Conquista romana di Malta
La conquista romana di Malta avvenne nel 218 a.C., di preciso durante i primi mesi della seconda guerra punica. Questa rapida operazione militare, condotta dal secondo Console dell'anno Tiberio Sempronio Longo che disponeva di un esercito pari a circa 26.000 soldati, comportò l'annessione alla Repubblica romana delle isole maltesi, che vennero incluse nella provincia di Sicilia.
Conquista romana di Malta parte della guerra annibalica | |||
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Il movimento della flotta del Console Longo | |||
Data | Estate 218 a.C. | ||
Luogo | Malta | ||
Casus belli | Rischio che i cartaginesi fomentassero un'insurrezione anti-romana in Sicilia | ||
Esito | Vittoria romana | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
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Effettivi | |||
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Perdite | |||
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Contesto storico
modificaMaleth[1] si trovava sotto il controllo cartaginese dal 480 a.C.,[2] e una prima e massiccia offensiva senza l'obbiettivo di acquisirla i romani la compirono con l'invece primo Console Gaio Atilio Regolo Serrano, nel 257, al tempo della prima guerra punica;[3] per il conseguimento della vittoria, il Senato romano gli tributò la celebrazione di un trionfo navale.[4]
Quando Annibale Barca diede inizio al nuovo conflitto con Roma l'arcipelago era affidato ad Amilcare Giscone, possibilmente il fratello di Asdrubale,[5] che le presidiava comandando 2.000 armati o poco più.[6] Nonostante il recente successo nella battaglia di Lilibeo, alla quale lo stesso Console Longo aveva preso parte,[7] i romani avevano la seria preoccupazione che il nemico potesse tentar di scatenare una rivolta contro di loro in Sicilia.[8] Per evitare ciò Melita,[9] la base punica nelle immediate vicinanze di quest'ultima, dovette necessariamente essere occupata.[8]
Guerra
modificaTiberio Sempronio Longo salpò con la flotta proprio da Lilibeo: in seguito allo sbarco ci furono delle iniziali schermaglie, presumibilmente concluse con l'invasore romano avente la meglio. Da qui gli storici divergono: secondo Polibio, che è la fonte antica che ne parla,[10] Amilcare si arrese e con lui la guarnigione, mentre altri contemporanei sostengono che gli abitanti in qualche maniera li tradirono e consegnarono[10] ancor prima che lo facessero. Uno scenario è supportato dalla plateale inferiorità numerica, l'altro dal fatto che gli isolani chiaramente volessero evitare le ripercussioni di una pesante belligeranza con i romani, che peraltro garantivano futuri guadagni economici tanto quanto i cartaginesi,[11] presi da Longo come prigionieri di guerra. Infatti pochi giorni dopo, tornato a Lilibeo, li vendette tutti come schiavi; tutti tranne i nobili,[10] fra cui probabilmente Amilcare.
Conseguenze
modificaDa quel momento in poi Malta rientrò dunque nei domini di Roma, e il capoluogo e centro amministrativo, Ann, fu ribattezzato omonimo all'isola principale. In linea generale tutte quante le isole ottennero una certa autonomia, forse come premio per il mutamento di lealtà,[12] e le ricerche archeologiche han dimostrato che vi fu una continuità demografica durante il periodo di transizione tra il comando cartaginese e romano.[13]
Note
modifica- ^ Come era chiamata dai cartaginesi
- ^ Castillo, p. 20
- ^ Castillo, p. 22
- ^ Polibio, Fasti Campidoglio
- ^ Hoyos, p. 222
- ^ Castillo, p. 23
- ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXI, 50.7-8
- ^ a b Castillo, p. 24
- ^ Come era chiamata dai romani
- ^ a b c Castillo, p. 25
- ^ Sagona, p. 264
- ^ Sagona, p. 266
- ^ Sagona, p. 265
Bibliografia
modificaFonti primarie
modifica- (EN) Dennis Castillo, The Maltese Cross: A Strategic History of Malta, 2006.
- (EN) Dexter Hoyos, A Companion to the Punic Wars, 2011.
- (EN) Claudia Sagona, The Archeology of Punic Malta, 2002.