Colonie nell'antichità
Le colonie nell'antichità erano città-stato fondate da una città madre (la metropoli). Il legame tra la colonia e la sua metropoli ha assunto forme specifiche nel tempo: più in generale, nei casi di colonie fondate dagli antichi fenici, Cartagine, Roma, Alessandro Magno ed i suoi successori, rimase il legame con le rispettive metropoli, e furono utilizzate per l'espansione e la costruzione dell'impero; le colonie greche, invece, erano sovrane e autonome sin dal loro inizio, venivano spesso fondate per risolvere disordini sociali interni alla città madre, ad esempio espellendo una parte della popolazione.
Colonie fenicie
modificaI Fenici erano la maggior potenza commerciale nel Mar Mediterraneo nella prima parte del I millennio a.C.
Avevano contatti commerciali in Egitto e in Grecia e fondarono colonie in Occidente fino alla moderna Spagna, a Gila (Cadice) e in seguito a Barchino (Barcellona).
Da qui controllavano l'accesso all'Oceano Atlantico ed alle vie commerciali per la Britannia.
La più famosa e potente delle colonie fenicie fu Kartagine (Cartagine), fondata da Tiro.
Cartagine stessa a sua volta fondò numerose colonie nel Mar Mediterraneo occidentale, come Carthago nova (Cartagena), Hispalis (Siviglia), Mozia (Mothia), Lilibeo (Marsala).
Altre città fenicie in Italia furono Karalis (Cagliari) e Panormus (Palermo).
Colonie greche
modificaNel VII secolo a.C. navi cariche di uomini, animali, aratri e oggetti di uso quotidiano lasciarono le coste greche e si diressero verso le coste del Mar Nero (perché i prodotti agricoli non bastavano per nutrire tutti), su quelle iberiche, su quelle francesi e su quelle italiane. I motivi di questo fenomeno furono diversi:
- le poche pianure della penisola greca non erano sufficienti per produrre cibo per tutti;
- al di là del mare si potevano trovare terre fertili e metalli preziosi e utili;
- servivano basi di scambio e "clienti" per commerciare i prodotti, come olio, ceramiche, armi;
- servivano scali di appoggio per il commercio marittimo;
- con l'invio in terre lontane di parte della popolazione si potevano risolvere contrasti politici gravi che disturbavano la vita della polis.
La colonia greca (ἀποικία) veniva fondata da gruppi di coloni, provenienti in genere da un'unica polis, che creavano una nuova entità politica completamente autonoma; essi s'imbarcavano verso la nuova terra sotto la guida di un aristocratico chiamato ecista (οἰκιστής oikistēs), letteralmente "fondatore", che aveva consultato precedentemente l'oracolo di Delfi e che aveva anche l'incarico di dirigere le prime fasi della colonizzazione. Con la città di partenza, detta metropoli, cioè "città madre", venivano mantenuti legami di culto e di lingua e a volte anche politici e militari.
Una colonia greca sorgeva in genere vicino a un porto naturale, su un'altura che ne diventava l'acropoli ed era protetta da una cinta di mura; i coloni prendevano poi possesso delle terre circostanti, per coltivarle. I rapporti con le popolazioni circostanti erano in genere abbastanza buoni, anche per i numerosi vantaggi che tutta la zona traeva dalla fondazione.
A partire dall'XI secolo a.C., i Greci iniziarono a fondare nuove città dapprima dirigendosi verso oriente, sulle coste dell'Asia Minore e del Mar Nero, che costellarono di colonie; si ricordano almeno: Tanais (nell'attuale Russia, nei pressi di Rostov sul Don), Teodosia (ora Feodosia, in Ucraina), Olbia (ora Odessa, sempre in Ucraina), Trapezunta (ora Trebisonda, in Turchia), Tomis (ora Costanza, in Romania), Apollonia (Sozopol, in Bulgaria); nell'attuale costa turca dell'Egeo sorsero invece Smyrnai (Smirne), Ephesos (Efeso), Halikarnassos (Alicarnasso).
In un secondo momento, a partire dall'VIII secolo a.C., i Greci iniziarono a fondare città anche ad occidente della loro patria. Famose e potenti colonie furono quelle dell'Italia meridionale, che costituirono la Magna Grecia, e quelle della Sicilia greca, grazie anche al clima favorevole alla coltivazione di grano, vite, ulivo; grazie ai loro commerci ed alle loro scuole artistiche e filosofiche, furono fari di civiltà nel Mediterraneo.
Nella Magna Grecia (termine latino che traduce il greco Megále Hellás, ossia "grande Grecia") si ricordano: Parthenope, poi Neapolis (Napoli), Kyme (Cuma), Poseidonia (Paestum), Hyele, poi Elaia (Elea), Rhegion (Reggio Calabria), Lokroi Epizephyrioi (Locri Epizefiri), Kroton (Crotone), Sybaris (Sibari), Hipponion (Vibo Valentia) (Metaponto), Taras (Taranto).
In Sicilia i Greci fondarono invece, tra le altre: Zancles, poi Messana (Messina), Katane (Catania), Leontinai (Lentini), Syraka, poi Syracousai (Siracusa), Ghelas (Gela), Akragas (Agrigento) ed Himera (Termini Imerese). La colonia italiana più antica fu quella di Pithekoussai, nei pressi di Lacco Ameno nell'odierna isola di Ischia, mentre tra le più recenti vi furono quelle delle isole Eolie. In Italia centrale e settentrionale sorgevano invece le colonie di Ankón (Ancona) ed Adrìa (Adria). Come si vede, la maggior parte delle antiche colonie greche d'Italia sono ancor oggi fiorenti città, spesso ancora legate ai traffici marittimi.
Nell'opposta sponda dell'Adriatico si ricordano, tra le altre, le colonie di Issa (Lissa) e Korkyra Melaina (Curzola), nell'attuale Croazia, e quelle di Lissos (Alessio), Epidamnos (Durazzo) ed Apollonia (Apollonia), nell'attuale Albania.
Nell'attuale Francia molto importanti erano le colonie di Massalia (Marsiglia) e Nikaia (Nizza); ad opera di Massalia sorsero nell'odierna Spagna mediterranea Emporion (Empúries) ed Hemeroskopion (Dénia).
In Africa la colonizzazione greca si limitò alla Cirenaica, a motivo della breve distanza da Creta, con gli importanti centri di Kyrene (Cirene) ed Apollonia (Apollonia).
Colonie romane
modificaCon la deduzione di una colonia i Romani immettevano nel territorio una serie di persone, di norma in età militare, romani o latini. In questo modo riducevano la pressione demografica dell'Urbe e controllavano i nuovi territori. In genere la deduzione avveniva in un centro già abitato da altre popolazioni.
Esistevano diversi tipi di colonia. I più importanti erano le colonie romane e le colonie di diritto latino. Nel primo caso i coloni mantenevano i diritti della cittadinanza romana, nel secondo caso venivano istituite nuove entità statali, con magistrati locali, autonomia amministrativa e, in alcuni casi, con l'emissione di monete, ma comunque con l'obbligo di fornire, in caso di guerra, l'aiuto richiesto da Roma secondo la formula togatorum. Gli abitanti delle colonie latine non erano Cives Romani Optimo Jure, ma possedevano il diritto di commercium et connubium secondo i diritti del Nomen Latinum.