu duramente colpita dalla repressione sovietica. Il paese fu invaso dall'Armata Rossa il 14 giugno 1941[3]. Successivamente un decreto indicò la Chiesa cattolica come «entità sociale pericolosa». Cominciarono le deportazioni in massa; molti sacerdoti resistenti furono crocifissi[4].

La resistenza continuò anche dopo la fine della seconda guerra mondiale: si combatté ancora a metà degli anni Cinquanta, mentre svariate decine di migliaia di lituani erano rinchiusi nei gulag. Fra gli oltre 400.000 lituani deportati in Siberia sotto l'impero staliniano si contavano 180 sacerdoti[5]. Diventò popolare il detto: "Siamo più lituani in Siberia che in Lituania". Dei nove vescovi cattolici esistenti in Lituania, un solo vescovo era restato in patria nel 1947, Kazimieras Paltarokas: morì il 3 gennaio 1958.

La Collina delle croci venne più volte abbattuta dalle ruspe sovietiche, ma i lituani riuscirono sempre a portare croci sul luogo, eludendo la sorveglianza dell'Armata Rossa.

Nel maggio del 1972 nacque un foglio clandestino, la «Cronaca della Chiesa cattolica lituana», unica voce libera del Paese, che pubblicò lettere di deportati, documenti sulle violenze nei gulag, appelli all'ONU per il rispetto dei diritti umani, tra cui uno clamoroso che giunse sul tavolo della Conferenza di Helsinki, mettendo in imbarazzo i dirigenti sovietici.

Un'altra iniziativa rischiosa fu intrapresa nel 1987, quando fu lanciato un appello alle autorità di Mosca per rendere pubblici i protocolli del Patto Molotov-Ribbentrop.

La nuova indipendenza

modifica

Nel 1993, all'indomani del ritorno all'indipendenza, papa Giovanni Paolo II effettuò una storica visita nel paese baltico.

Mete di pellegrinaggio

modifica

Le più famose mete di pellegrinaggio in Lituania sono la Collina delle Croci presso Šiauliai, Šiluva nella regione di Raseiniai e la Porta dell'Aurora a Vilnius.

Organizzazione ecclesiastica

modifica

La Chiesa cattolica è presente in Lituania con due province ecclesiastiche, che comprendono sette diocesi.

Esiste inoltre un ordinariato militare in Lituania.

Nunziatura apostolica

modifica
 
La sede della nunziatura apostolica a Vilnius.

Nel 1922, con l'indipendenza dei Paesi baltici, la Santa Sede eresse la delegazione apostolica di Lettonia, Lituania e Estonia, e nominò delegato apostolico il gesuita Antonino Zecchini (20 ottobre 1922).

L'internunziatura apostolica della Lituania fu eretta il 10 marzo 1927, con il breve Regiones quae di papa Pio XI. Essa fu promossa a nunziatura apostolica il 9 dicembre 1928.

In seguito all'occupazione sovietica del Paese le relazioni diplomatiche furono interrotte.

Esse sono riprese il 30 settembre 1991 dopo la riottenuta indipendenza della Lituania.

Il nunzio apostolico in Lituania ricopre lo stesso incarico anche per Estonia e Lettonia.

Nunzi apostolici

modifica

Conferenza episcopale

modifica

L'episcopato locale costituisce la Conferenza episcopale della Lituania (Lietuvos Vyskupų Konferencija, LVK), i cui statuti sono stati approvati dalla Santa Sede nel 1992.

La LVK è membro del Consiglio delle conferenze dei vescovi d'Europa.

Elenco dei presidenti della Conferenza episcopale:

Elenco dei vicepresidenti della Conferenza episcopale:

Elenco dei segretari generali della Conferenza episcopale:

  1. ^ a b c d (EN) Most Christian Countries 2022, su worldpopulationreview.com. URL consultato il 4 marzo 2022.
  2. ^ (LA) Bolla Lituanorum gente, AAS 18 (1926), p. 121.
  3. ^ Oggi nelle comunità baltiche il 14 giugno è ricordato come «il giorno dell'olocausto».
  4. ^ Paolo Simoncelli, «Così Stalin ingoiò i Baltici», Avvenire, 25 settembre 2009 (versione digitalizzata).
  5. ^ Cronaca della Chiesa cattolica in Lituania, su lkbkronika.lt. URL consultato il 30 novembre 2018.

Voci correlate

modifica

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica